Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Milich96    23/05/2019    1 recensioni
Il sangue gli si gelò nelle vene quando vide il piccolo Rachele a terra che
piangeva. Come può un piccolo incidente domestico portare Marcus a rivalutare il suo ruolo di genitore e a creare in lui dubbi così profondi?
Fic scritta per avere una mini visione della vita di Marcus e Luoi, due personaggi creati da me e da una mia amica
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sangue gli si gelò nelle vene quando vide il piccolo Rachele a terra che piangeva.
Era tutto il pomeriggio che i gemelli giocavano ad acchiapparsi in casa, correndo, urlando e facendo disastri. Marcus era nel suo studio a controllare gli ultimi documenti su di un caso, ma tutto quel trambusto gli stava dando sui nervi. Cosa davano da mangiare a scuola a quelle pesti? Zucchero concentrato? Quando aveva la loro età, lui non era di certo così scalmanato. Anche Loui però: sapeva che aveva del lavoro da fare. Non poteva distrarli per qualche oretta mettendo su un film? Si stava avvicinando l'ora di cena, ma il rumore non cessava a diminuire, anzi aumentava. Il moro non ce la faceva più. Si alzò dalla sedia e si diresse a passo di marcia alla porta, spalancandola di colpo.
“ALLORA? LA FINIA-" non fece in tempo a terminare la frase che si sentì un botto secco seguito da un gemito di dolore.
Marcus sporse un po' la testa e vide Rachele col sedere per terra e col naso un po' sanguinante. Ciò che lo colpì di più erano gli occhi: grandi, pieni di lacrime e paura. Avrebbe voluto correre immediatamente ad abbracciare il suo bambino, a rassicurarlo dalla botta, ma il suo corpo non rispondeva. Era come bloccato. Dopo neanche una decina di secondi una testa rossa gli passò a fianco, seguita da altre due più piccole. I pianti di Rachele dovevano aver attirato l'attenzione di Loui, oppure erano stati  Jasper e Giuda a chiamarlo. In ogni caso, la situazione si era calmata tra quei 4, ma di certo non per Marcus. Appena ebbe constatato che era tutto a posto si richiuse nel suo studio per tutta la serata.

Ne uscì verso le 23, quando era ormai certo che i gemelli erano già nel mondo dei sogni. Si diresse in camera da letto e cominciò a svestirsi. Alcuni dei suoi colleghi ,scherzando, gli avevano detto che sembrava essere nato con cravatta e panciotto già addosso. Li aveva mandati in ospedale. Il completo era la sua armatura. Si sentiva potente e tenuto in un bel gessato blu notte. In più lo rendeva affascinante, cosa da non sottovalutare. Si cambiò per la notte: un pigiama di raso azzurro, regalo di Natale di Edgy. Il cugino avrà anche avuto solo 3 neuroni buoni, ma aveva buon gusto. Si lavò i denti, prese un nuovo libro dal comodino e si mise sotto le coperte, pronto a rilassarsi.
“Giuda era preoccupato per te" disse il rosso, entrando in camera. “Ti ha visto scosso.”
“Tu gli credi?”
“Non sei neanche venuto a cena.”
“Avevo tanto lavoro arretrato" una scusa sempre valida.
“Avevo fatto yakisoba di verdure, potevo portartelo in studio se mi avvisavi prima" disse Loui, distendendosi affianco a Marcus.
“Non avevo fame" con le risposte brevi non potevi fallire.
“Non hai appena detto che era per il lavoro arretrato?” a meno che tuo marito non sappia leggerti alla perfezione. In qualsiasi altra occasione avrebbe cercato di togliere quel sorrisetto dalle labbra del rosso, ma al momento non era dell'umore giusto e si limitò a scrollare le spalle. Passarono alcuni attimi di silenzio.
“… Rachele stà bene?” – Rachele mi odia? –
“Yaaa, tutto bene. Ha tenuto il ghiaccio per 5 minuti ed è subito corso a giocare. Forse gli rimarrà un piccolo livido. Era più spaventato che altro mi sa"
“Spaventato da me" non doveva dirlo. Le parole gli erano scappate di bocca. Loui lo guardò perplesso.
“No, spaventato per la botta. Perché pensi abbia paura di te?”
“Perché l'ho ferito" no no non cominciamo con la voce tremula.
Il rosso si avvicinò ancora di poco.
“Ehi, è stato un incidente. Capitano. Sai quante volte ho chiuso le mani delle mie sorelle nei cassetti senza volerlo?”
“Tu non hai visto il suo sguardo. Era intimorito. Buttato a terra in quel modo, con gli occhi grandi e lucidi, mi ricordava-" stop! Non continuare. La situazione sarebbe peggiorata se proseguiva il discorso. Sentiva già gli occhi pizzicare. Col cavolo che si sarebbe messo a piangere.
“… ti ricordava?”
“Niente. Fai finta non abbia parlato"
“… ti ricordava te da piccolo?” Stare troppo con quel cospiratore di migliore amico non gli faceva bene. Capiva troppo facilmente cosa gli passasse nella testa. O forse era Marcus ad essersi addolcito con gli anni.
“… non volevo fargli male" sussurrò il moro
“Marcus, è stato un incidente. Vedrai che domani Rachele manco si ricorderà cos' successo-"
“Io me ne ricorderò. E se succedesse di nuovo? E se la prossima volta non fosse una semplice botta? Ero innervosito dal rumore Loui! Stavo uscendo per dire loro di smetterla. E se- e se invece della porta li avessi colpiti io? Magari con la mia cintura o con un vaso?”
“Non lo faresti mai-"
“È QUELLO CHE DICEVA MIA MADRE LOUI! CRAIG NON LO FAREBBE MAI!” ed ecco che le lacrime iniziavano. Calò di nuovo il silenzio, frammentato dai singhiozzi trattenuti di Marcus.
“ … quando ho visto Rachele a terra, col sangue che gli colava dal naso, ho rivisto me da bambino. Ho sentito le guance bruciare e le orecchie fischiare. La mia parte razionale sa che è successo per caso, ma una parte più profonda, più bastarda continua a ripetermi “È colpa tua. Adesso i tuoi figli hanno paura di te. La mela non cade lontana dall’albero “…. Loui… non voglio essere come lui… non voglio che i nostri bimbi mi odino.”
Il profumo di cibo si fece più forte e due grandi e calde braccia circondarono le spalle del moro, portandolo in un tenero abbraccio.
“.. tu non sei come lui, non lo sarai mai. Quello che è successo oggi non è colpa tua. I bambini non ti odiano, stravedono per te. IO stravedo per te. Quello che hai passato da piccolo è stato disumano, e ti ha reso un uomo forte e determinato. L'uomo che ho sposato. Non provare a pensare, neanche per UN ATTIMO, che tu e quel mostro siate simili.”
Seguì dell’altro silenzio, stavolta confortevole però. Il pianto si era calmato e con lui anche Marcus. Non se la sentiva di ricambiare l'abbraccio però, non ancora. Il rosso capì e lo accettò.
“Grazie Loui. Sei bravo con le parole"
“Faccio del mio meglio" disse ridacchiando
“… so che il tuo compleanno è appena fra 3 mesi, ma te lo sei pienamente meritato"
“Uh?” chiese incuriosito il giapponese.
In quell'istante il moro girò leggermente il capo, ponendo delicatamente le sue labbra su quelle del marito, e sussurrò:
“Ti amo"
_____________________________________
 
Se siete interessati a sapere di più su tali ocs fatere pure un salto nella mia tag "Marcus" su tumblr (https://milich96.tumblr.com/tagged/marcus)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Milich96