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Autore: Honest    20/05/2019    2 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Sono passati anni dall'ultimo aggiornamento di questa storia e, lo dico con sincerità, non so se ci sia ancora qualcuno interessato a leggerla o a scoprirne la conclusione.

Tuttavia, inaspettatamente, l'ispirazione per un nuovo capitolo è arrivata e ha portato con sè il desiderio di terminare quello che è stata per me Love Me Always. 

Spero di cuore che abbiate ancora la voglia di vivere con me le avventure di questi personaggi.

Buona lettura.
Honest

 



Oh, Love

Fece saltare con foga i primi tre bottoni della sua camicetta leggera, prese a baciarle il collo con la chiara intenzione di lasciare il segno, ed infilò le mani sotto il tessuto delicato che lo separava dal suo corpo, accarezzandole i seni morbidi, scossi da respiri affannati ed eccitati. Sentì le sue mani accarezzargli i capelli dietro la nuca e subito scendere per armeggiare con la lampo dei suoi pantaloni. La schiacciò ancora di più contro il muro e cercò di slacciarle il reggiseno, finendo con il farsi aiutare da lei, che alzò gli occhi al cielo con un sorriso, dopo aver fatto cadere a terra l'indumento. Diminuirono la distanza fra i loro corpi. Assaporarono il calore, il contatto, il piacere, quando riuscirono a liberarsi di una buona parte dei loro vestiti, trasformandoli in un ammasso informe gettato a terra. Un gemito gutturale uscì dalla gola di lei, mentre le loro bocche riuscivano finalmente a congiungersi e ad esplorarsi. Dopo poco la voglia di abbandonarsi completamente l'uno all'altra fu impossibile da sopportare, sfregarono a lungo i propri corpi fino a che, arrendendosi alla passione, il ragazzo si spinse dentro di lei senza delicatezza, senza cura ma solo con desiderio e bisogno. Furono sopraffatti entrambi dall'eccitazione e un mugolio simile alle fusa di una gatta riempì la stanza e lui, lasciando una scia umida di baci che partiva dalla scapola ed arrivava ai capezzoli, risalì per sussurrarle qualcosa all'orecchio, respirando il profumo dei suoi capelli e ricercando la sua mano per stringerla teneramente. La ragazza sorrise con un'espressione un po' stanca e si distese sul letto alle sue spalle, distendendo le braccia ed invitandolo a seguirla. Una volta stretti sotto le lenzuola aspettarono, forse troppo, prima di parlare.
- Devo farti arrabbiare più spesso. - commentò Duncan, spostandole le ciocche castane dal viso. Courtney non rispose, si limitò a contemplare il soffitto, chiedendosi se fosse il caso di affrontare l'argomento. Da quando era andata a prenderlo all'aeroporto il gelido silenzio che c'era stato fra loro, si era interrotto solo quando i suoi baci trascinanti lo avevano costretto a prenderla ripetutamente sul muro del suo appartamento, noncuranti del padre di Gwen ad appena pochi metri dalla loro stanza. Era stato meraviglioso, del resto lo era ogni volta, ma in quel particolare momento sfruttare la loro carica sessuale per impedire un eventuale litigio, era stata una mossa meschina anche per un avvocato.
Courtney si girò su un fianco, lasciando che Duncan la abbracciasse da dietro. Il suo respiro caldo sulla nuca, la fece rabbrividire. Era bello averlo di nuovo a casa, sentire accanto la solida presenza maschile del ragazzo. Non poteva credere alle follie che si erano susseguite in quei giorni, l’addio al nubilato, la telefonata da Las Vegas, il ritorno del padre di Gwen. Tutto quello stress la stava consumando, per non parlare del suo ruolo di damigella d’onore, un compito che stava assolvendo nel peggiore dei modi, a partire dal segreto che quei due idioti l’avevano costretta a mantenere. Quando Trent e Duncan avevano chiamato pensava che si trattasse di uno scherzo, non poteva credere che i due si fossero sposati, era furiosa. Si trattava dell’ennesimo problema che sarebbe toccato a lei risolvere. Duncan doveva ritenersi fortunato che la sua rabbia si fosse trasformata in una soddisfacente esperienza sessuale piuttosto che in un omicidio spietato. E pensare che, tecnicamente, lei era l’altra donna. Aveva appena fatto sesso con uomo sposato, non con lei.
Courtney voltò di poco la testa, spiando con la coda dell’occhio il ragazzo alle sue spalle.
- Non credo sia il momento giusto per addormentarsi. – lo redarguì lei categorica.
- Mi dispiace, è stato un viaggio lungo. – si giustificò il ragazzo, facendo scorrere le mani lungo il suo corpo nudo e caldo.
- Dobbiamo parlare di quello che avete fatto. Non so se riusciremo a rimediare in tempo per il matrimonio. – disse la ragazza, sollevandosi e mettendosi a sedere. Duncan, costretto a liberarla dal suo abbraccio, restò contrariato.
- Court, mi dispiace da morire. La situazione ci è sfuggita di mano. –
- Non ce la faccio a litigare con te, in questo momento. – concluse lei.
Il ragazzo si tirò su e le passò un braccio attorno alle spalle avvicinandola a sé, le loro labbra vicinissime.
- C’è qualcos’altro che potremmo fare. – bisbigliò Duncan, baciandole prima la guancia e poi il collo.
Courtney lo allontanò bruscamente, avvolse il proprio corpo nudo e vulnerabile con il lenzuolo e si diresse stizzita verso il bagno.
- Devo pensare a come risolvere questa dannata situazione. Manca poco al matrimonio di Gwen e non ho intenzione di rovinarglielo. – a pochi passi dall’uscita, lasciò cadere il lenzuolo.
- E, Duncan, non disfare la valigia. Dovremo tornare a Las Vegas. –
Duncan guardò inebriato il corpo perfetto della ragazza scomparire nel bagno, prima di massaggiarsi le tempie sfinito.
 

***

 
Tornare a casa per Trent era stato terribile. Aveva passato il viaggio in aereo in silenzio, con Duncan che lo guardava infuriato e aveva trascorso il viaggio in macchina ad evitare le occhiatacce di Courtney, l’unica che sperava potesse tirarli fuori da quell’incubo. Una volta arrivato al suo appartamento, Gwen gli era saltata al collo abbracciandolo e baciandolo con entusiasmo. Non aveva avuto ancora modo di raccontarle tutto, lei gli aveva impedito di raccontare qualunque cosa, ragguagliandolo sui fatti della settimana passata. A partire dall’incredibile ritorno di suo padre, cosa che l’aveva lasciata felice e allo stesso tempo confusa. Tuttavia rimaneva entusiasta all’idea di essere accompagnata all’altare da lui. Trent era stato capace solo di annuire e di supportarla altrettanto entusiasta, mentre beveva un bicchiere d’acqua in cucina.
Dopo quegli aggiornamenti si erano diretti in camera da letto, dove lui programmava di disfare la valigia e finalmente confessare del suo matrimonio con Duncan. Non appena ebbero varcato la soglia, Gwen non esitò a saltargli al collo, avida dei suoi baci e del suo contatto. Rimbalzarono sul materasso soffice e la ragazza inizio subito a sbottonargli prima la camicia e poi la cintura.
- Gwen, aspetta. – provò a bisbigliare lui, zittito immediatamente dalle labbra morbide della ragazza.
Le sue proteste furono flebili ed inutili e si ritrovò a perdersi in lei con tutto se stesso.
Rimasero a letto per ore, rotolandosi fra le lenzuola e bisbigliandosi frasi d’amore.
- Mi sei mancato così tanto. Non posso credere che manca così poco al matrimonio. – commentò lei.
- Già. – deglutì il ragazzo a disagio.
- Trent, c’è qualcosa che non va? –
- Gwen, vedi, non ti ho raccontato tutto quello che è successo al mio addio al celibato. –
La ragazza si allontanò dal suo petto per guardarlo meglio, a tratti preoccupata.
- Dimmi cosa è successo. –
 

***

 
Gwen trascinò la valigia per tutte le rampe di scale che portavano alla casa di Courtney. Un gradino dopo l’altro, il fiato che le mancava, raggiunse il piano giusto, impaziente di abbracciare la sua unica amica. Non poteva credere che Trent avesse fatto quella sciocchezza, se lo sarebbe di certo aspettato dal punk, ma mai dal suo futuro marito. Quella confessione aveva scatenato una lite feroce, che si era conclusa con la scelta di passare del tempo lontana dal musicista. Lui, rassegnato, si era scusato per l’ennesima volta ma l’aveva lasciata andare, promettendo che avrebbe risolto tutto prima del matrimonio.
Gwen bussò un paio di volte, suonò il campanello, attese che Courtney aprisse. Dopo aver aspettato e non aver ricevuto risposta dall’amica, alzo lo zerbino e trovò la chiave di riserva che la previdente Courtney costudiva in un angolo fin troppo ovvio del suo pianerottolo. Soddisfatta, aprì la porta ed entro in casa.
- Court? – chiamò, trascinando la valigia lungo il corridoio.
La ragazza sentì un sussultare proveniente dalla cucina e, aspettandosi forse suo padre, restò a bocca aperta nella scena che le si palesava davanti.
Courtney, il reggiseno di pizzo rosa, la gonna grigia alzata sopra le ginocchia, sedeva sul ripiano della cucina, accaldata ed ansimante. Duncan la stringeva e sorreggeva, il petto nudo premuto contro la ragazza, le labbra avide poggiate sui suoi seni. Indossava ancora i pantaloni ma, come notò Gwen con orrore, erano slacciati. I due ci davano dentro senza vergogna, come animali in calore e, dopo tutto quello che era successo in quei giorni, Gwen non credeva ci fosse qualcosa di più inappropriato.
- Che diavolo state facendo? – esclamò la gotica, facendoli sussultare.
- Gwen! – chiamò Courtney, cercando di coprire il corpo semi svestito.
Duncan si tirò rapidamente su i pantaloni imbarazzato e mentre raccoglieva i vestiti di Courtney da terra, si costrinse a nascondere un risolino.
- Gwen, che ci fai qui? Come sei entrata? – domandò il futuro avvocato.
- Trent mi ha raccontato tutto. Come puoi fare sesso con Duncan in un momento del genere? –
Courtney arrossì a disagio, mentre Duncan con un ghigno compiaciuto scrollò semplicemente le spalle.
- Che vuoi che ti dica? Fa parte del mio fascino. – rispose il ragazzo, prima di ricevere una poderosa gomitata dalla sua fidanzata.
 
Duncan decise di lasciarle sole, consapevole di essere parte del problema. Convinse il padre di Gwen ad uscire di casa, suggerendo che forse la sua attuale sistemazione andava rivista. Del resto mancavano poche settimane al matrimonio e non poteva aspettarsi di vivere con Courtney così a lungo.
Gwen pareva sconvolta ed incredula, mentre sorseggiava la tazza di tè preparata dalla sua amica. Courtney la fissava allibita e, una volta rivestitasi, la lasciò sfogare.
- Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere prima del matrimonio. –
- Ti prometto che sistemeremo tutto. Dobbiamo solo tornare a Las Vegas e chiedere un annullamento. –
- Sì, ma quando? – chiese impaziente la gotica.
- Ci stiamo lavorando, alla fine della prossima settimana dovremmo avere riscontro. Partirò con i ragazzi mentre tu finisci i preparativi. Andrà tutto bene. – concluse Courtney abbracciandola.
Gwen sospirò, tutto ormai le sembrava un brutto sogno.
- Courtney, non so se voglio davvero sposarmi. – bisbigliò.

   
 
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