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Autore: Maki Tsune    18/05/2019    1 recensioni
Quale storia si potrebbe raccontare se i personaggi di Miraculous avessero vissuto nel periodo di fine 1800 proprio durante la costruzione della Tour Eiffel e dell'Esposizione Universale? Questa storia mostra i personaggi non più adolescenti ma nella prima fase adulta, (20-25 anni) che affrontano la vita e le difficoltà senza miraculous magici ma comunque con maschere, mistero, amicizia e amore.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Nella carrozza si potevano sentire gli zoccoli dei cavalli che battevano sul terreno e sui ciottoli, il passaggio delle ruote su di essi sballottavano le due ragazze sedute una di fianco all’altra.
“Allora, vuoi tenere il muso per il resto della notte?” domandò Alya.
“Come? Oh, no non ho il muso!”
“Giusto. Hai la testa tra le nuvole come sempre. Indovino: un gattino si è intromesso tra il principe biondo e la bella corvina?” Ridacchiò.
“Cosa? NO! Come ti salta in mente! Come puoi paragonare quel gatto nero al perfetto Adrien? Ha tutt’altri modi…”
“Davvero? Hai parlato con Adrien solo per qualche minuto mentre con il ragazzo mascherato hai ballato per una intera sinfonia.”
“Per questo ti dico che non era Adrien. Aveva un comportamento diverso.”
“Ah Marinette. Non puoi esserne certa. Entrambi hanno occhi verdi e sono biondi, magari anche Adrien si sente più a suo agio dietro una maschera.” Le lancia un’occhiata pensando a come aveva risolto con risolutezza la questione con il vestito di Chloé.
Marinette sorrise timidamente. “Hai ragione, non posso esserne sicura. Ma è difficile essere qualcun altro se hai un carattere che prevale e una educazione.”
Touché. Ma almeno sei riuscita a parlare con Adrien… anche se fosse stato dietro una maschera, hai acquisito sicurezza nel parlare con il presunto amore della tua vita.”
Marinette si mise le mani sulle guance, pensando di aver parlato e ballato con Adrien al posto di Chat Noir.
“Alya! Non devi dire certe cose! Poi la mia mente viaggia…”
Alya rise divertita. “La mia idea è solo una possibilità. Però se sei sicura che non fosse Adrien…” rimase in sospeso e fece spallucce.
“Viaggiamo molto per idee noi due” Risero insieme e continuarono a parlare della serata, tant’è che Marinette si incuriosì delle avance fatte all’amica.
“E tu cosa mi racconti? Hai fatto colpo con il ragazzo che lavora lì.“
“Probabile. Ma non posso dire nulla finché non lo conosco bene. E poi non credo avrò la possibilità di rivederlo.”
“Perché no?”
“Marinette, sei sveglia? È uno schiavo e lavora per Agreste. Quante altre possibilità ci sono di vederlo? Senza offesa ma, fai fatica anche tu nel vedere Adrien. Noi… siamo persone normali. Insomma… capisci? Non tutti vedono le persone di colore come me come un amico, come fai tu. Per gli altri sono una schiava. E gli schiavi non possono avere un futuro certo.”
Il cuore di Marinette si strinse a quelle dure parole.
“Il mondo cambierà questo pensiero. Siete persone come noi, non schiavi. Gli uomini, tutti senza distinzione comprese le donne, sono nati liberi. Un giorno lo capiranno.”
Alya abbozzò un sorriso poco convinto. “Lo spero tanto, Marinette. Se accadrà, non credo succederà tanto presto. Però hai ragione, viaggiamo troppo con la mente.” Sogghignò divertita prendendosi una gomitata dalla sua amica in rosso.
“Marinette, parlando seriamente, vorrei ringraziarti dal profondo del cuore per la tua amicizia e per avermi portata con te al ballo questa sera. Addirittura creando per me questo vestito straordinario. Hai un talento innato.”
L’amica le sorrise e si grattò la testa in imbarazzo. “Sono piccole cose, Alya. Non devi ringraziarmi.”
Alya sorrise e l’abbracciò al collo intenerita. “Per questo sei una persona speciale.” La guardò negli occhi. “E ti assicuro che un giorno anche Adrien se ne accorgerà, vedrai.”
“Lo credi davvero?”
“Sicuro!” Le fece l’occhiolino.
La carrozza rallentò e girò l’angolo di una strada dove emergeva un grosso cancello cui venne aperto da due persone di colore.
Il cocchiere parcheggiò la carrozza e fece scendere le due dame. Poco dopo slegò i cavalli mettendoli nella loro stalla per farli riposare.
Bien. Mi cambio e torno dalle mie sorelle.”
“Sicura di tornare a casa da sola? È buio. Se vuoi posso chiedere…”
“No grazie. Conosco scorciatoie per tornare a casa prima, sana e salva. Non preoccuparti per me.” Sorrise.
“Va bene, come vuoi…” Rispose poco convinta.
In camera di Marinette le dame si tolsero i vestiti di gala e li posarono sul divanetto lungo. Marinette si mise una vestaglia come pigiama mentre Alya indossò un vestito stropicciato marrone e logorato al bordo della gonna. Indossò le ballerine nere che avevano i tacchi consumati e un buco nella scarpa destra che le inzuppava i piedi quando pioveva o quando finiva dentro una pozzanghera.
Marinette la guardò e sospirò. Voleva tanto aiutare l’amica, tant’è che si era proposta nell’aggiustare il vestito visto che non voleva che le facesse uno nuovo. Alya rifiutò sempre, non voleva sentirsi privilegiata rispetto le altre persone nella sua stessa situazione.
Vederla sorridente nel vestito da volpe e poi nel vestito quotidiano, rese Marinette pensierosa. Voleva fare qualcosa. Doveva fare qualcosa.
Doveva battersi per loro anche se le avrebbero voltato tutti le spalle. Questo significava che i profitti potevano crollare a picco e mettere in difficoltà i suoi genitori. Non voleva mettere nessuno in difficoltà, ma come poteva aiutare?
Alya la risvegliò dal suo pensiero. “Torno a casa. Merci Marinette. À demain.”
Oui. A domani. Bon nuit!”
Si abbracciarono calorosamente e Alya uscì dall’abitazione Dupain-cheng.
Marinette si guardò attorno volendo rispondere alla sua domanda. Come poteva aiutare?
Prese i vestiti dal divanetto per rimetterli al loro posto.
Un’idea le accese la mente e fu invasa da una grande sensazione di euforia.
Dalle piccole cose, come hanno iniziato in tanti. Ecco la risposta!
Marinette aprì una porta che comunicava con la camera da letto.
Era uno studio, dove lei creava i suoi vestiti con tutto il materiale che le serviva. Aveva un grande armadio dove riponeva i vestiti e in quell’armadio mise il vestito della volpe e quella da coccinella.
Guardò i tavoli in ordine, con il necessario per il cucito. Girò attorno a un manichino e ridacchiò.
“Quanto mi costerà creare vestiti per una rivoluzione silenziosa?” pensò sul momento. “Beh, per adesso pensiamo alla famiglia di Alya, poi penserò agli altri.”
Sapendo le misure di Alya, creò una bozza del vestito su foglio durante la notte con molte candele accese.
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Di solito non lo faccio per non rovinare la storia ma... è necessario...
Nota autrice: rieccomi qua con un altro capitolo dopo tanto tempo. Chiedo scusa per l'attesa, ma ho voluto finire prima una storia con il poco tempo a disposizione. A breve dovrebbero cambiare le cose e dovrei avere più tempo per la scrittura. Chiedo scusa e vi ringrazio per il vostro supporto!
Se volete seguire gli aggiornamenti delle storie potete seguirmi su Tumblr: maki-ink-dreams. Potete farmi anche domande...insomma saremo più a contatto. Se invece preferite di più facebook, posso provvedere ad aggiornare le storie anche lì. Ditemi voi quale preferite di più tra facebook e tumblr.
Al prossimo capitolo!
   
 
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