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Autore: artzywaves    20/05/2019    1 recensioni
Chi sono? Una semplice ragazza che sogna.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Là, lo vedi quel bosco? Fitto, troppo fitto. Lì si celano i mostri, proteggono una vecchia casa.

Gli alberi neri dai tronchi contorti creano passaggi stretti fra i rami intrecciati, passaggi costretti fra i rami spezzati, appuntiti. Lì le bestie, umanoidi e non, vagano, attaccano gli estranei e io posso raccontarlo perché io sono riuscita a scappare.

Ero sola li dentro, finita fra i sentieri per caso. C'erano lupi, i loro ululati erano ben distinguibili nella notte, e passi. Mi alzai confusa e poi la vidi, alta, imponente, quella magione si ergeva sopra gli stecchi curvi, piegati come sudditi al suo cospetto. Ma non sapevo ancora che il pericolo più grande non erano lupi mannari, non erano creature letali dalle forme umanoidi no, un drago.

Un enorme drago nero abitava quel bosco, piccolo da fuori ma tanto intricato dentro da sembrare un'enorme foresta.

In quel buio dove nulla illuminava se non la luna piena si potevano vedere solo le sagome di ciò che mi circondava, e non si fecero attendere le allucinazioni: i rami che si allungavano verso di me, suoni lugubri... e così decisi di andare alla magione.

C'erano altre persone come me lì dentro, spaesate, sole... lo sapevo ma non le vedevo.

Camminai per i corridoi illuminati da piccole candele, distinguevo un gran tappeto rosso, lungo messo al centro dei corridoi, molte finestre erano rotte, delle porte graffiate... in una stanza vidi delle macchie scure sulla moquette ma accantonai il pensiero e continuai l'esplorazione fino a che non sentii dei passi, pensanti e decisi, diversi da quelli nel bosco. E poi lo vidi, grande, imponente, gli occhi violacei, le pupille strette, gli artigli, le grosse squame, nero... quando mi vide iniziò a rincorrermi e io scappai fuori dalla magione perdendomi nel bosco. Capii come mai dei rami erano spezzati di prepotenza, non erano le creature che lo abitavano ma coloro che scappavano, i forestieri che non ne conoscevano i corsi e allora fuggivano come bestie impazzite spaccando tutto quello che si parava loro davanti. Io feci così.

Corsi, corsi a perdifiato in quell'immenso labirinto, fiamme viola, alte e calde mi sfioravano da dietro quando quell'enorme drago le soffiava contro di me dall'alto cercando di colpirmi.

Corsi così tanto che non mi sentivo più le gambe, mi resi conto dopo dieci minuti buoni che ormai non ero più dentro quel bosco, che ormai ero lontana da lì.

Mi girai verso l'ammasso compatto di alberi scuri e vidi il drago atterrare fra essi. Non mi aveva seguita e ora tornava indietro come costretto in delle mura invisibili da cui non poteva scappare.

Rimasi lì, col fiatone. Affiancavo le vigne spoglie mentre da lontano ammiravo quel bosco, così piccolo, così grande, sotto gli occhi di tutti e segreto.

E lì, fra le sagome nere, in quel sogno d'angoscia, lì lo trovai, quel posticino scuro.

   
 
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