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Autore: Lumik Lovefood    15/05/2019    2 recensioni
Tutte le volte che lei crollava e lui non sapeva come rialzarla, Yuri interveniva e la rimetteva in piedi, rimproverandola anche a volte, ma riusciva sempre a farla rialzare più forte di prima; quando doveva studiare per prendere la laurea in medicina, Yuri era quello che le infilava la testa nel libro ed era sempre lui che aveva sentito per trentasette volte la discussione della tesi mentre la ripeteva a casa; ed era sempre lui che l’aveva accolta, in lacrime a casa, quando non sapeva dove andare e quando lui, Boris, non c’era.
“Hai ragione.” concluse il ragazzo, offrendole in braccio affinché si potesse nuovamente aggrappare “Allora, allora… Cosa possiamo regalare a quel peperone del cavolo? Un po’ di zucchero contro l’acidità?”
“Yuri non è acido.”
“Solo con Margot non lo è, con noi sprigiona appieno la sua acidosi.”

Questa one shot contiene spoiler riguardanti la long "Blader Revolution".
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Nuovo personaggio, Yuri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Happy birthday, Yuri."




Sentiamo la tua scusa.”
Boris era arrivato in ritardo, come al solito. L’aveva lasciata al freddo pungente russo, senza nemmeno degnarsi di rispondere ai suoi tre messaggi e sette chiamate che reclamavano la sua illustre presenza. Si era dovuta stringere le braccia intorno al cappotto pesante che aveva addosso, rintanando le mani coperte dai guanti di lana sotto le ascelle e si era tirata fin sul naso la sciarpa di lana rossa che aveva addosso. Non l’aveva unita al cappello solo perché poi non avrebbe visto l’idiota arrivare.
“Non è una scusa: la metropolitana ha fatto ritardo e...” si giustificò il ragazzo, riprendendo un po’ il fiato che aveva perso per la corsa, ma fu interrotto dalla sbuffo scocciato della ragazza che aveva di fronte.
“Chissà perché, Kuznestov, quando prendi la metro tu è sempre in ritardo, invece quando la prendo io è sempre puntuale come un orologio svizzero!” lo aggrappò per una spalla e si mise sotto braccio al ragazzo, guidandolo per le strade di Mosca “Mi hai lasciato per venti minuti, immobile ad aspettarti, con una temperatura media di cinque gradi sotto lo zero. Tra un po’ mi cadeva il naso.”
Sbuffò “Sempre a lamentarti...” ficcando le sue mani gelide nelle tasche del suo cappotto nero “Ripetimi perché siamo qui...”
“Incredibile quanto riesca ancora a stupirmi la tua memoria a breve termine...” gli diede un pizzicotto sul braccio “Siamo qui per comprare il regalo di compleanno di Yuri.”
“Perché proprio quest’anno? Non bastava una torta come negli scorsi?”
Alzò gli occhi verdognoli al cielo “Perché sì!”
Boris sbuffò “Margot dove l’hai lasciata?”
“A scuola. L’andrà a prendere poi Cleo.”
Annuì “Quindi che gli prendiamo?”
La ragazza si fermò di scatto “Veramente, ti ho chiesto di venire per aiutarmi...”
“Non ci credo!” strabuzzò gli occhi “Sei sempre la solita Layla!”
“E’ il tuo migliore amico, dovresti pur sapere cosa gli potrebbe piacere!”
“Ma se l’idea del regalo è venuta in mente a te! Per me, sarebbe bastata la solita torta mille foglie con la crema!”
“Regalagli quella allora, ma io non posso!”
“E perché, di grazia?”
Si morse il labbro secco “Perché ha fatto molto per me e lo sai...”
Boris la osservò mentre si tormentava le mani e non osava guardarlo negli occhi. Sapeva benissimo cosa aveva fatto per lei: tutte le volte che lei crollava e lui non sapeva come rialzarla, Yuri interveniva e la rimetteva in piedi, rimproverandola anche a volte, ma riusciva sempre a farla rialzare più forte di prima; quando doveva studiare per prendere la laurea in medicina, Yuri era quello che le infilava la testa nel libro ed era sempre lui che aveva sentito per trentasette volte la discussione della tesi mentre la ripeteva a casa; ed era sempre lui che l’aveva accolta, in lacrime a casa, quando non sapeva dove andare e quando lui, Boris, non c’era.
“Hai ragione.” concluse il ragazzo, offrendole in braccio affinché si potesse nuovamente aggrappare “Allora, allora… Cosa possiamo regalare a quel peperone del cavolo? Un po’ di zucchero contro l’acidità?”
“Yuri non è acido.”
“Solo con Margot non lo è, con noi sprigiona appieno la sua acidosi.”
Layla rise “Non riesco nemmeno io ad essere acida con lei...”
“Tanto lo zio preferito sono io!” si vantò Boris, facendole l’occhiolino e la ragazza sbuffò, per poi sorridere anche lei.

Ok ok, basta stupidaggini!” lo richiamò brusca Layla “Ci serve un regalo ed alla svelta!”
“Una bottiglia di vodka pregiata?” propose Boris, indicando un negozio di alcolici alla sua destra.”
“E’ russo, troppo scontato!”
“La vodka non è mai scontata per noi!”
Layla sbuffò “Mi devo ancora capacitare di come facciate ad ingurgitare quella robaccia distillata...”
“E’ solo per veri uomini...” esclamò fiero il russo, continuando a guardarsi intorno “Pezzi di ricambio per il beyblade?”
“No, sai quanto è fiscale Yuri con Wolborg, devi sceglierli lui stesso dopo un’accurata ed attenta visione...”
“Che noia… Vestiti?”
Scosse il capo, sorridente “E’ sposato con Cleo.”
“Quella bionda malata di shopping… Ricordo ancora il loro matrimonio, un paio di anni fa… Verrà tramandato ai posteri!”
La ragazza alzò un sopracciglio “E perché?”
Boris strabuzzò gli occhi “Come perché? Non c’era un invitato e ripeto un invitato che non era ubriaco! Fiumi di vodka, ragazze senza tacchi che ballavano sui tavoli alzandosi i vestiti, bicchieri che volavano a destra e sinistra, trenini improvvisati, Yuri che vomitava ad un angolo, Eva e Hedwige che reggevano Cleo ubriaca, Takao sorretto da Kai che implorava pietà...”
“Si si, ho capito!” tagliò corto Layla.
“Solo perché non sei venuta, sei gelosa che ci siamo divertiti senza di te...” la punzecchiò il russo, affondandole un dito nella guancia destra.
“Tantissimo guarda… Pensiamo a cose serie, piuttosto.”
“Devi ancora dirmi perché non sei voluta venire al matrimonio della tua migliore amica...”
Alzò gli occhi al cielo “Che piaga che sei! Come se non lo sapessi!”
Boris fece spallucce, preferendo il silenzio per una volta, con grande ammirazione di Layla, già nervosa perché non sapeva cosa regalare a Yuri. Mancava solo Boris che tirava in ballo cose vecchie di anni. Sapeva benissimo perché aveva preferito non andare a quel matrimonio, nonostante fosse di Cleo e nonostante l’avesse scelta come testimone. Aveva preferito presenziare solo alla funzione civile, facendo sempre da testimone insieme a Boris, ed essendo realmente felice per la sua amica, ma al matrimonio non poteva proprio esserci, e Cleo lo aveva accettato, non lo comprendeva ma l’aveva accettato, anche perché non poteva trascinarla a forza. Poi c’era la questione di Margot… Insomma troppe variabili e poche certezze e per lei, la cui vita era scandita secondo dopo secondo da piani, prospettive, impegni e quant’altro era un lusso che non poteva permettersi. Era dai diciotto anni che organizzava la sua vita: diploma da privatista in un anno, e poi dritta all’università per studiare Medicina e laurearsi senza andare fuori corso, e nell’insieme trovare il tempo per sé. E ci era riuscita, con l’aiuto di alcune persone ovviamente, ma c’era riuscita ed e sarebbe diventata medico da lì a qualche mese.
Si tirò su la sciarpa, per coprirsi dal venticello gelido che aveva iniziato a tirare, cosa che invece inebriava Boris, lo rinvigoriva. Invidiava il suo carattere spensierato, la sua schiettezza e la sua ironia, spesso cinica… Era la sua ancora di salvataggio, il porto sicuro dove si rifugiava quando non trovava pace e quando non sapeva dove andare. La porta di casa sua era sempre aperta, con una tazza fumante di thé ed una birra già stappata, e lui seduto sul divano ad ascoltare i suoi vaneggiamenti, le sue paure e le sue ansie. C’era quando si era appena trasferita a Mosca e le insegnava il russo, c’era quando aveva bisogno di aiuto con Margot, c’era quando si ritrovava a dover tirare fuori tutte le lacrime che aveva in corpo. Boris c’era sempre, e lei non sarebbe mai sopravvissuta senza di lui. Si ritrovò a stringere con la mano il suo braccio, e ad appoggiare la testa sulla sua spalla, cullata dal suo odore di pino e tabacco.
“Ehi, sveglia! Tutto ok?” le chiese il ragazzo, muovendo un po’ la spalla.
“Nulla, nulla… Allora, che regaliamo al nostro peperoncino preferito?”
“Io propongo un bel niente! Tu che dici?”
“Guarda lì!” esclamò improvvisamente Layla, strattonandolo verso un lato della strada ed indicando una vetrina “Io penso che questo lo possa apprezzare...”
Boris ci rifletté su “Ne abbiamo una decente?”
La ragazza prese il cellulare in mano, sorridente “Sicuramente qualcosa troveremo.”

La torta era in frigo, la tavola era già apparecchiata, il pollo con le patate era in forno ad ultimare la cottura, il suo regalo per Yuri pronto e Margot era nel salone a vedere la televisione, non emettendo un fiato. Sembrava tutto sotto controllo, o quasi. L’ansia la stava mangiando viva. Iniziava a pensare che forse Yuri non avrebbe apprezzato tutto ciò, la festa, il suo regalo… Forse doveva annullare tutto? Prese il cellulare in mano e compose il numero di Layla, ma poi lo cancellò immediatamente, pensando che se l’avesse chiamata si sarebbe preoccupata e sarebbe arrivata di volata a casa sua col viso rosso. Allora compose il numero di Boris, cancellandolo di nuovo: era con Layla e non sarebbe stato molto di aiuto. Gettò il cellulare sul tavolo della cucina, passandosi stancamente una mano sugli occhi, e sospirò già esausta. Decise di affacciarsi al salone, per dare un’occhiata a Margot, troppo silenziosa. Si sporse sul divano e la vide completamente arrotolata in una coperta di pile scozzese da cui faceva capolino solo la sua testa scura. Sorrise a quella scena e decise di tornare in cucina a controllare il pollo. Dopo aver abbassato la temperatura, si sedette a terra di fronte al forno. Viveva in quella casa da quasi sei anni, anni in cui sia lei che Yuri aveva fatto sacrifici, un mutuo e dei sogni: era la casa dei nonni di Yuri. Era una piccola villetta con tanto di mansarda, che avevano gentilmente dato a Layla per viverci ed anche per stare tutti vicini, ed un piccolo giardino, che di verde aveva ben poco, non molto distante dal centro di Mosca. Era perfetta per iniziare una convivenza e un matrimonio. L’avevano ristrutturata con l’aiuto di un piccolo mutuo perché in disuso da quasi due decenni, aiutati anche da Layla che a quei tempi si divideva in mille cose da fare. Cleo era riuscita a trovare lavoro in una boutique di abbigliamento, mentre Yuri aveva trovato lavoro in una fabbrica di automobili, ed ogni tanto insegnava il beyblade ai ragazzi alla palestra che avevano Boris e Sergey. Se la cavavano bene, le liti ogni tanto c’erano, ogni tanto i conti a fine mese non riuscivano, ma tutto sommato andavano avanti ed erano riusciti a migliorarsi a vicenda: Cleo aveva ridotto drasticamente le spese superflue, preferendo negozi d’ingrosso ed acquistando maggiormente quando c’erano le offerte; Yuri invece era diventato un po’ più aperto e predisposto ad ampliare il giro di vita sociale. Certo, preferiva sempre rimanere a casa e magari far venire gli amici lì, che poi anche quelli erano pochi, ma almeno una volta a settimana usciva a cena fuori e portava Cleo in un ristorantino che affacciava proprio sulla Piazza Rossa e che a lei piaceva molto. Si completavano e miglioravano a vicenda e Cleo non poteva chiedere di meglio. Oltretutto, da quasi sei anni Layla si era trasferita a Mosca ed avere la sua migliore amica così vicina, dato che abitava nella mansarda di casa loro, la rendeva così felice e completa che a volte pensava che se dovesse morire in quel momento, morirebbe felice. Poi c’era Boris che ogni giorno scocciava a casa per un motivo differente, Sergey che spronava Yuri ad andare nella sua palestra e insegnare il beyblade, e poi l’arrivo di Margot a vivacizzare la sua vita e quella degli altri… Insomma, perfetta!
Nel momento stesso in cui stava per alzarsi dal pavimento, entrarono in casa Layla e Boris, intenti a bisticciare su qualcosa, probabilmente il regalo per Yuri.
“Ti avevo detto di scegliere l’altra!”
“Bo, è perfetta questa! Anche il commesso mi dava ragione!”
Cleo intervenne “Ragazzi, abbassate un po’ la voce… Margot dorme nel salone.”
Ignorando che aveva ancora le scarpe e il cappotto, Layla corse nell’altra stanza a controllare che tutto andasse bene mentre Boris si toglieva gli strati di vestiti per rimanere a maniche corte ed appenderli all’appendiabiti che c’era nel corridoio.
“Tutto ok col regalo?” chiese la bionda, dirigendosi verso il frigo per stappare una birra al ragazzo, che afferrò immediatamente.
“Sì, penso che gli possa piacere...” fece un sorso alla bottiglia, ignorando il bicchiere che la donna aveva in mano “Tu cosa gli regali?”
Un enorme sorriso le illuminò il volto “E’ una sorpresa!” e fece l’occhiolino.
“Ehi, se dovete fare zozzerie dico a Layla e Margot di dormire a casa mia!”
Alzò gli occhi al cielo “Ma che hai capito!”
“Hai uno sguardo malizioso che non mi piace per nulla...”
“Non ho nessun sguardo malizioso!”
“Chi ha lo sguardo malizioso?” s’intromise Layla, entrata in cucina per reclamare anch’essa la sua dose di birra e sentire cosa avessero da farfugliare quei due. Si era anche tolta le scarpe e il cappotto.
“Nessuno!” ribatté Cleo, schiaffandole sotto il naso quello che cercava “Dorme ancora?”
“Come un ghiro.” e fece un sorso alla sua birra “Yuri quando torna?”
La bionda gettò un’occhiata all’orologio che aveva sulla parete “Verso le sette e mezza dovrebbe stare qui.”
A Layla le si illuminarono gli occhi “Posso accoglierlo cantando
Happy Birthday to you?”
Boris scoppiò a ridere “A tuo rischio e pericolo.”


Yuri controllò l’ora sul cellulare, erano a poco passate le sette e venti di sera ed era già davanti la porta di casa. Puntuale come sempre. Sospirò, stanco, ed aprì la porta di casa ritrovandosi la faccia entusiasta di Layla che cantava a squarciagola la canzoncina di Buon Compleanno in una versione rock tutta sua. La superò senza troppe cerimonie, affiancandosi a Boris, che si godeva la scena con la sua terza birra in mano.
Happy Birthday to yooou”
Gliela strappò con foga, facendo un lungo sorso “Che ha fatto?” chiese all’amico, alzando un po’ il tono di voce per sovrastare quella pazza.
Happy birthday Yuuuuriiii
Happy birthday toooo yoooou!”

“Smettila Layla!” la sgridò il rosso, cercando di togliersela, visto che gli era saltata addosso per sturargli le orecchie con le ultime parole della canzone.
“Mamma mia Ivanov, non ti si può fare nemmeno una sorpresa!” borbottò la castana, stringendolo poi in un abbraccio fraterno “Tanti auguri, peperoncino.”
Accettò volentieri l’abbraccio, inspirando l’odore di mela verde che emanava “Grazie Lay. Margot?”
“Ma perché nessuno chiede mai di me?”
Boris le cinse le spalle con una braccio “Sai perfettamente che non sei la preferita… A proposito...” si staccò da Layla per stringere frettolosamente Yuri in un abbraccio “Auguri fratello.” e gli indicò la cucina.
Yuri vi entrò dentro e vide sua moglie indaffarata a cucinare, aiutata da Margot che apparecchiava la tavola diligentemente e mettendo le posate precise su ogni tovagliolo verde pallido, che aveva accuratamente piegato a metà.
“Ehi pulce.” la salutò il rosso con un lieve sorriso.
La piccola lo guardò sgranando gli occhi, buttando all’aria le ultime forchette che aveva in mano e correndogli incontro “Zio!” e gli si buttò tra le braccia “Tanti auguri zio!” e gli baciò una guancia.
“Grazie pulce.” le sorrise Yuri, prendendola in braccio a fatica “Mamma mia, stai diventando grande!”
“Ho solo nove anni, zio!” si lamentò questa, quando lo zio la posò a terra “Vieni! La zia sta preparando tantissime cose da mangiare!” gli disse, prendendolo per mano e conducendolo nel retro cucina da Cleo.
Quando la vide, tutta presa dalla sua cucina, Yuri si ritrovò a sorridere “Ti stai dando proprio da fare...”
Sua moglie si voltò, sfoggiando il più bello dei sorrisi “Solo per te.”
“Ehi!” protestò Boris, prendendo in braccio Margot “A me non hai salutato così! Guarda che ci rimango male...” appiccando anche il muso.
“Non è il tuo compleanno zio Bo!” replicò questa, incrociando le braccia al petto.
“Lo sai che zio piange?”
“Smettila Boris!” lo rimproverò Layla, intromettendosi per poi rivolgersi alla bambin
a “Ti sei lavata le mani?”
“Oddio, mi sembri Hitler a volte...” borbottò il russo, mettendo a terra Margot, che filò in bagno a eseguire l’ordine della castana “Ha dormito per tutto il tempo.”
“Si chiama igiene!” lo rimbeccò lei “Vattele a lavare anche tu, piuttosto!”
Il russo eseguì, dirigendosi al bagno mentre borbottava in russo stretto, per non farsi capire dall'amica.
“Sei diventata ancora più intransigente da quando stai per diventare medico.” notò Yuri, accettando la birra che gli porgeva la moglie.
“Oltretutto, è aumentata anche la tua vena dittatoriale.”
Layla alzò gli occhi al cielo “Si tratta di pulizia.”
In quel momento, Margot tornò in cucina, andando dritta da Yuri “Zio! Zio Bo mi ha schizzato l'acqua! Ci siamo divertiti tantissimo!”
“Ehi!” s'intromise Cleo adirata al solo pensiero di quegli aloni sul suo specchio “Il bagno lo pulisco io, Boris!”
“E' solo un po' d'acqua...” si giustificò il ragazzo, grattandosi la testa.
“Allora domani pulirai tu, zio Bobo.”
“Eccola qui, Miss Saponetta.”
Layla scoppiò a ridere “Yuri, non prenderla in giro, che poi tua moglie ti lascia in bianco.”
“Tu non sentire!” borbottò il rosso, coprendo le orecchie di Margot con le mani.
“Zio, ormai sono grande...” si lamentò la bambina, alzando gli occhi al cielo.
“Oddio, sta' prendendo il peggio da te, Lay.” notò la bionda, andando a controllare il pollo, gridando poi “Tutti a tavola!”
Yuri prese in braccio la bambina e Boris lo seguì immediatamente, solleticando il collo di Margot, che cercava di rintanarlo tra le spalle, mentre ridacchiava felice. Layla fu subito affianco a Cleo, per aiutarla a servire i piatti e da bere. Quando furono tutti seduti, esclamarono in coro gli auguri a Yuri, seduto a capo tavola, con al suo fianco sua moglie e Margot, a cui Layla stava tagliando il pollo, togliendole accuratamente qualche ossicino. Boris stava sorseggiando la sua quarta birra, e tra un sorso e l’altro, trovava il tempo di infilarsi una forchettata di cibo.
“Vuoi fare con un po’ più di calma? Mi sembri un tacchino!” lo richiamò la castana, mentre si puliva le mani con il tovagliolo, e lasciando il piatto alla bambina, che iniziò a mangiare “Non ti ruba niente nessuno.”
“Ho troppa fame.” borbottò tra un sorso ed una forchettata, per poi iniziare a tossire.
Cleo, che gli era affianco, iniziò a battergli una mano sulla schiena “Cerchiamo di non farci scappare il morto, ok?”
“Grazie...”
La cena proseguì tranquilla. Cleo si era impegnata molto ed infatti i suoi piatti erano tutti buonissimi, anche quelli vegani di Layla, nonostante Boris lamentava che sembravano brutti, oltre che insipidi. Svuotata la tavola a tempo di record, Cleo spense le luci e si presentò con una torta e delle candeline già accese sulla soglia della cucina, ed iniziò ad intonare la canzone di buon compleanno, seguita immediatamente da una sorridente Margot, che batteva le manine a tempo. Boris ondeggiava in aria la sua sesta bottiglia di birra, e con un braccio avvolgeva le spalle di Layla, intenta col suo cellulare a riprendere il momento in cui la sua amica posava la torta di fronte a suo marito e gli scoccava un delicato bacio sulle labbra. Yuri ringraziava la luce delle candele, che gli mascheravano il lieve rossore che si era impadronito quasi certamente sulle sue guance. Ripensando alla sua vita prima di quel giorno, ringraziava il cielo per aver incontrato Cleo: prima la sua esistenza era completamente vuota, come un foglio bianco, e Cleo su quel foglio aveva iniziato a disegnarci una coppia di persone, poi un cuore, ed infine una casa… E in questa casa, la coppia si abbracciava. Cleo era riuscita a cambiarlo, a fargli desiderare una famiglia, un posto da poter chiamare casa, a vedere un futuro più roseo sul suo cammino.
“Zio esprimi un desiderio!” esclamò Margot, sorridendogli.
Con le mani, Yuri la invitò tra le sue braccia, cosa che la bambina accettò immediatamente, posizionandosi al meglio sulle sue gambe “Mi aiuti a spegnerle, pulce?” - la bambina lo guardò con quegli suoi occhioni ametista, annuendo vivacemente. Il rosso alzò lo sguardo sui suoi amici, fissandone i volti sorridenti, come ad immagazzinarli nel suo cervello sotto forma di fotografia. Quanto poteva essere bello avere una famiglia del genere? Soffiò sulle candeline, esprimendo l’unico desiderio che poteva in quel momento, come se fossero i suoi stessi amici a suggeriglielo. Quando tutte le candeline furono spente, baciò la testolina castana di Margot, e lei scese a tutta furia, correndo verso il salone e trafficando con lo zainetto della scuola, tornando da lui alla velocità della luce.
“Zio! Zio! Questo è il mio regalo!” esclamò entusiasta la bambina, porgendo allo zio un foglio di carta. Yuri glielo tolse di mano, invitandola nuovamente sulle sue gambe. Margot su quel foglio aveva disegnato, con tratti abbastanza grossolani, lui con una fiammeggiante chioma rossa mentre stringeva la mano ad una bambina che somigliava palesemente a lei. A caratteri tremanti ma cubitali, aveva scritto in cirillico “Tanti auguri Zio Yuyu, ti voglio tanto bene!” completando il tutto con un cuore rosso.
Meno male che aveva abbastanza autocontrollo, altrimenti a Yuri sarebbe scappata anche qualche lacrima. Strinse in un abbraccio la bambina, baciandole i capelli “Grazie pulce, è il più bel regalo che mi abbiano mai fatto!”
“Ora è il momento del nostro!” ululò Boris, richiamando l’attenzione di tutti “Forza Lay, facciamo la nostra bella figura!”
“Guarda che non è una gara...” gli fece notare la donna, porgendo a Yuri un pacchetto argentato “Speriamo che ti piaccia...”
Il russo sorrise, mormorando un grazie ed iniziando ad aprire il pacchetto con cura, cercando di non rovinare il vistoso fiocco verde, sicuramente scelto da Layla, che vi era sopra.
“Forza Yuri, sembra che tu abbia paura che si faccia male!” lo incitò l’amico, sorseggiando la sua bottiglia di birra “Se fai così anche a letto, sai che palle, eh Cleo?”
Layla tappò con entrambe le mani le orecchie di Margot “Boris, quella lingua te la taglio!”
Yuri scartò completamente il pacco, tirandovi fuori una cornice in legno scuro che conteneva una foto. In quest’ultima erano raffigurati tutti loro, Yuri stretto in un abbraccio con Cleo, Layla che aveva in braccio Margot insaccata in un Montgomery scozzese ed a loro fianco un sorridente Boris con un bicchierino di vodka ed, alle loro spalle, si stagliava l’enorme distesa azzurra del lago Bajkal, in una delle loro gite fuori porta alla scoperta delle Sette Meraviglie russe. I loro visi erano arrossati dal freddo, ma erano sorridenti e con gli occhi luminosi. In quella foto, c’erano le cose che più al mondo preferiva Yuri: il panorama naturale russo e i suoi amici.
Alzò gli occhi verso Layla e Boris, intenti ancora a bisticciare sulle uscite poco rosee del russo, e mormorò “Grazie amici.”
La castana gli sorrise, dolce “Grazie a te, peperoncino.”
Boris ghignò, soddisfatto “A te, amico.”
Cleo aveva gli occhi lucidi, ma decise di darsi un contegno, schiarendosi la voce “Bene, ed ora è il mio turno!” esclamò, raccattando tutto il suo coraggio per poter dare a suo marito il suo regalo, ma venne interrotta dallo squillo molesto del cellulare di Yuri.
Layla guardò l’ora sull’orologio che era appeso sulla parete, che segnava le nove e mezza di sera “Chi sarà a quest’ora?”
Yuri afferrò il suo cellulare, non guardando nemmeno chi fosse lo scocciatore “Pronto?” grugnì, per far capire a chi fosse dall’altro capo che stava scocciando, ma si bloccò appena sentì la voce dall’altro capo.
Sono Kai.
Al rosso mancò un battito “Wow... Non è un po’ tardi da te?”
Ti ho chiamato solo per farti gli auguri.
“Grazie, non dovevi disturbarti...”
Tua moglie come sta?
“Bene grazie, te la saluto.” gli rispose Yuri, vedendo Cleo che gli si era avvicinata per sentire chi fosse dall’altro capo “Pensi di illuminarci con la tua presenza, una di queste volte?”
Improbabile...
“Tipico di Hiwatari.” lo sfotté il rosso, con una risata cupa, pentendosene subito.
A quel nome, Layla sentì un brivido lungo la schiena e smise di respirare. Vagò con gli occhi sulla figura di Margot, intenta a giocare col fiocco verde del pacchetto di prima, sulle gambe di Boris questa volta. Indugiò sugli occhi della bambina, cercando invece quelli dell’amico, che l'osservavano gravemente. Alzò lo sguardo ed incontrò una distesa di ghiaccio che la guardavano in modo accusatorio. Sapeva fin troppo bene il pensiero di Yuri, e non c’era bisogno che ogni volta lui glielo ricordasse. Abbozzò un sorriso, distraendosi poi con dei tovaglioli che erano rimasti in tavola.
Stavi festeggiando?” esordì Kai dall’altro capo, notando il lungo silenzio che era seguito.
“Diciamo. Cleo ha radunato qualche amico stretto per tagliare una torta. Nulla di che...”
C’è anche il mentecatto?
“Intendi Boris? Sì.”
“Saluta l’antipatico!” esclamò il russo, agitando il fiocco verde con la mano destra, facendo ridere Margot.
“Si, saluta l’antipatico anche da parte mia!” gridò la bambina, battendo le mani e scoppiando in una risata cristallina. Layla, se avesse potuto, si sarebbe sparata un proiettile in bocca e gettata dalla finestra. Cosa cavolo era venuto in mente a Margot? Boris, per tutta risposta, scoppiò a ridere, tappando con una mano la boccuccia della bambina, cercando di zittirla. Cleo e Yuri divennero bianchi come cenci.
Sono invitati anche bambini alla tua festa?” lo prese in giro Kai.
“Ehm...” balbettò il rosso, scoccando un’occhiataccia a Layla, che per tutta risposta alzò gli occhi al cielo “E’ la figlia dei vicini di casa.” - non era una bugia vera e propria, Margot era veramente la loro vicina di casa, dato che abitava sopra di loro. La castana lo ringraziò con lo sguardo, facendo cenno alla bambina di andare tra le sue braccia, cosa che lei fece immediatamente.
Beh, ci sentiamo. Ciao.
“Ciao Kai.” mormorò Yuri, ma l'altro aveva già agganciato. Posò il cellulare su un mobile lì vicino, voltandosi verso Layla con gli occhi affilati.
“So già cosa vuoi dirmi, ma non ora.”
“Lay...” intervenne Cleo, ma fu zittita immediatamente.
“Non. Ora.”
Boris cercò di smorzare un po’ i toni “Beh, biondina tira fuori questo regalo!”
“Sì… Sì. Siediti Yu.” - perché Cleo sembrava nervosa? Da quando balbettava se stava al centro dell’attenzione? Yuri osservò i movimenti di sua moglie: faceva guizzare gli occhi da un capo all’altro della stanza, si torturava le mani e spesso si mordeva il labbro. Al suo fianco si sedette Boris, che gli strinse una spalla e fissava la bionda curioso, e Layla si avvicinò con la sedia verso di loro, mentre stringeva ancora tra le braccia Margot, anche lei curiosa come una scimmietta del regalo che aveva preparato sua zia.
Cleo si mise in piedi di fronte a loro, torturandosi ancora le mani, ed esordì “Allora… Yuri, il mio regalo purtroppo non è fisico… O meglio, lo è però non è ancora arrivato, ci vorranno ancora sette mesi circa e poi lo sarà...”
Yuri guardava sua moglie, non capendo a cosa si riferisse “Se lo hai preso da internet è normale...” cercò di tranquillizzarla, alzandosi in piedi e stringendole le spalle, visto che sembrava sul punto di piangere.
“No… Non viene da internet… Ecco io...” non riusciva a guardarlo negli occhi, perché aveva paura di dirglielo?
“Sputa il rospo, cazzo Cleo!” intervenne Boris, corroso dalla curiosità.
“Sta’ zitto Bo! Ha detto che ci vogliono ancora sette mesi, poi sarà fisico e… E...” - Layla sgranò gli occhi, incapace di continuare la sua frase e guardando l’amica, divenuta rossa come i capelli del marito “Non ci credo.”
“Che cosa?!” gridò Boris, spostando lo sguardo da Layla a Cleo, per captare qualcosa. Yuri in tutto ciò rimaneva in religioso silenzio, gli occhi fissi nel vuoto a cercare di mettere insieme i pezzi. Non era fisico, ma lo sarà… Tra sette mesi circa… Layla l’aveva capita, quasi subito anche, quindi era qualcosa che aveva avuto o che aveva già. Non ne era a conoscenza prima, quindi c’era arrivata con la logica. Ma cos’era? Guardò Boris, intento ancora a guardare le due donne, ed i suoi occhi di ghiaccio si spostarono casualmente sulla tavola, alle spalle dell'amico: c’erano solo tre bottiglie di birra e due bicchieri con dentro ancora della Coca-Cola. Gli parve strano, visto che solitamente sua moglie non disdegnava gli alcolici, ma quella sera non aveva toccato nemmeno un goccio di birra e la cena era tutta cotta e stracotta, nessun crudo o affettato, e non aveva nemmeno preparato l’insalata, che le piaceva molto. Ricordava che Layla per un periodo non la poteva mangiare e predicava tutti i giorni per questo, maledicendo sempre chiunque le capitasse di fronte.
Poi, all’improvviso, tutti i tasselli andarono al loro posto.
Si voltò verso sua moglie, gli occhi sgranati e ridotti a due pagliuzze cerulee “Sei incinta?”
Cleo scoppiò a piangere, annuendo freneticamente, ed iniziando a singhiozzare. Fu immediatamente circondata dalle braccia di Yuri, che l’invitò a piangere sulla sua spalla mentre lui le carezzava il capo, baciandoglielo. Lui non sapeva cosa dire, aveva un ciclone di emozioni. L’eccitazione, faceva spazio alla paura, la sudarella veniva sostituita da tremolii, ma alla fine l’angoscia mista alla felicità la facevano da padrone.
Sarebbe stato un buon padre?
Yuri non aveva mai avuto genitori, non sapeva cosa significasse riceve affetto, educazione ed attenzioni. Non aveva mai avuto una famiglia, sarebbe stato in grado di darne una a suo figlio? Sarebbe stato in grado di proteggerlo dal mondo esterno, di esserci sempre, ma essere anche giusto e severo all’occorrenza, di fargli capire i suoi errori e di prepararlo alla sua vita adulta? O sarebbe stato un totale fallimento, per suo figlio e per sua moglie, ancora stretta a lui e col viso affondato nella sua spalla, a piangere per una cosa per cui sarebbero dovuti essere al settimo cielo?
“Cleo.” mormorò piano Yuri, staccandosela delicatamente “Basta piangere.”
“Ma io...” singhiozzò la donna, passandosi una mano sugli occhi, ignorando che aveva su il mascara.
Le prese delicatamente il viso, sorridendole “E’ una notizia meravigliosa, cosa ti piangi scema?”
“E se non sarò una brava mamma?”
Layla sbuffò, alzandosi in piedi e dirigendosi verso il frigo con in braccio ancora Margot, che osservava i suoi zii dalla spalla della castana. Boris le fu subito affianco, intuendo cosa stesse per fare.
“Cleo, tu sarai una madre meravigliosa. Hai visto Margot? È cresciuta alla meraviglia grazie anche a te, perché con tuo figlio dovresti essere da meno?”
“Ma se sarò una mamma ansiosa? Se non sarò in grado di soddisfare tutte le sue richieste? Se non avessi l’istinto materno?”
Yuri scoppiò a ridere, stringendola in un abbraccio “Impareremo insieme.”
Cleo si lasciò cullare dall’odore di muschio che emanava suo marito “Cosa farei senza di te?” ma un botto li fece sobbalzare. Layla, Boris e Margot erano sullo stipite della cucina ed il russo aveva appena stappato una bottiglia di spumante, che si stava riversando a terra. I loro occhi erano luminosi, felici, come i sorrisi che avevano in volto.
Boris allargò le braccia “Auguri ai genitori più belli! Dopo di me, ovvio!” e strinse la coppia in un forte abbraccio fraterno, facendo scoppiare a ridere Cleo e grugnire Yuri, che cercò di levarselo di torno.
“Smettila!”
“Avanti, non fare il peperoncino scorbutico!”
Layla si avvicinò alla bionda, guardandola negli occhi ancora lucidi dalle lacrime “Hai finito con le paranoie?” e l’abbracciò stretta “Sarai una mamma fantastica, non ho alcun dubbio di ciò.”
“Grazie, Lay.” - Cleo di beò del profumo di mela verde che emanava la sua amica e che trovava ogni volta calmante. Sentì qualcuno abbracciarla alle gambe e, voltandosi, si trovò la piccola Margot che si univa all’abbraccio delle due.
La bionda la prese immediatamente in braccio, baciandole una guancia “Mi aiuterai a scegliere il nome del tuo cuginetto?”
“Sì zia, ma speriamo che sia femmina, così posso farle le trecce!”
“Immagina a quanti vestitini possiamo comprarle insieme! Possiamo anche vestirci tutte uguali, che ne dici Lay?” esclamò entusiasta rivolgendosi all’amica.
Layla alzò un sopracciglio e guardò Yuri “Speriamo che sia maschio.” mormorarono entrambi all’unisono.
Boris scoppiò in una grassa risata “Immaginate se sono gemelli? Sai che ridere!”- il rosso divenne ancora più pallido di quanto non fosse già, e fece un lungo sorso alla bottiglia di spumante.
“Zio Bo, posso farti una domanda?” chiese Margot, pensierosa.
“Certo pulce, dimmi tutto.”
“Come si fanno i bambini?”
Calò il gelo nella stanza: Yuri per poco non si strozzò con lo spumante che stava sorseggiando nuovamente; Cleo aveva strabuzzato talmente tanto gli occhi che per poco non le cadevano a terra; Layla si sentì quasi svenire e Boris aveva iniziato a sudare a freddo, guardando qualsiasi cosa tranne la bambina.
“Ecco… Allora… E’ tipo come fare la cacca, hai presente?”
“Ma che cazzo...” iniziò a predicare Yuri, ma fu fermato dalla voce della bambina.
“Quindi, se faccio la cacca divento mamma?”
Layla schiaffeggiò la testa di Boris, mormorandogli “
Sì, di uno stronzo!” poi si voltò, sorridendo a Margot “Non funziona proprio così, amore… Vedi, devono esserci una donna e un uomo per poter fare un bambino, che poi diventeranno una mamma e un papà, e...” ma venne interrotta nuovamente dalla bambina.
“E perché io ho solo te, mamma?”
La donna rimase senza parole. Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma non pensava così in fretta. Sì, altre volte aveva chiesto di suo padre, chi fosse e dove fosse, ma Layla era sempre riuscita a far cadere la domanda della bambina, soprattutto perché quando gliela faceva erano spesso loro due da sole. Aveva da poco smesso di chiedere di suo nonno, e per un po' quella domanda aveva sostituito quella del papà, ma adesso si era ripresenta, più prepotentemente delle altre volte.
“Stavamo facendo un altro discorso, Margot.”
“Sì, ma dov'è il mio papà?”
Layla fece un lungo respiro, ignorando i tre paia d'occhi che le stavano bucando la schiena “Tuo padre non c'è. Mi dispiace, amore.”
“E dov'è?”
“Non è qui.”
“E perché, mamma? Non mi voleva bene, ecco perché non c'è?” mormorò Margot, con la voce che le tremava e gli occhi fissi sulle punte delle sue ciabattine con l'orsacchiotto marroncino, a cui mancava un occhio.
“Ma no, sciocchina!” la madre l'avvolse immediatamente tra le sue braccia, baciandole la testa e cullandola un pochioa “Certo che ti voleva bene, ed è proprio per questo che è dovuto andare via.”
“Ma se lui mi voleva bene, allora perché ci ha lasciato?” tirò su col naso la bambina, mentre i suoi occhioni violacei diventavano un po' lucidi ed a Layla venne un groppo. Perché di tutte le cose che poteva ereditare dal padre, aveva dovuto per forza ereditare i suoi occhi di quel colore tanto particolare? Non ricordava nemmeno più quante volte ci si era persa in quegli occhi, quante volte ci aveva trovato coraggio, ed altre amore. Ora doveva essere coraggiosa, per lei e per sua figlia e decise di mandar giù un rospo bello grosso.
“Amore, ha dovuto lasciarci, però ti vorrà sempre bene. Ti fidi di me?”
Margot la guardò negli occhi, e forse per la prima volta vedeva quanto a sua madre le faceva soffrire quella situazione, dato che quelle perle verdi avevano perso un po' della loro solita luce “Sì, mamma.”
Layla la strinse in un forte abbraccio “Io non ti lascerò mai.”
Cleo sospirò, rassegnata, e strinse una mano sulla spalla di Yuri, intento ancora ad osservare madre e figlia che si abbracciavano, mentre Boris si passò stancamente una mano sugli occhi. Conosceva fin troppo bene la testardaggine della sua amica, come sapeva fin troppo bene che Yuri non ci sarebbe passato sopra. Di nuovo.


Margot era crollata sul divano, ovviamente. Arrivata una certa ora, la bambina si addormentava ovunque lei fosse, e Layla la stava accuratamente coprendo con il plaid scozzese, per poi soffermarsi ad accarezzarle la testolina castana. Era un atto di superbia, ma sapeva fin troppo bene che sua figlia era bellissima. Anche con quegli occhioni violacei.
“Così la consumi.” - La donna si voltò di scatto, trovandosi i gelidi occhi di Yuri addosso.
Si affiancò al rosso, sospirando “Un’artista ammira sempre la sua opera d’arte.”
“Ma non è solo tua.” precisò lui, fulminandola con lo sguardo “Layla...”
“So già cosa stai per dirmi.” lo interruppe lei, iniziando ad allontanarsi da Yuri, ma fu agguantata per un polso.
“Non puoi sempre liquidare l’argomento. Kai ha tutto il diritto di sapere che hai avuto una figlia. Sua figlia.”
“Yuri...”
“Niente Yuri, Layla! Hai quasi trent’anni, cazzo! Affronta i tuoi errori e dì ad Hiwatari che ha una cazzo di bellissima figlia!”
“La smetti di urlare, che la svegli?”
“Magari mi sentisse!” poi Yuri si passò una mano sugli occhi “Senti, ti ho appoggiato in tutto, ti ho supportato e sopportato ma questo… Questo è troppo, dico sul serio, Lay...” le poggiò entrambe le mani sulle spalle “E’ suo padre. Margot ha bisogno di un padre.”
“Ce la caviamo benissimo da sole. Non tornerò da… Da quello lì con la coda tra le gambe!”
Il rosso rise cupo “Non riesci nemmeno a dire più il suo nome.” - la donna si morse il labbro - “Se non sarai tu a dirglielo, sarà qualcun’altro o ci penserà Margot da sola, quando sarà più grande.”
“Ci penserò quando accadrà.”
Meglio curare, che prevenire. E' questo che dici ai tuoi pazienti?”
“E' un discorso che non ha alcun senso, il tuo.”
“Eccome se ha senso! Lay, te la strappo di dosso quella testardaggine se non dirai a tua figlia di suo padre!”
Layla si voltò a guardare Margot, intenta a dormire beatamente sul divano degli zii, e sospirò “Glielo dirò Yuri, ma non ora: è troppo piccola.”
“Devi pensare solo al suo bene, lo sai che nessuno ti giudicherà per quello che hai fatto...”
La donna rise cupa “Sai benissimo che quello lì mi massacrerà quando lo scoprirà.”
Yuri le avvolse le spalle con un braccio “Proteggeremo Margot, lo sai. Non sei da sola, Layla.”
Sorrise, appoggiando la testa contro il suo petto "Buon compleanno, Yuri."






Quando si dice "chi non muore, si rivede"

L'ultima volta che ho aggiornato una storia sul fandom di Beyblade risale nel lontano 2011... In realtà, questi anni sono stati "particolari" per me, specialmente gli ultimi due e forse, chi mi segue sul mio profilo Facebook (anch'esso poco attivo), saprà il perché... Sto tornando, piano piano, a scrivere storie, ad immaginare nuove cose, e cercare di completarne altre. Non ho abbandonato le vecchie fanfic, le sto portando avanti, dato che ad alcune mancano davvero pochi capitoli per essere complete. Blader Revolution è tra queste.
Questa one-shot è più che altro un mio esperimento: voglio capire se so ancora gestire questi personaggi, ed è uno dei tre epiloghi che ho pensato per BR, e non ho ancora deciso quale scegliere tra questi, infatti questa storia è da considerare
spoiler... :P
Or dunque, la maggior parte di voi non mi conoscerà e di conseguenza non conoscerà la long da cui derivano alcuni perssonaggi, ma non è necessario leggerla... Ho cercato, infatti, di renderla scorrevole anche a chi non ha letto la storia...
Credo di aver parlato fin troppo!
Spero che questo mio ritorno vi abbia fatto piacere... Come sempre, spero che questa storia vi sia piaciuta, e perché no lasciatemi anche un commentino se ne avete voglia...

Ci vediamo presto, spero...

Vostra,
Lumik.

   
 
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