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Autore: BabaYagaIsBack    21/05/2019    1 recensioni
In un' Europa dalle atmosfere steampunk e in cui la Chiesa ha tutt'altre connotazioni, un ordine di esorcisti si dedica alla creazione di vânător, cacciatori del sovrannaturale. E' da loro che Katarina impara i rudimenti per affrontare tutti i mostri che popolano la notte più scura, prefiggendosi come obbiettivo ultimo quello di uccidere Dracul, il Re di tutti i Vampiri.
Districandosi tra personaggi bizzarri e situazioni estreme, Miss Bahun cerca di mettere fine alla linea di sangue creata dai fratelli Corvinus, ergendosi al di sopra di tutti gli altri suoi compagni. Eppure qualcosa non torna, una nuova minaccia sembra voler sovvertire tutto ciò che lei conosce e, improvvisamente, gli amici diventano nemici. Di chi fidarsi,quindi, quando il genere umano è in pericolo?
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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VI

Katarina faticò non poco a trovare l'uscita della labirintica serra in cui aveva passato le ultime ore e, tra le varie cose, ciò che più di tutto aveva messo a dura prova la sua pazienza furono le continue proteste di Lord Terry, ancora restio all'idea di far visita agli Exilati di Londinum.
A metà del corridoio che l'aveva condotta dalla Madre Superiora, dove la novizia li stava conducendo silenziosa verso l'uscita, Miss Bahun non riuscì più a trattenersi, così, voltandosi furente verso il collega, prese a dargli contro: «Lord Julius, per l'amor del cielo, potreste concedere alle mie povere orecchie un po' di pace?» domandò esasperata, allargando le braccia prima di riprendere. «Che voi siate, o meno, d'accordo con me, non mi può per nulla importare. Da quanto va avanti questa situazione? Mesi? E quanti compagni avete perso? Troppi!» Katarina divenne un fiume in piena, cosa più unica che rara: «Ebbene, non avete fatto nemmeno mezzo progresso! Se foste stati abbastanza diligenti, la Santa Chiesa della Vergine non mi avrebbe mandata in vostro soccorso, quindi v'invito a tacere e seguire le mie indicazioni» sbottò in conclusione, sentendo la gola terribilmente secca dopo tutte quelle parole – per sua sfortuna però, la vodka era finita già da troppo tempo.
Nonostante lo sfogo di Miss Bahun, Lord Terry non demorse, riprendendo il proprio inutile sproloquio: «Permettetemi, ma io non capisco la necessità di disturbare gli Exilati. Come abbiamo già detto non vi sono fori né sui polsi, né sui colli delle vittime».
A quella controbattuta, Katarina appoggiò l'enorme valigia a terra per poter incrociare le braccia al petto – ed evitarsi così d'aggredire con un cazzotto l'uomo.
Più e più volte, in quei secondi di silenzio, si chiese con quale criterio venissero scelti i vânător in quell'angolo di mondo; possibile che la triste verità si limitasse a una semplice discendenza di sangue? Che non vi fosse allenamento, formazione o qualsiasi altra dannatissima cosa che aveva dovuto subire lei?
«A voi, mio caro, deve davvero sfuggire qualcosa...»
«Invece voi carpite tutto, Miss?»
Miss Bahun si ritrovò a gonfiare il petto per il nervoso. Dentro di lei, il desiderio d'atterrare Julius e gestire in solitaria la questione si stava facendo estremamente allettante – ma doveva desistere, essendo un'ospite. Certo c'era da dire che, quando Padre Costantino le aveva assegnato quell'incarico, non si sarebbe mai aspettata di dover affrontare problematiche tanto infantili. Nella sua breve, o meglio brevissima, esperienza di lavoro di squadra, non aveva mai dovuto trattenersi dall'aggredire un proprio pari.
«No, ma sono a conoscenza del fatto che i più importanti esperti di sangue siano i Vampiri. Magari, anche se sono scettica a riguardo, non sono loro i mandanti di questi efferati omicidi, ma potrebbero comunque sapere cosa rende il sangue delle vittime nero» a quel punto Lord Terry ammutolì. I suoi occhi si fecero grandi di stupore e, in un angolo recondito della mente di Katarina prese forma l'idea che l'uomo potesse aver capito. E finalmente, dopo tutto quel battibeccare, Suzu intervenne, poggiando una mano sulla spalla dell'amico: «La nostra ospite ha ragione, Julius, tentar non nuoce».
Ancora infastidito dal fatto che una donna gli stesse dando filo da torcere su argomentazioni di cui avrebbe dovuto essere esperto, il Lord bofonchiò: «Agendo così finiremo per attirare le attenzioni sbagliate» e rivolse uno sguardo complice al compare, quasi cercasse in lui sostegno.
La vânător afferrò nuovamente la maniglia del proprio bagaglio, trasformando la rabbia in eccitazione e non nascondendo un sorriso: «Amo le attenzioni sbagliate».
Se comportandosi così avrebbe attirato l'interesse di Dracul, si sarebbe spinta ancora più oltre: Exilati, prigionieri, reietti e chiunque appartenesse alla sua prole.

 


 

Il buon nome di Lord Terry aveva fatto sì che una carrozza a vapore si fermasse senza grandi esitazioni non molto dopo essere usciti dall'Istituto, trasportandoli in fretta e furia verso una bella palazzina bianca nei pressi del Tamigi.
Appena Miss Bahun mise piede sul marciapiede alzò gli occhi sulle enormi finestre della facciata, oltre cui spesse tende si frapponevano tra i pallidi raggi diurni e l'interno della casa, diventando fragile scudo per colui che vi si nascondeva all'interno – un vampiro che, come qualsiasi creatura della notte degna di tale nome, soffriva la luce.
Katarina si abbassò gli occhiali da sole fin sulla punta del naso: «Li trattate bene i vostri Exilati» constatò ad alta voce, più ragionando tra sé e sé che cercando una conversazione.
Suzu le si avvicinò silenzioso, alzando il viso nella sua stessa direzione: «Voi no?» domandò, sorridendo appena, forse estraneo alle pratiche che venivano usate in terre infestate come quelle da cui arrivava lei.
La donna spostò lo sguardo su di lui: «Non così tanto» ammise.
Per quel che ricordava, solo un paio di vampiri avevano avuto l'onore di guadagnarsi case tanto eleganti e, per farlo, avevano dato agli esorcisti informazioni molto preziose, si erano sottoposti ad alcuni esperimenti di dubbia utilità e avevano rinunciato ai propri canini, le uniche armi che avessero potuto spaventare l'Ordine – caratteristica che sicuramente, il proprietario di quella bella casetta, ancora poteva vantare.
Involontariamente Miss Bahun si portò una mano alla coscia, lì dove, sotto al tessuto della gonna, si celava una delle sue innumerevoli armi: un pugnale con l'anima di cipresso.
In lei, lo scetticismo non sembrava dissiparsi mai e, persino sapendo del patto tra Chiesa e Exilati, preferì assicurarsi di essere pronta a tutto, soprattutto a uno scontro.
Julius Terry si affiancò loro: «Volete precederci, Miss?» con la mano indicò l'ingresso della palazzina, invitando Katarina ad avvicinarcisi e bussare.
«Non ditemi che avete paura di fare gli onori di casa» punzecchiò nuovamente la donna, tirando un malizioso sorriso e, come a volersi dimostrare, l'uomo si infervorò subito. Doveva veramente odiare il fatto di dover avere a che fare con un soggetto del genere, dall'apparenza tanto innocua e dalla lingua altrettanto tagliente.
Compiendo falcate lunghe e decise, Julius si portò fino al battente e lì, senza esitazioni, colpì più volte l'anta per annunciare il loro arrivo.
Persino a qualche metro di distanza, Miss Bahun poté vedere le spalle del collega irrigidirsi subito dopo aver bussato, testimonianza di quanto temesse ciò che di lì a poco sarebbe successo. Ma ciò che stava accadendo a Londinium, era tanto spaventoso da riuscire a traumatizzare persino esorcisti dell'Ordine a quel modo? Temere degli Exilati in fin dei conti aveva quasi del ridicolo.
Katarina si morse il labbro, voltandosi appena in direzione di Suzu: «Posso farvi una domanda, Mister Witheman?» L'altro annuì, accennando un sorriso.
«Ciò che avete visto è davvero qualcosa di tanto aberrante da riuscire a scalfire il vostro animo di vânător?» perché nella sua mente, certamente più perversa e avvezza ai massacri di quella di qualsiasi altra persona, l'erede di Emil non riuscì a immaginarsi come fosse possibile che un cacciatore dell'occulto potesse farsi ancora scioccare dal Male.
L'uomo si toccò il mento, riflettendo. Con sguardo fisso verso il proprio collega, ancora intento ad aspettare una qualche risposta dal proprietario di casa, parve valutare al meglio le parole da dire: «Dipende, Miss. Voi sembrate nettamente più preparata di noi ad affrontare le tragedie della notte» volgendo lo sguardo verso il Tamigi, Suzu parve contemplare per un istante la sua città: «Qui a Londinium abbiamo sempre avuto a che fare con un Piccolo Popolo servizievole, vampiri borghesi, schizzinosi e licantropi di passaggio: trovarci nell'orda di creature assetate di battaglia e sangue non è propriamente all'ordine del giorno» ammise infine con un sospiro.
«Ciò che più di tutto ci ha traumatizzato è stato vedere quei corpi ricolmi di umori scuri apparire senza logica all'alba, ma anche scoprire che non eravamo poi tanto preparati allo scontro. I nostri compagni sono morti per via del fatto che mai avevano avuto modo di combattere veramente...» d'improvviso tornò a fissarla, questa volta con una strana speranza nello sguardo: «ma voi, cara, sembrate poterci insegnare a sopravvivere» e Katarina, sentendosi rivolgere quelle parole, non riuscì a impedirsi di corrugare le sopracciglia in un modo di confusione. Cosa stava insinuando?
Fece per rispondere, mavenne interrotta dal cigolio stridulo della porta. Finalmente il vampiro avevadeciso di accoglierli nella propria dimora.


 

   
 
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