Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai
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Autore: SkyDream    26/05/2019    1 recensioni
Lui era rimasto bloccato tra i due minuti più brutti della sua - eterna - vita. Li riviveva in ogni suo respiro, qualunque cosa facesse non poteva che distrarlo pochi istanti. E cosa sono pochi istanti quando se ne hanno infiniti da vivere?
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Questo fu il suo ultimo pensiero.
Che bevendo da quella fonte aveva dato il via al suo eterno Inverno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ban
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Breve introspezione senza pretese~
Eterno Inverno

«Altre due birre, signorina!»
«Per me un boccale grande e dell’arrosto!»
«Signorina! Oggi offro io!»
Erano decine di voci, sembravano i diversi toni di una melodia su cui la povera cameriera doveva danzare, portando mille boccali di birra e piatti stracolmi di carne e verdure.
Ban tendeva appena un sorriso, seduto nel suo angolo preferito, con le dita che giocavano sul collo della  bottiglia appena stappata. Era rimasto incantato a guardare quella ragazza districarsi tra le mille richieste, sembrava non avere un momento libero per pensare a qualcosa di personale.
Quanto la invidiava.
Lui era rimasto bloccato tra i due minuti più brutti della sua - eterna - vita. Li riviveva in ogni suo respiro, qualunque cosa facesse non poteva che distrarlo pochi istanti. E cosa sono pochi istanti quando se ne hanno infiniti da vivere?
«Ban, vuoi che scaldi la bottiglia vuota?» La cameriera si era avvicinata, con il vassoio poggiato sul seno e gli occhi grandi che lo scrutavano, curiosi della sua risposta.
Ban aveva l’abitudine di scaldare la bottiglia con dell’acqua bollente per poter staccare l’etichetta senza rovinarla. Le incollava meticolosamente tutte sul suo quaderno di viaggio, a volte passava della cera di candela sopra per renderle impermeabili e non farle bagnare.
Aveva scoperto di essere un collezionista di classe, anche se mal si sposava con la sua vita da eterno vagabondo.
«No, grazie Loise, puoi buttarla se non ti serve.» specificò dopo averla fatta aspettare. La cameriera inarcò un sopracciglio con espressione interrogativa.
«Stai pensando che sono un umano strano, eh Elaine?»
«Cosa?! Sai leggere anche tu nel cuore delle persone?»
«No,ma si può imparare molto leggendo i volti della gente».
 
«Ho interrotto momentaneamente la mia collezione di etichette - spiegò lui senza darle il tempo di formulare la domanda -, ma è una storia lunga che non ho voglia di spiegarti».
La cameriera si limitò a prendere la bottiglia vuota e porla sul vassoio.
«E da quando?» chiese poi, dando ancora le spalle a Ban.
«Quando è stata l’ultima Festa di Primavera?».
Loise sembrò rifletterci su, poi si guardò intorno fino a leggere in lontananza una locandina floreale. Al centro si preannunciava la Festa di Primavera che si sarebbe tenuta l’indomani, pertanto l’ultima risaliva ad un anno prima.
«Sono trecentosessantaquattro giorni che ho interrotto la collezione di etichette, Loise. Ora, se non ti dispiace, dovrei andare, ho una personcina che mi aspetta».
Ban si alzò in piedi mettendo in spalla la sua vecchia sacca sgualcita, lasciò un paio di monete sul banco e uscì fuori, dove la tiepida aria di primavera gli sfiorò il viso.
«Perché stai dormendo lì?»
«Sono un bandito, Elaine, se non posso rubare dalla Fonte, permettimi almeno di godermi questa tiepida brezza!»
«Non scherzare, Ban, non puoi mica dormire sull’Albero Sacro. Ban? Ehi, svegliati!».
 
L’aria calda gli ricordò Elaine per l’ennesima volta.
Da quella dannata Fonte era finita e ricominciata la sua nuova vita, aveva l’eternità intera per trovare un modo per far tornare indietro la sua Elaine.
Aveva chiuso - momentaneamente - il suo quaderno con le etichette, fermo all’ultima birra bevuta con lei sull’Albero Sacro. Non lo avrebbe riaperto se non con lei al suo fianco.
Continuò a camminare, passo dopo passo, ignorando l’aria di festa nella grande città che si preparava all’arrivo della primavera.
Fiori, profumi e spettacoli di magia si cominciavano a stagliare in ogni angolo delle strade, tutto riprendeva vita dopo un lungo inverno sfiancante, che a causa del freddo e della fame aveva portato via decine di anime innocenti.
Questo fu il suo ultimo pensiero.
Che bevendo da quella fonte aveva dato il via al suo eterno Inverno.
 
«Dimmelo ancora, Ban».
«Certo, ti prometto che un giorno tu sarai mia e...»
 
Potevi almeno farmi finire
   
 
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