Il
telefono di Celeste pt.2
Quando
entriamo alla stazione di polizia, ci guardiamo intorno un
po’ confusi.
Effettivamente, dove si va a fare una denuncia del genere? Rimaniamo
nell’atrio
a osservare quello che succede intorno e poi ci guardiamo in faccia
tutti e
tre. Ok, dovremmo cercare qualcuno.
“Perché
non
chiami Claudia?” chiedo a Leo. Lui annuisce, forse contento
di aver qualcosa da
fare, quando qualcosa attira la mia attenzione: una poliziotta sta
mescolando
il caffè, mentre chiacchiera con una collega. È
la poliziotta del flashback. Mi
avvio a lunghi passi verso di lei, lasciando Luca stordito e Leo al
telefono.
“Buongiorno,
avremmo bisogno di lei” dico, abbastanza sfacciatamente per i
miei gusti. Ma
non ho deciso oggi di buttarmi in cose che non ho mai fatto?
“Buongiorno” la
poliziotta mi guarda incuriosita. Effettivamente ha ragione, non mi ha
mai
visto. Lei.
“Lei
ha aiutato
una mia amica…” Ora sono molto meno carica di
prima, ma l’agente annuisce un
po’ seria e mi dice di seguirla. Faccio cenno ai ragazzi e
loro mi seguono.
La
poliziotta
guarda male Leo e Luca, ma io le dico che sono con me e lei annuisce
facendoci
entrare in un ufficio. Noto che è quello del mio flashback.
Sorrido un pochino.
Tutto torna. Mi sento un po’ più sicura.
Spieghiamo
brevemente tutto, di Celeste, di cui lei si ricorda, di Stefano,
dell’incidente, del telefono. Glissiamo sul fatto dei
flashback, perché
effettivamente è una cosa un po’ difficile da
capire, ma l’agente prende il
telefono e guarda tutte le cose che le mostriamo. Il suo sguardo
è serio e dice
che, essendoci stato un incidente, si può indagare in
maniera diversa. Sono
tentata di dirle che è stata colpa di Stefano, che
è stato lui a spingerla, ma
non ho una giustificazione per dire che lo so. Non una credibile.
“Stefano era
con lei quando è successo?” chiede lei. Noi
annuiamo tutti insieme. Sembriamo
ammaestrati. Ci guarda tutti e tre e, per un momento, ho paura che ci
sbatta
fuori. “E perché il telefono non è
stato consegnato prima?” chiede ancora
dubbiosa. “Mia nonna non ha pensato a consegnarlo e noi
pensavamo fosse andato
perso. Ci è sfuggito. E non pensavamo che lui potesse aver
fatto…” Non so se
lei è convinta. Continua a leggere la chat senza dire
niente. Sono
nervosissima. Lei può aiutarci, ha parlato con Celeste, sa
già qualcosa, ma ho
quasi paura che non creda a noi.
“Ciao
Melissa” Alziamo tutti e quattro gli occhi su Claudia che
è appena entrata
nell’ufficio e mi sorride, prima di salutare anche noi.
Melissa, la poliziotta,
alza gli occhi dal cellulare e saluta Claudia con un cenno del capo. Mi
sembra
quasi che Claudia stia in qualche modo garantendo per noi. Dopo un
lunghissimo
minuto di silenzio, la donna ci dice di sederci davanti alla scrivania.
Claudia
si unisce a noi e si appoggia alla scrivania sul suo lato corto.
Finalmente.
Sorrido. Stiamo facendo qualcosa. E stavolta so che è la
cosa giusta, quella
che ci porterà da qualche parte.
Quando
mi
siedo sulla stessa sedia dove si è seduta Celeste, sento una
strana sensazione.
Strana rispetto al solito. Sento il formicolio al petto, ma questa
volta non
rivivo un flashback.
Guardate
i video nel telefono. Non solo le registrazioni. I video.
Guardate i video
È
Celeste, di
nuovo. Mi dice di guardare i video. Diamine, non abbiamo guardato i
video. Non
ci ho pensato. Dico alla poliziotta di guardare anche i video. Lei
scorre prima
tutta la chat di Stefano e poi mi dà retta e appoggia il
telefono sulla scrivania
e fa partire l’ultimo video dicendo che ha la data del giorno
dell’incidente.
Ci avviciniamo tutti.
Le
immagini
sono un po’ sfocate, mi sa che Celeste non ha ancora imparato
a non agitare il
telefono quando registra qualcosa. Si vede più di una volta
una strada, dei
negozi che mi sembra di conoscere, delle auto e delle persone. Quando
sullo
schermo compare la faccia di Stefano, capisco che è il video
che Celeste ha
girato proprio durante l’incidente. Spalanco gli occhi
sorpresa. Non avevo
fatto caso di avere il telefono in mano quando ho avuto il flashback.
Fantastico. Non sarò l’unica a sapere cosa
è successo. Mi ero alzata dalla
sedia per guardare il video, e mi risiedo un po’
pesantemente, lasciando agli
altri la visione. Quando si sentono chiaramente le parole di Celeste e
Stefano che
litigano, rabbrividisco, ma almeno è tutto lì, lo
possono sentire e vedere
tutti. Non sarò l’unica, stavolta a vivere quel
dramma. Quando sento la frase
di Stefano ‘Allora muori’ chiudo gli occhi e stacco
la mente quando sento il
rumore della frenata dell’auto.
Non
so cosa
succede dopo. Immagino che la poliziotta abbia fermato il video e
probabilmente
detto qualcosa, ma io non la sento. Mi sento debolissima, come se
avessi corso
la maratona e ora non riuscissi più a prendere fiato. Sono
stanca. Leo si
accorge di me e mi si avvicina chiedendomi se sto bene. Annuisco ma gli
chiedo se
va bene o se hanno ancora bisogno di me. Se quello che abbiamo scoperto
può
bastare a fermare Stefano.
“Lo
facciamo
subito. Non preoccuparti, tutto questo lo mettiamo agli atti e faremo
qualcosa”
mi spiega la poliziotta, stranamente gentile. Muovo la testa su e
giù mente
Luca mi guarda accigliato dicendo: “Non hai una bella cera,
Nicole, sei molto
pallida” anche lui sembra preoccupato.
“Vuoi
qualcosa da bere?” mi chiede Claudia. Anche lei sembra
preoccupata. Riesco solo
a scuotere la testa. “E se rimango io qui e tu la accompagni
a casa?” propone
Leo a Luca. Lui annuisce.
Sto
per
alzarmi, quando mi rendo conto di non aver neanche fatto il gesto per
tirarmi
su. Con gli occhi sbarrati guardo una ragazza che si alza dalla mia
sedia e si
allontana. Sbarro ancora di più gli occhi: è
Celeste. Riesco a riconoscerla, nonostante
non l’avessi mai vista così a distanza.
È vestita come l’ho vista poco fa
all’ospedale: una lunga camicia da notte azzurra le arriva
alle caviglie, lasciandole
scoperti i piedi: è scalza. Quando si gira posso vederla in
viso. È la prima
volta che la vedo con gli occhi aperti, a parte quando l’ho
vista allo
specchio. Vederla così, come se fosse un’altra
persona, un po’ mi disorienta e
mi preoccupa. È come se fosse andata via, via da me. Come se
fosse finito, come
se lei non avesse altro da fare. Una sorta di malinconia mi riempie il
petto e
ho quasi paura di piangere per questa perdita.
Ma
poi
Celeste sorride. È un sorriso triste, il suo, ma
effettivamente ci sta. Quando
si volta verso i ragazzi, che non la vedono , il suo sguardo, se
possibile, si
fa ancora più triste. Poi torna a guardare me, alza un
braccio, quello con il
tatuaggio a forma di ‘C’, mi saluta e se ne va
dalla porta dell’ufficio.
“Celeste!”
mi
sento sussurrare. Mi alzo di fretta, finalmente ci riesco, e raggiungo
la
porta, ma quando la oltrepasso, non la vedo più. Lei non
c’è. No. No. Dov’è
andata? Dove?
“Tutto
bene?”
mi chiede Leo, raggiungendomi. Anche lui ora ha la fronte corrugata. Mi
passa
un braccio dietro la schiena e mi stringe a sé. Devo
sembrare una pazza,
dannazione. “Celeste… se n’è
andata…” riesco a sussurrare ancora. Lui mi
abbraccia e io nascondo il viso contro il suo petto. In quel momento
suona il cellulare
di Leo e lui risponde
senza staccarmi da
sè. È Isabella.
“Nonna,
non
piangere. Scusa, non capisco cosa dici, riesci a…
Oh” Tiro su il viso giusto in
tempo per vedere i suoi occhi che si spalancano e lui non dice
più niente,
guardandomi.
“Che
succede?” chiede Luca, e io lo ringrazio, perché
non sono riuscita a farla io,
quella domanda.
“Mia nonna… È in ospedale… Celeste… Lei è…”
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***Eccoci con l'ultimo capitolo!!! Come? Vi ho lasciato in sospeso? Davvero? Sì ok, lo so... 😜 A breve ci sarà l'epilogo... promesso. Grazie a tutti voi che leggette. Grazie davvero.