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Autore: Cara93    21/05/2019    3 recensioni
Divisa tra fede ed amore, Melisandre ripercorre la sua storia, fino alla morte.
Melisandre/Bran Stark-Corvo a tre occhi
Spoiler 8x03
{Partecipa al contest "Ti odio tanto che potrei morirne" indetto da Setsy sul forum di EFP}
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bran Stark, Melisandre di Asshai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho vissuto la mia vita in funzione di una forza superiore. Ho donato tutta me stessa alla sua causa. Letteralmente.
Ora, mentre i miei passi affondano nella neve ed il vento del Nord soffia tirannico sulle mie caduche carni, non ne sono più sicura.
Dio della Luce, ecco la tua serva. Ha portato a termine il suo compito, ignorando tutto ciò che conta a questo mondo. Odiata e temuta, con il peso della morte di centinaia di innocenti sulle le sue umane spalle. Tutto per il tuo volere.




Eppure, c'è stato un tempo in cui l'amore bruciava nel mio cuore. Ero una giovane fervente e volenterosa, che serviva al tempio di Assahi. Non facevo che studiare con i sacerdoti, cercando di rafforzare la mia fede, convinta che solo attraverso essa avrei ottenuto in cambio ciò che realmente desideravo: un posto nel mondo.

Il tempo passava inesorabile, senza che questa sensazione passasse. Anzi, mi sentivo sempre più sola. Almeno fino a che lui ha deciso di entrare nella mia vita.

Avevo appena sedici anni quando cominciarono i sogni. Sapevo, sentivo che non provenivano dal mio Dio. All'inizio, erano solo squarci di gelo e piume di corvo, nebbia e confusione.
Ho immediatamente negato quelle mie impressioni iniziali. Non era possibile. Anche i miei precettori erano convinti che fossero segni mandati dal Dio della Luce. Ero destinata a qualcosa di grande. E i poteri che ho cominciato a manifestare, sembravano esserne la conferma.

Ai fedeli e ai miei stessi mentori ho sempre detto di sentire la voce del Dio. Così non è. Il Dio della Luce non ha mai parlato con me. Forse, a volte, attraverso me.

Man mano che cominciavo a padroneggiare meglio i miei poteri e le mie visioni, i miei sogni diventarono più frequenti e più nitidi. Potevo distinguere chiaramente la consistenza della neve, l'architettura straniera degli edifici sfocati che erano teatro delle immagini che infestavano le mie notti. Talvolta comparivano dei corvi. A volte in stormi fruscianti, a volte ce n'era uno solo, strano. Con tre occhi.

Ho passato la maggior parte della mia vita nel tempio di Assahi, in attesa di un segno benevolo del Dio. O del portatore di quelle visioni oniriche. Ho aspettato talmente tanto che i miei capelli erano diventati bianchi e le rughe solcavano il mio viso.

Sono morta. Credo. Questi aspetti della fede sono difficili da spiegare anche da chi è avvezzo a questi misteri. Non l'ho mai raccontato a nessuno, perché sapevo che nessuno ci avrebbe creduto. I miei mentori e le mie sorelle giurarono e spergiurarono di non aver fatto nulla per salvarmi. Non avevano pregato perché il Dio mi portasse indietro, ma era successo lo stesso. Ancora una volta, ecco il segno che stavo aspettando.

Ora, tutte quelle persone appartengono ad un passato remoto, quasi non ne ricordo i volti e i nomi. Quanto è triste ricordare che è passato così tanto tempo.

E ne è passato tanto, talmente tanto che quasi mi è difficile ricordare che l'unica cosa che mi tiene in vita è il potere del Signore della Luce.
Il prete rosso responsabile del tempio di Assahi disse di aver ricevuto una visione dal Dio: avrebbe dovuto incanalare tutto sé stesso e la forza di tutte le sue sacerdotesse per creare un monile per me. Un gioiello che mi avrebbe tenuta in vita per tutto il tempo che il Dio avrebbe ritenuto necessario. Viva, giovane e bella per adempiere ai suoi desideri.




A pochi giorni dalla mia resurrezione, finalmente ho potuto incontrarlo. Non era il mio Dio. Chiunque mi conosca si stupirebbe, nello scoprire la mia freddezza nei confronti del Dio che venero e con quanta agitazione, angoscia ed impazienza aspettassi di incontrare l'artefice dei miei sogni.

Si è materializzato come sempre, in sogno. Sapevo che non ci sarebbe stato altro verso. La prima volta, apparve nelle sembianze di un uomo meraviglioso. Un soldato bellissimo, algido e forte, dai lineamenti scolpiti e decisi. Stranieri. L'emozione mi chiudeva la gola e mi rendeva piccola, timida come la ragazzina che non ero più. Non ha parlato, quella prima volta. Si è limitato a guardarmi e a fare un cenno di approvazione con il capo.

La seconda volta, molto tempo dopo, apparve nei panni di un vecchio. Ne sono rimasta orripilata e delusa, almeno finché non ha cominciato a parlare.
Disse che ero destinata a combattere una guerra per la vita e che avrei avuto un ruolo decisivo. Disse che il tempo era giunto e che avrei dovuto seguire le sue indicazioni, usando la mia fede al suo servizio, al servizio dell'umanità intera. Disse che, senza di me ed il mio Dio, un'oscurità colma di démoni e gelo sarebbe calata sulle terre conosciute. Disse che ero destinata a morire in una terra straniera, la sua terra. Aggiunse che non l'avrei mai più rivisto, non in quella forma.

Prima di svanire e lasciarmi ad un vuoto sonno, mi ha carezzato dolcemente una guancia, indugiando per qualche secondo, come se non volesse andarsene. Il mio cuore ha cominciato a battere più velocemente, il respiro ad accelerare.

Sono partita la mattina successiva, un corvo che mi indicava la via.




Era facile. Il Dio mi dava dei segni e lui mi aiutava ad interpretarli. I segni indicavano Stannis come il Principe che fu promesso. Il fuoco ed il corvo puntavano a Nord.

Ho fatto molte cose orribili. Ho ingannato un uomo buono, ho condannato a morte deboli ed innocenti.

Per anni mi sono convinta che fosse la volontà del mio Dio e quella del mio amore. Sì, perché è stato il corvo a cambiare la mia vita, non il mio Dio. L'ho amato con la furia cieca della passione insensata, con la fiducia inveterata di un'amante, con la speranza folle di essere ricambiata.
Non è stato un amore facile. Mi ha scavata dentro, ha mostrato tutte le sue contraddizioni e tutta la sua disperazione.

Tutta la mia vita è stata segnata dalla fede. Nel Dio Rosso e nel mio amore. Una fede salda, ossessiva. Un amore vivo, totalizzante. Per entrambi.

Sentivo forte la sensazione di trovarmi tra due fuochi. Mi straziava non potermi concedere completamente ad uno di essi. La perdita che una scelta avrebbe comportato mi avrebbe annientato.




C'è stato un momento in cui ho creduto che mi avesse abbandonata e che mi fosse rimasto solo il calore freddo della fiamma inclemente del Dio. Fino ad allora, avevo seguito le sue indicazioni per quanto mi era stato possibile. Ho salvato Stannis, l'ho portato a Nord, fino alla Barriera. Tutto questo nella speranza di incontrare il mio amore, alla fine. E quando Stannis ha deciso di attaccare il Nord, l'ho accompagnato. Non sapevo che altro fare. Il mio amore non era comparso, il mio Dio taceva.

Avvolta nelle tenebre di una nera disperazione, ho sacrificato una bambina alla furia di una pira traditrice. Il Dio della Luce sa essere esigente quanto generoso, aveva sentito che la sua serva amava un altro più di lui ed esigeva un riscatto. Un'ammenda che il mio Dio ha richiesto per averlo tradito.

Per questo, per quella bambina, il Nord mi ha bandito.



Poco prima di lasciare quelle terre impervie, però, sono riuscita a vederlo. Sapevo, sentivo che era lui, nonostante avesse un involucro diverso. Più tardi ho scoperto che chiamavano quel corpo Brandon Stark. I nostri sguardi si sono incrociati per un istante, fuoco e gelo. Amore e la calma ineluttabile di ciò che il tempo non può erodere. Sapevo che l'avrei incontrato di nuovo, in quello stesso corpo, per l'ultima volta.




Ho portato a termine il compito richiesto dal mio Dio. Quella richiesta ruggente che non ho potuto ignorare, non di nuovo. Convincere la Regina dei Draghi ad incontrare il Re del Nord, lo stesso uomo a cui il Dio Rosso ha accettato di restituire alla vita.

Quella stessa notte, la notte in cui la Regina dei Draghi decideva di arruolarsi per combattere la guerra dei vivi, il corvo mi ha visitata di nuovo. Più vivido di un sogno, incredibile come una visione, tangibile come la realtà. Si stagliava in piedi davanti al mio letto, immobile. Mi guardava, scrutandomi nel profondo, come sempre. Aprì le belle labbra in un sorriso spento, che non raggiungeva gli occhi. Come se quello che si apprestava a fare fosse un dovere gravoso. Subito, ho scacciato quel pensiero molesto, accogliendolo con gioia nel mio letto.

Ho avuto molti uomini nella mia vita, ma con nessuno ho provato un tale senso di completezza e di unione. Neanche con il mio Dio.




Ho pagato lo scotto per quel tradimento. Per molto tempo, i poteri che il Dio della Luce mi ha donato mi hanno abbandonata.
Sono stati giorni duri. Giorni freddi e bui. Giorni pieni di terrori.

Ho dovuto compiere una dura espiazione, per poter adempiere al mio compito. D'altra parte, il mio stesso Dio è sempre stato a conoscenza del mio ruolo, che avrei dovuto essere il suo tramite nell'unica battaglia che conta.



Ho aspettato il suo segnale. I suoi corvi hanno sempre saputo dove trovarmi. E mi hanno portato ad incontrare la morte.

"Non vi preoccupate di me. Sarò morta all'alba."

Non era una visione o una richiesta. Solo il mio volere. Il Dio non mi aveva più parlato, nonostante si fosse mostrato clemente. Dopotutto, il Dio della Luce non poteva vedere l'Oscurità trionfare.      

Ma il mio vero scopo, solo mio, di Melisandre di Asshai era un altro: incontrarlo per l'ultima volta.



Sapevo che avrebbe fatto da esca. Era lui la causa della gelosia del mio Dio e ciò che il Buio voleva. Era lui la vera causa della fine della mia vita.
Stava seduto immobile davanti all'Albero del Cuore, simbolo degli dei antichi e causa del suo potere, circondato dagli uomini del mare. Mi ha sorriso, anche se non c'era amore nel suo sguardo. Non c'era nulla. Solo quell'affascinante vuoto che ha sempre avuto il potere di piegarmi. Di attrarmi, come la luce ed il calore. Vuoto in grado di scaldare il mio cuore ed il mio sangue.

"Eccoti qui, proprio dove devi essere, sacerdotessa rossa", ha mormorato lentamente. Sotto lo sguardo stupefatto e diffidente dell'uomo di ferro, mi sono avvicinata, inginocchiandomi davanti a lui.

"Sono venuta solo per te, mio amore", ho sussurrato nella mia lingua madre, così diversa dal linguaggio comune e alla lingua pastosa di Valyria. Mi ha guardato fissamente, uno sguardo lungo ed inespressivo. Penetrante. Indagatore. Doloroso.

"Così sia", ha detto quasi tra sé.
"Trova Nessuno. Ripetile ciò che le hai detto quando ancora la conoscevi con il nome di Arya Stark."
Ho annuito lentamente, consapevole che mi stava dando un compito importante. Forse vitale. L'ultimo.

"Ho passato tutta la mia esistenza amando solo te", ho confessato e, prima che potesse protestare, gli ho dato un casto bacio sulle labbra.



Ho portato a termine il mio compito e, prima che l'ira del Dio della Luce si abbatta su di me, prima che la mia fine venga decisa dagli uomini, con il cuore colmo di felicità, sono pronta.

Mi tolgo il monile impregnato del sacrificio di altri sacerdoti pronta a seguire il loro destino, cioè diventare ciò che sarei dovuta essere da molti anni ormai: polvere.






Bran Stark fissa il fuoco del caminetto della Sala Grande quasi con risentimento misto ad odio. Non avrebbe mai saputo cosa sarebbe successo, se il Dio Rosso non l'avesse reclamata per sé. Se le circostanze fossero state diverse.

L'avrebbe incoronata sua regina. Perché lei era stata in grado di ricordargli chi era un tempo, Bran Stark, un ragazzino costretto a trovare la propria strada e destinato ad un fato più grande di lui. Reso re dallo stesso Sterminatore di Re, che ha tentato di ucciderlo scaraventandolo da una torre.  

Giocherella con il gioiello che, l'ultima volta che aveva avuto modo di studiarlo con la stessa maniacale attenzione, giaceva come una goccia di sangue purpureo tra i suoi seni. Con uno scatto deciso, lo butta tra le fiamme, che si alzano vive e minacciose.

La memoria del mondo ha bisogno di dimenticare, per sopravvivere.









Nota dell'Autrice: Non so esattamente come esprimere il mio sconcerto, dopo questa stagione che, effettivamente, ha avuto un finale dolceamaro (non nel senso inteso da Martin, credo). Comunque, questa storia: ecco, questa One Shot è nata assolutamente per caso e al culmine di un momento di estremo sconforto generale, in quanto non riuscivo a scrivere, nonostante ne avessi la voglia. E in particolare non riuscivo a scrivere nulla che riguardasse il magnifico, seppur più complicato di quanto sembri, contest al quale questa storia partecipa. E di cosa tratta questo contest? In breve, riguarda storie di coppie improbabili, possibilmente il più possibili IC e contestualizzate nel fandom. Al momento dell'iscrizione avevo grandi idee, da un carto punto di vista più folli di una storia tra Melisandre e Bran, ma ad un certo punto, qualcosa ha cominciato a non andare. Credevo davvero di dover rinunciare al contest. Poi è iniziata la "febbre da Game of Thrones". La messa in onda si avvicinava e ho cominciato a ritornare in questo universo meraviglioso *e lo è ancora, nonostante i nostri simpatici D&D abbiano cercato in ogni modo di offuscarlo* anche leggendo fanfiction. In particolare, mi sono imbattuta in una Jaime/Sansa. La coppia era talmente improbabile e la resa così OOC soprattutto per quanto riguardava uno dei miei personaggi preferiti che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere. Quindi, ho iniziato una Jaime/Sansa, che nei piani originari sarebbe dovuta partecipare al contest, che però si è trasformata in una long e che, effettivamente, sto attualmente portando avanti con mooolta calma. Su questa scia, specie dopo la 8x03,riflessioni varie e associazioni casuali mi hanno portata a chiedermi se una storia tra Bran e Melisandre, i due personaggi più "mistici" della serie fosse possibile. Ed ecco qua.
Non mi sembra di ricordare di aver mai scritto una fanfiction più complicata, in bilico perennte tra IC ed OOC, che punta tutto sullo stile e sulla voce narrante per non cadere nell'assurdo e al contempo rispettare le direttive del contest. Equilibrio che tutt'ora non sono sicura esista, tra l'altro.
Scusate lo sproloquio, spero che questa storia vi sia piaciuta e... a presto!   

  
   
 
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