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Autore: Black_Sparkle    18/05/2019    1 recensioni
Tu adori la cannella, a me non piace per niente. Però se fossero le tue labbra ad avere quel sapore... potrei anche amarla, la cannella.
Un disegno, un treno, una cicatrice a forma di mezzaluna. Pochi indizi per ricostruire quello che, per la polizia, sembrerebbe un rapimento in piena regola. Che cosa si nasconde dietro l'uomo con la cicatrice? Ma soprattutto, riuscirà Bakugou a salvare la sua amata? Impegnato in una lotta contro il tempo insieme ai suoi compagni di classe, farà di tutto per salvarla. Tutto.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ti sento!



Parte ottava- Il laboratorio


Si precipitarono a bordo delle autovetture di pattuglia. A sirene spiegate e lampeggianti accesi, Suzumoto e Miyami, con destrezza, sfrecciavano tra le altre vetture per raggiungere il prima possibile la loro destinazione. Si stavano confrontando con qualcosa di ancora sconosciuto, tuttavia era ben chiaro che non avevano tempo da perdere. Stavano lottando contro il tempo. Non era proprio il caso di andare per il sottile; Miyami ignorò i brontolii che si sollevarono dal retro della vettura per la sua guida spericolata.
Nell'altro veicolo, Suzumoto diede una rapida occhiata allo specchietto retrovisore per osservare il volto dei ragazzi che erano a bordo con lui. Cercavano di dissimulare il loro nervosismo guardando fuori dal finestrino o concentrando lo sguardo su un punto specifico, lasciandosi trasportare dalla corrente dei propri pensieri. Come biasimarli, erano ancora dei ragazzini, per giunta una loro cara amica era scomparsa da un giorno all'altro senza lasciare tracce. Per quel che potevano saperne loro, la situazione poteva essere ben peggiore del previsto... Nessuno aveva osato parlarne a voce alta, come se tenere per sé i pensieri ne scongiurasse l'avvenimento, ma probabilmente anche i ragazzini stavano prendendo coscienza della cruda realtà. Il pensiero della morte doveva esser sbocciato nelle loro menti. Si augurò che fosse così, in modo tale da evitare situazioni ancora più sgradevoli nel momento in cui questo argomento sarebbe stato affrontato. Per quanto fosse implicito, prima o poi avrebbe dovuto pronunciare quelle parole. Nonostante gli anni di esperienza, certe situazioni - fortunatamente - non erano all'ordine del giorno nonostante la malavita in circolazione, tuttavia non era mai facile rimanere completamente lucidi e distaccati quando le vittime erano bambini o ragazzini. Doveva mantenere la lucidità professionale che lo contraddistingueva il più a lungo possibile, soprattutto per essere una figura di riferimento per i ragazzi.

Per tutto il tragitto, Bakugo e Kirishima non proferirono parola. Il primo aveva lo sguardo incollato al finestrino, il secondo lanciava occhiate furtive in direzione dell'amico per accertarsi che stesse bene. A giudicare dallo sguardo assorto di Bakugo e dal modo in cui stringeva i pugni, conficcandosi le unghie nella carne, la sua mente doveva essere in balia di pensieri non proprio felici. Avrebbe voluto dirgli qualcosa o rivolgergli un sorriso rassicurante, ma non lo degnò neppure di uno sguardo. Optò per non interferire con i suoi pensieri; per quanto lui fosse molto preoccupato per l'amica, perché lo era davvero, chissà cosa doveva provare Bakugo visto i sentimenti che provava per Touka. Con lei nei dintorni, l'amico aveva una luce diversa. Rimaneva il solito scorbutico dalla lingua velenosa e tagliante, eppure nei suoi occhi vedeva una luce che non gli aveva mia visto prima. Non gli ci era voluto molto per capire la natura di quei sentimenti, e sebbene Bakugo avesse sempre risposto alle sue frecciatine sbraitando e insultandolo, non aveva mai negato le sue parole. Poteva solo immaginare quanto fosse tormentato in quel momento, soprattutto perché, da quel poco che Bakugo gli aveva raccontato, non le aveva mai detto nulla. Conoscendolo, si stava maledicendo per non aver detto qualche parola al momento giusto, o per non aver agito in un certo modo quando avrebbe voluto, per semplice timore di essere rifiutati o per puro orgoglio. La situazione non prometteva nulla di buono; sebbene fossero in alto mare, senza un colpevole contro il quale puntare il dito, il semplice fatto che ci fosse un conto alla rovescia, era sinonimo di funesti presagi. Come lo aveva capito lui, doveva averlo capito anche Bakugo; quelle unghie conficcate nella carne e quello sguardo inquieto e corrucciato che si dipinse sul suo volto, lasciavano intendere la gravità della situazione e la sua presa di coscienza. Non potendo fare momentaneamente nulla di concreto per Bakugo, chiuse gli occhi e sperò con tutto il cuore che la sua amica stesse bene.


Bakugo si era accorto, con la coda dell'occhio, degli sguardi insistenti di Kirishima. Sebbene l'amico fosse preoccupato per lui, era troppo concentrato sui suoi pensieri per distogliere lo sguardo. Era più che certo del fatto che Kirishima, con le sue occhiate, fosse riuscito a scorgere i suoi pensieri e , proprio per questo, cercava anche solo un contatto visivo con lui. Trovava inquietante il fatto che quel ragazzo gli fosse così amico da riuscire a leggergli dentro, d'altro canto era una gran fortuna non dover spiegare nulla ogni volta. Era una frana con le parole. Non era riuscito a ricordare nessun dettaglio significativo, e quella sensazione di vuoto continuava ad animarlo. C'era qualcosa di strano in quella faccenda. Sapeva di aver dimenticato qualcosa di fondamentale... ma cosa?! E soprattutto, come riportare alla luce quei ricordi? Decise di non arrovellarsi troppo su quel pensiero: al momento opportuno era sicuro che avrebbe ricordato. Probabilmente non era il momento giusto. Non dovendo essere interrogato si sentiva più sollevato; questa sua momentanea amnesia restava un suo piccolo segreto e si sentiva con la coscienza a posto per non aver reso il proprio interrogatorio un fallimento totale. Per giunta era stato così sveglio di riflessi da collegare il disegno-mappa ai quirk. Non era forse in grado di contribuire con i suoi preziosi ricordi, ma si sarebbe fatto in quattro per risolvere questa situazione di merda. Dal momento della sua scomparsa, aveva giurato a se stesso di ritrovarla. Ritrovarla,però, non bastava, e da aspirante hero qual'era, l'avrebbe salvata dal suo carceriere. E allora, forse...
"Forse" un cazzo.
Mai fino a quel momento si era sentito tanto coglione. Perché non era stato sincero con lei? Ok, le sue azioni parlavano chiaro, o almeno lui era convinto che fosse così... forse per lei non lo erano mai state. Perché l'avrebbe baciata se non avesse provato nulla? Era ovvio che quel bacio lasciasse intendere certi sentimenti! Ne era sempre stato convinto, fino a quel momento. Si stava mettendo in discussione. Per quanto non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, per lui il bacio era un gesto importante. Non era il tipo da baciare ragazze a caso per il semplice gusto di farlo e vantarsi con gli amici. Era un coglione sotto altri punti di vista, in ambito sentimentale si definiva un bravo ragazzo. Beh, a confronto di certe cose che aveva visto e sentito poteva definirsi tale. Non era mai stato un fanatico dell'amore, anzi, la sola parola lo ripugnava. Quante volte aveva preso per il culo Deku perché arrossiva vistosamente ogni volta che Faccia Tonda gli rivolgeva la parola, o si avvicinava troppo! Per lui certe cose erano semplicemente ridicole, non aveva tempo e nemmeno la voglia per interessarsi a cose del genere. Suo malgrado, dovette ammettere che una ragazza sola cambiò completamente il suo punto di vista. Non che si fosse trasformato in un romanticone sdolcinato, però... Gli piaceva la sua compagnia. Esteticamente la trovava bella, ma questo per lui contava relativamente; era oggettivamente una bella ragazza e poco centrava con i sentimentalismi. Nel giro di poco tempo, si era ritrovato capovolto e stravolto, come un vecchio straccio strizzato a dovere e poi abbandonato. Dovette mettere da parte il suo orgoglio per ammettere che era inutile prendersi in giro, per quanto considerasse l'amore inutile e il solo pensiero gli desse il voltastomaco, le cose erano decisamente cambiate. In sua compagnia provava tutto, fuorché voltastomaco.
Un pensiero poco romantico, ma sincero.
Mai come in quel momento avrebbe voluto averle detto la verità. Ovviamente sarebbe stato breve e conciso, molto schietto, senza troppi giri di parole e frasi stravolgenti da capogiro... lo avrebbe detto a modo suo. Probabilmente sarebbe stato patetico e fuori luogo, magari lei avrebbe riso per quella dichiarazione così assurda... Avrebbe dovuto dirglielo. Non tanto per cambiare la situazione tra loro due, quanto per poterle dare sicurezza. Farle sapere che non aveva motivo di dubitare di lui o sentirsi insicura, i suoi sentimenti per lei erano sinceri, seppur li esprimesse in modo inusuale. Soprattutto in un momento tragico come questo, si sarebbe fatta forza pensandolo. Era sicuro del fatto che, nonostante i numerosi dinieghi, fosse il tipo di ragazza che ama le cose sdolcinate. Lui dubitava di diventare una persona del genere, ma se quella semplice verità fosse riuscita a farla stare bene e sorridere... allora doveva dirglielo. Non l'avrebbe solo ritrovata e salvata, una volta per tutte avrebbe chiarito i suoi sentimenti. Senza lasciare niente in sospeso.



Suzumoto arrestò bruscamente la macchina. " Siamo giunti a destinazione. " Spense le sirene e balzò giù dall'auto, con un movimento scattante insolito per la sua mole.
La mappa li avevi guidati fino ad un laboratorio che Suzumoto conosceva bene; un tempo usato dai ricercatori a scopo benefico, era diventato luogo di contrabbandi clandestini e traffico di droga. Si era occupato lui stesso del caso. Quel laboratorio aveva poi chiuso i battenti, altri scienziati si erano rifiutati di lavorare in un luogo che era stato popolato da gente corrotta, così, a decisione unanime, era stato chiuso e abbandonato. A giudicare dalle condizioni dell'esterno, qualche vandalo si era divertito a far danno. Le pareti esterne erano imbrattate di scritte fatte con la bomboletta spray, molte delle quali erano lodi al villain Stain. Immondizia ammucchiata e sporcizia dilagante rendevano il luogo un posto veramente squallido. Non era più stato di ronda da quelle parti e, a giudicare dal degrado che aveva visto solo all'esterno, l'interno non prometteva uno spettacolo migliore.
L'entrata del laboratorio era chiusa da un catenaccio ormai ridotto al nulla, conferma del fatto che quel luogo veniva ancora utilizzato. Probabilmente nel peggiore dei modi. Il suo occhio cadde su una manciata di preservativi usati ammucchiati in un angolo. Semplicemente disgustoso. Dopo aver sistemato questa faccenda, si sarebbe incaricato di ridare dignità a quel luogo.
" Che schifo. " Takamura aveva seguito lo sguardo del capo e aveva scosso ripetutamente la testa per ciò che aveva visto. " In un luogo così malridotto come fa a venirti la voglia?
Suzumoto lo incenerì con lo sguardo. Non diede peso alle sue parole, evitando di replicare a riguardo. " Chissà se siamo stati così fortunati da trovare subito il posto giusto. Abbiamo ottenuto cinque risultati, non ho idea del perché ma non ci resta che scoprirlo. " Prese la ricestrasmittente e comunicò a Miyami l'arrivo a destinazione. " Qualsiasi cosa succeda, avvisami immediatamente. "Si rivolse ai ragazzi. " Non abbiamo la minima idea di quello che sta succedendo e contro chi stiamo lottando. Chiedo la vostra collaborazione in quanto futuri heroes, tuttavia ci tengo a precisare una questione. Non agite d'impulso. Nonostante possediate degli ottimi quirk, qui gestisco io la situazione. Non agite di testa vostra, aspettate miei ordini. Intesi?"
" Signor sì!" rispose Kirishima. Guardò l'amico e l'esortò a rispondere: " Non è vero, Bakugo? "
Ci fu un attimo di silenzio, poi rispose con un semplice segno d'assenso.
Suzumoto aprì la porta d'ingresso, pistola alla mano, seguito da Takamura e dai ragazzi. L'odore che permeava da quel luogo era disgustoso, un mix di urina, feci, sudore e sostanze non identificabili. Bakugo e Kirishima si coprirono istintivamente il naso.
" Come accoglienza niente male, oserei dire. " Suzumoto scostò con la scarpa una lattina che per poco non lo fece inciampare. Poiché l'interno era particolarmente buio, i poliziotti accesero le torce. Ne diedero due anche ai ragazzi.
" Posso creare luce con le mie esplosioni " disse Bakugo, rifiutando la torcia.
" Certo" rispose Suzumoto " tuttavia penso non sia il caso di far saltare in aria questo luogo, per quanto sia repellente. Forza, prendi. Conserva le tue esplosioni per altro. "
Illuminarono l'ambiente circostante e tutto ciò che videro furono accumuli di detriti, topi, e avanzi di cibo ormai putrefatto. Dal soffitto pendevano i vecchi ganci che venivano utilizzati quando il laboratorio era ancora in attività. I macchinari erano stati portati via al tempo della chiusura del luogo per evitare furti e atti di vandalismo. Qualche coperta era disseminata per terra e anche all'interno non mancavano i preservativi usati.
" Questo posto fatanto schifo. " Disse Takamura. " Sembra il luogo ideale per attività losche, non mi sorprenderei se trovassimo qualcosa. O qualcuno. "
" Indietro" intimò Suzumoto. Si ripararono dietro una serie di bidoni, all'interno dei quali nessuno aveva il coraggio di guardare cosa contenessero per il puzzo che emettevano. " Non siamo soli. "
Kirishima e Bakugo si tennero pronti per attivare la propria unicità, i sensi all'erta. Tuttavia non erano riusciti a percepire la presenza di qualcuno.
Suzumoto bisbigliò. " Non abbassate la guardia. Non abbiamo idea di con chi abbiamo a che fare. Potrebbe trattarsi anche solo di una persona qualunque. "
Suzumoto tenne salda la pistola in mano. Si alzò lentamente e uscì dal nascondiglio. Procedette da solo per un breve tratto, cercando di fare il minor rumore possibile. Aveva percepito la presenza di qualcuno in lontananza. Uscì di scatto dal nascondiglio che aveva trovato, un altro grosso tubo di cemento, e fece segno agli altri di raggiungerlo e illuminò con la torcia davanti a sé. Lo spettacolo che si presentò ai loro occhio era tanto disgustoso quanto il luogo in cui si trovavano.

La torcia illuminò un uomo sulla cinquantina, calvo, evidentemente sovrappeso. Sembrava ricoperto da uno strato di unto. Era stato bruscamente interrotto dal poliziotto mentre era intento a procurarsi piacere. Si coprì immediatamente con una coperta e, nudo come un verme, corse via farfugliando parole senza senso.
Bakugo e Kirishima non riuscirono a trattenere il proprio disgusto.
" Ma che cazzo, per fortuna non ho mangiato o avrei sboccato. " Bakugo scosse la testa per sottolineare il proprio disappunto.
" Sono d'accordo con te, ragazzo. " Anche Takamura era rimasto disgustato dalla scena. " Per fortuna nessuno di pericoloso" aggiunse. " Solo un maniaco che non ha un posto migliore dove andare."
I quattro continuarono la perlustrazione, cercando di dimenticare ciò che avevano visto, in quanto del tutto irrilevante. Il motivo per cui erano lì era un altro.
Suzumoto estrasse la trasmittente per comunicare con Miyami. Riferì poi al gruppo quanto si erano detti.
" Il laboratorio in cui si trovano Miyami e gli altri è nella norma. Un piccolo laboratorio in attività, gli operatori hanno scortato i ragazzi per permettere loro di fare dei controlli, anche se sono stati piuttosto vaghi sul motivo della perlustrazione. Al momento non hanno trovato nulla di strano. "
" Sono stati più fortunati di noi. Potrei morire qui dentro per quanto puzza questo posto! " Takamura tossì violentemente.
Mentre avanzavano nella penombra, la torcia illuminò nuovamente qualcuno. Era indubbiamente l'uomo di poco prima. Questa volta era sdraiato prono, con la testa rivolta verso destra. Se non fosse stato per tutto il sangue attorno al corpo, poteva sembrare semplicemente addormentato.
" Allerta! " Urlò Suzumoto. " Takamura, in posizione! " L'uomo si posizionò accanto a lui, scortandolo, mentre Suzumoto, dopo aver indossato dei guanti che portava sempre con sé, ispezionò il corpo.
" Si tratta dell'uomo che abbiamo sorpreso poco fa. Purtroppo è morto. " Ci fu un momento di silenzio.
" Quando è successo? Io non ho sentito niente! " Domandò Kirishima, ansioso. La vista del sangue gli diede il voltastomaco, ma da vero uomo doveva resistere a quello spettacolo raccapricciante. Non solo quel povero diavolo era morto, il suo volto si era completamente trasformato in una maschera di terrore, il che gli conferiva un aspetto demoniaco.
" Quello poco fa stava fin troppo bene, e ora è..." Bakugo non riuscì a terminare la frase. Cos'era accaduto in quei pochi minuti?
" Non c'è stato nessun rumore. Nessun segno di lotta sul corpo della vittima, nessun segno di arma da fuoco. Non ci sono ferite, eppure è immerso nel sangue. Ma questa faccia... è a dir poco inquietante. Non riesco a spiegarmi cosa possa essere successo. "
Takamura aveva recuperato una delle coperte abbandonate e la utilizzò per coprire il volto dell'uomo.
Con un cenno del capo, Suzumoto espresse il proprio apprezzamento per quel gesto. Si rivolse a Bakugo e Kirishima. " Tutta questa faccenda è assurda. Non solo la vostra amica è scomparsa, avete anche visto questo... " indicò il cadavere. " Siete in gamba, ragazzi. Spero di poter contare sul vostro aiuto nonostante quello che è successo."
" Non sarà certo questo a fermarci! " Gridò Bakugo. Nei suoi occhi lampeggiava la fiamma della sfida. Per quanto avessero assistito a quel brutto episodio, la priorità era salvare Touka.
" Conti su di noi! Sono sicuro che anche Midoriya e gli altri sono dello stesso parere. " Disse Kirishima.
Takamura li guardò compiaciuto. Non erano così male quei ragazzi.
" Non possiamo certo lasciare quest'uomo così... non ha nulla con sé, non potendo risalire al nome, posso solo fornire le generalità in centrale e sperare che qualcuno ne denunci la scomparsa. Datemi qualche minuto. Non abbassate la guardia, mi raccomando. "
I tre si guardarono intorno, pronti a ricevere un attacco. Takamura con pistola alla mano, Kirishima e Bakugo attivarono nuovamente la loro unicità. Erano tesissimi dopo aver visto le condizioni di quell'uomo.

Improvvisamente, dall'alto, caddero dei fogli. Numerosi fogli. Rimasero tutti inebetiti di fronte a quella scena, non sapendo bene che cosa aspettarsi. Kirishima prese in mano uno dei tanti fogli caduti e subito richiamò l'attenzione degli altri.
Nessuno di loro domandò cosa avessero tra le mani, la risposta era più che evidente. Erano dei disegni. Di Touka. Nel foglio che stringeva Kirishima, era ritratta una strana figura dalle fattezze mostruose. Perché quei fogli fossero caduti dal cielo e che nesso ci fosse con tutta la vicenda, era un mistero. Anche gli altri si misero a raccogliere i fogli, non sapendo bene cosa sperare di trovarvi. Indubbiamente erano dei bei disegni, si riconosceva un certo talento, ma i soggetti erano alquanto tristi e inquietanti.
Anche Bakugo raccolse da terra dei fogli. Il primo che gli capitò sotto-tiro lo rese di pietra. Non voleva credere a quello che i suoi occhi stavano guardando. Avrebbe voluto trovare un'altra spiegazione, un significato nascosto, ma la verità nuda e cruda era stata disegnata con tanta naturalezza e freddezza che il significato era immediato. E la vittima di quell'atrocità era proprio lei, Touka. Una Touka bambina che viene costretta da un uomo, un mostro, ad avere un rapporto. Si sentiva così furioso! Avrebbe voluto far saltare tutto in aria, fogli compresi.
" Vaffanculo! Vaffanculo! " Non riuscì a tenere a freno la lingua. " Se ti trovo, ti ammazzo con le mie mani, figlio di puttana. "
" Non credo proprio tu abbia le capacità per poterlo fare. "
Si voltarono tutti di scatto verso quella nuova voce. Davanti a loro apparve l'uomo con la cicatrice a forma di mezzaluna sul mento. Tra le mani stringeva una grossa clessidra. Quella figura non aveva niente di umano, seppur tentasse di ostentarlo. L'aura di malvagità e cattiveria che lo circondavano ammutolì tutti. I quattro cominciarono a sudare, le mani a tremare vistosamente. Stavano perdendo il controllo di loro stessi.
" Il mio Signore è un uomo molto potente. Tu, Bakugo Katsuki, non puoi fargli nulla. Così come tutti voi altri. " Puntò il dito pallido contro Bakugo. " Katsuki. Il tuo nome contiene il kanji di " vittoria ". Divertente, no? " Rise, compiaciuto della situazione creata. " Se avete raggiungo questo luogo, è solo grazie a me. O meglio, il mio Signore ha in mente un progetto interessante, e mi ha concesso di prenderne parte. Cosa ve ne pare dell'idea della mappa? Un giochino interessante. Spero sia stato di vostro gradimento. "
Dal nulla si materializzò una tazza da the e una sedia. L'uomo si sedette, accavallò le gambe e in tutta tranquillità sorseggiò il suo the, mentre gli altri quattro si trovavano in un assurdo stato di paura e confusione.
" Il tempo scorre, miei cari amici. Volete trovare Touka, no? " Indicò la clessidra, la cui sabbia, lentamente, scandiva lo scorrere del tempo.
Si alzò di scatto e si avvicinò lentamente verso Bakugo. Il ragazzo non riusciva a muovere un muscolo. Il losco figuro estrasse una pallina azzurrognola, di uno strano materiale. " Qui dentro ci sono i ricordi che non hai più, caro Katsuki. " Il corpo di Bakugo si fece sempre più teso. Quell'uomo esercitava una pressione assurda, fuori dal comune!
" Non ti preoccupare, non ho intenzione di romperli. Però sarebbe poco divertente se tu ricordassi tutto subito, no? In fin dei conti siamo solo all'inizio. Mi divertirei di più se ricordassi tutto alla fine, quando il tempo è agli sgoccioli. " Un ghigno beffardo si materializzò sul volto.
In quel preciso istante, seppur annebbiato dal potere esercitato da quel mostro, Bakugo riuscì a ritrovare un momento di lucidità. Non ci aveva fatto caso, in un primo momento, ma quando quel bastardo gli si era avvicinato, l'aveva notato. Al collo portava una catenina con un ciondolo. Un ciondolo a forma di piuma. Il ciondolo che
LUI le aveva regalato per il suo compleanno.
Riscosso dalla rabbia, colpì il mostro con una potente esplosione.







Il cuore le sussultò. Per un attimo, era riuscito a sentirlo. Come se fosse stato sempre accanto a lei... Per quanto si era ripromessa di non piangere, non riuscì a trattenere le lacrime. Questa volta, però, erano lacrime di gioia.

Katsuki, il tuo pensiero mi ha raggiunta!



Angolo dell'autrice

Ed eccoci all'ottavo capitolo della storia! I sentimenti di tutti sono
molto intensi in questa situazione complicata... Ho dedicato parte del
capitolo a questo aspetto, che ci tengo a non mettere in
secondo piano nonostante le cose da raccontare siano tante.
Siete curiosi di sapere cosa succederà nei prossimi capitoli? 

Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. ^^
Un abbraccio e un grande grazie a tutti per aver dedicato
tempo alla mia storia. ^^
Black_Sparkle





   
 
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