Potere.

Quale complessa parola.

Per il potere si fa di tutto: si lotta, si mente, si uccide.

Si uccide per me.

Io sono il potere.

Un mostruoso insieme di spade e rostri di ferro la cui ombra si espande oscura sui Sette Regni.

Tutti mi vogliono.

Tutti mi temono.

Per me molti si uccidono l’un l’altro in un’eterna lotta, per me fanno di tutto come per un dio.

Perché il potere è un dio.

Un dio a cui poi ci si vota definitivamente.

Solo pochi vedono in esso qualcosa di buono e di utile.

Ma sono pochi.

E anche loro alla fine sono, come tutti, giunti a me dopo un sentiero di sangue.

Ho visto fieri draghi volare nei cieli, ho visto lingue di fuoco danzarmi intorno.

Ho visto un Conquistatore forgiarmi con il fuoco e con il sangue, ho visto un pazzo morirmi dinanzi ed innaffiare con il suo sangue i miei fiori di ferro.

Ho visto un cervo che una volta conquistatomi mi ha abbandonato per altri pascoli ed ho visto leoni difendermi con ruggiti ed artigli.

Perché per il potere si fa di tutto.

Per il potere si perde la testa.

Dopo la lotta per ottenermi rimangono solo ceneri, ma io non diventerò mai cenere.

Io rimarrò qui e guarderò cosa sono disposti a fare gli uomini pur di avermi.

Potere.

In effetti è molto complessa questa parola.

È piena di luci e di ombre.

Ha il sapore del sangue e delle lacrime e dona la sensazione di un freddo glaciale.

Il potere è come un spada: affilata e creata per uccidere.

Oppure creata per difendere.

Dipende tutto dalla mano nella quale è posta.

Ed io, Trono di Spade, sono il potere.