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Autore: rocchi68    19/05/2019    2 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Aveva aspettato pazientemente che lei si connettesse per oltre una settimana, ma nulla.
Quando ritornava a casa, accendeva il pc solo per vedere se lei era presente, restandone deluso e fissando lo schermo.
“Forse ho detto o fatto qualcosa che non va.” Credeva erroneamente, quando chiudeva, dopo pochi secondi, il computer, mettendosi a fare altro.
Ed era andato avanti così per molto tempo.
Sentiva che lei stava bene.
Ne aveva quasi la certezza, ma non sapeva il motivo per cui si ostinasse a restare fuori dal suo sito.
Era pronto a scommettere che quasi nessuno sapesse di quella faccenda.
Dopotutto l’utente 0021 non sembrava la tipica ragazza che faceva preoccupare gli altri. Lei era capace di ragionare senza farsi influenzare in alcun modo e non sembrava rassegnarsi dinanzi a qualche evento sfortunato.
Era questo che le invidiava.
Lui invece, cos’era?
Era sempre stato quello che non avrebbe voluto essere.
Non voleva essere il punto di riferimento per qualche sciroccato.
Non voleva aiutare le persone, quando loro avevano una vita migliore della sua.
Non desiderava diventare moderatore.
E invece il destino si era mosso diversamente. Come una madre che sceglie cos’è migliore per suo figlio, il destino gli aveva assegnato quell’obbligo.
La prima volta che aveva letto d’essere uno dei nuovi capi si era messo a fissare il soffitto color crema della sua stanza.
Si era chiesto quale maledizione avesse attirato su di sé per meritarsi quella roba. Già aveva poco tempo da spendere e in più doveva prestare aiuto a qualche soggetto dalla dubbia moralità.
All’inizio della sua avventura aveva fatto i conti con un 40enne reduce da un divorzio.
Come se lui sapesse qualcosa del vero amore e di come risolvere un problema così intricato.
Il suo istinto gli aveva consigliato d’avvertire l’idiota di turno, pregandolo di raccomandarsi a qualche sito d’incontri o a qualche psicologo che potesse aiutarlo.
Poi gli era capitato un medico che aveva alle spalle un’ottima carriera, ma che aveva sbagliato un intervento chirurgico, minando la salute di un paziente.
E anche in quel caso il moderatore era troppo giovane per capirci qualcosa. Divorzi, matrimoni, disgrazie…non l’avevano mai toccato da vicino.
Era un qualcosa su cui rifletteva distrattamente quando era intento a farsi il bagno e non era di certo un pensiero ricorrente, né tantomeno aveva intenzione che lo diventasse.
Se lui era il capo doveva, per il suo bene e per la sua salute, fregarsene altamente degli altri.
Doveva diventare un bastardo insensibile.
Qualsiasi cosa, anche la più rivoltante, gli scivolava addosso come se niente fosse.
Non era colpa sua se si era separato perché era stato beccato, durante una scappatella, da una consorte inferocita.
Non era colpa sua se la banca gli aveva pignorato la casa per affari sballati.
Non era colpa sua se era costretto al lastrico e se doveva mangiare con i barboni.
Non era colpa sua se i figli odiavano il padre perché troppo impegnato con i suoi viaggi d’affari.
E non era nemmeno colpa sua se il dottore aveva sbagliato intervento e ora era costretto a pagarne le conseguenze.
Lui poteva solo provare a essere nella loro situazione, anche se ogni soggetto che si avvicinava alla chat lo lasciava interdetto.
Era schifato dagli esseri che chiedevano consiglio e che respiravano la sua stessa aria. Avrebbe chiesto volentieri un ordine restrittivo per certi individui che non meritavano nemmeno di prestare il loro sangue a delle innocue zanzare.
Convinto che gli toccasse un altro idiota, anche quel pomeriggio aveva inserito i dati d’accesso.
Con l’ultimo caso risolto, quello di un lurido traditore, era convinto d’aver toccato il fondo.
Aveva passato qualche giorno sconcertato da quel pensiero, tanto da non aver nemmeno la forza d’entrare nel programma. Sperava che a random gli capitasse qualcosa di più leggero.
Un altro stupido idiota con problemi esistenziali lo avrebbe annientato totalmente.
Almeno non gli era capitato qualche assassino che gli chiedeva consiglio per non essere arrestato dalla polizia. Anche se sentiva che non sarebbero passati secoli, prima che qualche losco individuo lo minacciasse di morte pur di trovare un escamotage con cui perdere le tracce.
E invece il destino, di nuovo quel maledetto, aveva estratto per lui un numero leggero, quasi magico.
0021.
Il resto era stato un immenso colpo di fortuna.
Doveva risolvere i problemi di una ragazza che non sapeva come farsi degli amici.
Nel ripensare a ciò si ritrovò a ghignare appena.
Anche lui aveva lo stesso problema, anche se ormai era tardi per lamentarsi.
Non aveva più tempo per trovare qualcuno con cui condividere qualcosa. E con quello che aveva passato, poteva affrontare i problemi della ragazza con spensieratezza e con un’esperienza che non credeva di possedere.
Anche per quella serata non avrebbe avuto fortuna.
S’illudeva nell’indomani, sperando di non farsi troppo male.
 
Il moderatore non aveva mai creduto d’affezionarsi così a una persona.
Gli altri quando risolvevano i loro problemi, non si sforzavano mai in un complimento.
Notando che invece lei apprezzava i suoi sforzi, aveva trovato un motivo per non odiare eccessivamente quell’incarico.
E un semplice ringraziamento poteva smuoverlo più di quanto avesse mai fatto un obbligo in vita sua.
“Scusa.”
Quella sera, dopo quasi due settimane, trovò il suo messaggio.
Si ritrovò a sorridere e abbandonò subito i suoi programmi.
“Utente 0021, credevo fossi stata rapita dagli alieni.” Ribatté sarcastico.
“Non volevo stare tanto assente.”
“Non credere che le domande giornaliere si siano sommate tra loro: anche oggi hai diritto ad un solo quesito.”
“Credevo fossi felice di risentire la tua sciagura.” Digitò, facendolo sorridere.
“Ti regalerò una domanda bonus.”
“Che gentilezza.”
“Potevi avvertire che avevi intenzione d’andare in vacanza, almeno avrei trovato qualcosa di diverso da fare.”
“Non me lo aspettavo nemmeno io.” Riprese la giovane.
“Sicura di star bene?” Chiese il moderatore, facendo guadagnare la domanda bonus che le aveva promesso in precedenza.
“Sono stata impegnata con un progetto di scienze.”
“Immagino si tratti di uno di quelli dove si vincono coccarde e trofei di vario genere.”
“Solo i migliori in scienze della nostra scuola sono stati inseriti in graduatoria e doveva essere un lavoro di gruppo.”
“Di solito sono divertenti.” Le fece notare.
“Ero in mezzo ad una marea di sconosciuti e sono finita a far squadra con un mio compagno di classe.”
“Il meno peggio del gruppo.”
“Infatti.”
“Devo, quindi, supporre che tu sia rimasta assente per ultimare quel progetto.” Tentò, facendo sorridere Dawn che quasi si era dimenticata di quella mente brillante con cui stava dialogando.
“E a cercare di recuperare l’amicizia che avevo in sospeso con lui.”
“Ottimo lavoro.”
“Con quasi due settimane di collaborazione credo sia normale cercare di stringere amicizia.”
“Spero tu abbia risolto qualcosa.”
“Ho capito che mi stava lontano solo perché gli sembravo strana e quindi poco raccomandabile.” Riprese lei.
“A volte si sta lontani da alcune persone solo perché non ci fanno una bella impressione.”
“E tu cosa hai fatto durante questi giorni?” Domandò, spiazzandolo.
“Le solite cose.”
“Ricorda che devi rispondere alle mie domande.”
“Devo dire che mi mancava questo tuo carattere.”
“E quindi ti mancavo anch’io.” Digitò lei, facendolo sorridere.
“Almeno rendi interessanti queste giornate noiose che mi fanno compagnia.”
“Non ho ancora capito se studi o lavori.”
“Utente 0021, stai entrando nella mia sfera privata.” Le fece notare, senza tuttavia farle cambiare discorso e anzi spronandola a continuare.
“Credevo non avessi una vita privata.”
“Colpito e affondato.”
“Sii serio per una volta.” Lo pregò, facendolo annuire.
“Non mi hai ancora detto come vanno le cose con questo tuo nuovo amico.”
“Mi sembra che tu sia poco intenzionato a parlare della tua vita.”
“Possibilmente preferirei evitare.” Digitò lui, creandosi un alone di mistero.
“Userò la mia seconda domanda a riguardo.” Lo minacciò, sorridendo per quella possibilità.
“Non sono obbligato a risponderti.”
“Il regolamento dice diversamente.” Le fece notare la ragazza, copiando e incollando poco dopo l’articolo in questione.
“Che rottura.”
“A essere sinceri, Cameron aveva, grazie all’interesse e all’impegno di Mike e Zoey, già cambiato idea sul mio conto.”
“Una pubblicità positiva.”
“Non so cosa abbiano detto, ma ho notato che in molti mi guardano con occhi diversi.” Si rallegrò, credendo di non essere così lontana da creare un clima disteso vicino a sé.
Non voleva più essere evitata, presa in considerazione per ultima rispetto agli altri o essere fissata come se venisse da un altro pianeta.
“Cambi gli altri e anche il mondo che ti circonda cambierà.”
“Non credevo fosse così semplice.”
“Ti sembra semplice solo perché non hai trovato ancora alcun intoppo.”
“Non penso che esistano problemi in ciò.” Gli fece presente, senza convincerlo appieno.
“Se avessi voluto separare Mike da Zoey o se avessi informato quest’ultima del dialogo privato che hai avuto con il suo ragazzo, probabilmente sarebbe finita molto peggio.”
“Non ci avevo pensato.”
“I pensieri tristi sono sempre quelli meno considerati, ma non per questo inutili.”
“Forse hai ragione.”
“Ovvio che ho ragione. Sei fortunata ad avere un’amica come Zoey che ti sta aiutando a farti apprezzare. Se lei ti odiasse, per te sarebbe la fine.” Picchiettò lui.
“La mia classe mi allontanerebbe ancora di più.”
“Sei troppo minimalista.”
“Io…”
“Non sarebbe solo la tua classe a odiarti, ma l’intera scuola. Per i primi tempi ti additerebbero come una strega e verresti allontanata da tutti, in attesa che qualcuno si comporti peggio di te e che convogli verso di sé tutte queste bugie.”
“Tu sei un pessimista orribile.” Digitò nuovamente Dawn, senza trovare qualcosa con cui ribattere.
“Non conosco nessuno che sia uscito da una spirale così contorta.”
“Io allora sono fortunata.”
“Non immagini nemmeno quanto.”
“Anche se non credevo che i pettegolezzi fossero così orribili.” Sospirò lei.
“Le chiacchiere tendono a distruggere una persona e a farla sembrare un mostro.”
“Tu…”
“Conoscevo un tizio che era vittima di questi pettegolezzi e non ha fatto una bella fine. L’altezza, il peso, la crescita: sono tutti elementi che possono essere sfruttati per ferire qualcuno.”
“Già.”
“Io sono sempre stato sopra le parti e offese simili non mi hanno mai colpito o preso di mira. O forse è tipico del mio carattere ignorare certe provocazioni.”
“Però…”
“Non sempre si è fortunati, utente 0021.”
“Tu mi stai aiutando perché non vuoi che mi capiti la stessa cosa.” Tentò, facendolo sorridere appena.
“Tieniti stretta i legami che hai e che vuoi ricostruire: saranno i ricordi più belli della tua vita.”
“Tu…”
“Io, però, non ho ricordi positivi della mia gioventù.” Sospirò il moderatore, cercando di ricordare quell’orribile giorno di aprile che lo seguiva da una vita ormai.
Il sapere che, nonostante avesse dato il massimo, lui non era riuscito a sottrarlo da quella fine, lo rendeva infelice.
“Peccato.”
“Hai ancora una domanda da farmi, utente 0021.” Le ricordò, abbassando la testa e aspettando la vibrazione della chat.
“Prima vorrei dirti che ti sono grata di quello che fai per me.”
“Non occorre.”
“Invece sì. Mike, Zoey e Cameron sono tornati a essere miei amici solo grazie al tuo intervento.”
“Credo sia la prima o la seconda volta che qualcuno cerca di ringraziarmi.” Sorrise amaramente.
“Te lo meriti.”
“Fidati, utente 0021, se sapessi la verità, non diresti queste cose.”
“Sei stato tu a insegnarmi che certi segreti sono pesanti e non sono così belli come credi.” Riprese lei, facendolo annuire.
“Aspetto la tua domanda.”
“Tu hai detto che la tua vita non è stata facile, che hai vissuto molte esperienze negative e che non credi d’avere amici. Io non capisco come tu riesca a darmi simili consigli. A volte, quando leggo le tue parole, mi chiedo come tu faccia a conversare così tranquillamente, nonostante tutte le preoccupazioni che ti porti dentro. Credevo che la tua fosse una vita priva di senso, eppure riesci a resistere e a continuare. Cos’è che ti dà questa grande forza d’animo?” Domandò, spiazzandolo.
“Utente 0021: devo ricordarmi che sei una ficcanaso.”
“Hmm…”
“Devo onorare una promessa fatta a un amico di famiglia.”
“Io…”
“Ti parlavo di promesse, di chiacchiere e di ricordi…questo è quello peggiore.”
“Una promessa non può essere definita così.”
“Prima di salutarci, gli promisi, sotto sua richiesta, che mi sarei ricordato di lui e che avrei rispettato la sua volontà...qualunque essa fosse.”
“Tu…”
“Devo raccontare la sua storia ad altre persone per evitare che accada di nuovo.”
“Non capisco.”
“Quella mattina ero in ritardo e non dovevo.” Riprese, tirando un cazzotto alla sua scrivania e ferendosi la mano destra.
“È difficile seguirti, se parli così.”
“Lui non tornerà…sono passati troppi anni da allora.”
“Sei un pessimista orribile: te l’ho già detto.”
“Lui non tornerà perché è morto.”
“Morto?” Chiese Dawn preoccupata.
“Era stanco di quelle chiacchiere che tutti alimentavano. Io l’ho pregato d’ignorarle, ma lui non ne era capace.”
“Tu…”
“Non riusciva a scrollarsi di dosso quell’etichetta che gli avevano appiccicato e, nonostante lo difendessi, lo sostenessi e cercassi di renderlo partecipe delle varie discussioni, lui si allontanava sempre di più da me e dalla strada che stavo tracciando per lui…fino a quel giorno.”
“Io…”
“Il treno…sognavo di salirci sopra un giorno. Da quella data? Mai più.”
“Lui si è…”
“Suicidato alle 7 di una piovosa mattina.”
“Mi dispiace.”  Sussurrò lei, versando qualche lacrima e sfiorando lo schermo con le dita.
“Perfino il cielo sembrava piangere per quella morte inspiegabile che nessuno riusciva veramente a concepire a cuor leggero.”
“Ma…”
“La cosa che mi ha fatto più arrabbiare, anche alla luce dell’ambiente in cui stavamo, è stata l’ipocrisia dei nostri compagni. Loro dicevano d’averlo sempre difeso e protetto…menzogne solo per coprire la loro sporca coscienza.” Picchiettò, mettendoci tutta la rabbia che aveva in corpo e che si era risvegliata dopo tanti anni di placida calma.
“Mi dispiace.”
“Non è stata colpa tua…sono stato io a spingerlo a suicidarsi.”
“Non è vero.”
“Se non avessi ritardato, se non mi fossi fermato lungo la strada per comprarmi la merenda, lui sarebbe ancora vivo e non avrei mai visto la strada piena di macchine della polizia e di ambulanze, il suo corpo straziato e coperto dal telo su quei binari.”
“Voi…”
“Avevamo molti progetti e sogni. Volevamo girare il mondo, aprire una nostra agenzia privata, diventare i migliori nel nostro campo e divertirci il più possibile.”
“Però…”
“Il treno non ha mai voluto la mia vita, ma la sua…sì.” Sospirò il moderatore, cercando di recuperare la calma e di non fare mosse avventate.
Era proprio in simili situazioni che gli saliva il desiderio di punirsi per quella mancanza e per non averlo protetto e salvato dall’orribile mondo malato che, nero e maligno, si era cibato dei suoi sogni e delle sue speranze.
“Non dovresti deprimerti così.”
“È l’unica cosa che posso fare.” Sbuffò il moderatore.
“Non dovresti pensare a ciò che hai perso, ma a quello che hai ancora.”
“Io ho perso tutto: è questa la verità.”
“Non è vero.”
“E quando si perde tutto, poi non si ha più nulla da perdere e si può rischiare senza conseguenze.” Digitò, facendo riflettere la giovane.
“Tu hai ancora questo sito e tutto il resto.”
“Sono solo elementi virtuali che possono svanire in un secondo.”
“I miei ringraziamenti, però, resteranno per sempre.” Sorrise, spiazzando il moderatore.
“Fino a quando non riavrai la tua felicità.”
“Ti sbagli.”
“Utente 0021…è meglio se cambiamo discorso.” Picchiettò lui sulla tastiera, sperando di accantonare quei discorsi così pesanti.
“Mi sembra d’aver già usato la domanda giornaliera.”
“Dimentico spesso quanto tu sia astuta.”
“E non ci resta altro che parlarne domani.” Sorrise lei, facendo annuire la sua guida.
“D’accordo.”
“E ricorda di non scomparire come al tuo solito.” Riprese Dawn, facendolo sorridere e aspettando con calma che lui andasse offline.
 
Dopo aver chiuso il pc ed essersi distesa sul letto aveva ripensato a quelle parole.
Il suo moderatore non era l’individuo freddo e distaccato che credeva.
Anche lui aveva sofferto e Dawn avrebbe tanto voluto ricambiare il suo sostegno. Per fare ciò, però, doveva conoscerlo meglio.
E da quel poco che aveva ottenuto, lei sapeva che sarebbe stato molto complicato continuare.
Lui, probabilmente, si sarebbe chiuso a riccio e non avrebbe più fatto trapelare alcuna notizia sul suo conto.
Non perché non si fidasse di lei, ma solo per evitare di soffrire ancora.
Non avrebbe più raccontato nulla del suo passato e mai avrebbe fatto trapelare la sua vera identità con tutti i dati del caso.
Avrebbe sempre evitato domande troppo personali, a meno che non si trattasse di obblighi dettati dal regolamento.
Solo in quel caso avrebbe appoggiato le sue mani sulla tastiera.
Dawn intuendo questi pensieri, fin troppo elementari, aveva già steso una strategia infallibile.
Non sarebbe stata esime da rischi, ma doveva pur tentare per mettersi in pace la coscienza.
Venuta a sapere della vera identità del moderatore, lei avrebbe potuto agire con maggior convinzione.
Si accontentava di ben poco.
E poi sarebbe stata lei ad aiutarlo a uscire dal suo guscio.
Per fare ciò aveva bisogno di più notizie sul suo conto e pertanto doveva appellarsi a una figura precisa della sua scuola.
Qualcuno che nella sua classe era un autentico genio al computer e che poteva destreggiarsi senza problemi tra una moltitudine di programmi diversi.


















Angolo autore:

Ryuk: E ora chi sarà questo genio del computer?

Direi che è facilmente intuibile, dato che ho lasciato alcuni indizi in giro nei primissimi capitoli.
Per quanto riguarda la storia vedo che c'è un buon interesse e v'informo che tra un po' inizieranno i problemi belli tosti.
Per il resto in questa parte c'è il moderatore che si apre un po' troppo e veniamo a sapere che un suo amico di famiglia ci ha lasciato le penne.

Ryuk: Tra la malattia della madre di Zoey, il padre orco di Mike e questo conoscente del moderatore abbiamo iniziato con pesantezza fin dall'inizio.

Difficile dire se seguirò questa linea ancora a lungo o se cambierò qualcosina per non esagerare troppo.
Che altro dire?
Vi ringrazio per l'interesse, le recensioni e vi auguro una buona settimana.
Alla prossima!
   
 
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