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Autore: Justice Gundam    19/05/2019    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 67 - Sacro e profano?

 

Con attenzione, Ortilla guardò il breve percorso ad ostacoli che Radomus e Gossip Gardevoir avevano preparato. Alcune pedane, un paio di anelli e una sbarra... per un Pokemon come il suo Bibarel, che si stava riscaldando picchiettando la coda sul pavimento, non era la cosa più semplice che si potesse fare, ma il suo Pokemon era convinto di potercela fare. "Okay, Bibby... te la senti? Credo che questo numero sia un po' difficile da eseguire."

Il Pokemon castoro ghignò, e il suo occhio destro luccicò, con una tale convinzione da sembrare addirittura comico! Un istante dopo, Bibby cominciò a correre verso il breve percorso ad ostacoli e si produsse in uno spettacolare attacco Rotolamento. Trasformato in una sorta di palla da bowling vivente, il buffo Pokemon Normale/Acqua saltò sulla prima pedana, e da lì balzò sulla seconda, e poi sulla terza...

"Okay, è il momento giusto!" esclamò Ortilla. "Adesso usa Maledizione, Bibarel!"

Senza mai smettere di rotolare, Bibarel si concentrò, e il suo corpo venne avvolto da una tenue aura violacea che durò per un paio di secondi prima di essere assorbita dalla sua pelliccia. Spiccando un salto più lento di prima, ma molto più preciso, Bibarel atterrò sulla quarta pedana.

"E adesso... Acquagetto! Massima potenza!"

All'ordie della giovanissima coordinatrice, Bibarel scattò in avanti, ricoperto da un'ondata di marea in miniatura, e attraversò con precisione incredibile i due anelli, proseguì il volo e colpì la sbarra di legno con tale precisione e potenza da spezzarla con un rumore secco, e spargere in giro frammenti di legno scheggiato! Con un volteggio in aria, Bibby atterrò sul pavimento a scacchiera e aprì le braccia in una posa dinamica, la coda ben dritta dietro di sè!

"Bibarel!" esclamò il Pokemon castoro, tirando il fiato dopo quella spettacolare ma impegnativa esibizione. Ortilla sorrise gioiosamente e cominciò ad applaudire al suo Pokemon.

"Bravissimo, Bibarel! E' stata un'esibizione favolosa!" affermò la bambina dai capelli turchini. Si avvicinò al suo Pokemon Normale/Acqua e si chinò accanto a lui per accarezzare la sua pelliccia folta e leggermente oliata. Il buffo castoro arruffò la pelliccia e chiuse gli occhi in un'espressione soddisfatta. "Bene... spero che sarà utile quando dovremo affrontare il Team Meteora o la Chiesa d'Alfa." 

"Biiib?" chiese il Pokemon castoro, ed Ortilla comprese che si stava riferendo ai suoi compagni di squadra.

La ragazzina dai capelli turchini volle subito tranquillizzarlo. "Va tutto bene, Bibby. Non ho intenzione di trascurare nessuno della mia squadra. La verità è che Alty è sempre stata ad un altro livello rispetto a Scrafy, Spindy... e anche rispetto a te." spiegò Ortilla. "Il che è anche normale, visto che siamo state compage molto più a lungo. Allenarmi con il signor Radomus e con Luna è servito proprio a colmare questo divario, almeno in parte."

"Spin, spin, spinda!" rispose il buffo Pokemon simile ad un panda rosso perennemente ubriaco. Raggiunse Ortilla e fece un paio di saltelli di gioia, applaudendo per esprimere la sua impazienza di mostrare cosa avesse imparato. Quell'ultimo numero con la combinazione di Strampadanza e Baraonda avrebbe lasciato ogni spettatore a bocca aperta... fosse esso un civile o un soldato del Team Meteora! Scraggy era appena dietro, e anche se la sua espressione non cambiava molto rispetto al suo solito ghigno, Ortilla riusciva a percepire che anche lui non vedeva l'ora di dimostrare di cosa fosse capace.

"So che siete preparati, ragazzi..." disse Ortilla, contenta di vedere che i suoi Pokemon erano così volonterosi. "Tra non molto, immagino che dovremo proseguire. I nostri compagni avranno bisogno del nostro aiuto per affrontare il Team Meteora, e anche se Elias è stato sconfitto, la Chiesa d'Alfa non resterà zitta."

"Anche così, vedo che hai allenato con diligenza i tuoi Pokemon, mia giovane amica." disse la voce chiara di Adrienn. Il giovanotto dai capelli bianchi era appena entrato da una delle porte della grande sala d'allenamento, accompagnato da un robusto Granbull, e il suo aspetto delicato e quasi femmineo era reso ancora più gradevole dal sorriso affabile che aveva sul viso. "Scusa se mi intrometto, Ortilla... da quando siamo tornati al Maniero Vanhanen, ho osservato con grande interesse gli stili di allenamento di tutti voi. Non ho visto molte gare di Pokemon, devo confessarlo... è un modo molto interessante di conoscere meglio i nostri Pokemon, e anche noi stessi, senza la furia delle battaglie di Pokemon tradizionali."

"Altar!" esclamò Alty. La graziosa Pokemon Drago/Volante si era appollaiata sul soffitto, e adesso era scesa giù, spiegando maestosamente le sue grandi ali, per posarsi vicino alla sua allenatrice e ai Pokemon che lei stava allenando. Guardò verso il Granbull di Adrienn e fece un inchino, subito imitata dal Pokemon simile ad un bulldog umanoide.

"In effetti, non mi sono mai sentita troppo portata per le battaglie di Pokemon..." ammise la bambina dai capelli turchini, e accarezzò sulla testa la sua Pokemon alata. "Mio zio Adriano... che buffo, avete quasi lo stesso nome... è l'attuale Campione della Lega di Hoenn, dopo che il signor Rocco Petri ha rinunciato al titolo, ma io non ho mai avuto un gran desiderio di far misurare i miei Pokemon in qualche battaglia. Così, abbiamo scelto, io ed Alty, di offrire un po' di spettacolo alla gente di Hoenn... e perchè no, anche di altre regioni. In fondo, anche questo è un modo di mettersi alla prova e di conoscere meglio i nostri Pokemon, non crede anche lei?"

"Bibarel!" affermò Bibby con un cenno della testa.

Adrienn strizzò un occhio in segno di intesa. "Non posso che dirmi d'accordo con te, mia giovane amica... e mi rincresce che tu sia stata coinvolta in questa storia." disse, sinceramente dispiaciuto per tutto quello in cui la ragazzina era rimasta coinvolta senza sapere nulla. "Sfortunatamente... il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa non si fermeranno di fronte a nulla pur di ottenere ciò che vogliono."

"Riportare Reborn al suo stato originario... quello che loro definiscono una terra sacra sotto il dominio della luce." intervenne la voce gentile di Luna. La biondina, accompagnata da Gossip Gardevoir e anche da Vera e dal suo Blaziken, era appena entrata da un'altra stanza. "Io... sinceramente non lo capisco. Non riesco ad immaginare un mondo in cui c'è soltanto luce. Come sarebbe una vita di questo genere? La luce... invade... abbaglia... non permette di vedere nulla se non lei stessa... quando sei immerso nella luce, tutto quello a cui riesci a pensare è... la luce. L'oscurità... l'oscurità è gentile. Permette di rilassarsi. Di raccogliere i pensieri, di riflettere. Forse le persone ne hanno paura perchè non hanno idea di cosa si nasconda in essa... forse è il bisogno di certezze che li spinge verso la luce?"

"Beh... io non sono una filosofa, Luna, ma immagino che la paura di quello che non si conosce sia una motivazione piuttosto forte..." rispose Vera con un sorrisetto imbarazzato. Luna era una bravissima ragazza, ma a volte era davvero strana. La bambina di Hoenn si schiarì la voce e si rivolse ad Ortilla. "Comunque, siamo venuti per dirvi che domani riprenderemo il viaggio. Il signor Radomus ha ricevuto un messaggio da miss Saphira, e pare che il Team Meteora sia concentrando le operazioni nella zona a nord di Reborn. Attorno alle città di Ametripoli, Labradorra e Calcedonia, per l'esattezza."

"Blaziken..." disse il Pokemon Fuoco/Lotta. Con una mano artigliata, prese la Blazikenite che indossava al collo, e la guardò con espressione intensa.

"Ah... capisco, Vera, immagino sia anche giusto che a questo punto togliamo il disturbo con il signor Radomus." rispose Ortilla. Scrafty, Spinda e Bibarel si misero tutti sull'attenti, ed Alty spiccò di nuovo il volo e si mantenne in sospensione accanto alla sua allenatrice. "Come... com'è andato il vostro allenamento, Vera? Sei riuscita finalmente a controllare la Mega Evoluzione di Blaziken?"

Vera e il suo starter si guardarono imbarazzati, e Blaziken strizzò un occhio in segno di costernazione. "Ecco... ancora non ci siamo proprio riusciti, però... devo ammettere che ci stiamo avvicinando ancora." rispose Vera, in tutta sincerità. "Purtroppo la Mega Evoluzione non è una cosa così semplice da ottenere. Stiamo... stiamo entrando in un altro mondo, uno in cui i POkemon combattono ad un livello che non ho mai visto prima. Faccio ancora fatica a credere che poteri simili esistano... e pensare che ho visto Arceus in persona da vicino."

Luna sgranò gli occhi incredula. "Hai davvero visto Arceus, il dio di tutti i Pokemon?" chiese la biondina. Per motivi che era facile indovinare, era allo stesso tempo incuriosita e spaventata. Cosa avrebbe detto Vera di Arceus? Era forse possibile che i rigidi ed intransigenti insegnamenti di suo padre fossero veri? "E... e... ehm... che tipo di persona... voglio dire, di Pokemon... è Arceus? Insomma... per quanto hai potuto vedere, si intende..."

L'espressione di Adrienn si fece seria. Il ragazzo dai capelli bianchi poteva immaginare quali emozioni si agitassero nell'animo della biondina...

Per fortuna, Vera provvide a tranquillizzare la sua nuova amica. Con un sorriso rassicurante, Vera provvide a dare un riassunto dell'incredibile avventura che aveva vissuto alle rovine di Sinjoh. "Arceus non è quello che la Chiesa d'Alfa dice di venerare, Luna... lui è il più grande di tutti i Pokemon, è un essere che rappresenta il bene e la giustizia, e non approverebbe di certo nel vedere la Chiesa d'Alfa che cerca di costringere tutti a pensarla come loro." affermò, con Blaziken che provvide a dire di sì con la testa. "Lui... ci ha aiutato quando stavamo combattendo contro un'altra organizzazione criminale che voleva dominare tutti i continenti dell'Est... e ha fatto in modo che tutti i danni che avevano fatto venissero riparati. Non è il giudice spietato che tuo padre pensa che sia."

L'espressione di Luna si sciolse in un sorriso sollevato e gioioso, e Gossip Gardevoir le fece un occhiolino. "Visto? Che ti avevo detto, mia cara Luna? Hai avuto ragione fin dall'inizio a non ascoltare le parole di tuo padre." la voce telepatica della Pokemon Psico/Folletto risuonò nelle menti dei presenti. "Non sarà certo il suo giudizio a cambiare quello che sei davvero - una ragazza dolce e gentile che comprende i sentimenti degli altri. Anche se... ogni tanto dici delle cose un po' stravaganti!"

Luna ridacchiò imbarazzata. "Lo so, a volte sono così strana..."

"Non è un male essere strani." continuò Ortilla. "Sapete quanto sarebbe noioso il mondo, se tutti ci comportassimo allo stesso modo e la pensassimo allo stesso modo?"

Adrienn fece a sua volta una breve risata, apprezzando il tentativo di alleviare un po' il clima che si respirava. "La Chiesa d'Alfa vuole che tutti siano devoti ad Arceus... e seguano senza discutere la loro definizione di giusto o sbagliato." spiegò. "Purtroppo, confuso com'ero dopo il salto temporale che ho fatto, non mi sono fermato a riflettere, e mi sono lasciato ingannare dalle loro parole. Mi dispiace per tutto quello che vi è capitato."

Blaziken alzò le spalle. Ormai era acqua passata.

"Non ti preoccupare, Adrienn. Non posso dire che non avrei fatto lo stesso in una situazione simile." rispose Vera. "Ad ogni modo, questo periodo che abbiamo passato con il signor Radomus è stato molto utile... ed interessante al tempo stesso! I nostri Pokemon sono diventati molto più forti... e abbiamo anche avuto modo di conoscerli meglio, vero, Blaziken?"

"Blaze!" rispose il fiero Pokemon Vampe, e fece il segno dell'okay con una mano artigliata.

"Speriamo che questo sia sufficiente ad affrontare quello che vi aspetta..." disse Gossip Gardevoir. "Non ho avuto la sfortuna di vedere questa Lin di persona, ma da come ne ho sentito parlare, quella donna mi dà l'impressione di essere un flagello."

"Il signor Adrienn aveva parlato di una misteriosa bambina che aveva visto di sfuggita poco dopo essere andato avanti nel tempo... che si tratti proprio di quella Lin?" si chiese Vera, ricordando quello che Laura aveva raccontato. "Lo so, è un'idea un po' campata in aria, ma... si sono viste cose più strane, in fondo."

Vera gettò un'occhiata al Mega Bracciale che indossava, e il suo pensiero andò, una volta di più, alla sensei Kiki che aveva lottato fino all'ultimo per proteggere i suoi allievi e l'intero popolo di Reborn City. "Sensei Kiki... non so se quello che stiamo facendo sarà sufficiente." riprese a pensare. "Ma... no, non devo pensarla in questo modo. Tutti stanno facendo del loro meglio per impedire a Lord Solaris e a quella donna diabolica di ottenere quello che vogliono. Non possiamo avere dubbi... per il Team Meteora, sarebbe un punto debole da sfruttare... e non avremmo seconde possibilità."

 

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Reborn City, quartiere Corallo.

La prigione di massima sicurezza situata nella periferia del quartiere, ben protetta da un alto muro di cemento grigio, filo spinato e numerosi fari che illuminavano anche nel bel mezzo dello smog di Reborn City, era considerato uno dei luoghi più sicuri della città... anche se, ora che la regione era sotto il controllo quasi totale del Team Meteora, non era più in uso. Solo di recente, con le sconfitte che l'organizzazione terrorista aveva subito grazie alla resistenza, era tornato in attività. Alcune agenti Jenny e alcuni poliziotti, aiutati da un piccolo gruppo di Growlithe, Herdier e Houndour, si erano occupati di rimetterla in attività... e i primi due prigionieri che erano stati rinchiusi lì dentro dopo la sua riapertura erano stati due personalità eccellenti, per così dire.

In quel momento, Padre Elias era seduto a gambe incrociate sul freddo pavimento della sua cella, assorto in meditazione. La sua cena - un piatto di riso in bianco, un po' di frutta e una bottiglietta di acqua minerale - giaceva accanto a lui, appena spiluccata. Per nulla intimorito o impressionato dalla sua prigionia, il gran sacerdote restava calmo... una calma dettata dalla certezza che, alla fine, tutto sarebbe volto a suo favore.

Quale predicatore di luce e giustizia non aveva avuto ostacoli? Quanti martiri avevano subito privazioni e soprusi pur di diffondere il messaggio di amore assoluto del sommo Arceus? Non erano forse stati mandati come Mareep in mezzo ad un branco di Mightyena? Così sarebbe stato anche per lui. Avrebbe sopportato, pregando il sommo Arceus di perdonare quei derelitti, perchè non sapevano quello che stavano facendo.

Nella cella vicina alla sua, Angela non stava prendendo la sua prigionia altrettanto bene. Non stava più lottando contro le sbarre che la tenevano confinata in quella cella, e non stava più gridando le sue promesse di vendetta e di dannazione eterna per gli "empi"... ma la sua rabbia era evidente mentre passeggiava su e giù per la sua angusta cella. La sua mente era un turbinio di domande - dov'era finito Pius, dov'era finito Bennett, quanto ci sarebbe voluto perchè Solaris organizzasse la loro fuga, quanto avrebbero resistito gli ignoranti di Reborn City prima di abbandonare la città e permettere alla terra di tornare quello che era una volta...

Eppure, mentre si sedeva sul suo giaciglio dopo mezz'ora passata a camminare di qua e di là, Angela si ritrovò a pensare a qualcos'altro. Già da qualche minuto, aveva l'impressione che qualcosa stesse parlando alla sua mente... una piccola voce, simile ad una bambina che sussurrava in mezzo ad una folla urlante... e adesso che si era seduta, quella voce si era fatta più forte, e Angela aveva la netta sensazione che stesse chiamando proprio lei.

Confusa e frustrata, la donna dai capelli verdini si mise una mano sulla fronte e strinse i denti, cercado di non ascoltarla. Lei era Angela, fedele servitrice della Chiesa d'Alfa e del sommo Arceus... il suo compito era quello di diffondere il verbo di Arceus, la sua fredda verità, in tutto il mondo, in modo che tutti i blasfemi e gli ignoranti fossero spazzati via. Non poteva perdere tempo con sensazioni e ripensamenti che avrebbero solamente interferito con la sua sacra missione.

Irritata, Angela cercò di riportare la sua mente alle lezioni di Padre Elias, alle ore passate a meditare per mondarsi dai suoi peccati e dalle tentazioni di questo mondo falso e pieno di bruttura. Di solito questo riusciva a rilassarla e a farla emergere ancora più determinata... ma per qualche motivo, in questo caso non stava avendo un gran successo. Anzi, quella dannata voce continuava a chiamarla... una voce che Angela, per qualche motivo, era sicura di aver già sentito da qualche parte...

"Anju... Anju..."

"Il mio nome non è Anju." sussurrò la donna tra sè. Quella sensazione di sconforto stava crescendo, e diventava sempre più opprimente, fino quasi a farla sentire febbricitante. "Io sono Angela, sacerdotessa e umile servitice del sommo Arceus, padre di tutti noi! Il mio compito... è far conoscere al mondo intero il suo amore infinito e la sua fredda verità!"

"Questa non sei tu... Anju, risvegliati..."

"Silenzio! Vade retro, Giratina!" sibilò Angela, a voce un po' più alta, e si afferrò la testa tra le mani per cercare di imporre il silenzio a quella diavoleria. "Smettila di tentarmi, di cercare di deviarmi dalla via della luce! Io seguo solo la rettitudine e la virtù! Non saranno le tue menzogne a sviarmi!"

Per un attimo, Angela non sentì più nulla, e tirò un sospiro di sollievo, immaginando che finalmente il maligno avesse deciso di desistere. Ma non durò a lungo - un dolore lancinante esplose nella testa della sacerdotessa, che stringe rabbiosamente i denti e si gettò sul letto, agitandosi  scalciando furiosamente nel vano tentativo di scacciare quelle illusioni!

"Aaaaaaargh! Lasciami! Ti ordino di lasciarmi!" esclamò, ormai incapace di tenere la voce bassa per il dolore...

...no, in realtà non era dolore. Non poteva dire esattamente che fosse dolore. Non provava sconforto dal punto di vista fisico... era una sensazione di oppressione e stress che Angela non riusciva a spiegare in poche parole, ma che si faceva sentire con sempre maggiore veemenza, al punto da darle la sensazione che la testa si stesse gonfiando! Angela strizzò gli occhi e cercò disperatamente di mandare via quell'oppresione, ma sembrava non esserci nulla da fare...

"Maestra Viviana, è questo quello che vuole dire?"

"Tutto è legato a questo... tutte le creature di questo mondo, umani, animali e Pokemon. Tutto fa parte di un ciclo infinito. Vita, morte e rinascita."

La voce gentile di una giovane donna riecheggiò nella mente di Angela, che si calmò, e per un attimo riuscì a vedere l'immagine semitrasparente di una giovane donna dai corti capelli viola, vestita interamente di bianco, e con un sorriso gentile sul volto. La sacerdotessa restò sbalordita per qualche secondo... non aveva mai visto quella donna, non aveva alcun ricordo di lei, eppure... in qualche modo, aveva l'impressione di averla già conosciuta.

No, non era solo questo... la sensazione era che in realtà, lei e quella donna fossero state molto amiche... ma com'era possibile? Non era nessuno che lei ricordasse, ed Angela si vantava di avere una buona memoria. Cosa stava succedendo...?

La strana sensazione si allontanò rapidamente com'era venuta. Angela sbattè gli occhi spaesata  mentre si metteva supina sul suo letto, lo sguardo fisso sullo spoglio soffitto della sua cella. Per quanto fosse la cella di una prigione, il letto non era poi così male... era abbastanza caldo e comodo... e questo permise ad Angela di rilassarsi per un istante e riflettere con calma su quello che aveva visto...

Eppure, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a ricordare nulla. Quella donna misteriosa... Viviana, era forse quello il suo nome? Comunque fosse, non le diceva nulla in quel momento. Allora perchè la sensazione di prima non la abbandonava?

Angela sospirò e cercò di rilassarsi. Questo era uno di quei casi in cui avrebbe davvero voluto poter parlare un po' con Padre Elias. Quello sì che sarebbe riuscito a calmarle i nervi, e forse, a dare una spiegazione a quello che stava accadendo...

 

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Il viaggio era stato abbastanza breve. Percorrendo un dedalo di passaggi sotterranei che una volta avevano fatto parte del progetto della metropolitana di Reborn City, Taka e un gruppo di uomini del Team Meteora, tra cui anche gli ormai soliti Astro ed Eclisse, erano arrivati in una delle zone più malfamate della città, il Settimo Distretto... una misera periferia dalle strade anguste ed oscure, gremita di gentaglia, delinquenti, teste matte e relitti della società. Non appena il giovane comandante del Team Meteora mise piede fuori dal covo, fu costretto a mettersi una mano davanti alla bocca a causa dello smog fittissimo - per un attimo, gli era sembrato che qualcuno gli avesse tirato della sabbia in faccia!

"Ugh... accidenti, non mi stupisce che nessuno sano di mente voglia vivere in questo bidone dei rifiuti a cielo aperto!" ansimò Taka, usando una mano per farsi aria mentre lo smog acido gli irritava gli occhi e la bocca. Si ritirò di qualche passo, e guardò in direzione delle reclute che erano con lui. "Okay... okay, gente, questo se non altro è un luogo sicuro per noi del Team Meteora. Cominciate a cercare tutte le informazioni che potete... dobbiamo essere sicuri di far uscire Elias ed Angela al primo tentativo, o le cose si complicheranno molto. In ogni caso, prima di agire, dobbiamo riunirci a fratello Pius e al novizio Bennett."

"Va bene, comandante Taka." affermò Astro con un'espressione illeggibile sul volto. Il giovane era riuscito a dare un'occhiata alle strade del Settimo Distretto, e questo gli aveva riportato alla mente dei ricordi che avrebbe preferito mantenere sepolti... la sua infanzia difficile sulle strade, una lotta per la sopravvivenza giorno dopo giorno...

"Trovo... un po' ironico quello che sta succedendo adesso." commentò Eclisse, gettando uno sguardo compassionevole verso Astro. Poteva immaginare quello che gli stava passando per la testa in quel momento... "Il Settimo Distretto è uno dei posti più pericolosi di Reborn City... eppure è anche uno dei pochi posti dell'attuale Reborn City in cui possiamo andare in giro senza rischi, ora che la resistenza sta guadagnando terreno. Insomma, è un po' come essere tornati a quando la nostra organizzazione doveva nascondersi alle autorità."

Apprezzando l'ironia della situazione, Taka rise di cuore. "Hahahaaa, hai ragione, Eclisse... sembra quasi di tornare indietro nel tempo, vero?" chiese retoricamente. "Heh... da una parte, non posso dire di non ammirare quei ragazzi della resistenza."

"Considerano noi del Team Meteora come dei terroristi e degli assassini, e non posso dire che non abbiano ragione." aggiunse nei suoi pensieri. "Ma... non importa, per adesso. La nostra missione attuale, per fortuna, non comporta nulla di così compromettente. Almeno in questa, voglio dimostrarmi degno di mio padre..."

"Allora, per adesso manteniamo un profilo basso." propose il ragazzo, aggiustandosi la sciarpa. "Quello che dobbiamo fare è prepararci ed organizzare un'evasione da manuale. Cercate di contattare quelli che ci devono dei favori, e non esitate a fare uso dei nascondigli che ci siamo lasciati dietro. Potrebbe esserci ancora qualcosa di utile da quelle parti. Astro, Eclisse... voi venite con me. Ho intenzione di fare visita ad una vecchia conoscenza del Team Meteora, e credo che potrà farci un favore molto importante."

"Sarebbe il massimo se potesse procurarci dei Pokemon un po' più forti, comandante Taka... non che non siamo affezionati ai nostri, per carità... ma se vogliamo tenere il passo con la resistenza, credo che ci serva un po' più di volume di fuoco." commentò Eclisse.

"Credo che potrà fornirci anche quelli. Per il giusto prezzo, si intende." fu la risposta di Taka, che approvò il pragmatismo della sua sottoposta. "Comunque, non abbiamo tanto tempo prima del rendez-vous con Pius e Bennett. Avete i vostri ordini, cercate di eseguirli al meglio delle vostre possibilità. Questo è quanto, per il momento. Vi contatterò non appena sarà il mmento di muoversi."

"Ricevuto, comandante Taka." risposero prontamente le reclute del Team Meteora, che uscirono con ordine dal nascondiglio e cominciarono a sparpargliarsi per le strade fumose del Settimo Distretto. Taka e i due comandanti di rango inferiore furono gli ultimi ad uscire sulla strada, coprendosi la bocca con le mani quando lo smog e il tanfo li colpirono dritti in faccia.

Le strade del settimo Distretto erano ancora peggio di come AStro le ricordasse. Rifiuti dappertutto, l'asfalto dissestato e ricoperto di pozzanghere e fango, e una fitta coltre di nebbia che ammantava le case fatiscenti, dando un aspetto spettrale a tutto il quartiere già malfamato di suo. Gli abitanti vagavano qua e là per le strade, come fantasmi senza meta, e ogni tanto qualche Pokemon un po' più resistete degli altri, di solito un Muk, un Trubbish o un Koffing, spuntava fuori dagli ammassi di rifiuti che giacevano dimenticati agli angoli delle vie. L'odore era pestilenziale, un misto di zolfo, marciume e fumo che avrebbe dato la nausea anche ai viaggiatori più navigati.

"Questo è quello che il Team Meteora sta cercando di eliminare... e al tempo stesso, quello che sta diffondendo." sussurrò tra sè Eclisse, senza farsi sentire da Astro o da Taka. "Ma... alla fine, ne varrà la pena, vero? Se... se tutto quello che abbiamo fatto non sarà mai accaduto..."

Eclisse decise che per il momento era meglio non disperdersi in tanti ragionamenti astratti e concentrarsi sulla missione che dovevano portare a termine. Padre Elias era un alleato troppo importante... senza di lui, non c'era la possibilità di fare assolutamente nulla. E sia lei che Astro avevano scommesso troppo sul progetto finale del Team Meteora per ritirarsi adesso...

"Seguitemi, ragazzi." disse Taka ai  due comandanti di rango inferiore, parlando come un vecchio amico che li voleva invitare a bere un caffè. "Ci sono un bel po' di trafficanti di pochi scrupoli da queste parti, ma quello di cui parlo io... beh, lui ha dei Pokemon molto forti ed affidabili. Sono sicuro che apprezzerete."

Astro ringraziò con un cenno del capo. "Finchè ci darà la possibilità di renderci utili alla causa del Team Meteora, sono sicuro che apprezzeremo, comandante Taka."

Il ragazzo ridacchiò, un po' imbarazzato dalla formalità che i suoi sottoposti gli usavano anche in quel momento. "Taka. Per adesso, almeno, chiamami solo Taka." si schermì. "Per adesso... facciamo semplicemente finta di essere un gruppo di amici che sono qui per fare i loro affari. Confesso che non mi dispiace, almeno per un po', sbarazzarmi di tutte queste sciocchezze di ranghi e posizioni."

Anche Astro ed Eclisse riuscono a fare una breve risata, malgrado la situazione. Tutti i comandanti del Team Meteora si erano guadagnati almeno il rispetto dei soldati, ma Taka era praticamente l'unico ad essersi guadagnato la loro amicizia. A volte dava l'impressone di essere un vecchio amico piuttosto che un superiore, e certo non faceva paura come Sirius, il Dr. Connal o Zel, nè suscitava antipatia come Blake. Sicuramente un carattere inaspettato ma gradito in una banda come il Team Meteora...

Con rinnovata determinazione, la ragazza si apprestò a intraprendere quella nuova missione, chiedendosi se sarebbe stato l'inzio del contrattacco per l'organizzazione... e se davvero sarebbe stata una buona cosa come Lord Solaris voleva convincerli.

 

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Shelly guardò con orgoglio i suoi Pokemon ragno, Spinarak e Joltik, che si gettavano sul cibo che lei aveva preparato.  Era stata una giornata impegnativa, con tutto l'allenamento che avevano fatto, ma adesso si sentivano tutti in gran forma e soddisfatti di quello che erano riusciti a fare... e adesso che stava scendendo la sera, la bambina dai capelli violetti e i suoi compagni artropodi si stavano prendendo tutto il tempo per rilassarsi. Volbeat e Yanmega erano appoggiati su un piano di roccia che siera formato sulla parete della caverna nella quale si erano rifugiati, e il Pokemon lucciola stava usando la sua coda luminosa per fare un po' di luce al resto della squadra.  Un po' più in parte rispetto al resto del gruppo si trovava il nuovo arrivato, Scyther, seduto su una pietra a meditare con le braccia-lame incrociate sul petto... mentre Beedrill montava la guardia vicino all'ingresso della grotta, e ogni tanto gettava un'occhiata al resto del gruppo per dire che non c'era nulla di cui preoccuparsi.

"Per adesso, sta andando bene... sinceramente, non me l'aspettavo." disse tra sè la piccola entomologa. "Non abbiamo incontrato nessuno del Team Meteora, e l'allenamento sta andando bene. Magari questo vuol dire soltanto che Lord Solaris e gli altri hanno delle questioni più importanti a cui pensare, ma in ogni caso... per adesso, possiamo stare tranquilli, vero, ragazzi?"

"Spinarak!" cinguettò il ragnetto verde con quella voce stranamente cristallina che era difficile immaginare da un Pokemon insettoide. Scyther aprì un occhio, distraendosi dalla sua meditazione giusto il tempo di fissare Shelly con espressione illeggibile.

"Vol volbeat!" affermò il Pokemon lucciola. Si voltò in direzione di Beedrill, che continuava a montare la guardia all'ingresso del loro rifugio. La vespa gigante alzò le spalle e si riparò sotto la volta della grotta quando si accorse che il cielo si stava coprendo di nuvole. Avrebbe cominciato a piovere entro breve, e probabilmente sarebbe stato meglio addentrarsi un po' di più nella caverna per ripararsi dal vento freddo.

"Beedrill?" chiese Beedrill, e fece un cenno verso l'esterno con uno dei pungiglioni posti delle braccia.

Shelly si massaggiò le spalle. In effetti, solo ora si accorgeva che si stava facendo freddino... "Lo so, Beedrill... non è proprio il tempo migliore che si possa trovare andando in giro per Reborn. "Spero che almeno ad Heather stia andando meglio."

"Jolt jolt..." commentò Joltik. Non aveva avuto modo di conoscere la migliore amica di Shelly, ma vedeva bene quanto la sua allenatrice tenesse a lei. "Joltik?"

Shelly sospirò e si abbracciò le ginocchia in un gesto di malinconia. "Ci siamo del tutto perse di vista, da quando abbiamo deciso di separarci per allenarci per conto nostro... capisco che Heather volesse diventare più forte, e anch'io lo voglio... a volte ho l'impressione che noi due siamo gli anelli più deboli della resistenza. Vera e gli altri si sono dimostrati degli alleati... e degli amici... così affidabili..."

"Yanmega..." rispose Yanmega. La libellula gigante si staccò dal suo trespolo e svolazzò verso la sua allenatrice, toccandola gentilmente con la testa e guadagnandosi in cambio una carezza sul fianco.

"Scusa, mi sono dispersa di nuovo..." rispose Shelly. "Quello che volevo dire... è che sono d'accordo con Heather che dobbiamo diventare più abili... e dobbiamo essere capaci di affrontare gli ufficiali del Team Meteora con le nostre forze... ma in certi momenti, come adesso, mi chiedo se non è stata una scelta troppo affrettata. Chissà che cosa direbbe Raffaello se glielo chiedessi... lui è sempre stato così preso dai suoi allenamenti per diventare un Capopalestra, che a volte mi sembrava che non avesse più tempo per nient'altro, neanche per me. Ma... alla fine, ho sempre avuto la sicurezza che avre potuto parlare con lui di qualsiasi cosa, e mi avrebbe dato il consiglio giusto. Chissà come va adesso ad Azalina... e chissà se gli manco..."

"Volbeat!" affermò Volbeat, il cui tono sembrava voler dire che Shelly non aveva motivo per dubitare che fosse così. Era sicuramente passato un po' di tempo da quanfo aveva lasciato Azalina per diventare un'allenatrice di Pokemon Coleottero abile come suo fratello, ma Volbeat era sicuro che nulla fosse cambiato da allora.

Scyther, soddisfatto del tempo che aveva passato a meditare, si alzò dalla sua posizione e si sgranchì le braccia. Adesso sarebbe dovuto essere il momento dei suoi trenta minuti di kata, ma... il Pokemon mantide decise che forse era meglio lasciar perdere, e rimandare a più tardi. Non aveva passato molto tempo con il resto del gruppo, fino a quel momento, e anche se all'inizio non era stato molto interessato a fare amicizia, adesso era incuriosito e desideroso di sapere un po' più su di loro.

"Scyther?" chiese la mantide religiosa, avvicinandosi al gruppo. Volbeat sembrò vagamente stupito, ma durò soltanto un attimo prima che il Pokemon lucciola facesse cenno a Scyther di farsi avanti, senza tanti complimenti.

"Ah... Scyther, vuoi sederti un po' anche tu con noi?" chiese Shelly, sentendosi già un po' più tranquilla. "Va bene... anzi, sarei anch'io molto contenta di conoscerti meglio... I miei Pokemon... sono tutti degli amici per me."

"Spinarak!" confermò Spinarak, prendendo fiato tra un boccone e l'altro. Ridendo e scherzando, mentre tutti stavano chiacchierando, lui e Joltik avevano già quasi vuotato la ciotola...

Con un pizzico di esitazione, Scyther si avvicinò e si sedette vicino al gruppetto di Pokemon. Joltik sollevò la testa dal suo lauto banchetto per strizzare alcuni dei suoi occhi - l'equivalente di un occhiolino per il buffo Pokemon Coleottero/Elettro. Doveva ammettere che l'idea di viaggiare assieme a loro sembrava addrittura divertente. Il divertimento non era una cosa che aveva considerato, quando aveva accettato di farsi catturare da Shelly. Aveva semplicemente pensato che avrebbe potuto aiutarlo a diventare un combattente più abile e a migliorarsi nell'arte della spada... ma se poteva viaggiare con un gruppo così interessante, tanto meglio.                        

    

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Alcuni giorni dopo...

Vera si stiracchiò, prendendo un bel respiro quando l'aria fresca dell'altopiano le accarezzò il viso. Erano passati diversi giorni da quando erano riusciti a sventare il piano della Chiesa d'Alfa ed Adrienn si era unito alla resistenza. In quei giorni, tutti avevano fatto del loro meglio per allenarsi e imparare quanto più potevano da Radomus, Luna e Gossip Gardevoir, con dei risultati notevoli. Adesso, erano in grado di far impegnare di più l'eccentrico maestro di scacchi, e anche Max, Hitomi ed Ortilla erano diventati degli allenatori molto più temibili. Purtroppo, Vera non era ancora riuscita a sbloccare la Mega Evoluzione di Blaziken... ma aveva l'impressione che ormai non fosse che questione di tempo.

"Bene... direi che è stato un periodo movimentato e molto interessante, ragazzi miei. Non dico di essere una persona particolarmente gregaria... ma la vostra compagnia è stata molto gradita, in particolare per la mia cara Luna." disse Radomus, mentre accompagnato da Luna, dall'Honchkrow Jubjub e dall'inseparabile Gossip Gardevoir, salutava il gruppo di amici. Radomus e Gossip Gardevoir strinsero la mano rispettivamente a Ritchie e a Sparky, mentre Luna salutava i due fratellini di Hoenn.

"E' vero... anche se abbiamo vissuto un po' di traversie, è stato molto bello conoscervi!" rispose la biondina, rivolgendo a Vera e a Max un sorriso gentile. "Vi auguro che la vostra strada, sia essa nella luce o nell'oscurità, vi porti a quello che state cercando!"

"Grazie, Luna... anche se preferisco camminare vedendo quello che mi sta davanti!" scherzò Vera.

Il Gardevoir di Max salutò la sua controparte femminile con un lento e sentito inchino, e Max annuì in segno di approvazione mentre tornava a rivolgersi ai suoi compagni. "E... adesso cosa farete, signor Adrienn? Mi pare di aver capito che volete tornare a Reborn City e dare una mano alla resistenza anche da quelle parti." disse al ragazzo dai capelli bianchi, che annuì senza esitare.

"Sì... adesso, grazie al signor Radomus, credo di essermi fatto una buona idea di quello che è accaduto in questi anni in cui sono stato assente." rispose Adrienn. Tirò fuori una Pokeball rosa e la guardò intensamente, con espressione pensierosa e quasi addolorata. "Padre Elias ha approfittato della mia confusione per convincermi a collaborare con i suoi folli piani, ma adesso mi rendo conto che avrei dovuto seguire quello che il mio cuore diceva essere la cosa giusta. E credo che adesso la cosa più giusta da fare... sia aiutare gli abitanti di Reborn City a ricostruire quello che hanno perso per colpa del Team Meteora."

"Ti consiglierei anche di contattare la signorina Saphira e le sue sorelle, non appena ne avrai la possibilità." rispose Radomus. "Adesso che hai ostacolato un piano del Team Meteora, sei diventato un bersaglio anche per loro. Non mi stupirebbe se provassero a reclutarti di nuovo... e quando scopriranno che in ogni caso non vuoi tornare da loro, faranno il possibile e l'impossibile per eliminarti."

"Va bene. Cercherò di parlare anche con la signorina Saphira per avere un aiuto." rispose Adrienn. "Nel frattempo... cercherò di contattare le autorità cittadine, ed organizzare un comitato per la ricostruzione di Reborn City. C'è molto da fare... e comunque, vedere che qualcuno si interessa alla ricostruzione darà sicuramente una mano al morale dei cittadini."

"Sono sicuro che andrà bene, Adrienn." lo rassicurò Ritchie.

"Per quanto riguarda noi... ci aveva suggerito di viaggiare verso ovest, in direzione di Agatipoli, giusto?" ripetè Ortilla. Hitomi annuì senza dire una parola, ricordando i discorsi che avevano fatto con Radomus e Luna.

La biondina disse di sì, e Jubjub emise un roco richiamo per esprimere il suo assenso. "E' proprio ad Agatipoli che sitrovano alcuni degli agenti più forti della resistenza. Vi consiglierei davvero di incontrarvi con Sansone e Celeste... anche con Terra, se riuscite a non impazzire dopo cinque minuti..." disse  Luna, e nell'ultima parte assunse un'espressione imbarazzata e si massaggiò la nuca,  con tanto di gocciolone di sudore lungo la tempia! Jubjub stesso scosse la testa al pensiero di Terra...

"Da come ne parlate... mi da l'impressione che questa... Terra... sia una persona molto particolare..." fu il commento di Drew. Luna ridacchiò imbarazzata, Gossip Gardevoir guardò da un'altra parte come per dire che non ne sapeva niente... e il buon vecchio Radomus alzò gli occhi al cielo in un'espressione di assoluta esasperazione.

"Diciamo semplicemente che la presenza di quella ragazza entro un raggio di... diciamo, una ventina di metri...  non è conduttiva alla salute mentale di qualsivoglia persona." rispose prontamente Radomus. "Detto questo, è una hacker di grande abilità, e ci ha spesso aiutati a scoprire alcuni piani del Team Meteora. Al momento, credo che lei, Sansone e Celeste stiano lavorando per scoprire dove si trova il quartier generale del Team Meteora, e nello stesso tempo... stanno usando il circo di Agatipoli per nascondere le loro attività."

"Sono convinta che molto presto... sarà il momento dello scontro decisivo con il Team Meteora, e allora si deciderà una volta per tutte il destino di Reborn." disse Luna. "Farò anch'io la mia parte per fare sì che il futuro del nostro mondo sia pieno di speranza. E vi auguro buona fortuna nel vostro viaggio."

"LO stesso vale per me." disse Adrienn. "Io farò in modo che Reborn City sia pronta alla battaglia decisiva, e che la possa vincere... non importa cosa il Team Meteora ci lancerà contro. Reborn City è la città in cui sono nato, il posto a me più caro, dove dimorano tutti i ricordi più belli della mia infanzia e della mia adolescenza. E anche in nome di questo, farò la mia parte perchè torni la città felice che era una volta."

"E quel giorno... saremo tutti insieme ad ammirarla, non è vero?" chiese retoricamente Htomi, che fino a quel momento non aveva parlato. La sua espressione distante si era addolcita per un po', mostrando un sorriso contenuto ma sincero. Max disse di sì con la testa a sua volta, e anche Ritchie e Sparky espressero la loro approvazione - il Pikachu con il ciuffo drizzò la coda, per dire che era pronto a tutto!

"Sì, ne sono convinta anch'io!" esclamò Ortilla, il volto deciso e le mani strettea pugno davanti a sè. "Verrà molto presto il giorno in cui Reborn City tornerà ad essere il gioiello che era!"

"Altaria!" esclamò Alty, e il Gardevoir di Max fluttuò in aria per un breve tratto e appoggiò una mano slla spalla del suo giovane allenatore per dimostrare la sua prontezza a difendere il suo amico fino alla fine...

 

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Taka guardò con una certa diffidenza le persone che si erano riunite al suo stesso tavolo, in una bettola di basso ordine in un edificio fatiscente del Settimo Distretto. Astro, Eclisse e i loro Pokemon erano accanto a lui, e il suo fedele Chatot svolazzava attorno a lui cercando di apparire annoiato... ma in realtà, stava tenendo d'occhio tutti i brutti ceffi che sedevano al tavolo con Taka, pronto ad intervenire nel caso qualcuno di essi avesse avuto cattive intenzioni.

"Molto bene... direi che ci siamo tutti, e qui possiamo parlare senza il rischio di indiscrezioni." affermò, dopo aver dato un'ultima occhata al tavolo e aver incrociato gli sguardi cupi ed avidi dei tipacci che avevano accettato l'invito del Team Meteora. Un tizio alto e magro con un orecchio spuntato, un punk con una cicatrice sulla guancia, un omone calvo e muscoloso con una benda sull'occhio destro... sembrava che a quel tavolo fosse riunita la più grande congregazione di malfattori e teppisti di Reborn City. "Il Team Meteora è disposto ad offrire a tutti voi una possibilità di migliorare le vostre posizioni e realizzare le vostre ambizioni nel nuovo mondo che stiamo creando." Mentre parlava così, Taka provò una sensazione di disgusto verso sè stesso - in tutta onestà, non poteva affermare che fosse convinto che il mondo che sarebbe venuto fuori da quell'assurda guerra sarebbe davvero stato migliore. Ma ancora una volta, lui cosa poteva fare? C'erano delle questioni in gioco su cui lui non aveva nessun controllo.

Se non altro,le sue parole sembrarono avere effetto su quel branco di ceffi da galera, uno dei quali sghignazzò soddisfatto mentre si passava uno stuzzicadenti tra gli incisivi. "Heh... quindi, non saremo più costretti a trascinare la nostra esistenza in questo buco puzzolente..." affermò il tizio pelato, aggiustandosi la giaca di cuoio con le borchie che a malapena copriva il suo torace muscoloso. "Suona interessante, ma come facciamo a sapere che non hai mentito?"

"E se dovessi avere mentito, allocco... sappi che ti infliggeremo una punizione terrificante!" replicò un tizio con i capelli a cresta dipinti di verde e diversi piercing su entrambe le orecchie. "Il temuto bungee jumping in mutande!"

La tavolata si sbellicò, esplodendo in una risata sguaiata e ad altissimo volume... e anche Taka, malgrado la situazione, si permise una breve risata divertita. "Quella... mi suona davvero come una punizione terribile e micidiale! Non vorrei mai essere sottoposto ad una simile tortura!" esclamò il giovane comandante del Team Meteora, ogni parola gravata di sarcasmo. Si schiarì la voce e  riprese il discorso, cercando di appellarsi agli interessi dei vari capibanda.   "Detto questo... il Team Meteora è più che disposto ad offrirvi una possibilità di rimettere in carreggiata le vostre vite, e lavorare assieme a noi per creare un mondo... più giusto e più equo. Ma per fare questo, abbiamo prima bisogno che vi ci facciate un favore."

La richiesta venne accolta abbastanza bene, tutto sommato. Nessuno di loro si aspettava che un'organizzazione come il Team Meteora facesse qualcosa per loro in cambio di nulla. "E va bene, se riteniamo che valga la pena di correre qualche rischio... vorrà dire che vi daremo una mano." rispose prontamente uno dei capibanda, tenendo al guinzaglio un feroce Houndoom. Il cane nero sbuffò e fece uscire una fiammella scarlatta dalle narici. "Ovviamente, dipende da quello che ci chiedete. Non siamo esattamente delle pedine con cui giocare."

"Potete stare tranquilli, signori. Abbiamo tuta l'intenzione di mantenere la nostra promessa." Astro promise in nome del suo superiore, sapendo che quanto diceva corrispondeva alla verità. "Molto bene.. quello che vi chiediamo non è cosa da poco, questo ve lo possiamo garantire."

Mentre gli aspiranti collaboratori del Team Meteora rivolgevano un'occhiata dubbiosa alle due guardie del corpo di Taka, Eclisse si schiarì la voce e cominciò a spiegare cosa volevano dire. "Immagino... che voi sappiate già del penitenziario riaperto da poco vicino al Quartere Corallo."

"E chi è che non lo sa? Sembra che di recente, i piedipiatti si siano decisi a fare piazza pulita di noie dei nostri alleati!" esclamò uno dei malfattori con voce roca. "Da quando la Banda Magma e la Banda Idro si sono sciolte, e i loro capi hanno cominciato a fare i boy-scout, le agenti Jenny e gli sbirri di Reborn City hanno ripreso a darci una caccia spietata."

Un altro capobanda giocherellò pericolosamente con un coltello e lo lanciò, facendolo piantare  a testa in giù su tavolo. "Non ci starete chiedendo di far uscire qualche galeotto da là dentro eh?"  

"Normalmente, sarei d'accordo nel dire che è una missione praticamente impossibile.” Rispose Taka, abilmente mascherando quel po' di nervosismo che provava. Stava cercando di trattare con gente molto pericolosa ed infida, e anche se non poteva dire di temerli nel caso avessero deciso di aggredirlo, il fallimento dei negoziati avrebbe comportato delle conseguenze molto negative per il Team Meteora… e soprattutto, suo padre ne sarebbe rimasto molto deluso. “Tuttavia, proprio per questo ho reclutato qualcuno che ci potrà assicurare il successo, se sarete abbastanza flessibili da accettare il suo supporto.”

“Hohohohoooo, abbiamo un duro da queste parti, eh?” sghignazzò un altro di quei criminali. “Scusate tanto se la cosa non mi impressiona più di tanto! E dove sarebbe questo duro, eh?”

Taka sospirò. “Sai, amico… io lo prenderei un po' più sul serio se fossi in te… è solo un consiglio, eh!” rispose con tono quasi svogliato. A quel punto, si era capito su che piano misurarsi con quei ladruncoli da quattro soldi. “Comunque, se siete davvero tanto desiderosi di conoscerlo… Fratello Pius, credo che sia il momento di dare una piccola dimostrazione a questi simpaticoni.”

“Certamente, signorino Taka. Sarà per me un piacere.”

La voce del sacerdote della Chiesa d'Alfa riecheggiò con forza ed autorità nella bettola… e immediatamente, l'atmosfera rilassata ed irrispettosa che regnava sovrana svanì, sostituita da una tensione fittissima e da un senso di allarme. L'ospite di Taka non si era ancora fatto vedere, eppure tutti riuscivano a sentire la sua voce!

“Ma… ma che diamine…” balbettò il tizio muscoloso con un occhio solo. “Che… che sta succedendo qui? Da dove viene questa voce?”

“Cos'è questa, una stregoneria?” domandò il tizio con i capelli a cresta, cercando di sembrare minaccioso malgrado la paura e prendendo una Pokeball dalla cintura. “Se… se è così, allora mostrati e combatti da uomo!”

“Non c'è bisogno di chiederlo. Non ho bisogno di nascondermi a voi.” Rispose la voce di Pius con tutta calma. Si sentì un suono basso e riecheggiante, come uno squillo di trombe smorzato da un muro, e un lieve odore di incenso sovrastò la puzza di fumo della bettola, e un attimo dopo, due figure apparvero accanto a Taka – il sacerdote stesso, con addosso il suo elegante abito talare; e il suo nuovo allievo Bennett, che si teneva accanto a Pius osservando il gruppo di fuorilegge con espressione indagatrice. Ogni traccia di paura era scomparsa dell'espressione del ragazzo, malgrado fosse circondato da gentaglia della peggior risma.

“I miei omaggi.” si presentò Pius... e la combinazione di calma, autorità e sicurezza con cui stava ponendo davanti a quei malviventi ebbe l’effetto di spaventarli e lasciarli esterrefatti. Alcuni si fecero avanti, cercando di apparire minacciosi, ma per il sacerdote non era difficile vedere l’inquietudine dei loro volti. “Non temete, poiché io non vengo qui ad offrire una punizione, quanto piuttosto un’opportunità di redenzione. Il sommo Arceus, padre di tutti noi, ama tutte le sue creature, e vuole permettere anche a voi di avere un posto nel nuovo mondo che stiamo cercando di creare.”

“Che... che cosa? E... e chi ha chiesto niente?” esclamò spaventato uno dei bulletti. “Non... non abbiamo chiesto noi di avere una... possibilità di redenzione, come dici tu, pazzoide!”

Bennett si aggiustò gli occhiali. “Noi siamo soltanto preoccupati per la salvezza delle vostre anime.” affermò il giovane iniziato. “La strada che avete scelto conduce soltanto alla perdizione.”

“Posso comprendere che molti di voi abbiano iniziato a percorrere questa brutta strada a causa di un’infanzia difficile.” continuò Pius. “Ma non è una ragione che vi esonera dalle conseguenze delle vostre azioni. Noi della Chiesa d’Alfa siamo qui ora, per offrirvi la possibilità di cambiare e dare un senso alle vostre vite. Noi siamo preoccupati per le vostre anime immortali. E il sommo Arceus non è un padrone crudele, che desidera la sofferenza delle sue creature. Per questo, vuole aiutarvi a cambiare vita. Essere mortali significa commettere errori, sbagliare e perdere la via, ma il sommo Arceus sarà sempre lì a guidarvi di nuovo verso la luce.”

Quegli avanzi di galera, improvvisamente ammansiti ed ammutoliti, sembravano non sapere cosa fare. Se da una parte avevano la razionale certezza di essere molto più numerosi... dall’altra, c’era qualcosa nelle parole, nel modo di fare, nella stessa persona di Pius che li faceva sentire come un branco di bambini spaventati. Era qualcosa di difficile da spiegare... non era una cosa che potesse essere spiegata a parole... ma era una sensazione opprimente che il sacerdote, molto semplicemente, fosse qualcosa di lontano ed irraggiungibile!

“Vi consiglierei tuttavia di accettare questa opportunità che vi sto offrendo.” continuò Pius, mentre attorno al suo corpo brillava un’aura dorata che lo rendeva ancora più inquietante agli occhi dei malviventi... e anche di Taka e delle sue guardie del corpo. “Restate sulla via dell’oscurità e del peccato come state facendo ora, e non avremo altra scelta che lasciarvi lì.”

Come per dimostrare che non era una minaccia vuota, Pius alzò una mano... e, come spinte da una mano invisibile, numerose sedie, tavoli e pezzi di arredamento si spostarono da dov’erano, e diverse finestre andarono in frantumi, sparpagliando pezzi per la sala fumosa con un inquietante rumore! Alcuni dei criminali si sentirono mancare la sedia sotto le natiche e caddero goffamente a terra, mentre altri clienti venivano presi dal panico e tagliavano la corda. Taka stesso, malgrado ciò che era abituato a vedere da Pius, restò sbalordito dai risultati.

Pius restò in silenzio ancora un po’, in modo che il terrorizzato uditorio potesse comprendere appieno cosa fosse accaduto... e finalmente parlò. 

"Allora? Qual è la vostra risposta?"               

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Beh, immagino che il titolo del capitolo adesso si spieghi... Certo, la Chiesa d'Alfa sta cercando alleati in posti davvero inusuali, ma sapete come si suol dire... la guerra crea strani compagni. Certo, Padre Elias non è un alleato a cui il Team Meteora è disposto a rinunciare tanto facilmente... e molto presto, anche Astro ed Eclisse avranno qualche nuovo Pokemon con cui dare non poco filo da torcere ai nostri eroi! E abbiamo visto qualcosa di nuovo anche sulla fanatica Angela... forse c'è qualcosa di più di quanto non sembri, dietro questo personaggio?

Si sta preparando una nuova fase della guerra con il Team Meteora. Qundi preparatevi, perchè non sarà un'impresa facile!    

Grazie a tutti per la cortese attenzione... e arrivederci a presto! :)

 

  
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