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Autore: riccardoIII    19/05/2019    5 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, aveva vissuto anche brutti momenti.

Sirius apparve davanti a un vecchio magazzino nella zona del porto e non si fermò a riflettere; strinse la presa sul corpo privo di sensi di Dorcas e face pochi passi nell’oscurità.
-Hagrid!-
Dalle ombre emerse un uomo di dimensioni notevoli; sicuramente la mole e l’aspetto selvaggio conferitogli da barba e capelli aggrovigliati avrebbero allontanato la maggior parte delle persone che l’avessero incrociato nel vicolo più defilato e malfamato di Brighton, anche se Sirius dovette ammettere che l’ombrello rosa che reggeva nella grossa mano destra ammorbidiva un bel po’ la sua immagine da duro.
-Sirius, che cosa…-
-Prendila e portala da Pete, devo andare!-
-Ehi, no! Asp…-
Non si diede la pena di aspettare che finisse la frase; spinse più delicatamente che poté il corpo dell’Auror tra le enormi braccia del guardacaccia e si voltò; mezzo secondo dopo riapparve sul molo e prima ancora che riuscisse a orientarsi una bacchetta venne puntata al suo collo.
-Alza lentamente le mani e non fare movimenti bruschi-
Sforzandosi di non imprecare a voce alta e di dimenticare il dolore alla gamba per il tempo necessario a rimanere vivo, Sirius fece come gli era stato ordinato. Per prima cosa, avrebbe dovuto capire da che parte stava il tizio dietro di lui.
-Chi diavolo sei e che ci fai nel mezzo di una battaglia?-
Sirius deglutì, scandagliando con lo sguardo lo spazio attorno a lui in cui i duelli infuriavano all’impazzata; di Charlus non c’era nemmeno l’ombra.
Avrebbe dovuto rivelare la sua identità? E se dietro di lui ci fosse stato un Mangiamorte?
Prese un respiro e una decisione.
-Sono Sirius Black, sto cercando Charlus Potter. Ho un messaggio della massima urgenza da parte del Capo Auror Moody-
La pressione della bacchetta sulla sua giugulare si fece meno intensa.
-Sei il ragazzo che era coi Potter al funerale della signora Potter-
Il formicolio doloroso sulla pelle ustionata ed esposta della sua gamba sembrò aumentare; si impose di ingoiare il groppo che gli ostruiva la gola.
-Sì. Sono io-
Improvvisamente fu trascinato di lato e poi fu libero di muoversi; si voltò rapidamente, trovandosi riparato dai getti degli incantesimi grazie alla parete laterale del Pier. Di fronte a lui un uomo di mezza età con folti baffi castani e un mantello blu sulle spalle lo scrutava con le sopracciglia corrucciate; i suoi occhi azzurri rimasero fissi sulla gamba ustionata di Sirius per un secondo di troppo.
-Non avresti dovuto fidarti di me così facilmente. Se fossi stato un Mangiamorte?-
Sirius ghignò.
-Un Mangiamorte mi avrebbe colpito a vista, considerando che non ho un cappuccio in testa. Ha visto Charlus?-
L’uomo lanciò uno sguardo oltre la parete che li proteggeva, probabilmente per verificare come se la stessero cavando i suoi colleghi.
-No, non lo vedo da quando è iniziata. Tu non dovresti stare qui. C’è un sacco di gente in giro che non dovrebbe stare qui, in effetti-
Sirius si sforzò di reggere il suo sguardo.
-Gliel’ho detto, mi ha mandato qui il vostro capo con un messaggio urgente per…-
-Dillo a me, ci penserò io a recapitare il messaggio-
-Con tutto il rispetto, signore, ho ricevuto un ordine preciso e intendo rispettarlo-
Per un attimo ebbe l’impressione che l’Auror stesse per scoppiare a ridere.
-So che il capo può essere un po’… Intimidatorio, ma tu non sei tenuto a rispettare i suoi ordini. Non fai parte del corpo-
Senza una spiegazione plausibile, Sirius si sentì infastidito da quell’affermazione.
-Ho ricevuto un ordine e intendo portarlo a termine. Stiamo solo perdendo tempo, qui-
Dall’occhiataccia che ricevette Sirius comprese di essersi spinto un po’ troppo oltre nel campo “arroganza”, ma non aveva intenzione di rimangiarsi nulla. Dovevano essere passati almeno cinque minuti da quando Moody l’aveva salutato, doveva fare in fretta.
-Ragazzo, sei un civile in mezzo a una battaglia. Sei già stato ferito e…-
-Non può trattenermi. Non ne ha l’autorità, e a meno che non abbia intenzione di Schiantarmi non vedo come possa impedirmi di fare ciò che devo. E ora mi scusi, ma devo andare adesso-
Per qualche attimo Sirius ebbe la certezza che l’Auror l’avrebbe davvero Schiantato e lasciato lì fino a quando tutto fosse finito, ma poi l’uomo fece un passo di lato.
-Va’, allora. Cerca di non morire-
Sirius gli rivolse un piccolo sorriso.
-Lo farò, signore. Grazie-
L’altro annuì, poi insieme lasciarono il loro rifugio improvvisato e si buttarono nella mischia.
Sirius corse, corse più veloce che poteva, cercando di schivare i duellanti e gli incantesimi vaganti. Non aveva tempo per combattere, doveva trovare Charlus il più in fretta possibile. Raggiunse la strada davanti al molo e si rese conto che la manovra a tenaglia doveva aver funzionato, perché tutti gli scontri si erano concentrati proprio al Pier; ovunque guardasse c’erano mantelli blu che ondeggiavano e cappucci neri che schivavano. Vide Frank combattere contro un Mangiamorte insieme a un altro Auror che non conosceva, vide Caradoc e Dedalus e Fenwick e la Fawley impegnati in altrettanti duelli; vide corpi a terra, immobili come morti, e lo stomaco gli si strinse per il terrore. Continuò a correre per non essere colpito dagli incantesimi, senza una meta precisa, pregando di vedere Charlus da qualche parte, pregando che fosse in piedi a lottare appena un po’ più in là, appena oltre Edgar Bones che veniva colpito in pieno petto da un raggio giallo. Sirius non ebbe nemmeno il tempo di spostarsi prima di venire travolto dal corpo del compagno.
Rotolò sull’asfalto e con lui rotolò Edgar, che probabilmente aveva perso conoscenza perché sembrava una marionetta a cui avessero tagliato i fili. La pelle già ustionata della gamba di Sirius si lacerò, fragile com’era, quando tutti gli ottanta chili dell’Obliviatore la colpirono in pieno spaccandogli un osso; il dolore fu atroce. Sirius riuscì a non urlare soltanto mordendosi la lingua, ma si costrinse a mettere da parte quel supplizio per concentrarsi e prendere la mira sul bastardo che aveva causato la sua caduta. Il Mangiamorte si stava infatti avvicinando a loro, probabilmente per finire il lavoro, ma a quanto pareva era un po’ troppo sicuro di sé perché bastò un Impedimenta per spedirlo a terra. Prima che quello potesse riprendersi Sirius scaricò poco delicatamente il corpo di Bones sulla strada e indirizzò un incantesimo delle Pastoie al Mangiamorte proprio quando stava per rialzarsi, cosicché l’uomo rimase congelato in una posizione un po’ equivoca, ovvero col sedere per aria.
Lottando contro la nausea che le fitte alla gamba gli stavano provocando, Sirius si accertò che Edgar fosse vivo e sospirò di sollievo quando si accorse che era sveglio, anche se respirava a fatica.
-Edgar, hai visto Charlus? È importante-
L’uomo batté le palpebre, probabilmente per scacciare la confusione e il dolore, poi aprì la bocca a fatica.
-Era… Era proprio qui. Non so dove…-
-Ok, ok, tranquillo. Respira. Ora ti porto in un posto sicuro, va bene?-
L’uomo, che probabilmente aveva usato le sue ultime forze per rispondergli poco prima, fece un cenno col capo ma non disse nulla. Sirius prese un respiro profondo e si decise ad affrontare la situazione; abbassò lo sguardo sulla gamba e imprecò sonoramente quando vide che non solo era rotta: l’osso aveva perforato muscoli e pelle e ora sbucava in mezzo a quella che sembrava carne macinata sanguinolenta.
-Charlus! CHARLUS!-
Sapeva che era un’idea stupida, che di certo in mezzo a tutto quel frastuono nessuno l’avrebbe sentito, ma era stato istintivo; soltanto un modo per sfogare la frustrazione e la sofferenza. Non poteva andare da nessuna parte con Edgar in quello stato e, anche abbandonandolo lì, la sua gamba non avrebbe retto il suo peso per più di un minuto. Senza pensare a quanto sangue stava perdendo. Gli venne quasi da piangere per la sensazione di impotenza che lo stava soffocando.
-Sirius!-
Il sollievo che gli diede sentire quella voce terrorizzata fu incredibile; per una volta si sentì fortunato, nonostante la situazione in cui versava fosse oggettivamente ancora abbastanza tragica.
-Merlino, Sirius, cosa… Devi andare via!-
Le mani di Charlus si posarono sulle sue spalle con fermezza, cercando di sollevarlo dal terreno; nella sua voce aveva già colto un’insolita nota di panico, ma Sirius fu un po’ sconvolto quando vide la sua espressione mutare da preoccupata in orripilata nel constare lo stato in cui versava. Charlus stava per parlare di nuovo, lo sguardo ancora fisso sul sangue che macchiava l’asfalto, ma Sirius lo interruppe sul nascere.
-Ascolta, Charlus, non c’è tempo! Moody mi ha mandato qui!-
L’attenzione dell’uomo si spostò immediatamente dalla gamba maciullata al suo viso. Sirius scorse ancora la paura aleggiante nello sguardo di Charlus, dietro l’attenzione che le parole che aveva appena pronunciato avevano risvegliato. La nausea stava di nuovo per assalirlo, così Sirius fece un respiro profondo prima di riaprire bocca.
-È arrivato un Patronus a forma di lince. Questo è un diversivo, il vero obiettivo dell’attacco è il Primo Ministro babbano. Moody è andato lì, mi ha detto di riferirti che hai tu il comando qui e che ha bisogno di cinque Auror in Downing Street il prima possibile-
Man mano che le parole avevano raggiunto le sue orecchie, le sopracciglia di Charlus si erano corrugate fino a fargli assumere un cipiglio concentrato che metteva in risalto le rughe attorno alle labbra serrate e gli occhi ardenti di risoluzione.
-Molto bene. Ora io vado a eseguire i miei ordini e tu fili dritto a farti sistemare. Ce la fai a Smaterializzarti da solo?-
Sirius prese il braccio destro di Edgar, che ora aveva gli occhi chiusi, e se lo passò dietro il collo.
-Vado subito, fa un male cane. Cercherò di tornare appena mi avranno rimesso a posto-
Charlus gli lanciò uno sguardo di fuoco mentre lo aiutava a mettersi in piedi e caricarsi il peso di Bones sulle spalle. Fino a quando Sirius non l'aveva sollevato da terra, probabilmente l'Auror non si era nemmeno accorto della presenza del terzo uomo.
-Fatti curare e basta, Sirius. Questo è un ordine-
Se ne avesse avuto la forza Sirius avrebbe alzato gli occhi al cielo, ma al momento era troppo impegnato a tentare di non svenire per il dolore.
-Sissignore, signore-
Lo sguardo di rimprovero di Charlus lo raggiunse nonostante l’uomo fosse impegnato ad atterrare l’avversario di Remus, che gli indirizzò un cenno di gratitudine prima di impallidire alla vista dello stato in cui versava Sirius.
-Fai il bravo, figliolo; cercherò di raggiungerti il prima possibile-
Sirius strinse i denti e annuì; fortunatamente Moony era stato distratto dall’arrivo di un nuovo Mangiamorte, quindi non dovette trattenersi a dargli spiegazioni.
-Torna tutto intero, ok?- rispose a Charlus, il tono per una volta del tutto serio. L’uomo annuì e Sirius si affrettò a Smaterializzarsi prima di dire qualcosa di totalmente stupido.
Quando riapparve per un attimo fu certo di essersi Spaccato; il suo precario equilibrio non resse il peso di Edgar, che lo trascinò a terra con un mugugno di dolore. Dovette sforzarsi di non portare la mano a stringersi sulla gamba rotta: sapeva di non essere psicologicamente pronto a tastare la propria tibia. Chiuse gli occhi per cercare di controllare l’impulso di rigettare l’anima e miliardi di puntolini luminosi gli esplosero dietro le palpebre. Si sentiva la testa leggera e seppe di aver perso più sangue di quanto avesse creduto fino a quel momento; probabilmente era stata solo la tensione della battaglia a tenerlo in piedi e ora che il suo corpo lo credeva al sicuro riteneva superfluo farlo resistere per il tempo necessario a chiedere aiuto.
Cercò disperatamente di scuotere la spalla del suo compagno per svegliarlo, ma i suoi arti non gli rispondevano come avrebbero dovuto. Ci fu un istante, un brevissimo istante, in cui capì che stava per svenire. Poi, semplicemente, accadde.
 
La prima cosa che provò fu dolore, poi venne lo stordimento. Lentamente, tutti i suoi sensi ricominciarono a funzionare: le sue orecchie captarono un lieve brusio, i polpastrelli indagarono sulla superficie su cui era disteso. Ci mise qualche secondo a realizzare di essere adagiato su un lenzuolo e di avere una coperta addosso, cosa che gli fece dedurre di essere stato trovato e soccorso. Tirò un sospiro di sollievo e cercò di aprire gli occhi, ma gli ci volle un po’ per riuscire in quella difficile impresa.
La prima cosa che vide fu il soffitto grigio e macchiato di muffa della loro infermeria improvvisata; ruotò il capo verso sinistra, trovandosi a guardare il viso addormentato di Dorcas Meadowes. Tentò di sollevarsi, ma una mano ferma si posò istantaneamente sulla sua spalla destra, bloccandolo.
-Sta’ calmo, Sirius. Non puoi alzarti, sei troppo debole-
La voce di James gli parve terribilmente stanca, quindi si trattenne dal rifilargli una rispostaccia e si voltò. Prongs aveva un aspetto orribile.
-Hai un aspetto orribile-
James ghignò, e la fasciatura che gli avvolgeva metà testa si arricciò scoprendo un angolo di quella che sembrava una ferita profonda e purulenta.
-Sei tu quello che è rimasto svenuto per un paio d’ore, se non erro. Come ti senti?-
Sirius chiuse gli occhi e fece una ricognizione delle proprie sensazioni.
-Un po’ dolorante, ma considerato com’ero combinato mi sembra il minimo. Come stanno gli altri?-
Se l’occhio visibile di James non fosse stato mezzo chiuso, probabilmente vi avrebbe scorto un brillio divertito.
-Perché non mi stupisce che non mi abbia chiesto come stai tu?-
Sirius ammiccò.
-Mi sono solo rotto una gamba-
-Non era la stessa gamba che era stata bruciata, per caso? E non eri tu che Hagrid aveva ritrovato in mezzo alla strada in una pozza del suo stesso sangue, svenuto?-
-Bazzecole. Ora, il fatto che tu stia facendo lo spiritoso mi tranquillizza alquanto ma vorrei comunque sapere dove sono gli altri-
La porzione visibile della faccia di Prongs assunse un cipiglio serio.
-Remus è stato colpito da una Maledizione, la Vance si sta prendendo cura di lui; Lily sta abbastanza bene, a parte qualche livido, ed è rimasta lei con Moony. Peter sta sistemando i feriti meno gravi, è stato lui a fasciarmi perché pare che questo dannato taglio sia troppo esteso e non vuole metterci le mani, quindi mi toccherà aspettare che Caradoc finisca di curare Alice-
Un moto di sollievo piuttosto intenso invase il petto di Sirius.
-E Charlus?-
James distolse lo sguardo, ma solo per un attimo.
-Quando la battaglia è finita è corso da Moody insieme a Gideon, Frank e Fenwick; mi ha accennato quello che era accaduto e mi ha detto che ti avrei trovato qui. Era messo abbastanza bene, ma non abbiamo ancora avuto notizie-
Sirius chiuse gli occhi e sospirò, il sollievo svanito in un lampo. Sentì James prendere fiato per ricominciare a parlare, ma non avrebbe sopportato di sentirsi dire che avrebbe dovuto tranquillizzarsi.
-Com’è finita, quindi?-
Fortunatamente James non fece commenti sul rapido cambio di argomento e decise di assecondarlo.
-Non so fino a quando sei rimasto lì, ma comunque il nostro piano ha funzionato; siamo riusciti a concentrare il più dello scontro in un unico posto e i civili sono riusciti a mettersi in salvo. Be’, almeno la maggior parte di loro. Comunque, dall’arrivo dei rinforzi dal Ministero siamo stati praticamente in parità numerica. Tra parentesi, i tiratori scelti sono davvero fantastici! Erano capaci di stendere Mangiamorte a decine di metri di distanza, nel bel mezzo della mischia. Ci hanno dato una grossa mano.
Comunque, pochi di quelli che ho affrontato sapevano davvero il fatto loro e a quello che mi hanno detto gli altri anche loro hanno avuto poche difficoltà. Pare che la loro strategia fosse fare casino utilizzando chiunque fosse disposto a presentarsi qui, non si aspettavano che dovessero combattere fin dal principio con gente allenata a farlo. Tra la marmaglia c’erano un po’ di Mangiamorte veri, comunque, e sono stati loro a darci più problemi. Ci sono stati dei feriti gravi sia tra gli uomini del Ministero che tra i nostri, e per la cronaca tra i feriti gravi rientri anche tu-
Sirius agitò la mano destra in un gesto vago; James ghignò di nuovo.
-Non sappiamo ancora quanti feriti ci siano stati, né se tra loro ci sia qualche morto; la Forze Speciali se ne stanno occupando ora. Noi siamo tutti vivi, anche se alcuni un po’ malconci. Papà mi ha ordinato di trattenere tutti qui fino al suo arrivo con Moody e gli altri, così ci aggiorneranno sulla situazione e ci inventeremo una storia plausibile per la nostra presenza-
-Sì, ne abbiamo davvero bisogno. Mentre cercavo Charlus ho beccato un Auror che ha fatto un commento sulle persone che non dovrebbero trovarsi in mezzo a uno scontro; penso che stavolta non riusciremo a cavarcela facilmente. Anche se, a questo punto, non so nemmeno se ci serviranno davvero delle scuse-
James gli lanciò uno sguardo strano e Sirius gli fece cenno di avvicinarsi per poter sussurrare.
-Moody era con me quando è arrivato un Patronus per lui. Un Patronus che io non avevo mai visto prima, che lo informava di quello che stava succedendo a Downing Street. Secondo te chi può averlo mandato?-
Prongs deglutì.
-Credi che sia stato lui? La spia?-
Sirius tentò di fare spallucce, ma da sdraiato era un po’ complicato.
-Solo noi dell’Ordine usiamo i Patronus, e conosciamo tutti quelli dei nostri compagni per identificare il mittente. Tutti tranne il suo. E il messaggio diceva che lui avrebbe cercato di rallentare i Mangiamorte, quindi è piuttosto improbabile che non si siano accorti che stesse facendo il doppiogioco-
James sospirò e si strinse la testa con la mano destra; doveva fargli davvero male.
-Suppongo che non abbia molto senso fare ipotesi ora, tanto sapremo tutto a breve. Speriamo solo che si sbrighino a tornare-
-Sai, tra i babbani si usa dire “non fasciarsi la testa prima di rompersela” in questi casi, ma non credo sia adatto viste le tue condizioni-
Sirius sorrise all’indirizzo di Lily, appena arrivata al suo capezzale insieme a un Remus apparentemente del tutto ristabilito; entrambi sembravano sfiniti e la ragazza aveva una mano fasciata, ma sembravano stare bene tutto sommato.
-Quasi quasi mi piacevi di più quando eri meno simpatica, Evans- le rispose James con aria sarcastica, ma la presa ferrea con cui strinse la sua mano e lo sguardo caldo e protettivo che le riservò smontarono tutta la sua scenetta si superiorità. Remus, che si era sfortunatamente posizionato in modo da coprire la visuale di Sirius su Dorcas, ridacchiò sotto i baffi a quel siparietto.
-Come stai, Sir?-
Il tono di Lily era stato dolce e preoccupato e Sirius decise che avrebbe fatto la sua parte per alleggerire la tensione sulle spalle di tutti loro; mise su una finta espressione scocciata prima di rispondere.
-Avevo solo una gamba rotta! È lui quello che è stato colpito da una maledizione, non io! Perché lui può alzarsi e io no?!-
Come aveva immaginato, funzionò; Lily alzò gli occhi al cielo, ma le pieghe attorno alle sue labbra si erano addolcite.
-Emmeline ha sistemato Remus in dieci minuti, tu invece hai questa malaugurata abitudine di perdere litri di sangue ogni volta che metti il naso fuori di casa-
Sirius stava per rifilarle una seconda rispostaccia, questa volta realmente piccata, ma si bloccò; forse fu perché la preoccupazione e la notte insonne aveva lasciato tracce scure e profonde sul viso di Lily e sentiva che era un po’ colpa sua, o forse fu perché Remus gli ficcò in mano una bottiglietta di liquido denso e vischioso che lui conosceva piuttosto bene. E gli faceva anche abbastanza schifo.
-Davvero? Di nuovo Rimpolpasangue?- fece, storcendo il naso; Remus mise su la sua migliore occhiata da professore severo.
-Prendila, Sirius. Subito. O non potrai alzarti da quel letto per almeno una settimana-
-Va bene, va bene. Ma solo perché quest’odore di muffa mi sta uccidendo. Dov’è il nostro Pete?-
James si voltò, probabilmente cercandolo in un angolo della stanza.
-Al momento sta sistemando Juliet, che si rifiuta di lasciare Edgar. È diventato davvero bravo, no?-
-È un grande! Ci ha insegnato un sacco di roba in questi giorni, dovevi vedere come ti ha sistemato quando Hagrid ti ha portato dentro, Sirius!-
La voce allegra di Elijah li interruppe; il ragazzo sembrava stranamente eccitato per essere uno che aveva avuto a che fare con sangue e feriti per buona parte del suo martedì sera. Sirius si accorse che aveva tra le braccia una serie di fiale.
-Il Guaritore Dearborne è un tipo in gamba, l’altra invece è un po’ inquietante. Devo portarle queste prima di subito, o mi lancerà di nuovo quello sguardo terrificante. Mi ha raggelato-
Così com’era apparso, Elijah sparì lasciandosi dietro un po’ di sgomento.
-Questa cosa è parsa strana solo a me?-
La battuta di Sirius riuscì a far sciogliere un po’ l’alone di preoccupazione che li aveva circondati fino a quel momento: Lily scoppiò addirittura in una risatina nervosa, e James si stava evidentemente sforzando di non fare altrettanto; Remus scosse il capo e si morse le labbra, probabilmente perché non riteneva appropriato comportarsi come l’amica in un posto pieno di gente mezza morta.
-Ora, sul serio, mi prendete un cuscino per favore? Non ce la faccio più a stare sdraiato, fatemi almeno sedere-
Lily si sforzò di contenere i suoi singulti e agitò la bacchetta; immediatamente un paio di cuscini apparvero a mezz’aria e ricaddero sulla coperta. Remus e James aiutarono Sirius a sollevarsi con molta cautela e poi glieli sistemarono dietro la schiena; si sentì istantaneamente meglio.
Fu solo in quel momento, quando ebbe modo di guardarsi davvero attorno, che riuscì a valutare bene la situazione creatasi nel vecchio magazzino abbandonato.
La professoressa McGrannitt parlottava in un angolo accanto alla porta con la Fawley e Elphias Doge; erano tutti un po’ bruciacchiati e rattoppati, ma sembravano stare sostanzialmente bene. C’erano diverse barelle sparse per la grande e squallida stanza e cinque persone si affaccendavano attorno a esse, agitando bacchette e tirando fuori boccette piene di liquidi colorati dai posti più impensati. Juliet Felton se ne stava immobile accanto a Edgar, che era ancora addormentato; Alice era seduta su un lettino e sembrava essersi ripresa completamente perché chiacchierava a bassa voce con Podmore, che pareva illeso. Marlene era impegnata in un battibecco serrato con suo padre, che probabilmente stava cercando di convincerla a farlo alzare. A giudicare dal colorito terreo dell’uomo, però, Sirius era abbastanza convinto che se si fosse spostato sarebbe crollato sul pavimento all’istante. Dedalus Lux, nel letto più vicino a Sirius sul lato destro, doveva essere in stato confusionale perché aveva gli occhi puntati su una macchia di muffa a forma di bombetta e borbottava ininterrottamente.
-Ah, ben svegliato Sirius! Come ti senti?-
Caradoc aveva il braccio sinistro appeso al collo e un occhio pesto, ma sorrideva.
-Molto bene, e ho già preso la Rimpolpasangue. Sono a posto, no?-
Il Guaritore ammiccò.
-Né io né Emmeline ti abbiamo visitato, è stato Peter a occuparsi di te. Per quanto mi fidi di lui dopo aver visto quanto ci sa fare con tagli e ossa rotte, mi sentirei più tranquillo se ti visitassi io stesso. Mi hanno riferito che eri messo davvero male-
Sirius lanciò uno sguardo indagatore intorno a sé e capì subito chi aveva fatto la spia.
-Non prendertela con me, ora! Papà era terrorizzato quando mi ha detto cos’era successo!-
Caradoc sghignazzò e rispose a Prongs, mentre si avvicinava a Sirius per scoprirgli la gamba.
-Oh, non preoccuparti James, quando avrò finito con lui mi occuperò anche della tua testa. Peter era molto agitato a riguardo-
-Ehi! Chi mi ha tolto i pantaloni?!-
-Tra le urla e la vista della tua nudità deduco di essere morta e finita all’inferno, Black-
La voce di Dorcas era parsa debole e soffocata, ma indubbiamente sarcastica come al solito; Sirius fu colpito da una vertigine per la velocità con cui si era voltato verso di lei ed era così preso a studiare la sua espressione che non fu toccato nemmeno dalle risatine che i suoi amici stavano cercando di trattenere tra i denti.
-Oh, miss Meadowes, adesso capisco perché mi abbiano denudato; era per far risvegliare te!-
La velocità con cui l’Auror si sfilò il cuscino da sotto la testa per scagliarglielo contro fu tale che non riuscì a scansarlo.
-Via, Dorcas, ti sei appena ripresa. Cerca di stare buona per cinque minuti, devo ancora controllarti, e soffocare Sirius dopo che ti ha salvata non mi pare una cosa molto onorevole-
Evidentemente provata dal movimento brusco appena compiuto, la donna ricadde sulla barella emettendo un gemito. Sirius le lanciò un’occhiata trionfante prima di rivolgersi al suo Guaritore.
-Io trovo che la mia gamba sia perfetta come sempre, tu cosa ne pensi?-
 
Proprio mentre Caradoc era impegnato a esaminare con cura la gamba risanata di Sirius, la porta del magazzino si aprì; in quel momento Sirius capì perché la McGrannitt, la Fawaley e Doge si erano trattenuti proprio lì di fianco. Le loro bacchette furono puntate sull’ingresso in un lampo e non vennero abbassate quando i nuovi arrivati si fecero avanti con le mani alzate.
-Sono Alastor Moody, Auror e membro dell’Ordine della Fenice; il mio Patronus è un leone e una volta ho visto Gideon farsi sparire una chiappa-
Le armi furono abbassate immediatamente e Charlus si avvicinò a grandi passi sconnessi al letto di Sirius; non aveva più il suo bastone, e Sirius realizzò solo in quel momento che nemmeno quando si erano ritrovati nel bel mezzo della battaglia lo aveva.
-State tutti bene?- domandò l’uomo quando fu abbastanza vicino a loro, lo sguardo ancora segnato da un residuo di paura; Sirius si affrettò a sorridere per tranquillizzarlo mentre Caradoc lo lasciava finalmente in pace per occuparsi di Dorcas.
-Sto benissimo, mi hanno risistemato in un minuto e ho dormito fino a poco fa. A James devono ancora far tornare la faccia normale, ma noi siamo a posto-
Il viso di Charlus si rasserenò un po’, ma la vista della testa fasciata di James non dovette piacergli.
-Come mai non ti hanno ancora curato?-
-Papà, c’era gente messa molto peggio di me, qui. Posso aspettare, non mi fa nemmeno troppo male-
l’Auror alzò gli occhi al cielo in una mossa che avrebbe potuto benissimo significare: “Sì, certamente”.
-Signore e signori, so che siete tutti stanchi e molti di voi anche feriti, ma c’è qualcosa di cui abbiamo urgenza di parlarvi. Qualcosa che richiede la massima priorità-
La voce di Moody non era stata particolarmente alta, ma sicuramente imperiosa; gli uomini che erano entrati con lui e Charlus si erano dispersi per la stanza: Gideon e Fabian, entrambi un po’ acciaccati e zoppicanti, si erano diretti da Dorcas, Fenwick pareva illeso ed era rimasto a parlottare con la McGrannitt e Frank, ovviamente, era corso da Alice che l’aveva accolto con un grosso sospiro di sollievo e un sacco di premure per il suo naso rotto.
Sirius si chiese se Moody si fosse trattenuto perché era stanco come sembrava, o se avesse compreso che per un attimo avevano tutti bisogno di assicurarsi che i loro compagni fossero in salvo prima di dedicarsi alle brutte notizie. Tutti, comunque, si misero sull’attenti quando vennero richiamati all’ordine; perfino Dorcas insistette per mettersi seduta e Sirius sentì una punta di fastidio quando Gideon le mise una mano dietro la schiena per sostenerla con fin troppa naturalezza. Bastò che Moody aprisse la bocca, comunque, per captare di nuovo tutta la sua attenzione.
-Come avrete ormai capito, l’attacco a Brighton era una copertura per l’assassinio del Primo Ministro babbano. Siamo riusciti a salvarlo grazie al nostro infiltrato, che ha scoperto appena in tempo cosa sarebbe successo e ci ha avvertiti tempestivamente. Siamo arrivati a Downing Street prima che i Mangiamorte riuscissero ad abbattere le difese che avevamo posto in via precauzionale sulla sua abitazione, ma quella era gente esperta che ci ha dato filo da torcere e, considerando che i loro opponenti eravamo solo io e la spia… Be’, non è stato difficile capire che in realtà lui era dalla nostra parte-
Sirius fu stupito di vedere Moody prendere un respiro prima di continuare a parlare; doveva essere davvero sconvolto, e un Moody sconvolto non era una buona notizia per la loro causa.
-I rinforzi sono arrivati dopo qualche minuto, eravamo in due contro cinque e… Non sono riuscito a impedirlo. Uno di loro ha preso… Hanno catturato la nostra spia. Temo che abbiamo un grosso problema-
 
 
   
 
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