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Autore: Shade Owl    19/05/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Si voltò lentamente a guardarla, senza togliere le mani dalle tasche, raddrizzando abbastanza la schiena da permetterle, anche a quella distanza, di distinguere bene i tratti del suo volto. L’occhio cieco, le cicatrici da taglio e da ustione, i segni della battaglia che aveva coinvolto entrambi.
Malgrado le ferite, non aveva perso quel suo sorriso beffardo e amaro insieme, quell’aria afflitta di chi ha visto molto e sa troppo con cui si era presentato a lei più di un anno prima.
Quando i loro sguardi si incrociarono, il suo sorriso si fece appena un po’ più ampio. Portò una mano al cappuccio e lo calò, mostrando i capelli ancora folti e neri, anche se più disordinati e più lunghi di quanto ricordasse, e parzialmente diradati sul lato destro della testa, dove le ustioni lo solcavano fino a consumargli anche parte dell’orecchio.
- Ciao, Orlaith.- disse Allwood.

Annie, che aveva fatto per inseguire Orlaith, si bloccò quasi subito sentendola gridare il nome di Allwood, mentre un brivido gelato le correva lungo la spina dorsale. Nella sua mente erano ancora vivide le immagini di un uomo coperto dal proprio sangue, la pelle lacerata da crepe lucenti e con un occhio solo che avanzava zoppicando, i muscoli tesi fino allo spasimo per il dolore e la rabbia, urlando cose folli contro Orlaith.
- David… vai a chiamare Nightmare! Vai, forza!- esclamò, spingendolo verso la porta.
- Cosa?- esclamò lui, confuso - Ma… hanno detto di non poterlo toccare!-
- Non m’importa! Muoviti, chiamali!- insisté lei - Vai!-
David esitò solo un attimo, poi corse via senza aggiungere niente. Annie si voltò e raggiunse subito Orlaith, prendendola per un braccio, sentendola tesa come una delle corde del suo violino.
In fondo al vicolo, oltre cumuli di spazzatura e macchie di umidità, c’era Allwood, sfigurato dalla precedente battaglia ma chiaramente vivo e vegeto.
- Ah, la tua amica.- disse, in tono tranquillo - Mi ricordo di lei… era a Tresckow. Mi gridò di lasciarti in pace.-
- Vale ancora, sai?- ringhiò Annie, facendo mezzo passo avanti.
Subito Orlaith la bloccò, spingendola di nuovo indietro, senza staccare gli occhi da Allwood con espressione incomprensibile. Sembrava un misto di paura, rabbia, sorpresa, felicità e qualcos’altro di meno definibile ma comunque intenso. Probabilmente le stava scoppiando il cervello.
- Sei… sei vivo…- mormorò.
Lui ridacchiò amaramente, abbassando lo sguardo.
- A malapena.- disse.
- Ti ho visto… entrare nel Cerchio collassato. Saresti dovuto...-
- Sì, lo so.- la anticipò Allwood, riportando lo sguardo su di lei - Ricordati che ho inventato io quel tipo di tecnica, so quali effetti provoca. Avrebbe dovuto disintegrarmi… e lo ha fatto.- scosse la testa, mentre il sorriso scivolava via rapidamente - Mi ha… dilaniato. Molecola per molecola, atomo per atomo. Non è stato divertente.-
- Te lo sei meritato, lo sai?- sbottò Annie.
- Annie, non provocarlo…- disse Orlaith in un sussurro.
Allwood, d’altra parte, non sembrava minimamente impensierito dalle sue parole. Anzi, non sembrava averle nemmeno sentite.
- A farmi più male è stato McGrath.- continuò, tornando a guardarla - Il suo tradimento… non pensavo che si sarebbe rivoltato contro di me. Che ti preferisse a me.-
- Non gli ho detto io di ucciderti. Lo ha deciso da solo.- gli ricordò Orlaith.
- Lo so.- annuì lui - Ma è stato ugualmente… spiacevole.-
Orlaith non commentò.
- Come sei sopravvissuto?- chiese - Se il Cerchio Magico ti ha davvero distrutto, perché…-
- Te lo avevo detto, no?- chiese lui, tornando a sorridere, rimettendo entrambe le mani in tasca - Avrei ucciso Vaněk e rubato i suoi poteri. Lui usava i suoi Homunculi come corpi sostitutivi… migrava in uno di loro ogni volta che qualcuno lo uccideva per ingannare la morte. Io li ho distrutti tutti, impedendogli di rifarlo, e così è morto davvero… e quando è successo ho rubato i suoi poteri come previsto.-
- Quindi è così che hai fatto?- chiese Annie - Sei migrato in un Homunculus?-
- Non è possibile… non c’erano Homunculi, non più… li avevamo uccisi tutti!- esclamò Orlaith.
- Quelli di Vaněk, certo.- rispose Jayden - Ma io ne avevo un altro, nascosto in città. Lo piazzai lì in segreto, quando litigammo, per tenerti d’occhio se fossi tornata a Tresckow. L’ho tenuto per sicurezza, ed è inutile dire che mi fu molto d’aiuto in quel frangente… anche se non ero completamente padrone della tecnica, ancora.- ammise.
Tornò a sfilare una mano dalla tasca, sfiorandosi la guancia butterata. Una smorfia gli increspò le labbra.
- Non sono riuscito a ricostruirmi come avrei dovuto. Ora sono costretto a rimanere così, almeno per adesso… e tu hai preso tutto il mio materiale magico, a casa mia. Non ho potuto rimediare come avrei voluto, ho ancora bisogno di alcuni giorni.-
- Oh, poverino...- grugnì una voce - Vieni, ti posso migliorare io.-
Keith le superò entrambe ad ampi passi, puntando contro Allwood uno dei suoi strani fucili.

Lo fronteggiò faccia a faccia senza battere ciglio, il dito sul grilletto e la sicura disinserita, ma Allwood non cambiò espressione e lo guardò dritto negli occhi, rimanendo piantato sulle due gambe lì dov’era. Nel suo volto non c’era traccia di paura.
- Ho appena finito di spiegare che posso migrare negli Homunculi per rigenerarmi.- osservò - Non ho certo paura di un’arma da fuoco. Specialmente sapendo che non mi spareresti mai.-
Keith sogghignò.
- Vuoi scommettere?-
- Il nostro comune amico mi ha detto che esistono delle leggi che te lo impediscono.- spiegò lo stregone, tranquillo - E che sono ben più ferree di quelle che, in passato, regolavano questo tipo di viaggi, se ho ben capito. Non mi puoi toccare se non cerco personalmente di ucciderti.-
Keith smise di sogghignare, accigliandosi. Dopo un momento abbassò il fucile e lo rimise nella fondina dietro la schiena, scocciato.
- Va bene, era una finta.- ammise - Per fortuna che qui con me c’è una Nativa che ha tutti i motivi di avercela a morte con te e il potere sufficiente a polverizzarti lì dove sei.-
Allwood ridacchiò, scuotendo la testa.
- Già… ho raddoppiato i miei poteri dall’ultimo scontro, ma forse è ancora lei la più forte.- concesse - Ma non mi attaccherà. Sarà troppo impegnata a litigare con te.-
Keith aggrottò la fronte e guardò Orlaith, che scosse lentamente la testa senza distogliere gli occhi da Jayden, confusa.
- Cosa?- chiese - Perché dovremmo litigare?-
Il suo sorriso si fece ancora più ampio, e fece per andarsene.
- Chiediglielo.- disse - Chiedigli dei tuoi poteri… di quello che non ti ho detto io. Dei Trascendenti, di quello che è accaduto all’ultimo di loro e del motivo per cui non esistono più.-
- Dei cosa?- chiese Annie.
Ma Allwood si limitò ad alzare una mano per salutare, zoppicando via.
- Ehi!- gridò Keith - Fermati, brutto pezzo di...-
Squittendo follemente, un topolino bianco uscì da dietro un bidone dell’immondizia per trasformarsi poi in un grosso felino simile a una tigre, ma dal manto candido tipico delle trasformazioni del Doplanker, che lo atterrò senza sforzo.
- Ka!- esclamò Keith, mentre Annie lanciava un grido terrorizzato.
Orlaith fece per aprire freneticamente la custodia del violino, e il Kolak allungò una mano verso il coltello da caccia che portava alla cintura, ma quasi subito il Doplanker si ritrasformò, diventando una colomba e volando via in un frullo d’ali.
- Ehi! Vigliacco di un mutante, torna qui!- sbottò Keith, mettendosi a sedere.
- Si può sapere chi è che grida?- sbottò qualcuno da una finestra.
- Oh, grande...- mormorò Orlaith.
- Andiamo via...- sbuffò Keith, alzandosi in piedi.
Lanciò uno sguardo versò il fondo del vicolo, ormai quasi totalmente immerso nell’ombra della sera incipiente. Non fu sorpreso di vedere che Allwood era sparito.

Incrociarono David proprio sulla soglia del palazzo, che usciva insieme a Nightmare, Rin e Nova, tutti visibilmente agitati. A quanto pareva, Keith era uscito da solo per fare una ricognizione dei dintorni, proprio per accertarsi che non ci fossero pericoli vicini al loro nascondiglio, e per questo era arrivato per primo.
Il produttore, d’altra parte, ci aveva messo tanto a chiamare aiuto perché non c’era l’ascensore e il gruppo si era rifugiato proprio al penultimo piano, che aveva dovuto raggiungere a forza di scale, facendo quasi dieci piani a piedi. Ora era visibilmente sudato, ansimante e stravolto, motivo per il quale scelsero di aspettare prima di tornare di sopra.
Dopotutto, come osservò anche Nova, ormai Allwood e il Doplanker sapevano dove si stavano rifugiando. Non sarebbe cambiato molto nascondendosi su un altro piano.
- State bene?- chiese Nightmare, mentre David si accasciava contro una parete scrostata, ancora sfiatato.
- Lo chiedi a loro?- grugnì Keith - Sono io quello che è stato atterrato da un gatto di trecentoventi chili, sai?-
- Sì, ma tu ci sei abituato.- rispose l’uomo - Allora?-
Orlaith annuì, inginocchiata accanto a David. Malgrado nella stanza ci fossero pochissime finestre, quasi tutte oscurate, ci vedeva comunque benissimo: il corpo di Nova, difatti, emetteva luce, come la protagonista del film Stardust. Fino a poco tempo prima la cosa l’avrebbe sorpresa, ma ormai…
- Sì, tutto a posto.- disse, rispondendo a Nightmare - Non voleva combattere.-
- No, sarebbe stato stupido.- concordò Rin, cingendo la vita di Keith con le braccia, da dietro di lui, in un gesto di sollevato affetto - In fondo se avesse voluto davvero provare a farti del male non avrebbe mandato solo quella creatura, stamattina. Avrà un altro piano, immagino.-
- L’ultima volta voleva solo i poteri di Vaněk.- disse Annie - Oggi, probabilmente, vorrà quelli di Orlaith.-
- No, gli basterebbe uccidermi come ha fatto con suo padre.- rispose lei, alzandosi in piedi - Lo farà solo se penserà di non avere scelta. Probabilmente cercherà prima di fare qualcos’altro, tipo di tirarmi dalla sua parte.-
- Perché dovrebbe?- chiese Nova, appoggiata alla parete a braccia conserte - Lo sa che lo odi a morte, no?-
- Io… è complicato.- rispose Orlaith, scuotendo la testa - Una parte di me gli vuole ancora bene.- ammise.
- Già… da quello che mi hanno raccontato i tuoi amici, la vostra è una storia piuttosto complessa.- commentò Nightmare, sedendosi su una cassa di legno vuota accanto alle scale - Ma ha saputo muoversi bene per molti secoli, da quello che ho capito. Avrà fatto questa mossa per un buon motivo. Cosa ti ha detto di preciso?-
Orlaith sospirò, mentre un nodo le si formava in gola.
- Che devo chiederti dei miei poteri.- disse - E dei Trascendenti.-
Nightmare non reagì a quelle parole, ma Rin si lasciò scappare uno sbuffo dal naso, affondando la bocca nella spalla di Keith. Gli altri rimasero totalmente impassibili, anche se abbassarono lo sguardo a terra.
- Cosa?- chiese David, smettendo per un momento di ansimare - Cosa sono i Trascendenti?-
- Li ha nominati Allwood.- spiegò Annie - Dice che c’entrano con alcune cose che non ha mai detto a Orlaith a proposito dei suoi poteri. Voi cosa sapete?- chiese, rivolgendosi anche lei a Nightmare - E come potete sapere qualcosa, se non siete di questa realtà?-
Nightmare alzò lo sguardo, piantando i suoi gelidi occhi di ghiaccio in quelli di Orlaith. Lei sostenne lo scambio senza battere ciglio, e le parve di percepire la sua smorfia malgrado l’elmetto che gli copriva la faccia.
- So molto su di te, in effetti.- ammise - Me ne sono reso conto mentre affrontavi quella cosa. Tuttavia devo chiederti di aspettare… è un argomento che preferirei affrontare quando avremo trovato il Doplanker e fermato il tuo vecchio nemico.-
- Perché?- chiese Orlaith, accigliandosi.
- Perché sei riluttante a usare i tuoi poteri. Ne hai paura, e onestamente adesso ne nutro un po’ anch’io.- rispose l’uomo, in tono cupo - Se dovessimo distrarci…-
- No.-
Nightmare esitò un momento, evidentemente sorpreso, guardandola mentre incrociava le braccia. Orlaith rafforzò la propria espressione, senza cedere terreno.
- Tutto il tempo che ho passato con Allwood è stato fatto di segreti e di bugie.- disse lei, serissima - Ho percepito che qualcosa non andava fin dall’inizio, ma gli ho concesso fiducia. Gli ho dato il beneficio del dubbio, ho voluto credere che stesse cercando di aiutarmi… e sappiamo com’è finita.- spiegò - Dopo quella volta ho giurato di non vivere mai più una situazione come quella.-
Si chinò e aprì la custodia del violino, estraendo lo strumento e mettendosi in posizione, l’archetto già sulle corde e le dita strette attorno alla tastiera. Vedendola così, Rin mollò di botto Keith, gli occhi sgranati, e Nova balzò in piedi, improvvisamente tesissima. Anche le pupille di Nightmare parvero dilatarsi appena.
- Parla.- ordinò - O giuro che ti tiro fuori la verità a suon di musica.-

Presto parleremo dei Trascendenti, quindi occhio alla prossima pubblicazione. Ringrazio come sempre John Spangler, Easter_huit, Old Fashioned, Roiben e Arianna96r, che mi stanno seguendo. A presto!

   
 
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