Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: bridgetvonblanche    15/05/2019    2 recensioni
[zombie apocalypse!AU]
Things really change when the undead pick a side in a war.
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Till the world ends trailer]
 

 


Addii


Controllò per la quarta volta che entrambe le sue pistole fossero ben cariche, provando poi a puntarle contro un obiettivo non ben precisato della parete davanti a sè e verificandone in questo modo il corretto funzionamento. Le ripose poi con cura nel fodero della cintura dei pantaloni, assicurandosi infine di avere un numero sufficiente di ricariche all'interno delle proprie tasche.

Solo a quel punto decise di prendersi una piccola pausa dagli ultimi preparativi, adagiandosi fiaccamente sul bordo della piccola scrivania al centro della stanza ed incrociando le braccia al petto, dando volontariamente le spalle alla porta per avere modo di poter osservare dalla posizione migliore la superficie della parete di fronte ai propri occhi, interamente ricoperta di fogli e scritte lasciate mesi prima da colui che l'aveva preceduto in quella onerosa carica.

Il suo sguardo si posò per un solo istante sullo zaino leggero e già prontamente richiuso posto con una certa noncuranza sopra l'unica sedia girevole di quell'ufficio angusto. Si ritrovò quindi a sorridere mesto perchè nonostante fossero ormai trascorsi più di sette mesi, Taehyung non aveva mai voluto prende posto ed accomodarsi a quella scrivania, appartenuta a suo tempo proprio a Kim Namjoon. E non perchè sentisse di non averne il titolo o il coraggio, ma solo il fatto di entrare in quello studio che ora era suo di diritto, significava riportare alla mente ogni più piccola sfumatura, particolare o ricordo legato al suo capitano ormai defunto. Per quanto avesse cercato di essere forte, per quanto avesse tentato di non lasciar trasparire l'angoscia o il dolore, Taehyung sapeva che quella cicatrice sarebbe rimasta impressa nella sua mente e nel suo cuore per sempre. Per questo motivo, come monito a se stesso, pur avendo concesso a Seokjin di ripulire quella stanza dal caos creato nel corso degli anni proprio da Namjoon e dai numerosi plichi di scartoffie sparsi ovunque, persino sul pavimento, Taehyung aveva però ordinato di non toccare in alcun modo la parete sulla quale erano quindi rimasti appesi e ben in mostra i piani dell'ex capitano di Hiraeth per cercare di raggiungere la tanto agognata pace.

Molte cose erano cambiate dalla sua morte: Taehyung e Jimin avevano infatti scoperto e riportato alla gilda particolari di cui Kim Namjoon non aveva avuto il tempo di entrare a conoscenza ed era quindi stato inevitabile apportare pesanti modifiche al progetto iniziale. Ma quelle idee, le sue idee, erano comunque rimaste infisse come un marchio indelebile della sua presenza sulla parete umida di quell'ufficio così come nella mente del suo più giovane successore al comando, ancora troppo spesso annebbiata dai ricordi delle ultime parole di quell'eroico generale.

Sospirò quindi forse più forte del dovuto, nel tentativo di recuperare dalla sedia la giacca mimetica sulla quale ora brillavano tre grandi stelle dorate, simbolo effettivo della sua gravosa ed importante carica. La indossò con orgoglio, preoccupandosi poi di controllare un'ultima volta di aver inserito nello zaino tutto il necessario prima della partenza.

Ma proprio mentre era intento a richiudere per l'ennesima volta quella cerniera e prepararsi così ad abbandonare la stanza, fattasi all'improvviso più soffocante, dalla porta d'ingresso aveva fatto capolino una trafelata Hyeseon che evidentemente, proprio nella foga di quella corsa, si era persino dimenticata di bussare, facendo praticamente irruzione nel suo ufficio.

Se la ritrovò così davanti agli occhi senza essersi preparato a riceverla e questo fu un fatto sufficiente per riuscire a scuotere il suo animo già irrequieto e sempre così apprensivo in sua presenza. D'istinto, il giovane capitano avrebbe immediatamente annullato la già poca distanza tra loro stringendola in un tanto desiderato abbraccio, aspettando in silenzio di essere convocato per la partenza. Ma la sua responsabilità di generale e i suoi doveri nei confronti di quel già esiguo popolo di Hireath ora andavano ben oltre i suoi intramontabili sentimenti verso di lei. Le rivolse quindi un sguardo severo, cercando per quanto possibile di non far trasparire dal suo volto alcun tipo di emozione.

Avendo la facoltà di avere l'ultima parola su qualsiasi decisione, Taehyung aveva deciso di tenere Hyeseon lontana da qualsiasi tipo di missione e, soprattutto, il più all'oscuro possibile dal piano che lui, insieme a Yoongi e a tutti i componenti del gruppo, stava architettando per quell'ultimo, grande attacco al bunker dell'esercito che li avrebbe tenuti lontani dalla gilda per un paio di giorni. Era ben consapevole del fatto che Hyeseon dovesse essersi risentita per essere stata esclusa da qualsiasi tipo di operazione, che si trattasse di semplici avanscoperte o turni di guardia all'esterno delle mura sotterranee della gilda, ma Taehyung non era più disposto a vivere ogni giorno con il pensiero fisso di saperla in pericolo o in difficoltà, non dopo aver perso anche Namjoon.

Per di più, almeno in questa sua gravosa decisione, aveva avuto il pieno appoggio da parte di ciascuno dei membri di Hiraeth, primo tra tutti Seokjin. I mesi erano trascorsi così velocemente che era stato strano e bizzarro per ciascuno di loro vedere quanto il pancione di Hyeseon fosse cresciuto in fretta. Arrivata ormai al nono mese, lei stessa aveva infine dovuto ammettere di non essere più in grado di muoversi agilmente come prima. Il suo ventre, sempre più teso e dilatato data la vicinanza al momento del parto, era spesso tenuto protetto e nascosto dai maglioni che ogni membro di Hiraeth si era preoccupato di prestarle dato che, da qualche tempo a quella parte, Hyeseon non era più riuscita ad indossare i suoi vestiti e non era stato in alcun modo possibile procurargliene di nuovi.

Ma vederla avvolta nella pesante felpa nera di Jungkook, in quel momento, era un'immagine che costituiva l'ennesima pugnalata al cuore per il giovane capitano di Hiraeth che nonostante avesse scelto, per il "quieto vivere" di tutti, di mantenere le distanze da lei, non era però pienamente riuscito nell'intento di dividere i sentimenti nei suoi confronti dai suoi doveri come generale dell'esercito ribelle.

— Stai preparando le tue cose? — la udì chiedere a voce bassa, spezzando così il silenzio che si era creato tra loro, trovandosi a boccheggiare parola dopo parola nell'attesa di riprendersi dallo sforzo di poco prima.

— Queste sono le disposizioni per il piano, — le rispose lui atono, distogliendo subito lo sguardo da lei solo per tentare di rifocalizzare la propria attenzione e concentrarsi piuttosto sulla chiusura di quella dannata cerniera.

— Che genere di piano? —

Avvertì il calore di quelle mani poggiarsi delicatamente sulle sue, inducendolo così ad allentare la presa sui lembi della giacca e lasciando quindi che fosse lei a richiuderla, arrivando senza fretta fino all'altezza del petto.

— Di quelli di cui non ti posso parlare, — replicò solamente a quel punto, alzando gli occhi verso l'alto per non essere costretto a fronteggiare un'altra volta lo sguardo inquisitore di lei.

— Di quelli pericolosi, — lo corresse Hyeseon, interrompendo così il contatto tra loro, ma senza per questo distogliere il suo sguardo del soldato di fronte a lei.

Sapeva di aver fatto centro, gli occhi di quel ragazzo non erano mai stati in grado di mentire, non davanti a lei almeno. Ma nonostante fosse arrivata fin lì con mille cose da dire, Hyeseon lasciò che tra loro cadesse nuovamente uno strano ed insolito silenzio, atto più che altro a distendere i loro animi da troppo tempo inquieti. Taehyung approfittò così del momento per spostare dalla fronte un ciuffo dei suoi voluminosi capelli castani, aiutandosi nella manovra con l'ausilio di una pesante fascia nera.

— Jungkook? —

Fu Hyeseon a troncare per la seconda volta l'atmosfera di relativa quiete con un'affermazione che costrinse Taheyung ad inarcare le sopracciglia.

— Sei venuta a chiedermi questo? — domandò quindi a sua volta, non riuscendo a nascondere una punta di risentimento nel tono della voce, — Non preoccuparti, anche lui starà preparando le ultime cose per il viaggio, — le comunicò poi, sempre in quel suo tono rigido, inginocchiandosi di fronte a lei solo per allacciare le stringe dei suoi stivali e tentare in questo modo di convincerla a lasciarlo da solo.

— Sono venuta qui perchè non volevo che te ne andassi un'altra volta senza avermi dato la possibilità di parlarti, in privato, —

Era per questo motivo che aveva fatto irruzione nel suo ufficio dopotutto. Era per questo motivo che aveva trovato la forza e il coraggio per fronteggiare ancora una volta quei profondi occhi a mandorla che l'avevano conquistata al primo sguardo, posandosi su lei con la forza di un uragano, ma che ormai da qualche tempo sentiva tanto distanti. Ma ora, una volta ancora di fronte a lui, Lee Hyeseon non avrebbe lasciato che quell'unica occasione le sfuggisse nuovamente dalle mani.

— Tu non mi devi alcuna spiegazione Hyeseon, dico davvero, —

Taehyung non sembrava però avere le sue stesse intenzioni. Tentò così di rifuggire da lei e dalle sue richieste con tutta la fermezza che riuscì a trovare dentro di sè, non potendo però sapere se tutto questo sarebbe stato sufficiente per vincere contro lo spirito ribelle della ragazza, ancora immobile ed impassibile davanti al suo volto.

— Anche adesso mi stai trattando come se fossi una perfetta estranea, — la sentì asserire con la voce rotta e potè giurare a sè stesso di aver percepito il suo cuore perdere un battito di fronte a quella dura presa di posizione. Non voleva che Hyeseon pensasse che lui stesse mantenendo le distanze per disinteresse, ma non poteva confessarle ciò che ancora provava così ardentemente per lei, perchè questo avrebbe compromesso il suo già instabile animo di fronte a quella missione tanto rischiosa.

— Hyeseon ti prego, è già abbastanza difficile così, non costringermi a rispiegare tutto da capo, sai bene cosa provo per t-, —

— No che non lo so! E' così che dimostri di tenere a noi? Allontanandoti, allontanandomi? — domandò a quel punto, esasperata, alzando volontariamente il tono della voce per fare in modo che il suo stato d'animo venisse ben compreso anche da Taehyung.

— Tutto quello che faccio, ogni decisione che prendo è atta a far si che tu non sia in pericolo! Lo faccio per proteggerti maledizione! — sbraitò a quel punto il giovane capitano, muovendosi così nella direzione della ragazza che si vide costretta ad indietreggiare fino a quando la sua schiena non aderì completamente alla parete del muro freddo della stanza.

— Da cosa? Da te stesso? Quando nascerà questo bambino avrà bisogno di te Tae, io avrò bisogno di te! — la sentì esclamare infine, completamente esausta, rivolgendo così il suo sguardo allo stesso tempo spaventato e preoccupato verso di lui e permettendogli così di notare i suoi occhi farsi più lucidi respiro dopo respiro.

— Perchè sei venuta qui? —

Avrebbe potuto giurare di riuscire chiaramente di sentire i loro battiti accelerare ad ogni loro parola e si odiò per non essere ancora in grado di controllare le sue emozioni, nonostante non avesse cercato di fare altro negli ultimi sette mesi.

— E' vero, avevo deciso di darmi una seconda occasione, — la sua voce ora era interrotta da pesanti sospiri, atti probabilmente a cercare di concederle il tempo sufficiente per soppesare ogni singola parola che, senza dubbio, le stava uscendo dal cuore più che non dalle labbra, — Avevo deciso di provare a dimenticarmi di te e cercare di andare avanti, —

Taehyung non si permise di interrompere quel monologo nemmeno quando lei stessa si fermò per un breve istante, portando la mano contro il suo petto ed aggrappandosi così alla sua giacca, in un disperato gesto.

— Poi scopro che la mia immunità è dovuta ad una qualche sottospecie di malattia incurabile, mi accorgo di essere incita e, come se tutto questo non bastasse, tu ricompari davanti ai miei occhi, ma in tutt'altre vesti.. Come potevo non essere sconvolta? — proferì tutto d'un fiato, non preoccupandosi più nemmeno di regolare i propri respiri, fattisi maggiormente affannosi per lo sforzo.

— Cosa speravi che ti dicessi? —

— Hyeseon, —

Non riuscì ad interromperla nemmeno in quel momento, nemmeno ora che avrebbe dovuto farlo. Per il suo bene, per il bene di entrambi.

— Che mi sei mancato? Che mi sei mancato come l'aria che respiro? — proseguì quindi imperterrita, tornando a fronteggiare lo sguardo del soldato immobile e solo a pochi centimetri da lei con occhi pieni di sofferenza e affanno, — Che non c'era alba o tramonto che io guardassi senza sperare in un tuo ritorno? —

Fu allora che la stretta attorno alla sua giacca mimetica si fece ancora più solida e forte.

— Cosa vuoi sentirti dire esattamente, Kim Taehyung? — domandò retoricamente a quel punto, esalando un profondo sospiro e lasciando finalmente libero un attonito capitano dalla morsa della sua mano su quella giacca, cercando a quel punto di ricomporsi e recuperare centimetri di spazio preziosi per non essere completamente assuefatta dall'essenza tipica del suo profumo, di cui la stanza era già pervasa.

— Non volevo fare altro che invecchiare insieme a te e passare il resto della mia vita con te, ma nessuno mi ha mai chiesto cosa volessi o non volessi fare, — confessò infine.

Si sentì stremata, come svuotata: non c'era altro che potesse aggiungere per dimostrare quanto Taehyung le fosse mancato, quanto avesse bisogno di sentire nuovamente sulla pelle le sue carezze, le sue attenzioni, i suoi baci. Spogliata e privata di ogni difesa, Hyeseon non potè che abbassare lo sguardo sul ventre, accarezzandone i contorni con entrambe le mani.

— So solo che adesso sono qui, ancora una volta in lacrime davanti a te, supplicandoti come una sciocca di non lasciarmi un'altra volta, di non lasciarci di nuovo per fare l'eroe e-, —

Non fu necessaria un'altra parola. Con un solo passo verso di lei, Taehyung eliminò all'istante la già breve distanza che separava i loro corpi; in un attimo le sue labbra furono su quelle morbide e già umide della ragazza che, intrappolata tra la parete fredda e quel corpo bruciante di ardore e passione non potè che lasciarsi avvolgere da quel bacio. Un tocco troppo a lungo desiderato, troppo a lungo negato, immaginato durante le notti senza sonno nè riposo e in giorni trascorsi lontano l'uno dall'altra.

Le mani della ragazza si portarono veloci dietro la testa di quel giovane soldato per evitare di lasciarsi sfuggire l'unica occasione per averlo di nuovo con sè e beandosi così del contatto con quei suoi morbidi capelli, la mente invece intenta a cercare di imprimere nel suo cuore il ricordo di quell'insperato contatto.

— Sei puoi, perdonami, — fu l'unica frase in grado di pronunciare Taehyung a quel punto, giusto il tempo per riprendere fiato prima di fiondarsi nuovamente contro il collo e poi ancora sul quelle labbra tanto agognate ed ora leggermente arrossate della sua Hyeseon.

La avvertì sorridere lievemente a fior di labbra, prendendo un profondo respiro, gli occhi chiusi e le mani ancora occupare ad accarezzare i contorni del suo volto.

— Io ti ho perdonato nel momento stesso in cui ti ho visto entrare da porta con quell'assurda chioma rossa, — lo informò, un sorriso leggero sulle labbra, non smettendo di muovere con una delicatezza disarmante le mani sottili sulle gote accaldate del ragazzo, — Perchè hai mantenuto fede alla tua promessa e alla fine sei tornato da me, —

Hyeseon si scostò solo per un istante, giusto il tempo di tornare a fissare quello sguardo tanto intenso quanto profondo. Si portò quindi le mani dietro il collo, liberandosi così di quella targhetta metallica da cui non si era mai separata prima d'ora, nemmeno quando più volte avrebbe dovuto avere la forza ed il coraggio per disfarsene. La restituì dunque al suo legittimo proprietario, stringendola attorno al collo di Taehyung e notando poi un sorriso lieve comparire tra le sue labbra, ancora umide per quell'inatteso bacio.

— Non voglio perderti una seconda volta, — ammise infine, interrompendo così il contatto con il suo volto autorevole e deciso, abbassando nuovamente lo sguardo.

Sguardo che però venne risollevato da Taehyung che prontamente si premurò di appoggiare la sua mano contro il mento della ragazza, inducendola a ripristinare il contatto con i suoi occhi. Si perse così per qualche istante ad studiare ogni più piccolo ed insignificante particolare di quel volto tanto amato: dalla quella leggera voglia rotonda sul lato della sua guancia, alle sue lunghissime e folte ciglia scure, che rendevano il suo sguardo tanto penetrante da togliere il respiro. Chiuse forzatamente gli occhi ed inspirò profondamente: voleva imprimere tutto ciò che aveva riconquistato oggi nella sua mente e nel suo cuore per evitare di compiere il fatale errore e rischiare di perdere tutto di nuovo.

Per questo motivo, il capitano di Hiraeth poggiò nuovamente le sue labbra di quelle semi schiuse della ragazza di fronte a lui, coinvolgendola però in un bacio totalmente diverso, più delicato e gentile rispetto a quello che l'aveva preceduto. Si assicurò così di poter ricordare per quale motivo avrebbe dovuto portare a termine quella missione senza possibilità di fallire.

— Non mi perderai Hyeseon: in un modo o nell'altro io tornerò da te, ci rincontreremo presto, — decretò infine, allontanandosi da lei solo per concederle così lo spazio sufficiente per tornare a muoversi liberamente.

— Andrà tutto bene vedrai, non sono da solo questa volta, in quest'ultima battaglia, — aggiunse subito dopo, stringendo la sua mano grande in quella di Hyeseon, tornando poi a posare il suo sguardo su quella felpa nera che avvolgeva delicatamente le sue spalle e le sue braccia, accorgendosi che tutto quel rancore era ormai svanito.

In fondo, le sue erano parole sincere: non sarebbe partito in solitaria. Questa volta con lui ci sarebbero stati Jimin e Jungkook, gli unici compagni che aveva avuto l'onore di avere al proprio fianco che lo avevano sempre difeso, nonostante la difficoltà e i rischi di missioni, presenti e passate, che insieme avevano sempre portato a termine.

 



 

a/n 

anneyeong haseyo! 👋🏻

e quindi le campane suonano a festa, kim taehyung e lee hyeseon hanno capito che forse usando la forza della parola ogni conflitto può essere risolto. ce ne avete messo di tempo eh, ragazzi miei? è stato quasi un parto (hyeseon scusami per la pessima battuta se puoi)

daje, tutto è bene quel che finisce ben-

*pling plong*

comunicazione di servizio ai e alle ribelli che sono finite da queste parti e che sono state così folli da giungere fino a questo punto a leggere i miei scleri di autrice: come dice un mio caro, vecchio amico "lasciate ogne speranza, o voi ch' v'addentrate" (semicit) - Dante concedimi questa licenza poetica, su xD

lo dico perchè, dal prossimo aggiornamento, dovrete farvi forza e letteralmente scordatevi la bridget che vi descrive scene e/o dialoghi ascrivibili al genere "soft-angst" (licenza poetica numero due, vedi capitolo che avete appena finito di leggere).

ve lo avevo già preannunciato, ma questa non è una fanfiction fluff, romantica, pucciosa, kawaii.

siete avvisate <3

alla prossima dunque, vi aspetto con anzia

bvb

  
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