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Autore: Fiore di Giada    24/05/2019    0 recensioni
– Sei sicuro che tra qualche mese danno la Norma al teatro Petruzzelli? – domandò la ragazza.
Il giovane trasse dalla tasca un depliant pubblicitario e lo consegnò alla giovane.
Lei lo aprì e, con attenzione, lo lesse.
– Sei stato molto attento. Ed è strano da parte tua. Cosa ti è successo, Teodoro? – domandò la giovane, un lampo malizioso negli occhi neri.
[il personaggio di Flora non è una OC, ma è la mia rielaborazione del personaggio della fidanzata di Vulcano Rosso, di cui non sappiamo nulla. Compare in altre mie storie]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole si rifletteva sulla calma superficie del lungomare di Bari, che brillava di deboli bagliori d'iride, e il cielo, d'un celeste purissimo, simile a quello di un topazio azzurro, era percorso dalle figure dei gabbiani, che ora lanciavano lunghe strida, ora si immergevano nel mare, in cerca di prede.
Decine di barche punteggiavano la calma azzurrità del mare e le voci dei pescatori si mescolavano a quelle dei turisti e degli abitanti della città, che ora passeggiavano sui marciapiedi, percorrendo in ogni direzione il lungo mare, ora correvano, ora, seduti sulle panchine, conversavano.
L'imponente struttura del Teatro Margherita era semicoperta da cartelloni giganteschi, annuncianti degli spettacoli, e le auto, rapide, attraversavano le strade della città
Vulcano Rosso e Flora, seduti su una panchina, discutevano con pacata animazione.
Sei sicuro che tra qualche mese danno la Norma al teatro Petruzzelli? – domandò la ragazza.
Il giovane trasse dalla tasca un depliant pubblicitario e lo consegnò alla giovane.
Lei lo aprì e, con attenzione, lo lesse.
Sei stato molto attento. Ed è strano da parte tua. Cosa ti è successo, Teodoro? – domandò la giovane, un lampo malizioso negli occhi neri.
Il combattente, sentendo questa domanda, si irrigidì. La mente acuta di Flora aveva cominciato a sospettare qualcosa, ma quanto aveva compreso?
Se avesse capito tutto, la sorpresa sarebbe stata rovinata.
No, non devo pensare simili assurdità!, meditò. La sua innamorata apprezzava la schiettezza e, anche se avesse capito le sue intenzioni, nulla sarebbe cambiato.
In quel momento, aveva intenzione di aprire a lei il suo cuore.
Inspirò, turbato, poi le prese le mani.
La ragazza sussultò, colta di sorpresa da quell'atteggiamento. Teodoro Leone, malgrado l'apparenza estrosa e vivace, racchiudeva nel suo cuore un animo nobile e buono.
I suoi occhi neri, di solito beffardi e scherzosi, in quel momento la scrutavano, seri e pensosi, e la sua bocca era atteggiata in una inconsueta maschera di serietà.
Lui desiderava dirle qualcosa di importante e, malgrado il suo coraggio, il suo cuore era scosso da una gagliarda emozione.
Tu sai... Tu sai che sono innamorato di te da tempo.... Per te sarei disposto a qualsiasi cosa, mia dea... – cominciò, la voce lievemente incrinata. Di solito, la sua parlantina sfacciata gli permetteva di trarsi d'impaccio da situazioni imbarazzanti...
Eppure, in quel momento, le parole si smarrivano nella sua gola e la sua mente era priva di qualsiasi capacità.
Poteva solo affidarsi al suo cuore.
Un sorriso sollevò le labbra della ragazza. Il sentimento d'amore di Teodoro Leone per lei era sincero e limpido e lo aveva dimostrato in diverse occasioni.
Per lei, lui aveva abbandonato quell'organizzazione crudele, che si proponeva di conquistare l'Europa.
Tra di loro, non c'era bisogno di parole effimere, perché le azioni mostravano la solidità delle fondamenta del loro legame.
Teodoro, non metterei mai in dubbio i tuoi sentimenti... Hai dimostrato tante volte di amarmi. – lo rassicurò la giovane.
Le lunghe dita di lei sfiorarono delicate il volto di lui, indugiando sulle labbra sottili.
Il giovane, con delicatezza, strinse le mani di lei e, con dolcezza, ne baciò i dorsi.
Poi alzò lo sguardo e i suoi occhi cercarono di nuovo lo sguardo di lei.
Flora... Flora... Io... Io desidero che tu sia moglie... Mi piacerebbe sposarti qui, in questa terra meravigliosa... – confessò, la voce incrinata dall'emozione. Finalmente, era riuscito a dichiararsi.
Aveva confessato a Flora il suo più grande desiderio.
Lei cosa avrebbe risposto?
Poi, aprì una borsa e trasse due biglietti.
Questi sono per te, mia dea... Spero... Spero che ti piacciano... Potrai andarci con chi desideri tu... – mormorò.
La ragazza tentò di parlare, ma solo un gemito strozzato uscì dalla sua bocca. Tutto, in quel momento, le era chiaro in un modo meraviglioso.
Teodoro le aveva fatto una richiesta di matrimonio splendida, per quanto singolare e, al posto di un anello di diamanti, le aveva regalato un biglietto per vedere uno spettacolo teatrale.
Malgrado la sua perenne distrazione, non aveva scordato la sua smisurata passione per la musica di Vincenzo Bellini e le aveva fatto un dono assai più gradito di un qualsiasi, anonimo gioiello.
Teodoro era un ragazzo d'animo sensibile, malgrado la sua apparenza irriverente.
Non lo avrebbe mai lasciato andare via.
I loro cuori si appartenevano e di questo lei era felice.
Sì... Accetto, ma ad una condizione. – affermò lei, una luce divertita nel suo sguardo di carbone.
Il combattente alzò un sopracciglio, confuso. Che cosa intendeva dire?
Tu dovrai venire con me. So che non ti piace Bellini, ma non potrei mai godere della sua musica senza di te. Allora, accetti? – domandò.
Lui le sfiorò le guance e il collo con le mani, il cuore palpitante di gioia e il suo sguardo morbido, simile a velluto, scrutò compiaciuto il suo volto.
Tutto per te, amore mio. – soffiò con voce roca, prima di baciarla con passione.































   
 
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