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Autore: Barby_Ettelenie_91    23/05/2019    14 recensioni
Post ENDGAME – SPOILER per chi non ha visto il film
Alla fine della guerra contro Thanos non tutti sono sopravvissuti.
Un ultimo doveroso saluto tra chi purtroppo ci ha lasciato e chi invece è rimasto.
Buona lettura!
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Morgan Stark, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Tony Stark/Iron Man, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Natasha e Clint arrivarono su Vormir senza sapere che cosa li aspettasse. Quando però Teschio Rosso propose loro lo scambio non ebbero esitazioni. Nonostante la paura attanagliasse i loro cuori, bisognava assolutamente recuperare la Gemma dell'anima per poter salvare l'universo. 

Nessuno dei due però voleva che fosse l'altro a sacrificarsi, così ingaggiarono una lotta sull'orlo dello strapiombo, finché Natasha, liberatasi dal compagno, si tuffò nel vuoto, un sorriso sereno sulle labbra, con la convinzione di aver fatto la scelta giusta. Sentì l'urlo di Clint e l'aria gelida che le bruciava i polmoni prima dello schianto, poi venne il buio. 

 

*

 

Quando Natasha aprì gli occhi, si ritrovò seduta sul comodo divano del salotto dell'Avengers Tower, con il luminoso skyline di New York sullo sfondo delle grandi vetrate. 

"Non è possibile... sono morta davvero o è stato solo un sogno?!" s'interrogò confusa, guardandosi intorno. 

Quasi avesse percepito i suoi pensieri, una donna entrò con passo tranquillo nella stanza. 
Pelata, indossava una tunica gialla, dall'aspetto sembrava giovane, ma lo sguardo profondo lasciava intuire che avesse molti più anni di quelli che dimostrava. 

"Buonasera Natasha." 

"Chi sei? Che cosa sta succedendo? Io sono davvero...? " 

"Io sono l'Antico, stregone supremo del Santa Sanctorum prima del Dottor Stephen Strange, ora guardiana della Porta Rossa dell'Aldilà. Adesso ci troviamo nel Limbo, dove finiscono le persone che hanno ancora dei conti in sospeso con il mondo dei vivi. Quando le anime, nel bene o nel male, riescono a chiudere i conti con il proprio passato, possono poi varcare la Porta Rossa e trovare il riposo eterno." 

"Ma io ho chiuso con il passato! Nel momento in cui mi sono buttata dalla rupe di Vormir, ho deciso che il passato non contava più, l'importante era recuperare la Gemma dell'anima per salvare l'universo!" 

"Nei sei proprio sicura?" 

Natasha tacque. Tanti pensieri si agitarono per la sua testa, rendendola inquieta, anche se lo sguardo si mantenne freddo e immobile, non facendo trasparire alcuna emozione. 

L'Antico si allontanò per permetterle di riflettere, quando venne fermata. 

"L'universo si salverà?" 

"Le loro speranze sono appese a un filo, una possibilità su quattordici milioni, ma se Strange ha compiuto una scelta, vuol dire che crede che Stark e compagni possano farcela." 

Detto questo, lasciò definitivamente la stanza. 

Natasha cominciò a camminare nervosamente per il salotto, per poi fermarsi a osservare il panorama dalle grandi vetrate. Quella che vedeva all'esterno era senza alcun dubbio New York, ma di sicuro si trattava di un'illusione. Molto probabilmente il Limbo assumeva la forma di luoghi familiari a chi era appena trapassato per permettergli di riflettere sulla sua vita trascorsa e risolvere gli ultimi dubbi sospesi prima di poter andare oltre. In quel momento di sicuro la vera città non era così tranquilla e silenziosa, se tutto era andato come sperato, sarebbe stata molto più chiassosa e brulicante di vita, una volta che tutti fossero ritornati.

La ormai ex agente dello S.H.I.E.L.D. avrebbe voluto avere ancora la sua pistola in tasca, scendere al piano interrato e svuotare un intero caricatore contro il bersaglio per scaricare la tensione. 
Le sue labbra poi s'incurvarono in un amaro sorriso al ricordo che gli tornò in mente quasi con prepotenza un attimo dopo.

 

*

 

La missione appena conclusa non era andata come previsto. Il sottosegretario era salvo, gli attentatori erano stati arrestati, ma ci aveva rimesso la vita una bambina. E la colpa era solo sua. Quando si era accorta che quella bambina con la sua mamma erano sulla traiettoria di quei maledetti bastardi era troppo tardi, non ha potuto fare niente, il proiettile l'ha colpita in pieno petto, facendola crollare esangue tra le braccia della madre. 

"Ma perché?!" Urlò rabbiosa Natasha scaricando uno dopo l'altro i colpi sul bersaglio del poligono. 

Due grandi mani strinsero con forza le sue spalle. 

"Natasha, smettila, non è colpa tua!" 

"Clint... "

La ragazza lasciò andare un lungo sospiro mentre Barton le accarezzava le braccia e le spalle per farla calmare. 

Senza quasi rendersene conto si ritrovò stretta nel suo abbraccio, i loro volti a un soffio l'uno dall'altro. 

In quel momento Natasha per la prima volta in vita sua ebbe paura. Paura dell'amore, paura di lasciarsi andare ai sentimenti. Così si divincolò come una gatta selvatica e scappò via. 

Quella non fu l'unica volta che si trovarono così vicini, ma il momento esatto in cui realizzò che anche lei lo amava. E anche il momento in cui rinnegò per sempre quell'amore pur di proteggerlo.      

 

*

 

Natasha cominciò allora a capire le parole dell'Antico quando parlava di conti in sospeso con il passato, ma come poteva risolverli? 

Non ebbe però tempo di riflettere a lungo, perché il rumore della porta che si apriva la fece subito scattare in allerta. 

Lo sconcerto fu enorme quando un ben noto sorriso strafottente le si parò davanti.

"Romanoff, ti sono mancato?" 

"Stark?! Cosa ci fai tu qui?"

Se anche lui era morto, allora forse qualcosa non era andato per il verso giusto e il loro piano era fallito ... 

"Forse perché anch'io sono morto?"

Il sorriso sul suo viso però si spense poco dopo per lasciare spazio a un'espressione quasi affranta, che non gli si addiceva per niente. 

Tony si andò a sedere sul divano sospirando, subito seguito da Natasha. 

Le raccontò tutto quello che era successo, dal ritorno di Clint alla base allo scontro finale, passando per le varie disavventure in viaggio per il tempo per recuperare le Gemme, lo schiocco di Hulk, il ritorno di Thanos e dei suoi scagnozzi  oltre alle persone polverizzate. 

"... quando ho indossato il guanto con tutte le Gemme, ho avuto paura. Strange però mi ha fatto capire che quella sarebbe stata la nostra unica possibilità di salvarci. Ho pensato a Morgan, a Pepper, a Peter ... non potevo permettere che la mia famiglia venisse distrutta, che l'universo venisse distrutto. Così ho fatto quello che dovevo. Quando ho schioccato le dita, l’armata di Thanos si è polverizzata, ma nello stesso tempo l'onda d'urto provocata mi ha completamente investito. Gli altri non hanno nemmeno avuto tempo per provare a salvarmi, il mio corpo non ha retto e mi ha abbandonato prima di poterli salutare tutti." 

Finito il racconto, Tony divenne silenzioso, lo sguardo perso nel vuoto. 

"Pensa a me che ho dovuto buttarmi nel burrone di un pianeta dimenticato da Dio davanti agli occhi di quel poveretto di Barton per poter salvare l'universo... non prenderti tutti i meriti, Iron man!" 

La battuta parve riscuoterlo leggermente, facendo spuntare un vago sorriso sul suo volto. 

"Ah beh nella sfiga allora sono stato fortunato, qua sono in ottima compagnia!" Esclamò con uno sguardo ammiccante. 

Un attimo dopo però tornò a rabbuiarsi.

"È più forte di me... mi manca troppo la mia famiglia! Non ho neppure potuto vedere la mia piccola Morgan per l'ultima volta... " 

"Allora è per questo che anche tu sei qui... " disse Natasha quasi tra sé. 

"Che cosa significa?" 

"Significa che tu ed io in questo momento ci troviamo nel Limbo perché abbiamo ancora dei conti in sospeso con il passato. Solo quando li risolveremo, potremo aprire la Porta Rossa per andare oltre e trovare il riposo. E involontariamente hai appena detto quale sia il tuo." 

Stark allora cominciò a capire. 

"Morgan... il mio più grande rimpianto è non averle potuto dire addio. E la mia anima non sarà mai in pace finché non l'avrò fatto! Il tuo, invece?" 

"Non sono affari tuoi!" 

"Ehi che caratterino... pensavo che almeno qui avessi smesso di comportarti da spia sotto copertura!"

La ragazza lo ignorò. 

"Il problema è che non sappiamo come fare. Ci stavo riflettendo prima che arrivassi tu, senza trovare una risposta." 

"Visto che siamo in casa, possiamo provare a uscire. Poi vediamo cosa succede!" 

Natasha non sembrava molto convinta ma lo seguì. 

L'ascensore li portò fino al piano terra ma, una volta arrivati, una forte luce illuminò le porte prima che si aprissero. 

 

*

 

Quando uscirono, rimasero sorpresi. Davanti a loro non c'erano le caotiche strade di New York ma una verde campagna. 

Tony riconobbe subito la villetta della sua famiglia. 

Non ebbero però tempo di chiedersi cosa fosse successo o che cosa fare perché videro delle persone in lontananza. Erano tutti vestiti a lutto e stavano raggiungendo il lago sul retro. 

Capirono subito di chi fosse il funerale e si avvicinarono per potervi assistere. 

Pepper sostenuta da Happy e Rhodey prese la parola. 

"Oggi siamo qui per salutare il nostro Tony. Nonostante i tanti difetti, aveva un grandissimo cuore, è stato un amico per tutti noi, un marito e un padre meraviglioso... " 

S'interruppe con un piccolo singhiozzo mentre due lacrime involontarie scesero sulle sue guance prima che potesse fermarle. 

"No, tesoro, non piangere ti prego!"

"Se Tony fosse qui, penso che riderebbe... non avrebbe voluto vedermi piangere né tantomeno sentire discorsi strappalacrime sul suo conto, perché in fondo lui è Iron man, i discorsi da femminuccia li avrebbe lasciati a qualcun altro!" 

Sorrise tra le lacrime, mentre accennava a Steve. 

Alla fine però non riuscì a continuare il discorso, ringraziò semplicemente i presenti per poi defilarsi vicino alla piccola Morgan. 

Tony dovette impegnarsi per non piangere anche lui davanti a quella scena. 

Natasha lo convinse ad allontanarsi per aspettare che finisse, dopo tutto quello che avevano passato, non era giusto infliggersi ancora altro dolore.

“Beh è strano assistere al proprio funerale, non credi? E pensare che fino a qualche anno fa credevamo di essere soli nella galassia … Io facevo la bella vita, mi divertivo a giocare con l’armatura luccicante facendo il playboy e fregandomene del resto … Poi sono arrivati gli alieni … E adesso sono morto per salvare la mia famiglia e l’intero universo! Incredibile, eh?”

“Sempre il solito megalomane! In effetti, però, da quando ti ho conosciuto, sei molto cambiato. Anzi, siamo tutti molto cambiati in questi anni. Io prima ero solo un’assassina dei servizi segreti, orfana, senza alcun legame … Poi gli Avengers sono diventati la mia famiglia. E quando hai una famiglia, faresti qualunque pur di vederli felici, saresti disposta anche a sacrificarti pur di non farli soffrire … “

Interruppero il discorso appena si accorsero che la cerimonia era finita e la piccola folla si stava disperdendo.

Tony istintivamente si avvicinò alla sua famiglia, anche se non potevano vederlo.

“Morgan!”

Non sapeva nemmeno lui perché l’avesse chiamata, eppure la figlia sembrava che lo avesse sentito.

Con un sorriso sorpreso e speranzoso, la bambina lasciò la mano della mamma e corse verso il prato.

Pepper voleva richiamarla, ma Happy la convinse a desistere. In fondo era solo una bambina di cinque anni che aveva appena perso il suo papà, era giusto lasciarle degli spazi.

“Papà!”

“Papà, dove sei?”

Tony, incerto, si fece avanti.

“Sono qui, piccola mia!”

Quasi in contemporanea entrambi allungarono una mano, come per cercarsi. Quando le dita si sfiorarono, Morgan sentì chiaramente la sua presenza.

“Papà, sei qui … lo sai che mi manchi tanto?”

“Anche tu mi manchi tesoro … Purtroppo il cattivone contro cui ho combattuto era fortissimo ma Iron Man doveva salvare le sue principesse, prima che gli facessero del male!”

“Non è giusto, nelle storie finisce sempre tutto bene!”

“Purtroppo nella vita non sempre va tutto bene …”

Tony s’interruppe vedendo gli occhi della figlia diventare umidi.

“Ehi, cosa sono quei musi lunghi? Ci sono sempre la mamma, Happy, Rhodey, gli altri Avengers vicino a te! E anche se non posso più restarti vicino, sappi che io ti amo sempre centomila!”

Morgan sorrise tra le lacrime.

“E io ti amo tremila!”

Anche se non poteva vederlo, Tony provò lo stesso ad abbracciarla. Morgan sentì una brezza leggera accarezzarla, così sorrise.

“Ciao papà!”

“Ciao tesoro mio! Fai la brava mi raccomando … però non dire niente alla mamma che ci siamo incontrati … sarà il nostro segreto da supereroi, va bene?”

Lei annuì ridacchiando, come quando dovevano nascondere una delle sue piccole marachelle. Salutò ancora con la mano, per poi correre verso casa.

“E bravo papà Stark!”

Natasha sorrise spuntando da dietro un albero poco lontano.

L’interessato sorrise a sua volta.

“Grazie Romanoff! All’inizio pensavo di non farcela, invece ora devo dire che mi sento meglio … sono contento di averla potuta vedere un’ultima volta! Tu invece ora chi devi incontrare?”

Natasha sospirò. Arrivati a quel punto era inutile tacere, tanto l’avrebbe visto di persona di lì a poco.

“Clint …”

Stark si limitò ad annuire senza fare domande per poi seguirla.

Arrivati in prossimità del lago, videro Clint fissare un punto imprecisato davanti a lui, con lo sguardo perso nel vuoto. Poco lontano, Wanda si stava involontariamente incamminando verso di loro per raggiungerlo.

Quando fu più vicina, incrociò il loro sguardo e sbarrò gli occhi come se fosse in preda a un’allucinazione.

“Oh mio Dio! Natasha! Tony! C-Cosa ci fate qui?! Voi dovreste essere …”

“Tu riesci a vederci?!” esclamò Natasha, altrettanto sorpresa.

“Certo che vi vedo! Non dovrei, forse?”

“Beh, sai com’è, siamo un tantino morti!” rispose Stark con il sarcasmo che lo contraddistingueva.

“Però a pensarci bene potrebbero essere i tuoi poteri psichici … In ogni caso, incredibile!”

“Io non so cosa dire … Ci mancate così tanto! E vedervi così, adesso …”

“Anche voi ci mancate … Purtroppo le cose non sono potute andare in modo diverso. Se qualcuno non si fosse sacrificato, molto probabilmente nessuno si sarebbe salvato. A volte bisogna fare la scelta giusta, per quanto sia dolorosa!”

“In fondo noi siamo gli Avengers, chi altro avrebbe potuto farlo altrimenti, Mago Merlino?”

Le ragazze sorrisero alla battuta di Tony. Wanda però tornò a rattristarsi un attimo dopo.

“Eh già … Spero solo che adesso nessun altro debba morire per salvare l’universo!”

“Non succederà. Ora che le Gemme non sono più qui, nessuno ha un potere tale da poterlo fare.”

“Tony ha ragione, adesso potete stare tranquilli!”

Lo sguardo di Natasha poi si spostò su Clint che, non lontano da loro, si trovava ancora in riva al lago.

“Ora vai da lui, di sicuro ha bisogno di un’amica che gli stia vicino!”

“Hai ragione … Allora io vi saluto … ci rivedremo?”

“Temo proprio di no!”

“Beh allora addio … e grazie di tutto Tony!”

Wanda provò allora ad abbracciarlo. Non era un vero e proprio abbraccio, ma sentì una leggera brezza accarezzarla, così sorrise.

“Grazie mille anche a te Nat!”

Abbracciò anche lei, poi con un ultimo malinconico sorriso si allontanò per raggiungere Barton.

Clint si voltò con un sospiro quando la vide avvicinarsi.

“Vorrei che ci fosse un modo per farglielo sapere … che abbiamo vinto … ce l’abbiamo fatta.”

Wanda osservò il lago per un lungo momento prima di rispondere. Non poteva mica raccontare l’incontro di pochi minuti prima. Senza contare che con i suoi poteri aveva percepito dai pensieri di Clint che c’erano dei sentimenti inespressi nei confronti di Natasha.

Il pensiero andò subito dopo a Visione. Aveva già sofferto abbastanza lei, che aveva avuto almeno il privilegio di rivedere gli amici perduti un’ultima volta, non era giusto dare anche a lui altra sofferenza. 

“Lei lo sa. Lo sanno tutti e due.”

Si strinsero le spalle in un affettuoso gesto consolatorio, prima di avviarsi verso il prato.

“Clint, aspetta!”

Entrambi si voltarono sorpresi.

Quando Wanda incrociò lo sguardo di Natasha capì che doveva lasciarli soli, così allungò il passo sparendo poco dopo alla vista.  

L’arciere si guardò intorno. Era sicuro di aver sentito una voce chiamarlo, eppure davanti a lui non c’era nessuno.

Natasha allungò una mano fino a sfiorargli la guancia con un’impercettibile carezza.  Fu in quel momento che Barton percepì la sua presenza.

“Nat … S-sei tu?”

“Sì Clint.”

“Non è possibile, tu sei morta! E’ tutta un’allucinazione del mio cervello … Io ora sono qui e sto parlando da solo … Probabilmente il troppo dolore per la tua perdita mi sta facendo impazzire …”

Il suo sproloquio venne interrotto da una leggera brezza che gli accarezzò le spalle e le braccia, facendolo rilassare.

“Barton ora calmati e smettila di dire cazzate! Mi rendo conto che non è facile da credere, ma dopo tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni non pensavo avresti reagito così! ”

“Io non so cosa dire, ti ho vista con i miei occhi lasciare la mia mano e lanciarti in quel maledetto burrone a Vormir! Anche se ho recuperato la Gemma dell’Anima e poi tutti si sono salvati, la notte mi capita spesso di svegliarmi in preda agli incubi in cui rivedo quella maledetta scena!”

Per la prima volta da quando si conoscevano, Natasha vide una lacrima solitaria scendere dagli occhi di Clint. Nemmeno quando la sua famiglia si era ridotta in cenere ed era diventato una sorta di spietato giustiziere aveva avuto una simile reazione.

“Tu non hai idea di quanto mi manchi …” aggiunse in un misto di rabbia e dolore.

“Pensi forse che per me sia diverso? Tu hai Laura, i ragazzi, gli altri Avengers … Io non ho mai avuto nessuno prima di voi, era giusto che fossi io a sacrificarmi per salvarvi! Ora mi è stato concesso ancora un pochino di tempo per salutarti, non rovinare tutto, smettila di fare così!”

Anche la sua voce s'incrinò in un piccolo singhiozzo.

“Nat io … scusami … Siamo sempre andati in missione insieme, abbiamo sempre corso dei rischi insieme, da quel lontano giorno a Budapest … un conto è rimanere uccisi, un conto è sacrificarsi spontaneamente! Quando è morta la mia famiglia io ero in giardino con loro, mi sono girato e semplicemente erano spariti, tu invece hai lasciato la mia mano, mi hai guardato negli occhi e hai sorriso mentre sprofondavi nel baratro! Quella è stata una stilettata dritta al cuore! E dire che di amici, colleghi, ne ho visti morire più di uno nel corso degli anni … ma tu non sei mai stata solo un’amica, lo sai bene!”

“Io non potevo … non dovevo … per il tuo bene! Quando hai conosciuto Laura nonostante tutto sono stata davvero felice per voi! Se i tuoi bambini mi chiamano addirittura zia, un motivo ci sarà!”

“Piantala Romanoff, sono tutte scuse!”

“Dicono che ti rendi conto del valore di una cosa solo quando l’hai persa … Ero convinto che ormai mi fosse passata, ma quando ti ho guardata negli occhi per l’ultima volta mi sono reso conto di amarti ancora. Anche se per te non era lo stesso, io non ti ho mai dimenticata!”

“Clint anch’io ti amo, eri l’unica cosa bella che mi era capitata da quando avevo lasciato il KGB, non potevo permettermi che ti facessero del male! Volevo solo proteggerti … Lo so che ormai non conta più niente, ma volevo che lo sapessi, prima di dirti addio.”

Un’altra lacrima luccicò negli occhi di Barton, mentre un triste sorriso si dipingeva sul suo volto.

“Siamo stati due stupidi … Se solo fossi stata davvero qui, ti avrei detto baciami!”

Natasha non se lo fece ripetere due volte, annullò le distanze e posò con foga le labbra sulle sue.

Clint all’improvviso sentì uno strano tepore sul suo viso, una sensazione piacevole, un brivido caldo che scese lungo la schiena. Sorrise contro il suo volto invisibile agli occhi, ma impresso in modo indelebile nella sua mente, mentre le lacrime ormai rigavano le sue guance senza alcun ritegno.

“Adesso devo andare … in ogni caso, vivi la tua vita e sii felice, promettimelo! Fa che il mio sacrificio non sia stato vano … e ricorda ai miei nipotini che la zia Nat non li dimenticherà mai!”

“Ma certo Natasha! Addio …”

“No, arrivederci!”

Un ultimo sospiro, un ultimo sorriso tra le lacrime e poi anche Clint cominciò ad avviarsi verso la casa, sparendo poco dopo alla vista dell’ex agente dello S.H.I.E.L.D.

Tony si materializzò silenziosamente alle sue spalle.

“Anche Natasha Romanoff ha un cuore, wow!”

“Stark …”

“Giuro che qualche anno fa, prima di scoprire l’esistenza della famiglia di Barton, avrei scommesso su di voi! Due spie letali dello S.H.I.E.LD. che lavorano in coppia come Mr. e Mrs. Smith, sarebbe stato figo!”

Natasha avrebbe voluto rispondergli storto, ma una risata forte, quasi liberatoria, uscì dalle sue labbra, senza che potesse fare nulla per fermarla.

“Sei un cretino Stark! Ma grazie …”

Avrebbe voluto dire ancora qualcosa, ma un forte vento, che cominciò a soffiare all’improvviso, le impedì di continuare il discorso.

Davanti a loro apparve una porta rossa, dalla quale uscì l’Antico.

“Buonasera Natasha, Tony. Vedo con piacere che avete sistemato i vostri conti in sospeso.”

“Direi di sì. Immagino che tu sia la guardiana … ora cosa succede?”

“Tony adesso potete varcare la porta e trovare la pace. Sono sicura che dall’altra parte ci sia qualcuno che vi aspetta.”

“Ah beh se le cose stanno così, che cosa stiamo aspettando!”

L’Antico spalancò la porta dalla quale uscì una grande luce. La attraversò facendo un cenno agli altri di seguirla.

“Prima le signore!”

Natasha alzò gli occhi al cielo sbuffando.

“Se avessi saputo che dovevo sopportarti in eterno, avrei lasciato che fosse Clint a buttarsi, almeno voi due sareste andati d’accordo!”

Stark ridacchiò del commento per poi oltrepassare il varco luminoso seguito dalla ragazza.

La Porta Rossa si chiuse alle loro spalle, brillò ancora per qualche secondo, poi com’era apparsa, sparì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

Buonasera!

Intanto un piccolo appunto sul testo, quando i fantasmi interagiscono con i vivi ho messo i loro discorsi in corsivo per differenziarli, visto che tra loro non si vedono, spero che questo si capisca!

Per il resto, la visione di Endgame mi ha creato dei seri traumi emotivi, così mi sono sentita in dovere di dare anch’io il mio contributo. Nonostante sia una che ama i lieto fine, questo film è riuscito a far emergere una vena angst che nemmeno io mi aspettavo di avere, mannaggia ai Russo Brothers!

Ho sempre pensato che Natasha e Clint fossero personaggi sottovaluti e quale occasione migliore di questa per dare un po’ di spazio anche loro! Senza contare il dispiacere del mio povero cuoricino di Clintasha shipper alla scoperta che Barton aveva moglie e tre figli tenuti ben nascosti in campagna! Aggiungendoci pure l’incomprensibile interesse di Bruce e Natasha che non si sa come mai negli ultimi film è svanito come una bolla di sapone senza un vero perché … bah, i misteri del cinema!

La situazione tragica in cui si trovano i personaggi di sicuro gli ha permesso di togliersi le maschere per un attimo, ma spero solo di non essere andata troppo OOC!

Prima di salutarvi vi lascio QUI alcune fanart trovate in giro per l’internet che calzano a pennello in questa storia. Direi di aver detto tutto!

Aspetto i vostri commenti!

Vi amo 3.000,

Barby 

   
 
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