Ti sento!
Parte
ottava- Il laboratorio
Si
precipitarono a bordo delle autovetture di pattuglia. A sirene
spiegate e lampeggianti accesi, Suzumoto e Miyami, con destrezza,
sfrecciavano tra le altre vetture per raggiungere il prima possibile
la loro destinazione. Si stavano confrontando con qualcosa di ancora
sconosciuto, tuttavia era ben chiaro che non avevano tempo da
perdere. Stavano lottando contro il tempo. Non era proprio il caso di
andare per il sottile; Miyami ignorò i brontolii che si
sollevarono
dal retro della vettura per la sua guida spericolata.
Nell'altro
veicolo, Suzumoto diede una rapida occhiata allo specchietto
retrovisore per osservare il volto dei ragazzi che erano a bordo con
lui. Cercavano di dissimulare il loro nervosismo guardando fuori dal
finestrino o concentrando lo sguardo su un punto specifico,
lasciandosi trasportare dalla corrente dei propri pensieri. Come
biasimarli, erano ancora dei ragazzini, per giunta una loro cara
amica era scomparsa da un giorno all'altro senza lasciare tracce. Per
quel che potevano saperne loro, la situazione poteva essere ben
peggiore del previsto... Nessuno aveva osato parlarne a voce alta,
come se tenere per sé i pensieri ne scongiurasse
l'avvenimento, ma
probabilmente anche i ragazzini stavano prendendo coscienza della
cruda realtà. Il pensiero della morte doveva esser sbocciato
nelle
loro menti. Si augurò che fosse così, in modo
tale da evitare
situazioni ancora più sgradevoli nel momento in cui questo
argomento
sarebbe stato affrontato. Per quanto fosse implicito, prima o poi
avrebbe dovuto pronunciare quelle parole. Nonostante gli anni di
esperienza, certe situazioni - fortunatamente - non erano all'ordine
del giorno nonostante la malavita in circolazione, tuttavia non era
mai facile rimanere completamente lucidi e distaccati quando le
vittime erano bambini o ragazzini. Doveva mantenere la
lucidità
professionale che lo contraddistingueva il più a lungo
possibile,
soprattutto per essere una figura di riferimento per i ragazzi.
Per
tutto il tragitto, Bakugo e Kirishima non proferirono parola. Il
primo aveva lo sguardo incollato al finestrino, il secondo lanciava
occhiate furtive in direzione dell'amico per accertarsi che stesse
bene. A giudicare dallo sguardo assorto di Bakugo e dal modo in cui
stringeva i pugni, conficcandosi le unghie nella carne, la sua mente
doveva essere in balia di pensieri non proprio felici. Avrebbe voluto
dirgli qualcosa o rivolgergli un sorriso rassicurante, ma non lo
degnò neppure di uno sguardo. Optò per non
interferire con i suoi
pensieri; per quanto lui fosse molto preoccupato per l'amica,
perché
lo era davvero, chissà cosa doveva provare Bakugo visto i
sentimenti
che provava per Touka. Con lei nei dintorni, l'amico aveva una luce
diversa. Rimaneva il solito scorbutico dalla lingua velenosa e
tagliante, eppure nei suoi occhi vedeva una luce che non gli aveva
mia visto prima. Non gli ci era voluto molto per capire la natura di
quei sentimenti, e sebbene Bakugo avesse sempre risposto alle sue
frecciatine sbraitando e insultandolo, non aveva mai negato le sue
parole. Poteva solo immaginare quanto fosse tormentato in quel
momento, soprattutto perché, da quel poco che Bakugo gli
aveva
raccontato, non le aveva mai detto nulla. Conoscendolo, si stava
maledicendo per non aver detto qualche parola al momento giusto, o
per non aver agito in un certo modo quando avrebbe voluto, per
semplice timore di essere rifiutati o per puro orgoglio. La
situazione non prometteva nulla di buono; sebbene fossero in alto
mare, senza un colpevole contro il quale puntare il dito, il semplice
fatto che ci fosse un conto alla rovescia, era sinonimo di funesti
presagi. Come lo aveva capito lui, doveva averlo capito anche Bakugo;
quelle unghie conficcate nella carne e quello sguardo inquieto e
corrucciato che si dipinse sul suo volto, lasciavano intendere la
gravità della situazione e la sua presa di coscienza. Non
potendo
fare momentaneamente nulla di concreto per Bakugo, chiuse gli occhi e
sperò con tutto il cuore che la sua amica stesse bene.
Bakugo
si era accorto, con la coda dell'occhio, degli sguardi insistenti di
Kirishima. Sebbene l'amico fosse preoccupato per lui, era troppo
concentrato sui suoi pensieri per distogliere lo sguardo. Era
più
che certo del fatto che Kirishima, con le sue occhiate, fosse
riuscito a scorgere i suoi pensieri e , proprio per questo, cercava
anche solo un contatto visivo con lui. Trovava inquietante il fatto
che quel ragazzo gli fosse così amico da riuscire a
leggergli
dentro, d'altro canto era una gran fortuna non dover spiegare nulla
ogni volta. Era una frana con le parole. Non era riuscito a ricordare
nessun dettaglio significativo, e quella sensazione di vuoto
continuava ad animarlo. C'era qualcosa di strano in quella faccenda.
Sapeva di aver dimenticato qualcosa di fondamentale... ma cosa?! E
soprattutto, come riportare alla luce quei ricordi? Decise di non
arrovellarsi troppo su quel pensiero: al momento opportuno era sicuro
che avrebbe ricordato. Probabilmente non era il momento giusto. Non
dovendo essere interrogato si sentiva più sollevato; questa
sua
momentanea amnesia restava un suo piccolo segreto e si sentiva con la
coscienza a posto per non aver reso il proprio interrogatorio un
fallimento totale. Per giunta era stato così sveglio di
riflessi da
collegare il disegno-mappa ai quirk. Non era forse in grado di
contribuire con i suoi preziosi ricordi, ma si sarebbe fatto in
quattro per risolvere questa situazione di merda. Dal momento della
sua scomparsa, aveva giurato a se stesso di ritrovarla.
Ritrovarla,però, non bastava, e da aspirante hero qual'era,
l'avrebbe salvata dal suo carceriere. E allora, forse...
"Forse"
un cazzo.
Mai
fino a quel momento si era sentito tanto coglione. Perché
non era
stato sincero con lei? Ok, le sue azioni parlavano chiaro, o almeno
lui era convinto che fosse così... forse per lei non lo
erano mai
state. Perché l'avrebbe baciata se non avesse provato nulla?
Era
ovvio che quel bacio lasciasse intendere certi sentimenti! Ne era
sempre stato convinto, fino a quel momento. Si stava mettendo in
discussione. Per quanto non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, per
lui il bacio era un gesto importante. Non era il tipo da baciare
ragazze a caso per il semplice gusto di farlo e vantarsi con gli
amici. Era un coglione sotto altri punti di vista, in ambito
sentimentale si definiva un bravo ragazzo. Beh, a confronto di certe
cose che aveva visto e sentito poteva definirsi tale. Non era mai
stato un fanatico dell'amore, anzi, la sola parola lo ripugnava.
Quante volte aveva preso per il culo Deku perché arrossiva
vistosamente ogni volta che Faccia Tonda gli rivolgeva la parola, o
si avvicinava troppo! Per lui certe cose erano semplicemente
ridicole, non aveva tempo e nemmeno la voglia per interessarsi a cose
del genere. Suo malgrado, dovette ammettere che una ragazza sola
cambiò completamente il suo punto di vista. Non che si fosse
trasformato in un romanticone sdolcinato, però... Gli
piaceva la sua
compagnia. Esteticamente la trovava bella, ma questo per lui contava
relativamente; era oggettivamente una bella ragazza e poco centrava
con i sentimentalismi. Nel giro di poco tempo, si era ritrovato
capovolto e stravolto, come un vecchio straccio strizzato a dovere e
poi abbandonato. Dovette mettere da parte il suo orgoglio per
ammettere che era inutile prendersi in giro, per quanto considerasse
l'amore inutile e il solo pensiero gli desse il voltastomaco, le cose
erano decisamente cambiate. In sua compagnia provava tutto,
fuorché
voltastomaco.
Un
pensiero poco romantico, ma sincero.
Mai
come in quel momento avrebbe voluto averle detto la verità.
Ovviamente sarebbe stato breve e conciso, molto schietto, senza
troppi giri di parole e frasi stravolgenti da capogiro... lo avrebbe
detto a modo suo. Probabilmente sarebbe stato patetico e fuori luogo,
magari lei avrebbe riso per quella dichiarazione così
assurda...
Avrebbe dovuto dirglielo. Non tanto per cambiare la situazione tra
loro due, quanto per poterle dare sicurezza. Farle sapere che non
aveva motivo di dubitare di lui o sentirsi insicura, i suoi
sentimenti per lei erano sinceri, seppur li esprimesse in modo
inusuale. Soprattutto in un momento tragico come questo, si sarebbe
fatta forza pensandolo. Era sicuro del fatto che, nonostante i
numerosi dinieghi, fosse il tipo di ragazza che ama le cose
sdolcinate. Lui dubitava di diventare una persona del genere, ma se
quella semplice verità fosse riuscita a farla stare bene e
sorridere... allora doveva dirglielo. Non l'avrebbe solo ritrovata e
salvata, una volta per tutte avrebbe chiarito i suoi sentimenti.
Senza lasciare niente in sospeso.
Suzumoto
arrestò bruscamente la macchina. " Siamo giunti a
destinazione.
" Spense le sirene e balzò giù dall'auto, con un
movimento
scattante insolito per la sua mole.
La
mappa li avevi guidati fino ad un laboratorio che Suzumoto conosceva
bene; un tempo usato dai ricercatori a scopo benefico, era diventato
luogo di contrabbandi clandestini e traffico di droga. Si era
occupato lui stesso del caso. Quel laboratorio aveva poi chiuso i
battenti, altri scienziati si erano rifiutati di lavorare in un luogo
che era stato popolato da gente corrotta, così, a decisione
unanime,
era stato chiuso e abbandonato. A giudicare dalle condizioni
dell'esterno, qualche vandalo si era divertito a far danno. Le pareti
esterne erano imbrattate di scritte fatte con la bomboletta spray,
molte delle quali erano lodi al villain Stain. Immondizia ammucchiata
e sporcizia dilagante rendevano il luogo un posto veramente
squallido. Non era più stato di ronda da quelle parti e, a
giudicare
dal degrado che aveva visto solo all'esterno, l'interno non
prometteva uno spettacolo migliore.
L'entrata
del laboratorio era chiusa da un catenaccio ormai ridotto al nulla,
conferma del fatto che quel luogo veniva ancora utilizzato.
Probabilmente nel peggiore dei modi. Il suo occhio cadde su una
manciata di preservativi usati ammucchiati in un angolo.
Semplicemente disgustoso. Dopo aver sistemato questa faccenda, si
sarebbe incaricato di ridare dignità a quel luogo.
"
Che schifo. " Takamura aveva seguito lo sguardo del capo e aveva
scosso ripetutamente la testa per ciò che aveva visto. " In
un
luogo così malridotto come fa a venirti la voglia?
Suzumoto
lo incenerì con lo sguardo. Non diede peso alle sue parole,
evitando
di replicare a riguardo. " Chissà se siamo stati
così
fortunati da trovare subito il posto giusto. Abbiamo ottenuto cinque
risultati, non ho idea del perché ma non ci resta che
scoprirlo. "
Prese la ricestrasmittente e comunicò a Miyami l'arrivo a
destinazione. " Qualsiasi cosa succeda, avvisami immediatamente.
"Si rivolse ai ragazzi. " Non abbiamo la minima idea di
quello che sta succedendo e contro chi stiamo lottando. Chiedo la
vostra collaborazione in quanto futuri heroes, tuttavia ci tengo a
precisare una questione. Non agite d'impulso. Nonostante possediate
degli ottimi quirk, qui gestisco io la situazione. Non agite di testa
vostra, aspettate miei ordini. Intesi?"
"
Signor sì!" rispose Kirishima. Guardò l'amico e
l'esortò a
rispondere: " Non è vero, Bakugo? "
Ci
fu un attimo di silenzio, poi rispose con un semplice segno
d'assenso.
Suzumoto
aprì la porta d'ingresso, pistola alla mano, seguito da
Takamura e
dai ragazzi. L'odore che permeava da quel luogo era disgustoso, un
mix di urina, feci, sudore e sostanze non identificabili. Bakugo e
Kirishima si coprirono istintivamente il naso.
"
Come accoglienza niente male, oserei dire. " Suzumoto scostò
con la scarpa una lattina che per poco non lo fece inciampare.
Poiché
l'interno era particolarmente buio, i poliziotti accesero le torce.
Ne diedero due anche ai ragazzi.
"
Posso creare luce con le mie esplosioni " disse Bakugo,
rifiutando la torcia.
"
Certo" rispose Suzumoto " tuttavia penso non sia il caso di
far saltare in aria questo luogo, per quanto sia repellente. Forza,
prendi. Conserva le tue esplosioni per altro. "
Illuminarono
l'ambiente circostante e tutto ciò che videro furono
accumuli di
detriti, topi, e avanzi di cibo ormai putrefatto. Dal soffitto
pendevano i vecchi ganci che venivano utilizzati quando il
laboratorio era ancora in attività. I macchinari erano stati
portati
via al tempo della chiusura del luogo per evitare furti e atti di
vandalismo. Qualche coperta era disseminata per terra e anche
all'interno non mancavano i preservativi usati.
"
Questo posto fatanto schifo. " Disse Takamura. " Sembra il
luogo ideale per attività losche, non mi sorprenderei se
trovassimo
qualcosa. O qualcuno. "
"
Indietro" intimò Suzumoto. Si ripararono dietro una serie di
bidoni, all'interno dei quali nessuno aveva il coraggio di guardare
cosa contenessero per il puzzo che emettevano. " Non siamo soli.
"
Kirishima
e Bakugo si tennero pronti per attivare la propria unicità,
i sensi
all'erta. Tuttavia non erano riusciti a percepire la presenza di
qualcuno.
Suzumoto
bisbigliò. " Non abbassate la guardia. Non abbiamo idea di
con
chi abbiamo a che fare. Potrebbe trattarsi anche solo di una persona
qualunque. "
Suzumoto tenne salda la pistola in mano. Si
alzò lentamente e uscì dal nascondiglio.
Procedette da solo per un
breve tratto, cercando di fare il minor rumore possibile. Aveva
percepito la presenza di qualcuno in lontananza. Uscì di
scatto dal
nascondiglio che aveva trovato, un altro grosso tubo di cemento, e
fece segno agli altri di raggiungerlo e illuminò con la
torcia
davanti a sé. Lo spettacolo che si presentò ai
loro occhio era
tanto disgustoso quanto il luogo in cui si trovavano.
La
torcia illuminò un uomo sulla cinquantina, calvo,
evidentemente
sovrappeso. Sembrava ricoperto da uno strato di unto. Era stato
bruscamente interrotto dal poliziotto mentre era intento a procurarsi
piacere. Si coprì immediatamente con una coperta e, nudo
come un
verme, corse via farfugliando parole senza senso.
Bakugo e
Kirishima non riuscirono a trattenere il proprio disgusto.
"
Ma che cazzo, per fortuna non ho mangiato o avrei sboccato. "
Bakugo scosse la testa per sottolineare il proprio disappunto.
"
Sono d'accordo con te, ragazzo. " Anche Takamura era rimasto
disgustato dalla scena. " Per fortuna nessuno di pericoloso"
aggiunse. " Solo un maniaco che non ha un posto migliore dove
andare."
I quattro continuarono la perlustrazione, cercando
di dimenticare ciò che avevano visto, in quanto del tutto
irrilevante. Il motivo per cui erano lì era un altro.
Suzumoto
estrasse la trasmittente per comunicare con Miyami. Riferì
poi al
gruppo quanto si erano detti.
" Il laboratorio in cui si
trovano Miyami e gli altri è nella norma. Un piccolo
laboratorio in
attività, gli operatori hanno scortato i ragazzi per
permettere loro
di fare dei controlli, anche se sono stati piuttosto vaghi sul motivo
della perlustrazione. Al momento non hanno trovato nulla di strano. "
" Sono stati più fortunati di noi. Potrei morire qui dentro
per quanto puzza questo posto! " Takamura tossì
violentemente.
Mentre avanzavano nella penombra, la torcia
illuminò nuovamente qualcuno. Era indubbiamente l'uomo di
poco
prima. Questa volta era sdraiato prono, con la testa rivolta verso
destra. Se non fosse stato per tutto il sangue attorno al corpo,
poteva sembrare semplicemente addormentato.
" Allerta! "
Urlò Suzumoto. " Takamura, in posizione! " L'uomo si
posizionò accanto a lui, scortandolo, mentre Suzumoto, dopo
aver
indossato dei guanti che portava sempre con sé,
ispezionò il
corpo.
" Si tratta dell'uomo che abbiamo sorpreso poco fa.
Purtroppo è morto. " Ci fu un momento di silenzio.
"
Quando è successo? Io non ho sentito niente! "
Domandò
Kirishima, ansioso. La vista del sangue gli diede il voltastomaco, ma
da vero uomo doveva resistere a quello spettacolo raccapricciante.
Non solo quel povero diavolo era morto, il suo volto si era
completamente trasformato in una maschera di terrore, il che gli
conferiva un aspetto demoniaco.
" Quello poco fa stava fin
troppo bene, e ora è..." Bakugo non riuscì a
terminare la
frase. Cos'era accaduto in quei pochi minuti?
" Non c'è
stato nessun rumore. Nessun segno di lotta sul corpo della vittima,
nessun segno di arma da fuoco. Non ci sono ferite, eppure è
immerso
nel sangue. Ma questa faccia... è a dir poco inquietante.
Non riesco
a spiegarmi cosa possa essere successo. "
Takamura aveva
recuperato una delle coperte abbandonate e la utilizzò per
coprire
il volto dell'uomo.
Con un cenno del capo, Suzumoto espresse il
proprio apprezzamento per quel gesto. Si rivolse a Bakugo e
Kirishima. " Tutta questa faccenda è assurda. Non solo la
vostra amica è scomparsa, avete anche visto questo... "
indicò
il cadavere. " Siete in gamba, ragazzi. Spero di poter contare
sul vostro aiuto nonostante quello che è successo."
"
Non sarà certo questo a fermarci! " Gridò Bakugo.
Nei suoi
occhi lampeggiava la fiamma della sfida. Per quanto avessero
assistito a quel brutto episodio, la priorità era salvare
Touka.
"
Conti su di noi! Sono sicuro che anche Midoriya e gli altri sono
dello stesso parere. " Disse Kirishima.
Takamura li guardò
compiaciuto. Non erano così male quei ragazzi.
" Non
possiamo certo lasciare quest'uomo così... non ha nulla con
sé, non
potendo risalire al nome, posso solo fornire le generalità
in
centrale e sperare che qualcuno ne denunci la scomparsa. Datemi
qualche minuto. Non abbassate la guardia, mi raccomando. "
I
tre si guardarono intorno, pronti a ricevere un attacco. Takamura con
pistola alla mano, Kirishima e Bakugo attivarono nuovamente la loro
unicità. Erano tesissimi dopo aver visto le condizioni di
quell'uomo.
Improvvisamente, dall'alto, caddero dei fogli.
Numerosi fogli. Rimasero tutti inebetiti di fronte a quella scena,
non sapendo bene che cosa aspettarsi. Kirishima prese in mano uno dei
tanti fogli caduti e subito richiamò l'attenzione degli
altri.
Nessuno di loro domandò cosa avessero tra le mani, la
risposta
era più che evidente. Erano dei disegni. Di Touka. Nel
foglio che
stringeva Kirishima, era ritratta una strana figura dalle fattezze
mostruose. Perché quei fogli fossero caduti dal cielo e che
nesso ci
fosse con tutta la vicenda, era un mistero. Anche gli altri si misero
a raccogliere i fogli, non sapendo bene cosa sperare di trovarvi.
Indubbiamente erano dei bei disegni, si riconosceva un certo talento,
ma i soggetti erano alquanto tristi e inquietanti.
Anche Bakugo
raccolse da terra dei fogli. Il primo che gli capitò
sotto-tiro lo
rese di pietra. Non voleva credere a quello che i suoi occhi stavano
guardando. Avrebbe voluto trovare un'altra spiegazione, un
significato nascosto, ma la verità nuda e cruda era stata
disegnata
con tanta naturalezza e freddezza che il significato era immediato. E
la vittima di quell'atrocità era proprio lei, Touka. Una
Touka
bambina che viene costretta da un uomo, un mostro, ad avere un
rapporto. Si sentiva così furioso! Avrebbe voluto far
saltare tutto
in aria, fogli compresi.
" Vaffanculo! Vaffanculo! "
Non riuscì a tenere a freno la lingua. " Se ti trovo, ti
ammazzo con le mie mani, figlio di puttana. "
" Non
credo proprio tu abbia le capacità per poterlo fare. "
Si
voltarono tutti di scatto verso quella nuova voce. Davanti a loro
apparve l'uomo con la cicatrice a forma di mezzaluna sul mento. Tra
le mani stringeva una grossa clessidra. Quella figura non aveva
niente di umano, seppur tentasse di ostentarlo. L'aura di
malvagità
e cattiveria che lo circondavano ammutolì tutti. I quattro
cominciarono a sudare, le mani a tremare vistosamente. Stavano
perdendo il controllo di loro stessi.
" Il mio Signore è un
uomo molto potente. Tu, Bakugo Katsuki, non puoi fargli nulla.
Così
come tutti voi altri. " Puntò il dito pallido contro Bakugo.
"
Katsuki. Il tuo nome contiene il kanji di " vittoria ".
Divertente, no? " Rise, compiaciuto della situazione creata. "
Se avete raggiungo questo luogo, è solo grazie a me. O
meglio, il
mio Signore ha in mente un progetto interessante, e mi ha concesso di
prenderne parte. Cosa ve ne pare dell'idea della mappa? Un giochino
interessante. Spero sia stato di vostro gradimento. "
Dal
nulla si materializzò una tazza da the e una sedia. L'uomo
si
sedette, accavallò le gambe e in tutta
tranquillità sorseggiò il
suo the, mentre gli altri quattro si trovavano in un assurdo stato di
paura e confusione.
" Il tempo scorre, miei cari amici.
Volete trovare Touka, no? " Indicò la clessidra, la cui
sabbia,
lentamente, scandiva lo scorrere del tempo.
Si alzò di scatto e
si avvicinò lentamente verso Bakugo. Il ragazzo non riusciva
a
muovere un muscolo. Il losco figuro estrasse una pallina
azzurrognola, di uno strano materiale. " Qui dentro ci sono i
ricordi che non hai più, caro Katsuki. " Il corpo di Bakugo
si
fece sempre più teso. Quell'uomo esercitava una pressione
assurda,
fuori dal comune!
" Non ti preoccupare, non ho intenzione di
romperli. Però sarebbe poco divertente se tu ricordassi
tutto
subito, no? In fin dei conti siamo solo all'inizio. Mi divertirei di
più se ricordassi tutto alla fine, quando il tempo
è agli
sgoccioli. " Un ghigno beffardo si materializzò sul volto.
In
quel preciso istante, seppur annebbiato dal potere esercitato da quel
mostro, Bakugo riuscì a ritrovare un momento di
lucidità. Non ci
aveva fatto caso, in un primo momento, ma quando quel bastardo gli si
era avvicinato, l'aveva notato. Al collo portava una catenina con un
ciondolo. Un ciondolo a forma di piuma. Il ciondolo che LUI
le aveva regalato per il suo compleanno.
Riscosso dalla rabbia,
colpì il mostro con una potente esplosione.
Il
cuore le sussultò. Per un attimo, era riuscito a sentirlo.
Come se
fosse stato sempre accanto a lei... Per quanto si era ripromessa di
non piangere, non riuscì a trattenere le lacrime. Questa
volta,
però, erano lacrime di gioia.
Katsuki,
il tuo pensiero mi ha raggiunta!
Angolo
dell'autrice
Ed eccoci all'ottavo capitolo della storia! I
sentimenti di tutti sono
molto intensi in questa situazione
complicata... Ho dedicato parte del
capitolo a questo aspetto, che
ci tengo a non mettere in
secondo piano nonostante le cose da
raccontare siano tante.
Siete curiosi di sapere cosa succederà
nei prossimi capitoli?
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi
va. ^^
Un
abbraccio e un grande grazie a tutti per aver dedicato
tempo alla
mia storia. ^^
Black_Sparkle