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Autore: Yumemiru    16/05/2019    1 recensioni
"...Che ne pensi insettina? Ti piace come idea?" domandò Chat Noir con tono e sguardo di sfida.
"Ci sto!" esclamò con fermezza la corvina porgendo la mano al suo compagno...
Cosa succederebbe se Ladybug e Chat Noir si scambiassero i miraculous?
Una delle tante idee che vengono nella tarda nottata. Spero vi piaccia! :)
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Adrien tirò, per l'ennesima volta, un pugno al sacco da boxe, producendo un tonfo sordo con il guanrome.

Aveva provato di tutto per smaltire la rabbia in quel weekend: pianoforte, scherma e perfino un'estrema focalizzazione sullo studio; ma nulla era stato in grado di placare la sua collera, nemmeno la sua solita agenda straripante di impegni.
Il solo pensiero dello sguardo freddo, di rimprovero che Luka, qualche sera prima, gli aveva rivolto, continuava a fargli ribollire il sangue all'inverosimile.

Il biondo, per queste ragioni, decise allora di provare qusta attività a lui nuova e spesso rinominata per sfogarsi; nonostante ciò su di lui non ebbe quasi effetto.
L'unico risultato che ottenne fu un grande bagno di sudore, oltre che un male cane alle braccia.

'Avrei dovuto provare le freccette piuttosto' pensò il biondo rimpiangendo la sua scelta.

Quei ricordi e quelle sensazioni, infatti, continuavano a riaffiorare dal profondo del suo subconscio: luogo dove, invano, cercavano di essere seppelliti.
Persino Tikki aveva provato a tranquillizzarlo, ma anche lei ebbe scarso successo.

Il cuore continuava a palpitargli impetuosamente nel petto, senza dargli tregua. Forse era la troppa attività fisica o forse qualcosa di più intenso e profondo.

Cosa c'era di sbagliato? Perché gli dava così fastidio?
Proprio non riusciva a capirlo. 

Il weekend si concluse in un batter d'occhio e così arrivò il lunedì.
Adrien di solito non amava particolarmente quel giorno; significava l'inizio di una settimana ricca di impegni scolastici e lavorativi.
In quel momento, però, era tutto diverso: aveva provato a scrivere ed a chiamare Marinette per tutto il fine settimana, ma senza ricevere alcuna risposta; sentiva per questo una voglia irrefrenabile di sentirla, di sapere come stava e di vederla.
Così si diresse a scuola quasi contento più del solito.

Varcata la soglia dell'aula salutò i propri compagni e amici, per poi sedersi al proprio posto. 
Tutti sembravano essersi ripresi dalla frenesia (e dall'alcool) della festa. Della sua compagna di banco, invece, nemmeno l'ombra.

"Posso sedermi?" domandò Lila occupando il posto.
"Veramente starei aspettando Marinette..." ribattè Adrien.
"Dai a che pro? Ormai tanto non verrà più che vuoi che sia." affermò lei avvinghiandosi al suo braccio "E poi...non voglio lasciarti da solo..."
"Tranquilla non è affatto solo." affermò Kagami con voce calma posando i libri sul banco "Grazie per avermi tenuto caldo il posto però vorrei sedermi, adesso, se possibile."
"Che scortese! Non mi merito tanta acidità da parte tua!" senteziò Lila infastidita.
"Va bene, chiedo scusa, però ora vorrei sedermi con permesso." proseguì la corvina invitando Lila ad andarsene con un cenno della mano.

La bruna, quindi, raccolse scocciata le proprie cose e si sedette altrove.

"Vi odio..." sibilò Lila tamburellando nervosamente le dita sul banco.

"Sei stata grande." affermò il biondo "Mi hai salvato davvero. Non sapevo proprio come uscirne."
"Non...è stato nulla di che." arrossì Kagami "Per te...questo e altro. Ora comincia la lezione meglio se stiamo attenti!"

Miss Bustier, infatti, entrò in classe proprio in quell'esatto momento e pochi minuti dopo, iniziò con la spiegazione.
La mattinata proseguì normalmente, senza particolari avvenimenti e la campanella ne sancì la fine.
Una baraonda disordinata di studenti, a quel punto, si riversò verso l'uscita e la classe si svuotò in un secondo. 

"Hei Alya!" si affrettò Adrien a chiamarla, mentre si avviava fuori dall'aula "Te hai avuto notizie di Marinette?"
"No dolcezza." rispose lei "Ho provato a chiamare perfino a casa, però senza riuscire a parlare con lei direttamente. Sua madre mi ha detto che era bloccata a letto per via di una terribile influenza."
"Capisco..." rispose lui un po' dispiaciuto "Spero solo si sia ripresa dopo un po' di risposo."
"Questo non ha impedito a mio fratello di farle visita" s'intromise Juleka passando di fianco a loro "Spero solo che non gliel'abbia trasmessa altrimenti ci contagerà tutti quanti!!"
"Cosa...?" chiese Adrien turbato.
"Purtroppo è così." sospirò Juleka "Adesso devo proprio andare. Vi saluto ragazzi. A domani!"
"A domani Juleka!" la salutarono i due in coro.

Adrien sentì nuovamente il sangue ribollire nelle vene, ma cercò di darsi un contegno.

"Via...devo andare anch'io Alya." si congedò il biondo abbozzando un sorriso forzato "Ci vediamo domani!"
"A domani Adrien!" rispose lei scuotendo lievemente la mano.

Nino nel frattempo si era avvicinato alla sua ragazza. Per manifestare la sua presenza le diede un grosso bacio sulla guancia.

"Cosa prende ad Adrien?" chiese lui mentre osservava l'amico allontanarsi.
"Pene d'amore mio caro." sospirò Alya incrociando le braccia al petto "Tu dovresti saperlo meglio di me. Sei il suo migliore amico!"
"Stasera gli farò un bel discorsetto." borbottò lui polemico "Dai ora andiamo anche noi. Ti accompagno."
"Che gentleman!" disse la bruna aggrappandosi con dolcezza al suo braccio.

Prima di incamminarsi Alya gettò un'ultima occhiata verso la direzione di Adrien.
"Beata ignoranza..." sospirò lei con un velo di esasperazione.
"Hi detto qualcosa?" chiese Nino.
"No nulla!" gli rispose lei prontamente.

Il biondo arrivò in camera e dalla rabbia, scaraventò il borsone per terra, spargendo libri e quaderni ovunque.
Le parole di Juleka continuavano a rimbombargli in testa, come una nenia, poi lo sguardo di Luka nei suoi ricordi si faceva sempre più vivido e opprimente e il pensiero di Marinette che aveva lasciato proprio nel momento del bisogno gli faceva mancare il respiro.

'Che razza di amico sono...?' pensò lui.

Fu presto avvolto e oppreso da un manto di rabbia, sconforto e rammarico.

"Riprenditi Adrien!" urlò Tikki con la sua vocina squillante.

La kwami sollevò il viso del ragazzo con le sue zampette e quest'ultimo puntò verso di lei i brillanti occhi smeraldini, incorniciati appena da una frangia di capelli biondi e lucenti.

"Non puoi permettere che Papillon ti akumatizzi." lo spronò "Se succedesse, ORA, che tu possiedi questo miraculous Ma....mai la tua partner potrebbe vincere senza il tuo intervento!"

Adrien emise un pesante sospiro e poi abbozzò un sorriso.

"Hai ragione Tikki" rispose il biondo facendo dei buffetti sulla testa alla kwami "Sei davvero un'amica preziosa."
"Devo però sapere come sta. Assolutamente" proseguì lui.
"Prova a chiamarla" suggerì Tikki.
"Io ho un idea migliore..." sogghignò il biondo "Tikki! Trasformami!"

La luce schiariva il buio facendo capolino dalle tende. Al di fuori di quella stanza si prospettava una bella giornata primaverile. Marinette, dopo molti giorni di incoscenza, socchiuse appena gli occhi incredula di che giorno o che ora fosse.
Tastò il comodino in cerca del cellulare ma per errore e soprattutto per sfacciataggine lo urtò facendolo cadere. 
Prima che potesse raccoglielo il telefono si levò in volo.

'Un'allucinazione' pensò prima la ragazza 'o sono ancora malata o sto sognando'.

Poi un musetto di parvenza felina sbucò da dietro lo schermo.

"Mi hai fatto prendere un accidente!!" squittì lui "Pensavo che fossi uno zombie! E oltretutto mi hai fatto male..."
"Grazie Plagg ora sto molto meglio." ribattè Marinette "Grazie anche per il telefono." continuò protendendo la mano verso l'oggetto.

Ma Plagg senza batter ciglio si allontanò e iniziò a sbirciare quanto più poteva sul telefono della sua nuova protetta.

"26 chiamate perse in 2 giorni?" canzonò allibito il kwami "Nuovo record assoluto!"
"Hei smettila!" si lamentò Marinette "Altrimenti passeranno secoli prima che tu possa mangiare di nuovo del Camembert!"

La corvina si alzò dal letto di scatto e poi si tirò giù dal letto; nonostante fosse quasi totalmente guarita, fece fatica a camminare: la sensazione predominante era quella di avere gelatina al posto delle gambe.
Della dannata, molle, instabile gelatina.
Ricadde seduta sul letto vanificando il primo tentativo di alzarsi.
Provò nuovamente cercando di trovare una posizione più stabile per alzarsi questa volta riuscendoci.

"Così impari a non lasciarmi le scorte in casi di emergenza! Ho mangiato solo 2 forme di formaggio. È una miseria." si lamentò lui facendo roteare il cellulare tra le sue mani.
"Se ti prendo passi un brutto quarto d'ora!" rispose lei a tono.

La ragazza annaspò nel buio alla ricerca dell'esserino dispettoso sperando di non inciampare come suo solito. Dapprima incontrò uno dei suoi manichini, poi sbattè contro l'anta dell'armadio, che era rimasto aperto, non così forte da farsi del male, ma comunque tale da sentire dolore.

"Accidenti dove si è cacciato?!" sibilò sfinita Marinette. 
Poco dopo si scontrò con un altro oggette "Ma questo....cos'è?" borbottò.

Sembrava essere uno dei suoi manichini, ma al tatto la consistenza sembrava diversa; oltretutto era un poco più alto di quelli usati da lei. Poi era inspiegabilmente più caldo e....aveva pure testa e braccia?!?! 

Un riso soffocato spezzò il silenzio.

"Scusa ma non ce la faccio" sghignazzò la voce senza volto.

Le tende, con un movimento, secco si aprirono e la luce inondò la stanza illuminando anche le sagome di una figura.
Marinette strizzò gli occhi per abituarsi all'inaspettato cambio di luminosità.
Nonappena la vista si abituò riuscì a mettere a fuoco l'individuo che le si era parato davanti. 
I suoi capelli biondi e scompigliati erano sempre più messi in risalto dalla calda luce del pomeriggio: la sua testa sembrava tutta ricoperta di fibre di puro oro. Gli occhi verdi prato ,invece, risaltavano nella penobra della stanza, come se brillassero di luce propria, così come il suo sorriso: candido come i petali di un giglio appena sbocciato.

"È da un po che non si si vede!" le sussurrò lui con voce suadente.
"Chat! Che diamine!" trasalì la corvina arrossendo (non più per la febbre) e indietreggiando d'istinto di qualche passo.

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Ebbene si ecco un nuovo capitolo!!!! Mi ci è voluto un po ma comunque sempre di meno rispetto alle mie solite pause lunghe degli anni hahahahaha. Questo è un capitolo di transizione per il nostro caro Adrienuccio. Speriamo che riesca a riprendersi hahaha. Via finita la pausa, si torna a studiare! E ricordate tutti i commenti sono accetti più che volentieri (così mi aiutate a perfezionare il modo in cui scrivo). Al prossimo capitolo miei cari lettori.
          
                                                                                                                                                                                            Yumemiru, passo e chiudo!
  
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