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Autore: TeamFreeWill    15/05/2019    5 recensioni
In seguito alla morte del padre, jared sprofonda nel baratro rinuciando all'amore per jensen... all 'amore di jensen (la sua anima gemella),ma un filo rosso unisce le loro anime. Riusciranno a stare di nuovo insieme?
Una moderna storia d'amore...una moderna favola dove non mancheranno colpi di scena. :)
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il principe e il cameriere: il filo rosso del destino'
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In casa intanto, Jared stava gridando verso Jensen!

Sconvolto. Esasperato. Spaventato anche.

“Se mia madre scopre questa cosa…succede un finimondo! Vi arresteranno!!!”

“Non lo scoprirà, Jared! Calmati ora! Io e Jim abbiamo pensato a tutto” fece il maggiore appoggiandogli le mani sulle spalle.
Al tocco, Jared tremò.
Sperava che Jensen non se ne fosse accorto. Invece…

“Hai freddo? Ti ho sentito tremare!” lo provocò l’altro, che si era accorto eccome del brivido. Brivido che però provò pure lui.

Jared abbassò appena lo sguardo sussurrando “No!”
Poi s’impose di calmarsi, respirando a fondo. “Senti Jensen…” disse sedendosi sul divano. Voleva capire come fosse stato possibile una cosa del genere.

“Dimmi” rispose l’altro sedendosi al suo fianco.

“Come hai fatto a coinvolgere Jim? Lui non ti ha mai visto!”

“E’ successo dopo che sono venuto a trovarti all’ospedale...Dovevo assolutamente vederti e accertarmi che stessi bene dopo l’incidente! Sai…” disse sorridendo “…Voleva farmi arrestare perché mi sono finto un addetto alle pulizie, ma quando gli ho detto chi sono e chi ero stato...” raccontò sorridendogli dolcemente. “.. mi ha fatto entrare in camera e li io…io…” e ora, il cuore batteva forte.

“Non era un sogno!” disse Jared, portandosi le dita sulle labbra e toccandole. La voce appena un sussurro, un’emozione indescrivibile.

Jensen rimase di sasso a quell’uscita, ma poi comprese: Jared , pur nella sua incoscienza, lo aveva percepito.
Sorrise.

“Già, piccolo ti ho baciato...” gli occhi fissi in quelli di Jared che non riusciva a muoversi, “...e ti ho detto che…”

“..mi amavi ancora” finì per lui Jared deglutendo. Voleva alzarsi dal divano, voleva allontanarsi ma non riusciva a farlo.

Jensen lo fissava in un modo….i suoi occhi brillavano di una luce…
Dio! cos’era quel ragazzo in quel momento!!
Se non avesse ripreso il controllo, Jared, lo avrebbe baciato. Poi una vocina nella sua testa gli ricordò quali erano i suoi obblighi verso il regno e verso Ruby.

“Jensen…Cristo!!..Smettila…” disse alzandosi, alla fine.

“Devo impedirti di commettere il più grande errore della tua vita, quindi: no! Non la smetto ,Jared” rispose alzandosi a sua volta. “Guardati! Non sei felice. Ti stai autodistruggendo. Ti stai obbligando a fare qualcosa che tu non vuoi fare….Ti stai condannando a morte facendo il gioco di tua madre e Ruby, per carità!!…Le ho sentite con le mie orecchie. Hanno detto “Tutto deve andare secondo la tabella di marcia”” Sperava di sconvolgerlo, ma non fu così

“Credi che non l’abbia capito?” rispose l’altro atono, “Mi ha proposto Ruby come la perfetta ragazza per me e per il regno”

“E la lasci fare? Lasci che controlli la tua vita in questo modo?”

“Tu non capisci” la voce triste, lo sguardo sconfitto da quella colpa che lo schiacciava ogni giorno.

Ma Jensen sapeva tutto.

“Capisco invece!” disse lasciando Jared senza parole, “Jim mi ha detto che t’incolpi della morte di tuo padre…Ma lui non avrebbe voluto questo per te. Lui voleva che seguissi il tuo cuore. Lui voleva il tuo bene, come lo voglio io e come lo vuole Jim.”

“Cosa?! Come ha potuto Jim tradirmi così! Era una mia confidenza….lui…lui…”, il respiro affannoso, gli occhi lucidi.

“Non ti ha tradito. Ti vuole bene e vuole il tuo bene come te ne voglio io…In ogni caso non è stata colpa tua, Jared. Era destino. Devi convincertene. Devi capirlo!! E poi lui non sarebbe stato contrario al nostro amore! Ne sono certo!” disse avvicinandosi, la voce dolce e rassicurante.

Ma non si aspettava la risposta di Jared.

“Che ne sai? Basta cazzo, basta!” gridò, “E’ colpa mia. Solo mia!. Perché se non mi fossi addormentato a casa tua…Se fossi rientrato prima a casa. Se non avessi messo te prima dei miei doveri…lui non mi avrebbe cercato!”

Quelle parole ferirono Jensen che si allontanò da Jared. Sul viso dolore.

“Aspetta…tu non puoi dire questo! Quella notte io e te facemmo l’amore per la prima volta…ci confessammo i nostri sentimenti…è stata la notte più bella della mia vita!”.

“Lo credevo anche io ma poi ho capito che quella sera io ho seguito solo il cuore….”
“Jared...”
“... e guarda cosa ha comportato!” disse sapendo di aver appena spezzato un cuore. Quello stesso cuore che già anni prima aveva spezzato.

Lui voleva espiare la sua colpa. Niente e nessuno l’avrebbe convinto del contrario.

“Sei uno stronzo, lo sai?” disse Jensen arrabbiato. “Oltre ad avermi fatto credere che io non fossi abbastanza per te quando mi hai lasciato, ora mi dici questo?!”

“Io...” lo sguardo basso. Forse aveva esagerato. Ma doveva pur costringere Jensen ad allontanarsi. Ad odiarlo!

“Sai che ti dico?! Che ha ragione tua madre quando dice che tuo padre si vergognerebbe di te….. se ti vedesse ora! Guardati!”

Jared aveva il respiro affannoso.

“La cosa incredibile è che continui a dire che hai degli obblighi verso il regno e Ruby…E quali sono questi obblighi? Sposarti e avere almeno un erede maschio?”

La gelosia e il disgusto presero il sopravvento su Jensen. A tal punto di usare la stessa crudeltà che Jared aveva appena usato con lui. A mali estremi, estremi rimedi.
“Fammi capire!! come funziona quando fai sesso con Ruby?!”

“Smettila!” gli occhi lucidi, ma il biondo continuò implacabile. Tagliante e pungente al punto giusto.

“Vai in bagno e ti guardi qualche video o vai ad immaginazione prima di toccarla? Perché tu sei decisamente gay, e io parlo per cognizione di causa, e non capisco come riesci a…” ma lo schiaffo arrivò puntuale.

“Tu...” Jared era in lacrime, la voce incrinata, rosso in viso. Scoperto. Vulnerabile. “..non hai diritto di parlarmi così‼”

Jensen sapeva di avergli fatto del male. Ma Jared doveva aprire gli occhi su quello che sarebbe stato il suo futuro.

“Scusami piccolo. Scusami!... Però ne ho diritto invece, perché...” prendendogli il viso tra le mani e inchiodandolo al muro, facendolo gemere per il colpo.. “...perché ti amo. Perché non ho mai smesso. Perché meriti di essere felice e tu non lo sei e questo mi spezza il cuore Jared. Mi spezza il cuore!” concluse appoggiando la fronte in quella di Jared, che era in lacrime.

Il giovane, esausto, stava provando vergogna e umiliazione perché le ultime parole di Jensen erano vere.
Quell’escamotage così imbarazzante era l’unico modo per riuscire a …
Si faceva schifo!!
 

Il maggiore lo avvolse in un stretto abbraccio, mentre il più piccolo si abbandonava tra le sue braccia in un pianto disperato e incontrollabile.

“Calmati piccolo. Calmati.” disse poco dopo baciandogli la testa, ma Jared era sempre più disperato e agitato.

Jensen lo sentiva tremare e respirare affannosamente. Doveva calmarlo prima che andasse in iperventilazione.

Così, sempre sostenendolo, lo portò in bagno –la casa, per fortuna, aveva un solo piano- e giunti davanti al lavandino, con il braccio sinistro avvolse la vita del più piccolo e con la mano destra gli portò delicatamente il braccio non ingessato sotto il getto dell’acqua fresca.

Dopo un po’, quella soluzione parve calmare Jared.

Il biondo chiuse l’acqua e osservò il minore accanto a lui: guance rigate dalle lacrime, occhi rossi e gonfi dal pianto, sguardo basso, capelli arruffati.

Gli si spezzò il cuore a vederlo ridotto così.

“Piccolo…” si riprese scuotendo la testa, “…vieni con me. E’ meglio che ti riposi. Vedrai che dopo starai meglio.” fece verso Jared prendendogli la mano dolcemente. L’altro lo seguì, svuotato di ogni energia, verso quella che era la camera da letto di Jensen.

Giunto li, gli occhi del moro vagarono frenetici per tutta la stanza.

Quella stessa stanza che anni addietro fu il loro nido d’amore. Era tutto esattamente come all’ora.
Solo che stavolta non c’era quella magia o quei baci dolcissimi precursori di una notte d’amore.

C’era solo un silenzio assordante.

“Jared…” disse Jensen voltandosi verso il moro fermo dietro di lui e invitandolo a stendersi sul letto. ”...il letto è tutto tuo”. Sul viso un dolce sorriso.

Jared, timoroso, alzò appena lo sguardo verso il biondo e quando incrociò i suoi occhi verdi sentì i suoi riempirsi di lacrime. Troppa vergogna.

Immediatamente distolse lo sguardo. Si tolse le scarpe e si coricò nel letto appoggiando la testa sul cuscino chiudendo gli occhi. Cercò di trattenere le lacrime, ma una fu più veloce e riuscì a vincere la sua battaglia finendo la sua corsa sulla federa.

“Ehi! non piangere” sussurrò Jensen avvicinandosi e accarezzandogli la guancia con l’indice.

Jared annuì, rimanendo con gli occhi chiusi.

“Bene. Riposati piccolo…verrò a chiamarti io quando è l’ora degli antidolorifici. Ciao".

“Ciao.” fece eco Jared timidamente.

Detto questo il maggiore uscì dalla stanza, si richiuse la porta alle spalle e si appoggiò al muro, gli occhi lucidi.

Sospirò. Si voltò verso la porta un' ultima volta, poi andò in cucina dove si bevve una birra. Ne aveva bisogno dopo quello che era successo.

Anche lui, come Jared, aveva pensato a quella notte appena era entrato in stanza. A quella magica notte. A come tutto, ora, invece, fosse dannatamene diverso e facesse anche male.

“Cazzo!” disse appoggiando la birra sul tavolo. Si alzò e andò in bagno a sciacquarsi il viso. Doveva calmarsi pure lui.

Jared, nel frattempo, si era messo a pancia in giú con la testa girata verso la finestra. Voleva addormentarsi a tutti i costi. Ne aveva bisogno perché la testa gli sarebbe scoppiata altrimenti, come pure il cuore che martellava nel petto impazzito.

Fu solo allora che lo percepì. Prima non l’aveva notato nella posizione in cui era: il profumo intenso di Jensen impresso sull’altro guanciale.

Istintivamente lo strinse a sè, inspirandone il profumo e fu solo in quel momento che si rilassò, la mente si spense dai mille pensieri, il cuore, come il respiro, si quietarono e lui poté finalmente cedere all'abbraccio di Morfeo.






Note autrice
Grazie Lilyy per aver segnalo gli errori ^^
  
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