Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: RaccontiDiOmbre    17/05/2019    0 recensioni
Una società futuristica in cui le donne hanno affermato il loro stabile dominio sul genere maschile, ormai ridotto in schiavitù e trattato come animale da compagnia. Colei che si fa chiamare La Dea Sirena ha eretto un muro altissimo che separa il paese dal resto del mondo in modo da nascondere alle cittadine cosa succede al di fuori e ha eliminato tutto ciò che provava che in passato il rapporto tra uomo e donna era diverso.
Se c'è la possibilità che cambi qualcosa, sicuramente non sarà possibile se non con un intervento dall'interno.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 3: PADRE
 
“Cho, passami quel mirino. Penso sia il più adeguato.” Disse Tano mentre tendeva la mano verso il suo compagno.
“Ti piace davvero tanto assemblare armi da fuoco, eh?” Domandò Cho e consegnò al ragazzo il pezzo che aveva chiesto.
“Prima o poi ci serviranno, tutte queste armi… lo sai anche tu che questo mondo non si risolve solo a parole anche se vorrei fosse così…” Esclamò Tano guardando verso il basso, malinconicamente.
All’improvviso un tanfo rimbombò nel corridoio del passaggio segreto e i due si misero in allerta, ma prima di realizzare la situazione, Duke, sporco di polvere e in affanno, piombò nella stanza con la dottoressa Ziegler sulle spalle tutta ferita e sanguinante.
“Cho, Tano! Serve un intervento di soccorso al più presto! Tano, tu occupati di tenerla ferma mentre Cho, presto, vai a prendere le bende e gli attrezzi” Urlò Duke con la sua voce consumata; senza perdere tempo, tutto l’occorrente per l’operazione fu disposto e Duke iniziò l’intervento.
“Ma cosa diavolo le è successo?!” Domandò sconvolto Tano.
“Non c’è tempo ora per le spiegazioni! Ti ho detto di tenerla ferma. Ci sono frammenti di ossa nel suo corpo e devo rimuoverle. Useremo quel poco di anestetico per alleviare un po’ il tutto ma farà comunque molto male. Quindi tienila stretta!” Esclamò Duke e dopo un bel respiro, cominciò l’agonia; Per ore e ore le urla della dottoressa e il sangue che schizzava ovunque furono le uniche cose che riempivano la stanza.
Finito l’intervento, la donna svenne e gli uomini dopo aver bendato le ferite, la portarono in una stanza da letto, quella di Duke, e le attaccarono una flebo; Duke fece cenno agli altri di fare silenzio e ritirarsi nella sala delle apparecchiature e lì spiegò loro tutto l’accaduto, dal salvataggio miracoloso della dottoressa tra le macerie e il rapimento di Sapphira.
“Lo sapevo che una donna di città ci avrebbe portato solo guai! Sono furioso!” Disse Tano sbattendo i pugni sul muro. “Per fortuna la dottoressa Zieg è fuori pericolo, quindi quella bamboccia inutile non è più un nostro problema!” continuò.
“Tano! Misura le parole!” Intervenne imbarazzato Cho. “Lo sappiamo tutti che tra di noi sei l’unico che ha vissuto per parecchio tempo la vita da servo ma non sono questi i sentimenti che devi provare ora! Noi non siamo ribelli perché odiamo le donne ma perché vogliamo che il mondo torni come prima! Detto questo… su una cosa non hai torto. Alla fine, quella ragazzina è tornata dove doveva stare…” Concluse Cho.
“Noi la salveremo.” Esclamò deciso Duke, alzandosi dalla sedia e i due rimasero a bocca aperta.
“Scusa?” Chiese sbigottito Tano.
“Lei è una ragazza cresciuta e vissuta nel pieno FemDom, è vero… ma è diversa dalle altre. Lei mi ha chiesto aiuto, CI ha chiesto di essere salvata e voleva sapere la verità sul mondo! È la prima volta che troviamo qualcuno che sia veramente nel centro tra noi e loro e se mai vinceremo è perché esiste… ed è grazie a lei che molte donne la seguiranno a ruota! Però… non sono un’ipocrita e a parte questo… ora ci tengo a lei e voglio salvarla anche solo perché mi ci sono affezionato!” Disse Duke, con gli occhi colmi di luce.
“Duke… non avrei mai scommesso di sentirti dire cose del genere! E poi salvarla?! Da cosa?! È una donna, e in quel mondo non corre nessun pericolo!” Disse convinto Tano.
“Ti ripeto, Sapphira non appartiene a quel mondo. Ha avuto l’impulso di baciare e innamorarsi il suo servo uomo anche se le hanno indottrinato esattamente il contrario e purtroppo questo evento non lo dimenticheranno. Sarà punita e potrebbero farle anche un lavaggio del cervello. Dobbiamo andare al più presto!” Disse Duke, e appoggiò una mano sulla spalla di Tano ma il ragazzo l’allontanò immediatamente.
“Mi dispiace ma non mi importa! Tutto quel che dici non ha un senso! Io ne starò fuori!” Esclamò Tano e si avvicinò alla maniglia della porta, esitando per un momento.
“Ho capito, Tano… non ti chiederò di aiutarmi ma… posso prendere in prestito qualcuna delle tue invenzioni?” Domandò Duke.
“Fai un po’ quello che ti pare!” e il ragazzo uscì dalla stanza.
“Puoi contare su di me, Duke. Ti aiuterò volentieri a salvarla” Disse Cho e aprì immediatamente il suo portatile, collegandolo alle altre apparecchiature.
“Grazie, amico mio… Allora, abbiamo un modo per rintracciarla?” Domandò Duke, dopo aver fatto un lungo respiro di sollievo.
“Dovrò usare il codice che avevo scoperto per entrare nelle telecamere di sicurezza della città ma questo significa che presto faranno un upgrade al loro sistema a loro volta… questi 2 anni di lavoro se ne andranno per salvarla… e non riusciremo più ad usarlo per il nostro progetto finale…” Disse Cho, titubante sul premere il pulsante di invio.
“Sono disposto a tutto… vedrai che non sarà sprecato! Allora stammi bene a sentire! Questo è il piano!”
 
 
 
 
 
L’ascensore del palazzo aveva il cinquantesimo piano come meta, ma era talmente veloce che sembrava si fosse teletrasportato; il vetro trasparente permetteva di vedere tutta la città dall’alto, tutta uguale, tutta perfettamente pulita e simmetrica.
“Siamo arrivati, cara Sapphira!” Disse Stella, e invitò la ragazzina ad uscire dall’ascensore per prima; Sapphira non era stata imbavagliata o legata, ma semplicemente scortata fino al palazzo della Dea Sirena che si presumeva volesse vederla.
“Ho paura… non ho mai visto La Sirena del palazzo… sarà punita direttamente da lei, anzi, sarò uccisa… me lo sento!” Urlò spaventata Sapphira cercando di prendere tempo nell’ascensore.
“Povera ragazzina…” Disse sbuffando Stella. “Quel maledetto Sovvertitore ti ha condizionato così tanto! Qui noi non uccidiamo nessuno che non sia un uomo disobbediente! Quindi vedi di stare tranquilla, la Sirena vuole solo parlarti!” Stella spinse fuori dall’ascensore Sapphira con delicatezza e insieme si incamminarono alla fine del corridoio; Stella aprì la porta e invitò la ragazza ad entrare.
La stanza era un ampio terrazzo rettangolare che si affacciava ad un cortile in modo da circondarlo, quasi sembrasse un’arena da guardare sugli spalti. Sembrava essere un rinfresco a cui stavano partecipando molte signore di alta classe e tra tutte, ne risaltava che sedeva su una portantina molto lussuosa coperta da un lungo velo e sostenuta da quattro servi nudi. Era lei, la grande Dea Sirena.
“Fatti avanti.” Esclamò solennemente.
Stella afferrò la mano di Sapphira e si incamminò verso la portantina, poi si inchinò e costrinse Sapphira a fare lo stesso.
“Come avevo previsto, hai fatto un ottimo lavoro, mia cara figlia. Ora puoi congedarti, mentre tu, ragazzina… alzati pure e dimmi come ti chiami.” Stella afferrò Sapphira e la tirò all’insù per poi lasciare la stanza con un saluto militare; Sapphira guardava in silenzio intimorita la lussuria con cui la donna la osservava attraverso il velo. Ora che sapeva la verità, tutto ciò che riguardava il FemDom le incuteva il peggiore terrore e sfiducia.
“Devi scusarmi… Hai ragione, non è educazione chiedere il nome di qualcuno senza prima presentarsi. Dopotutto non è facile avere un incontro diretto con colei che ha creato questo paradiso. Io sono quella che chiamano la Dea Sirena!” Con uno schiocco di dita, i servi posarono a terra la portantina e velocemente rimossero il velo che copriva la donna che con eleganza, fece la sua apparizione; vestiva di un kimono giapponese color corallo adornato da incisioni e cuciture rappresentanti creature marine; i suoi occhi erano neri e profondi e i suoi capelli, di un rosso pungente, erano raccolti nella tradizionale acconciatura giapponese del momoware.
“Devi scusare i modi di Stella, mi fa sembrare un mostro! Ah-ah-ah-ah! Anche se sono la Dea Sirena, il principio del Femdom è trattare le altre donne come proprio pari, sempre! Ecco perché oggi ho invitato qualche amica in questa modesta festa!” Disse la Sirena, con tutto fuorché modestia.
“C-cosa volete da me?” Domandò balbettante Sapphira.
“Dai dai… non fare la maleducata! Ti ricordo che non ti sei ancora presentata!” Disse ridendo la donna.
“Sapphira…”
“Oh… che bel nome! Rispecchia i tuoi occhi! Color zaffiro, spettacolare!” Disse la Sirena, avvicinandosi al volto della ragazza e afferrandola dal mento, per osservare meglio i suoi occhi. “Vieni con me su quella poltrona affacciata al cortile, dobbiamo parlare.” Continuò la donna, improvvisamente con un tono freddo e distaccato, trascinando via la povera Sapphira e costringendola a sedersi accanto a lei.”
“Allora, cara Sapphira… mi hanno detto che hai passato un giorno con il Sovvertitore… deve essere stato terribile!” Esclamò con falsa preoccupazione la Sirena
“Non lo è stato per niente… non mi ha fatto niente se non salvarmi da due pazze che volevano farmi il lavaggio del cervello!” Esclamò stranamente coraggiosa Sapphira, tanto che anche la sua interlocutrice ne rimase spiazzata.
“Siamo davvero sicuri che non sia stato il Sovvertitore a farti questo?”
“Basta fare i finti tinti, basta avere paura! Non mi ingannate! Duke mi ha detto la verità! Mi ha detto di come era il mondo prima delle vostre bugie e io voglio saperne di più! Quindi lasciatemi andare, da oggi anche io faccio parte del gruppo del Sovvertitore!”
“Aaaah… cara Sapphira… cosa ti hanno fatto quei barbari. Non mi resta altra scelta che salvarti io stessa.” Sapphira non riusciva a capire cosa intendesse la Sirena con quelle parole, finché non vide che nel cortile si avvicinavano due donne con il casco della pubblica sicurezza che trascinavano un servo al centro del cortile; non appena Sapphira lo riconobbe, si alzò dalla poltrona e si affacciò disperata agli spalti.
“Phil! Oh, Phil! Sei tu! Cosa ti hanno fatto!?” Gridò Sapphira, disperata alla vista del suo amato completamente sciapito e disidratato.
“Mio cara Sapphira…” Disse La Sirena, avvicinandosi lentamente agli spalti con Sapphira. “Per colpa di questo essere impuro, che ha osato sfiorare le tue labbra con le sue, sei stata incolpata di atti osceni. Quando era maledettamente ovvio che era tutta colpa sua!” Continuò solenne e furiosa.
“Non è vero! Ho scelto io di baciarlo! Cosa gli avete fatto!?” Chiese agitatissima la ragazza.
“Semplicemente non è gli è stato dato ne cibo ne acqua per tutto il tempo in cui sei stata via. Infatti, è il compito di una signora prendersi cura del suo animaletto. Ma adesso che sappiamo che ha osato infrangere il codice di schiavitù, sarà lui ad essere punito!” Esclamò la Sirena, dopodiché fece un segnale con le dita e un servo le portò un baule argentato; lo aprì, e consegnò il suo contenuto a Sapphira: una elegante e decorata pistola da esecuzione.
“Prendi la mira e spara a quella bestia. La morte sarà la sua punizione! Dopodiché prenderemo in cura il suo corpo e taglieremo le sue sfere dell’impunità per consegnarle a te come riconoscimento del primo schiavo punito. Come vedi, tutte noi signore di classe ne portiamo diverse al collo. Quella parte del copro degli uomini non è che un ricrescimento inutile di pelle e noi abbiamo trovato loro un’utilità…eheheheh” Disse La Sirena, ridendo del suo raccapricciante discorso.
“Ma siamo pazzi… Phil… io non potrei mai spararlo.  Duke, aiuto… è un incubo.” Disse Sapphira con la pistola in mano, tremolante e grondante di sudore.
“Lo so, lo so… il primo è sempre quello più difficile ma vedrai che ci prenderai la mano. Fatti valere, fagli capire chi comanda!” Disse la donna, afferrandole mani di Sapphira per aggiustarle la mira.
“Non posso! Io lo amo! Phil, scappa!” Sapphira si scrollò di dosso la presa della Sirena, e lanciò via la pistola per poi lanciarsi dentro il cortile, che per fortuna non richiedeva un saltò troppo pericoloso.
“Sto venendo a salvarti, Phil!” Urlò Sapphira mentre gli occhi di Phil iniziavano a lacrimare di felicità, con quel poco di idratazione che gli rimaneva ma al primo passo di Sapphira verso il suo Phil, le lacrime del suo amato si tinsero di rosso.
Il suono di uno sparo attirò per un attimo l’attenzione di tutte le presenti, che dopo un piccolo applauso, ripresero a fare quello che stavano facendo, ma non Sapphira; il suo sguardo era fisso sul fumo che usciva dalla pistola della Dea Sirena, poi un urlo incessante.
“PHIIIIL!” Sapphira corse verso la pozza di sangue ma non aveva il coraggio di guardare il volto sfigurato dal proiettile.
“Avevi bisogno di aiuto… ma ora è tutto finito. Ora sei una donna, non più una ragazzina. Forza, almeno taglia le sfere qui davanti a me!” Esclamò La sirena, e lanciò un piccolo bisturi ai piedi di Sapphira che dopo averlo osservato, lo raccolse e lo impugnò coraggiosamente verso la donna.
“Tu… lo hai ucciso… io lo amavo! Altro che Sirena… sei solo un demone! Sei l’unica a dover morire qui! Bugiarda! Ipocrita! Bastarda!” Sapphira era nel panico e nel furore più totale, oscillava il bisturi aggressivamente ma era in un mare di lacrime; si sfiancò dall’agitazione e cadde in ginocchio, affannando.
“Ormai sei irrecuperabile… le tue madri avevano ragione. Per te non c’è speranza se non una riabilitazione totale! Sicurezza, prendetela!” Ordinò spietatamente la Sirena.
Le agenti della sicurezza si avvicinarono a Sapphira, pronte a sollevarla e ad ammanettarla ma una grande esplosione dal soffitto richiamò l’attenzione di tutti; una sagoma precipitò direttamente sulle donne accanto a Sapphira, mettendole a KO.
La ragazza impaurita sollevò lentamente lo sguardo e lo vide; un braccio metallico scintillante e pulito, che le tendeva la mano.
“Duke… sei venuto davvero… non è un allucinazione?” Domandò Sapphira asciugandosi le lacrime.
“Certo che sono io! Ne dubitavi? Lo hai detto anche tu, no? Ora fai parte del gruppo del Sovvertitore e non lascio indietro un compagno!” Esclamò con decisione l’uomo, e aiutò Sapphira a rialzarsi.
“Ma… come fai a saperlo? C- ci hai sentiti?”
“Grazie a Cho siamo riusciti a bypassare la sicurezza e ad infiltrarci senza allarmi, ma la parte più difficile viene ora: uscirne! Però… volevamo salvare anche Phil…”
“…”
“Mi dispiace, non pensavo che quella bastarda lo avrebbe fatto con le sue mani… se solo fossi intervenuto prima”
“Non è colpa tua, Duke… Hai fatto il possibile e almeno ora… sei qui!”
“Ben detto, ben detto!” Disse applaudendo la Dea sirena, mentre tutte le guardie in posizione puntavano le armi da fuoco su Duke. “E così il topo, pur di arrivare al formaggio, si è messo all’angolo col gatto!”
“Da quanto tempo, mia grande Dea Sirena! Davvero una bella festa! Certo le crocchette erano un po’ bruciate ma comunque passabili.” Disse ridacchiando Duke mentre prendeva in spalla Sapphira.
“Ti passerà la voglia di scherzare quando cento pallottole ti perforeranno il corpo… essere immondo! Se solo non stessi usando la ragazza come scudo! Sapphira, non vedi che questo schifoso scarafaggio ti sfrutta!?” Chiese adirata la Sirena, pronta schioccare le dita per far partire l’attacco ma purtroppo per lei, non aveva previsto l’ingegno di Duke.
“Hasta la vista, senorita!” Duke tese la mano meccanica verso il buco che aveva creato con l’esplosione per entrare, e un rampino partì dal palmo della protesi che riattivandosi, fece saltare via nella fessura Duke con Sapphira mentre tutti i colpi di fucile erano partiti con la speranza di ferirli.
“Dannazione, non lasciatelo scappare! Prendeteli, vivi o morti! Sono stata chiara!?” Disse furiosa la Sirena, ritirandosi nella portantina e ricoprendosi col velo.
Nel frattempo, Duke, sul piano superiore si affacciò ad una finestra aperta e si rivolse a Sapphira.
“Hai visto, non le importa niente di te. Ha provato ad ucciderti insieme a me pur di fermarmi…” Disse Duke.
“Non ce ne era bisogno… ormai l’avevo capito senza che provasse ad uccidermi. Il FemDom fa paura più di qualsiasi altra cosa… ma la cosa che mi fa più paura adesso sono io… cosa sono? Da dove vengo? Anche le mie mamme volevano uccidermi…” Sapphira iniziò a lacrimare, in preda allo sconforto.
“Non ci pensare ora, ne parleremo quando saremo al sicuro ora reggiti forte!” Duke si strappò di dosso il mantello, mostrando un paracadute.
“Ehi… non vorrai…?” Sapphira aveva capito, si aggrappò più forte che poteva a chiuse gli occhi; Duke si lanciò e a mezz’aria aprì il paracadute. Il vento era a loro favore, le guardie non li avevano visti in tempo ed erano diretti all’entrata della foresta.
Atterrati, sani e salvi, Sapphira sorrise e Duke, imbarazzato, le accarezzò la testa.
“Grazie. Grazie per non avermi abbandonata.” Disse Sapphira, trattenendo ancora una volta le lacrime.
“Non devi solo ringraziare me, tutto il gruppo ha dato un mano perché ora sei una di n… Attenzione! Aaaugh!” All’improvviso, il discorso di Duke fu interrotto dal rumore di un raggio laser; Duke si lanciò verso Sapphira per proteggerla ma il suo braccio non meccanico fu colpito e ferito gravemente.
“La vostra corsa finisce qui! Io, Stella, ancora una volta fermerò il male!” La comandante della pubblica sicurezza, sfoderando la sua arma al plasma, che apparentemente poteva anche attaccare a distanza, celebrava la sua vittoria con una posa trionfale da cartone animato
“Oh no, la tipa stramba ancora una volta! Stai bene Duke!?” Esclamò Sapphira controllando il braccio sanguinante del compagno.
“Tipa stramba?! Io sono Stella, una delle tre…”
“Sisi… lo sappiamo già, insomma… ci rivediamo!” Esclamò Duke cercando di risparmiarsi la solita recita della sua avversaria.
“Ormai sei in trappola! Ho già avvisato i rinforzi! Finché non saranno qui ti terrò occupato e ti ammazzerò non appena saranno venuti a prelevare la ragazza!”
“Non hai visto che hanno cercato di uccidermi e con me, anche Sapphira? Adesso all’improvviso la volete ancora viva?”
“Non dir stupidaggini, sporco uomo! Si è trattato solo di superficialità di sottoposti che presto saranno puntiti! Nessuno vuole fare del male a Sapphira!”
Duke si accostò all’orecchio della ragazza e le parlò silenziosamente.
“Con il braccio in questo modo non posso usare efficientemente la mia katana e comunque la sua lama al plasma la annienterebbe. In più sto cercando di prendere tempo ma non penso servirà a molto con gli altri agenti alle calcagna… c’è solo un modo, devi scappare tu, io al terrò occupata!”
“Assolutamente no! Duke non ti lascio! Mai!” Disse urlando Sapphira.
“Ma che fai? Cosi ha sentito tutto!” Esclamò preoccupato Duke.
“Non mi importa se ha sentito! Te lo ripeto, proprio come te, io non abbandono un mio compagno… o forse dovrei dire… padre?” A quelle parole di Sapphira, il cuore di Duke iniziò a battere all’impazzata e l’uomo si pietrificò. Non avrebbe mai pensato che nella sua vita, nella vita dominata dal FemDom, avrebbe mai più sentito dire la parola padre da una ragazzina.
“Padre…? Che cosa è? Voi uomini non la finite mai con questi termini da trogloditi, eh?! Hai finito di essere di cattivo esempio per la ragazzina, è giunta la tua o…!” Stella impugnò la sua lama, ma non fece in tempo a concludere il suo urlo di battaglia che dopo aver tossito e sputato parecchio saliva, cadde a terra incosciente e immobile.
Duke si avvicinò alla donna e le controllò il polso, straniato da quello che aveva visto.
“Sembra essere ancora viva… ma cosa le sarà mai successo? Aspetta, ma questo…” Duke notò che dietro la nuca aveva quello che sembrava un proiettile tranquillizzante per animali selvatici; un cespuglio si mosse, e una figura amica si avvicinò lentamente ai due reduci.
“Ne hai di coraggio, ragazzina per metterti tra Duke e una spada al plasma pur di salvarlo. Forse mi sono davvero sbagliato sul tuo conto.” Era Tano, che volteggiava il suo fucile con maestria e fierezza mentre osservava con disprezzo la feroce e potente comandante degli agenti della pubblica sicurezza a terra in un mare di bava.
  Piccola Nota dell'autore:
Non pubblico da praticamente anni, ma quando ti tornano i ricordi e l'ispirazione è sempre un piacere! : D Spero di ricevere molti feedback perché è quello che mi spinge a continuare! Grazie a chi leggerà!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: RaccontiDiOmbre