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Autore: Jo The Strange    16/05/2019    7 recensioni
[BrianxChrissie]
Chrissie rimase interdetta nel vedere il ragazzo riccio salutarla con un cenno e proseguire per la sua strada: lei si era presa la briga di fare la prima mossa, attraversare tutto il campus per incontrarlo e lui la ripagava così?
“Certo che sei proprio un tipo bizzarro, Brian May” pensò Chrissie, prima di fare dietrofront e ritornare sui suoi passi "Ma adoro le persone bizzarre"
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20: Dangerous Woman



25 Febbraio 1972


Quando Sheryl la aveva chiamata dicendo che lei e Mary avevano intenzione di programmare una sessione obbligatoria di shopping per quel sabato pomeriggio, Chrissie era rimasta un paio di minuti buoni in fissa, con la cornetta del telefono alzata, incapace di rispondere.

Non fu tanto la notizia di dover trascorrere l’ennesimo pomeriggio girovagando per negozi a lasciarla di stucco, quanto più il fatto che quell’idea provenisse da Mary e Sheryl.

Cane e Gatto.

Il Sole e la Luna.

Era un po’ di tempo, oramai, che quelle due teste calde parevano aver sotterrato l’ascia di guerra, diventando quasi amiche. Già nel mese di dicembre, quando i Queen avevano suonato all’Epsom Centre, si erano comportate in maniera più civile del previsto, chiacchierando animatamente sugli spalti, senza scannarsi. Tuttavia, la scena che mandò completamente in tilt il cervello di Chrissie (e quello di Veronica) fu vedere Mary e Sheryl scorrazzare per tutto il Kensington Market, a braccetto, ridendo e scherzando come se fossero migliori amiche da tempo immemore.

Erano oramai lontani i tempi in cui, durante i concerti dei ragazzi, Mary pregava che Sheryl rimanesse a casa con una febbre da cavallo e la sua migliore amica sperava che la compagna di Freddie si strozzasse nel sonno.

Approfittando di questo apparente cameratismo fra le due, Chrissie accettò la proposta dell’amica e si fece trovare davanti all’ingresso di Hyde Park più vicino all’Imperial College verso le tre del pomeriggio. Era febbraio inoltrato, nel pieno dell’inverno, e il vento gelido proveniente da nord non pareva voler
dare tregua agli abitanti di Londra.

Chrissie incrociò le braccia al petto, cercando di scaldarsi. Maledetta Sheryl e le sue pessime idee. Se non la avesse chiamata, avrebbe potuto godersi un pomeriggio al calduccio, sotto il piumone del suo letto, a scrivere musica o a guardare la televisione.

Brian la aveva avvisata che avrebbe trascorso il pomeriggio in biblioteca, per correggere alcune verifiche dei suoi piccoli studenti, e che l’avrebbe raggiunta per l’ora di cena. Chrissie accennò un sorriso immaginando il suo ragazzo lavorare insieme a dei bambini: se c’era una persona con abbastanza pazienza per sopportare dei marmocchi indisciplinati, quello era proprio lui.

Era ancora sovrappensiero quando scorse in lontananza due ragazze bionde con indosso un lungo cappotto fucsia accesso, identico. Mary e Sheryl erano un vero pugno in un occhio.

-Come cavolo vi siete vestite? – domandò Chrissie, squadrando le amiche da capo a piedi -Siete parecchio inquietanti! –

Sheryl strabuzzò gli occhi, non capendo che cosa non andasse nel suo outfit: -Perchè? Cosa c’è che non va? –

-Sono tornati di moda gli abiti alla Jacqueline Kennedy, non lo sai? – civettò Mary, facendo una giravolta -Questo pomeriggio devi assolutamente prenderne uno simile al nostro –

Chrissie fece roteare gli occhi, sbuffando sonoramente: -Ehm, diciamo che non ci tengo a diventare la vostra terza gemellina, sto meglio così, grazie. Ma Veronica che fine ha fatto? –

Le due bionde scossero il capo, lasciando intendere di non averne la minima idea.

Pochi minuti dopo, Veronica si presentò al luogo dell’appuntamento, tutta trafelata: -Scusate il ritardo, ragazze. Io e John siamo tornati a casa poco fa –

Non appena si rese conto che le due bionde indossavano lo stesso soprabito fucsia fluorescente, l’unico commento che uscì dalla sua bocca fu un “wow” sussurrato. Chrissie gioì nel percepire che l’amica era della sua stessa opinione: stava seriamente iniziando a pensare che fosse lei quella strana, in mezzo a quelle due scalmanate.

Lasciato da parte ogni commento sugli abiti improponibili di Sheryl e Mary, le quattro ragazze si diressero verso Carnaby Street, la loro meta preferita, pronte per un pomeriggio di shopping sfrenato.

Le successive tre ore andarono esattamente come tutte le altre volte: le due bionde trascorsero la maggior parte del tempo chiuse nei camerini dei vari negozi, provando decine e decine di abiti, accessori e scarpe, mentre Chrissie e Veronica si limitarono a commentare i loro outfit stravaganti e a provare giusto qualche capo. Alla fine del pomeriggio, Sheryl e Mary erano cariche di borse, mentre la compagna di John aveva in mano solo un paio di sacchettini.
Chrissie decise di non comprare nulla per quel pomeriggio, visto che voleva risparmiare più soldi possibili per il regalo di compleanno di Brian. Dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei l’anno precedente, era determinata a ricambiare degnamente.

-Ragazze, non so voi, ma io sono abbastanza stanchina -biascicò Sheryl, stiracchiandosi -Che ne dite di una pausa caffè? –

Le tre amiche concordarono immediatamente. Avevano tutte mal di piedi dopo gli svariati chilometri percorsi su e giù per Carnaby Street e dintorni.

-C’è un Costa Coffee giusto dietro l’angolo – disse Mary, indicando con il pollice la strada alle sue spalle -Possiamo andare lì –

Stavano per appropinquarsi al caffè, quando Veronica attirò l’attenzione di Chrissie, picchiettandole nervosamente una mano sulla spalla: -Ehi, ma quello non è… Brian? –

La brunetta si voltò stranita, convinta che l’amica si stesse sbagliando. Il ricciolo le aveva detto che sarebbe rimasto in biblioteca fino a tardi, perciò era alquanto improbabile che fosse in giro per le strade del centro di Londra.

Eppure, quando i suoi occhi incontrarono la figura indicata da Veronica, il cuore di Chrissie perse un battito: un ragazzo alto, dagli inconfondibili riccioli scuri camminava mano nella mano lungo il marciapiede con una ragazza che lei conosceva bene.

Brian ed Helena.

Mano nella mano.

-Oh, porca puttana – sussurrò Sheryl. I ricordi della sua migliore amica ridotta ad uno zombie per colpa di quel maledetto incontro fra Brian ed Helena, al bar dell’università, pochi mesi prima, erano ancora vividissimi nella sua mente e non aveva alcuna intenzione di rivederla in quello stato. Pregò, dunque, che la brunetta non scoppiasse in un pianto isterico o roba simile.

Chrissie non fece niente di tutto ciò. Rimase impalata come uno stoccafisso, facendo appello a tutta la sua forza per non correre da quella maledetta rossa e spaccarle la faccia a suon di pugni.

Brian ed Helena camminarono lungo quella strada per un po’, fermandosi, infine, di fronte ad un negozio di fiori. Chrissie vide la rossa abbracciare forte il suo ragazzo, e lui lasciarle un bacio galante sulla mano, per poi ritornare sui suoi passi, in direzione dell’Imperial College.

Vedere le labbra del suo ragazzo sfiorare delicatamente la pelle diafana della mano della rossa mandò completamente in bestia la brunetta, la quale fece dietrofront e -senza dire una parola – ritornò anche lei al college, estremamente delusa.




Quella sera, Chrissie non ritornò al suo appartamento. Sapeva bene che Brian sarebbe venuto da lei per cena e, al momento, non aveva nessuna intenzione di vedere la sua faccia. Dentro di sé provava un miscuglio di emozioni e nessuna di esse era vagamente positiva.

Si sentiva delusa. Tanto delusa.

Non riusciva a capire per quale ragione Brian le avesse mentito così spudoratamente. Più di una volta gli aveva ripetuto di non essere gelosa di Helena o del fatto che ogni tanto si trovassero per studiare insieme. In genere, non era così possessiva, tuttavia, vedere le mani della ragazza intrecciate a quelle del ricciolo la fece arrabbiare non poco.

Quella non era una cosa che si faceva tra amici.

Le uniche mani con cui Brian poteva intrecciare le dita erano le sue.

Con i nervi a fior di pelle, Chrissie si diresse verso i laboratori della sede centrale dell’Imperial College. Com’era prevedibile – visto l’orario del sabato sera – trovò l’aula di musica completamente vuota e, senza pensarci ulteriormente, si infilò in quella stanza, attaccandosi all’enorme pianoforte a coda come se fosse un magnete.

Adorava rinchiudersi in quella piccola oasi, circondata solo da strumenti musicali, ogni volta che era triste o arrabbiata. Lì dentro si sentiva protetta, al sicuro da ogni delusione.

Si sedette allo sgabello del pianoforte, facendo scorrere delicatamente le dita sui suoi tasti lucidi.

Che sensazione meravigliosa.

Chrissie cercò di svuotare del tutto la sua mente, immaginandola come un’immensa tavola bianca, pronta per essere dipinta. Chiuse gli occhi, espirando lentamente, e iniziò a suonare la prima canzone che le passò per la testa.

“Don't need permission
Made my decision to test my limits
'Cause it's my business
God as my witness
Start what I finished
Don't need no hold up
Taking control of this kind of moment
I'm locked and loaded
Completely focused my mind is open”


Dangerous Woman”, una delle prime canzoni che aveva scritto dopo aver iniziato la sua relazione con Brian.

Chrissie si stupì del fatto che la sua mente le avesse riportato a galla proprio quel pezzo. Lo aveva scritto pensando a lui, a quando la notte si insinuava tra le sue lenzuola e passavano ore aggrovigliati l’uno con l’altro, lasciandosi caldi baci su ogni centimetro di pelle e facendo l’amore fino all’alba.

“All that you got, skin to skin, oh my God
Don't ya stop, boy”

Ripensando a quei momenti, Chrissie accennò un sorriso triste. Il fatto che Helena si fosse buttata a capofitto tra le braccia di Brian le faceva ribollire il sangue. Non era stato l’abbraccio in sé ad averla turbata ma il modo in cui quella rossa si era avvinghiata al petto ossuto di Brian.

Quante volte Sheryl, Mary, Vero o altre ragazze presenti ai concerti avevano abbracciato il suo ragazzo, eppure non aveva mai sentito una fitta di gelosia come in quel momento.

Era terrorizzata all’idea che Helena potesse portarle via l’uomo che amava.

“Somethin' 'bout you makes me feel like a dangerous woman
Somethin' 'bout, somethin' 'bout, somethin' 'bout you
Makes me wanna do things that I shouldn't
Somethin' 'bout, somethin' 'bout, somethin' 'bout you”


Chrissie premette i tasti con maggior foga, dando il via ad un crescendo non solo musicale ma anche emotivo. Per un secondo si concentrò solo sulla canzone, sulla sua melodia e sul suo testo, lasciando fuori dalla sua mente qualunque pensiero legato a Brian ed Helena.

La tabula rasa della sua mente si riempì di chiazze nere, dello stesso colore dei piccoli tasti del pianoforte, dipingendo le note della canzone come se si trovassero in un pentagramma.

Ma, inesorabilmente, il volto del riccio e i capelli color del fuoco della ragazza ricominciarono a vorticare nel suo subconscio, facendola sentire nuovamente a disagio.

“All girls wanna be like that
Bad girls underneath like that
You know how I'm feeling inside
Somethin' 'bout, somethin' 'bout
All girls wanna be like that
Bad girls underneath like that
You know how I'm feeling inside”


Quando anche l’ultimo tasto risuonò nel silenzio della stanza, Chrissie percepì una lacrima solitaria rotolare giù dalla sua guancia. Tutte quelle emozioni la avevano sfinita, in un certo senso.

Sospirando, la brunetta richiuse il coperchio sulla tastiera del pianoforte e, afferrate le sue cose, uscì dall’aula di musica, in direzione del suo appartamento.
Non appena aprì la porta, tuttavia, trovò la strada sbarrata dalla figura del ricciolo, fermo, dinnanzi allo stipite, con le braccia incrociate al petto.

-Sheryl ha detto che hai visto tutto e mi ha tirato un ceffone, perciò non c’è bisogno che lo faccia anche tu –

-Come hai fatto a trovarmi? – sussurrò Chrissie, asciugandosi via l’unica lacrima presente sul suo viso.

Brian sospirò, trascinando di nuovo la ragazza all’interno dell’aula: -Ti conosco da tre anni, Chrissie Mullen. Quando hai le palle girate, ti chiudi sempre in questa stanza –

La brunetta si sedette su uno sgabello, fissando il ricciolo con aria offesa: -Credo di avere tutto il diritto di “avere le palle girate”, come dici tu. Perché mi hai mentito su dove saresti andato questo pomeriggio? – domandò, diretta e delusa -Sai benissimo che se mi avessi detto che saresti uscito con Helena non ti avrei di certo detto di no –

-Non ti ho mentito – tentò di giustificarsi Brian -Sono davvero andato in biblioteca, come ti avevo detto –

Chrissie sogghignò, infastidita dal modo stupido in cui il suo ragazzo cercava di arrampicarsi sugli specchi: -Certo, allora sono proprio curiosa di sapere come ci sei finito in centro, a Carnaby Street con quella cozza rossa –

-Posso spiegarti tutto, se me ne darai la possibilità – rispose Brian, tranquillamente.

Chrissie alzò le braccia in segno di resa e accavallò le gambe per essere più comoda. Era proprio curiosa di sapere quante stronzate gli aveva raccontato il
ricciolo nell’ultimo periodo.

-Questo pomeriggio sono andato in biblioteca, esattamente come ti avevo detto. Sono rimasto lì a correggere le verifiche dei ragazzi per un’oretta, fino a
quando mi sono accorto che Helena era seduta ad un tavolo e continuava a piangere –

“Oh, povera stella. Piangeva lei…”

-Quando le ho chiesto come stava mi ha detto che non era niente, ma era evidente che stesse soffrendo molto. Ho insistito un po’ e alla fine mi ha raccontato che sua nonna, alla quale era molto legata, è venuta a mancare ieri. Vederla lì triste e sola mi ha fatto pena, così l’ho invitata a fare due passi fuori dal
campus per prendere una boccata d’aria –

“Ed eccola qui la maledetta indole da buon samaritano di Brian”

-Quando mi ha preso la mano, ho sentito chiaramente che aveva solo bisogno di un po’ di conforto, niente di più. E’ per questo che non mi sono staccato.
L’ho accompagnata al negozio di fiori di Carnaby Street per prendere dei bouquet per il funerale di sua nonna e… -

-E le hai baciato la mano – concluse Chrissie per lui. Non pareva minimamente impressionata dalla storia del riccio, anzi.

Brian sospirò. Non c’era un minimo di pietà nello sguardo della sua ragazza, era semplicemente arrabbiata: -L’ho fatto per cortesia. Non avevo secondi fini, te lo giuro –

Per qualche secondo, nella stanza calò un triste silenzio. Osservando l’espressione colpevole sul viso di Brian, Chrissie intuì che il ragazzo aveva davvero agito in buona fede, tuttavia l’immagine della rossa e delle sue mani intrecciate a quelle del suo ragazzo le dava ancora parecchio fastidio.

La ragazza si avvicinò al ricciolo, lasciandogli una carezza sulla guancia, e appoggiò la fronte contro la sua: -Ti credo, Brian. So che volevi solo farla sentire meglio. Non ti chiederò di non vedere più Helena o di non parlarle più, solo di evitare tutto questo contatto fisico. Puoi farlo per me? –

Brian annuì, sentendosi uno stupido per aver agito in questo modo alle spalle della sua ragazza: -Te lo prometto –

Chrissie si lasciò avvolgere dall’abbraccio del ricciolo, pregando che le sue non fossero solamente parole gettate al vento…


Spazio Autrice:

Buon pomeriggio a tutti, carissimi lettori!
Mi scuso per non aver pubblicato ieri sera ma è iniziata ufficialmente la sessione e io sono ricoperta da libri e studio fino alle orecchie. 
In questo capitolo vediamo ritornare in scena un personaggio che non vedevamo da tempo: la cara vecchia Helena. In quanti si aspettavano un suo ritorno?
E che ritorno, ragazzi... La signorina rossiccia qui presente ha iniziato ad espandere un po' troppo i suoi orizzonti e la cosa non è andata molto giù alla nostra Chrissie. 
La canzone che ho scelto per questo capitolo si chiama "Dangerous Woman" ed è un brano di Ariana Grande pubblicato nel 2016 e non esagero nel dire che sia una tra le mie canzoni preferite di sempre. La versione utilizzata per questa storia, tuttavia, è una cover di Sara Farell realizzata al pianoforte. Come sempre vi lascio la canzone nella playlist di spotify!
Oltre a scusarmi di nuovo per i lritardo, questa settimana vorrei ringraziare NewBornSwan, la quale ha inserito questa storia tra le seguite. Ti ringrazio davvero di cuore! Ringrazio anche tutte le mie fedeli recensiste e tutti coloro che leggono questa storia in silenzio. Grazie perchè riuscite a sopportare i miei perpetui ritardi!
Vi aspetto (se tutto va bene, lol) mercoledì prossimo con un nuovo capitolo!
Un bacione, 
                  Jenny


LINK PLAYLIST SPOTIFY:  https://open.spotify.com/user/21ekfspbopztn5dsisbmousna/playlist/5GFxDwTiDkQmFO9kNAJt1E?si=hky2ofpKRG2Mquh-IIPoZg
 
   
 
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