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Autore: Journey    21/05/2019    0 recensioni
“Papà voglio tornare a casa mia”
“Questa è casa tua, Harriet”
“No, voglio tornare a casa da mamma! Qui mi annoio!”
“Ma hai tanti giochi”
“Sì, ma voglio mamma! Mi manca mamma”
“Non vuoi stare con papà?”
“No, voglio stare con mamma!”
La bambina cominciò a piangere. Jackson si sentì terribilmente triste. Non sapeva come calmarla o come convincerla a restare. Quindi chiamò April. Dopo qualche squillo, lei rispose.
“Ciao April, sono io. Harriet vuole venire da te. Dice che qui si annoia e che le manchi. Puoi passare a prenderla? Sta piangendo”
“Certo, sarò lì tra poco”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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4
 
Finito l’amplesso, erano sfiniti. Jackson guardò la donna al suo fianco e sorrise. Si ritrovò a pensare a quanto fosse bella e a quanto fosse stato cretino per averla lasciata andare. Avrebbe potuto avere chiunque, lo sapeva, ma nessuna era April. Lei si accorse dello sguardo insistente dell’ex marito e glielo fece presente.
“Smettila di fissarmi, sei inquietante!”
“Smetti di essere così bella”
“Cretino”
“Vieni qui” disse lui tirandola verso di sé. L’abbracciò, la strinse al petto come fosse la cosa più preziosa che avesse.
Jackson era consapevole che presto sarebbero tornati alla realtà, uscendo da quella bolla che si erano creati per un paio d’ore. April avrebbe realizzato di aver sbagliato ad andare a letto con lui e sarebbe tornata da suo marito. A lui non sarebbe rimasto nulla se non il rimpianto di aver lasciato andare l’unica donna che aveva mai amato.
Voleva sfruttare ogni secondo con lei. Tenerla stretta tra le sue braccia gli faceva battere il cuore all’impazzata. Se avesse potuto, non l’avrebbe mai liberata da quell’abbraccio. Se avesse potuto, sarebbe tornato indietro nel tempo per non commettere tutti gli errori fatti e per apprezzare di più la donna che aveva al suo fianco.
“Non voglio che questo momento finisca” sussurrò all’orecchio della ex moglie prima di lasciarle un bacio dolce sulla guancia.
“Jackson, sappiamo entrambi che questo momento finirà. Sappiamo entrambi di aver fatto un errore” precisò April.
“Lo so, lo so. Ma com’è possibile che qualcosa di così bello possa essere un errore?”
“È la domanda che mi pongo dalla prima volta che siamo stati assieme, te la ricordi?”
“Come potrei dimenticarla. Avevi appena preso a pugni un tizio”
“Mi sentivo imbattibile, inarrestabile”
“Capì in quell’istante di essere innamorato di te”
“Perché avevo dato un pugno ad uno?”
“No, perché il solo pensiero che le sue parole potessero ferirti, mi fece imbestialire. Ma tu non avevi bisogno di un cavaliere che ti salvasse, eri perfettamente in grado di difenderti da sola. Ricordo che pensai: wow, questa ragazza è un tornado”
“E non avevamo ancora fatto sesso” rise April.
“E non avevamo ancora fatto sesso” sottolineò Jackson.
La schiena di April era appoggiata sul petto nudo di Jackson. Le braccia dell’uomo cingevano il corpo della donna. Il suo mento era appoggiato sulla spalla della rossa.
“Cosa ci è successo? Credevo saremmo stati insieme per sempre”
“Lo credevo anche io, Jackson. Ne ero sicura. Ma la vita ci ha portato a prendere strade diverse. Saremo sempre legati da Harriet, ma dobbiamo accettare di essere acqua passata. Il nostro tempo è passato”
Quelle parole erano tremende quanto vere. E Jackson fece fatica a mandarle giù. Aveva bisogno di rimanere un attimo da solo. Così lasciò April sul letto e si alzò. Entrò in bagno. Aprì il rubinetto della doccia e lasciò che l’acqua scorresse prima di privarsi di ogni indumento rimasto. Stava per entrare nel box quando si sentì abbracciare da dietro. Si voltò. April era nuda, gli stava sorridendo maliziosamente. Forse il loro tempo non era poi del tutto finito.
Ma, una volta fuori dalla doccia, si rese conto di essersi sbagliato. Il telefono di della donna squillò, era Matt. Lei lo guardò e si allontanò per rispondere. Jackson rimase seduto sul letto a pensare per qualche istante a quanto fosse stato ingenuo a pensare che aprire il suo cuore sarebbe bastato per farla innamorare di nuovo di lui e per farle dimenticare tutto il male che si erano fatti.
April rientrò in camera qualche minuto dopo. Aveva quello sguardo triste tipico di quando si sentiva in colpa per qualcosa.
“Jackson, devo tornare a casa” cominciò a dire.
“Capisco, tranquilla”
“Mi dispiace, davvero” disse lei.
“Per cosa? Anzi, scusami”
“Perché ti stai scusando?”
“Per ciò che è successo tra noi poco fa, sei sposata, non avrei nemmeno dovuto provarci e invece ti ho fatto dichiarazioni d’amore imbarazzanti”
“No, Jackson! Quello che è successo tra noi non è colpa tua, abbiamo deciso di farlo insieme. E le tue dichiarazioni d’amore sono imbarazzanti” disse lei prendendogli la mano.
“Non andartene, resta con me” disse lui spostandole una ciocca di capelli dal viso e accarezzandole la guancia. “Prendiamo Harriet e scappiamo insieme. Ce ne andiamo in un posto in cui nessuno ci conosce e viviamo per sempre insieme felici e contenti” propose guardando la sua ex negli occhi.
“Jackson, mi dispiace” rispose April lasciando la stanza.
Entrò in camera di sua figlia e la svegliò dolcemente. Jackson se ne stava appoggiato allo stipite della porta e le guardava.
“Dove andiamo?” domandò la bambina mentre la madre le metteva le scarpe.
“A casa, Harriet”
“Ma voglio stare con papi”
“Tesoro è tardi, dobbiamo tornare a casa. Tra poco arriverà anche Ruby”
“Non voglio giocare con Ruby, piange sempre. Restiamo qua con papà”
Jackson si avvicinò a sua figlia e mentre April preparava le sue cose, le parlò.
“Principessa ora devi tornare a casa, ma se vuoi domani vengo a prenderti per accompagnarti a scuola, va bene?”
“Va bene” rispose la bambina triste.
“Vieni qui” disse Jackson aprendo le braccia e abbracciando sua figlia. Le diede un bacio sulla guancia prima di dirle quanto le volesse bene.
“Tesoro, è ora di andare” si intromise April prendendo la mano della bambina e avviandosi verso la porta principale. Lasciò che la piccola desse un ultimo bacio a suo padre prima di raggiungere l’auto e farla sedere sul seggiolino posteriore.
Per tutto il viaggio di ritorno, April non fece altro che pensare a quanto fosse successo tra lei e Jackson. Avrebbe dovuto dire tutto subito a Matt oppure avrebbe dovuto nascondergli il tradimento? Sapeva che non avrebbe dovuto tradirlo in principio, ma Jackson era il suo punto debole, non riusciva a capire perché le facesse quell’effetto. Non riusciva a pensare lucidamente con lui nei paraggi… Forse sapeva perché le facesse quell’effetto, semplicemente non era pronta ad ammetterlo a se stessa.
Arrivò a casa. Matt non era ancora tornato. Avrebbe fatto tardi, doveva passare a prendere Ruby dopo il lavoro e sicuramente si sarebbe fermato un po’ dai suoi. Harriet si precipitò nella sua stanza. April era sola con i suoi pensieri e i suoi dubbi. Compose il numero dell’unica persona che sapeva che non l’avrebbe giudicata, l’unica in grado di consigliarla, la sua migliore amica Arizona. Nonostante non vivessero nella stessa città, non avevano mai smesso di sentirsi. La loro era un’amicizia che superava i confini territoriali. Quando ce n’era l’occasione, si vedevano. April era stata a New York da lei solo il mese prima. E Arizona progettava di andare a trovarla a Seattle a breve.
“Sei al lavoro?” domandò quando l’altra rispose al telefono.
“No, sono a casa. Dimmi tutto”
“Arizona, ho fatto una cazzata e ora ho bisogno di un consiglio”
“Che hai fatto, April?”
“Sono andata a letto con Jackson!”
“Finalmente, era ora!” esclamò una voce dall’altra parte del telefono.
“No, Callie, è un disastro! A proposito, ciao Callie”
“Perché sei andata a letto con Jackson, le cose con Matt non vanno bene?” domandò Arizona.
“No, vanno bene. Ma sai che effetto mi fa”
“È normale, è la tua anima gemella” si intromise Callie.
“Forse è un segno, forse è arrivato il momento di tornare con lui” aggiunse la Robbins.
“Arizona, Callie, io vi voglio bene, ma non tutti hanno la vostra fortuna. Voi vi siete ritrovate a New York, ma questo non succederà tra me e Jackson. Io sto con Matt”
“Non ti importava molto di Matt mentre ti scopavi Jackson”
“Callie!” l’ammonì Arizona.
“Che c’è, dico solo la verità! Ascolta April se tu non avessi più sentimenti per Jackson, il pensiero di andare a letto con lui non ti avrebbe nemmeno sfiorato e non avresti mai tradito Matt. Forse questo è ciò che ti serviva per farti capire che dovresti divorziare”
“Callie è stato un errore. Non si ripeterà. Voglio bene a Matt”
“April, devi dirglielo! Non se lo merita” affermò Arizona.
“Proverò a farlo. Penso sia arrivato, ho sentito il rumore della sua auto. Vi terrò aggiornate e comunque non mi avete per niente aiutato, anzi sono più confusa di prima”
“Non c’è di che” rispose Callie.
“Ti voglio bene, qualunque cosa tu decida di fare” disse Arizona.
 
Matt entrò in casa. Ruby tra le sue braccia. April gli andò in contro e lasciò che Matt la baciasse. Poi salutò la bambina. Più guardava quell’uomo e meno le sembrava intelligente raccontargli di quanto accaduto con Jackson. Non voleva ferirlo ed era super intenzionata a non commettere più l’errore di tradirlo. Non se lo meritava. Ma, ben presto, si rese conto che quel bacio scambiato con suo marito non si avvicinava nemmeno minimamente a quelli dati a Jackson. I baci di Matt non le trasmettevano le stesse emozioni di quelli di Jackson.
Nei giorni a seguire, tutto ciò a cui riusciva a pensare era Jackson. Si chiedeva cosa stesse facendo, con chi fosse, se pensasse a lei almeno un quarto di quanto lei pensasse a lui. E il fatto di non riuscire a darsi una risposta, la tormentava. Voleva vederlo ed evitarlo allo stesso tempo. Aveva paura di come avrebbe reagito alla vista di quegli occhi, di quelle labbra, di quell’uomo che stava giocando con la sua mente e i suoi sentimenti. Non era giusto, quello che le stava accadendo non era giusto. Forse era una punizione divina per il suo tradimento, ma non riusciva a smettere di pensare a lui. Al suo corpo, alle sue mani, alle sue parole.
Arizona continuava ad insistere perché lei dicesse tutto a Matt, credendo che forse così avrebbe potuto archiviare una volta per tutte quella storia. Callie, invece, insisteva perché April parlasse con Jackson a cuore aperto, così da realizzare quanto ancora si amassero. Ma la Kepner non aveva il coraggio di seguire nessuno dei due consigli. Cercava di far finta che tutto andasse bene con suo marito e parlava con Jackson solo tramite messaggi e solo di sua figlia. Ogni qual volta lui cercasse di parlarle di altro, smetteva di rispondergli. Non accettava le sue chiamate e cercava di guardarlo il meno possibile quando andava a prendere e lasciare Harriet. Ma più il tempo passava e più il peso di quel segreto la consumava. Quello che April non sapeva è che tutto ciò era solo la punta dell’iceberg. La faccenda era destinata a precipitare.
   
 
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