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Autore: S_N_    14/05/2019    1 recensioni
Questa storia è ispirata a una donna che con il suo amore è riuscita a cambiare la vita di molte persone.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo nello studio di quella donna, mia madre seduta sulla poltroncina blu davanti al tavolo della signora ed io in un angolo della stanza. Le pareti, dipinte di un colore giallo ocra, sembravano verniciate da poco. Era un posto semplice e accogliente e aveva un odore dolce, mischiato a quello del fumo che usciva dalla sigaretta che teneva in mano. Non sapevo molto di quella donna: si chiamava Celine, nome che significa "venuta dal cielo", ascoltava ogni settimana mia madre parlare dei nostri problemi economici o delle litigate con mio padre e mi avrebbe ospitata per un po' a casa sua, il tempo necessario ai miei genitori per divorziare. Sembrava gentile, sempre allegra e disponibile. "Non è una psicologa"- diceva sempre la mamma -"soltanto un'amica." Sebbene non la conoscessi, non mi dispiaceva l'idea di passare un po' di tempo con lei, lontana da urla e litigate continue. "Sei pronta?" chiese mia madre avvicinandosi a me. Dai suoi occhi vedevo che non avrebbe mai voluto mettermi in una situazione del genere, ma io sapevo che non era colpa sua e la capivo. Celine si avvicinò a noi e con aria rassicurante raccolse il mio zaino da terra e guardò mia madre: "Stai tranquilla, ci penso io." Al volante della piccola macchina grigia c'era un uomo di mezza età, magro, con i capelli scuri un po' spettinati e due occhiali sottili: aveva l'aria da gentiluomo, di quelli dalle vecchie maniere. Disse di chiamarsi Fausto, guardandomi dallo specchietto retrovisore: la sua voce era accogliente, ma aveva qualcosa di misterioso. Dal finestrino vedevo le luci della città che brillavano come lucciole nella notte buia. La strada era in salita e con molte curve e, mano a mano che ci avvicinavamo alla casa di Celine, il paesaggio diventava più bello. Avevo una strana sensazione: mi sentivo sollevata, come se quel luogo stesse aspettando me e sapevo che mi avrebbe protetta da tutto ciò da cui scappavo. Celine viveva in una casa a due piani insieme a suo fratello Robert e Fausto. Quando aprii la porta due cagnolini con il pelo nero e marroncino corsero ad annusarmi le scarpe. "Loro sono Lilly e Pongo." disse Fausto prendendo in braccio la cucciola. Non avevo mai avuto un animale domestico, ma da piccola pregai mia madre di prendermi un cane; i miei genitori dicevano di non avere tempo per prendersi cura di un cucciolo e, non avendo un giardino, sarebbe stato difficile gestirlo. Pongo e Lilly scondinzolavano felici intorno a Celine che stava andando in cucina a preparare la cena. In un angolo del salotto, davanti al camino, c'era una sedia a dondolo. La casa era davvero bella, sia dentro che fuori: era posizionata sulla cima di una collina e, lungo il lato sinistro, aveva un piccolo giardino circondato da una staccionata. Era un posto tranquillo ed io, finalmente, mi sentivo bene. Non ci volle molto tempo a capire che Fausto e Robert non andavano tanto d'accordo, ma in un certo senso era buffo vederli bisticciare. Celine li rimproverava spesso, ma lo faceva con una voce dolce e con gli occhi divertiti.
   
 
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