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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    26/05/2019    2 recensioni
[Sentinel!AU]
“Se non ti sbrighi e la smetti di parlare, ti appendo al soffitto e ti lascio lì.”
“Devo nascondere tutte le corde che ci sono in giro, allora.”
“Mi basta una graffetta per farlo, e lo sai.”
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Stand by me'
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Fandom: MacGyver (2016)

Rating: Arancione

Personaggi/Pairing: MacDalton, Team Phoenix

Tipologia: One-shot

Genere: Hurt/comfort, Sentimentale

Avvertimenti: Slash, Sentinel!AU della 2x04

Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

Note: Dedicata a Mairasophia.

 

STAND BY ME

"911, qual è l'emergenza?"

"Sentinella in zone, estremamente fragile e nessuna delle Guide qui presente riesce ad aiutarla. È strisciato fuori da un tombino ed è collassato sul ciglio della strada e da allora non si è più mosso."

"Signora, può ripetermi il suo status? E vede da qualche parte un animale spirituale che possa comunicare con voi?"

"Guida Miller, ero a passeggio con mio marito quando questo ragazzo è uscito dal tombino in mezzo alla carreggiata e si è aggrappato al mio cappotto prima di cadere. Non risponde più ad alcuno stimolo. Ho cercato di tirarlo fuori io stessa con l'aiuto di altre Guide presenti ma percepiamo la presenza di un legame, da qualche parte ci deve essere una Guida che lo sta cercando e che può aiutarlo. No, nessun animale spirituale, qualunque cosa gli sia accaduta deve aver influenzato anche lui."

"Guida Miller, lei è una Guida legata?"

"Sì, mio marito è una Sentinella e anche lui conferma che sente la presenza di una Guida sul suo corpo. Lui dice che sente una vaga presenza spirituale ma è debole."

"E neppure le altre Guide lì presenti, tra quelle non legate, sono riuscite ad aiutarlo?"

"No, non è in buone condizioni e ha bisogno di aiuto."

"D'accordo. Può descrivermi la Sentinella in questione?"

"Deve avere sui venticinque anni, biondo e magro. Ha dei buchi sulle braccia e pensiamo che sia stato vittima di qualche aggressione."

"Vedo dai rapporti che la Fondazione Phoenix ha denunciato la scomparsa di una delle loro Sentinelle tramite il SGC, li abbiamo contattati e hanno detto che manderanno la Guida della Sentinella scomparsa per l'identificazione e l'eventuale recupero.”

“D’accordo. Comunque io e un altro paio di Guide resteremo qui con lui fino al loro arrivo.”

***

Jack Dalton sedeva sul retro dell’ambulanza che la Fondazione aveva mandato in strada per rispondere alla segnalazione, da parte del 9-1-1, di una Sentinella in zone la cui descrizione combaciava con quella di Mac: con l’aiuto di Bozer e Sam, che pur essendo mondani erano tra i pochi di cui Jack si fidava quando si trattava della sicurezza e del benessere di Mac, si stava cambiando per prepararsi alla sfida che lo aspettava.

“Amico, non vedo Mac in una zone così profonda dal giorno in cui sua madre è morta. Se è davvero nelle condizioni critiche in cui dicevano che fosse, avrai bisogno di togliere tutta quella roba di dosso.” Aveva detto Wilt con aria cupa mentre gli passava un completo di maglietta e pantaloni di cotone da indossare al posto della tac vest.

Senza rispondere, e unicamente concentrato sul cercare di sentire la presenza di Mac tanto più si avvicinavano al punto indicato, Jack si cambiò meccanicamente mentre il suo cervello si riempiva di scenari drammatici e tragici e la sua preoccupazione, il suo imperativo più grande, prendeva piede e gli premeva il petto come una morsa.

La tua Sentinella ha bisogno di te.

Sbrigati, Guida.

Con la schiena poggiata contro la parete del mezzo, Jack finì di allacciarsi le scarpe pulite prima di chiudere gli occhi nel tentativo di approfondire la ricerca della presenza spirituale di Mac da qualche parte, magari avrebbe potuto…

Attingendo a tutta la sua calma, Dalton inspirò un paio di volte e focalizzò la propria attenzione sulla calda e rassicurante presenza sempre al suo fianco per renderla visibile: un paio di minuti dopo, dove non c’era niente tra lui e i suoi compagni, apparve un bel lupo grigio, dai profondi occhi color del ghiaccio, che si guardò attorno alla ricerca di qualcosa.

O qualcuno.

“No, Bruce,” disse la Guida mentre allungava la mano per accarezzare il proprio animale spirituale dietro le orecchie: “Non ci sono né Mac né Talon qui. Mac è nei guai e ho bisogno che tu vada a cercarlo, puoi farlo per me?”.

Bruce il lupo alzò il muso e lo poggiò sul grembo del proprio partner, scambiandosi con lui una lunga e intensa occhiata; qualche secondo dopo, l’animale diede in un profondo ululato e, con un balzo, attraversò la parete del mezzo e scomparve alla vista.

 

Sam, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, sospirò: “Non ho mai visto un animale spirituale materializzarsi. Che animale ha Mac?”

 

“Un’aquila reale.” rispose Bozer con un sorriso malinconico: “Quando eravamo ragazzi e io avevo paura del buio, Talon era sempre appollaiato sul mio letto. Mac non mi ha mai detto niente ma io so che lo faceva per tenermi compagnia e farmi sentire al sicuro.”

“Quindi Mac ha vissuto con te prima di Los Angeles?” chiese Sam sorpresa: “Sì, certo. Mia madre e mio padre sono entrambi Guide e suo nonno era un mondano, io non sono mai andato online ma i geni sono quelli. In famiglia abbiamo fatto da buffer a Mac quando io e lui eravamo bambini e spesso restava a dormire, aveva il suo spazzolino e il suo pigiama nel mio armadio. Quando è andato in Afghanistan ero preoccupato per lui: non aveva una Guida e fino a quel momento non avevano trovato un match genetico. Poi ha conosciuto Jack.” Wilt aveva uno sguardo affettuoso mentre raccontava succintamente del proprio legame con Mac.

“Quando lo conobbi, era una Sentinella rompicoglioni e arrogante e io ero uscito dall’ennesima relazione sbagliata con una Sentinella che non era il mio match genetico. Quando entrambi fummo portati in infermeria una volta dopo l’ennesima scazzottata, scoprirono che non solo eravamo compatibili ma che eravamo perfino…”

“Destinati, giusto?”

“Già, Sam… Fu uno shock per entrambi ma le analisi non mentivano e neppure il bisogno di stare insieme, di darci addosso per avere una scusa per farlo. Il Comando decise di metterci in coppia, lui artificiere e io vedetta. Lavoravamo maledettamente bene, anche se non mancavano le discussioni. Poi il servizio finì e parlammo a lungo su cosa fare.”

Nel mezzo cadde il silenzio mentre Bozer e Cage guardavano Jack che respirava profondamente, sicuramente alla ricerca di Mac tramite gli occhi di Bruce.

Quando riprese a parlare, fu come se il tempo avesse ripreso a scorrere.

“Poi venne il DXS, la Fondazione, il resto è storia vecchia. Ma siamo sempre rimasti insieme, il nostro rapporto non è mutato.”

“Siete platonici?”

“Cage!”

“No, Bozer. È una domanda lecita. Non mi piace rispondere ma deve sapere. Sì, al momento siamo platonici. Abbiamo discusso spesso su come comportarci ma in Afghanistan lui era troppo giovane e gli ultimi anni sono stati duri per entrambi. So che lui vorrebbe… e anche io, non lo nego. Ma ho paura che la differenza di età tra noi sia davvero troppa.”

“Oh, Jack! Basta con questa stronzata della differenza d’età!”

Di scatto, l’agente più giovane a bordo diede una manata al braccio di Dalton e lo guardò con aria irritata mentre Sam, curiosa, faceva saettare lo sguardo ora sull’ex Delta e ora sullo scienziato: “Sai benissimo come la pensa Mac, sai benissimo che a lui non gliene frega un accidente se hai l’età che potrebbe avere suo padre, sei il suo match genetico, per la miseria, e farebbe di tutto per renderti felice. E sai che già lo fa.”

“Lo so, amico, e questo non fa che spaventarmi! Sono una vecchia Guida stupida e lui è una Sentinella con il quoziente intellettivo di Einstein!”

“Jack, sai che stai parlando così perché stai entrando in risonanza con la fragilità emotiva e sensoriale di Mac in questo momento. Questo significa che se anche il vostro legame è platonico, a questa distanza è comunque abbastanza potente da unirvi. Il bonding completo è soltanto una formalità che rende questa connessione del tutto stabile.”

Jack stava per ribattere quando all’improvviso impallidì sgranando gli occhi e si appoggiò alla parete dietro di sé per non cadere: “È Bruce…” mormorò prima che Cage scattasse per afferrargli il braccio: “Ha trovato Mac e Talon…”

§§

 

“9-1-1, qual è l’emergenza?”

“Salve, ho chiamato prima per quella Sentinella in zone. Sono appena apparsi due animali spirituali accanto a lui, un lupo che tiene tra le zampe un’aquila reale, l’aquila reale non ha un bell’aspetto ma il lupo non permette a nessuno di avvicinarsi, ringhia non appena qualcuno di noi si muove. Perfino i nostri animali spirituali non possono fare niente.”

“Guida Miller, giusto? Il lupo potrebbe essere l’animale spirituale della sua Guida.”

“Non è impossibile, spero solo che si sbrighi, non sembrano avere molto tempo. La Sentinella trema ma non possiamo avvicinarci per fargli indossare qualcosa e tenerla al caldo.”

“L’ambulanza è a pochi isolati di distanza dalla vostra posizione, il lupo è certamente la possibilità di sopravvivenza migliore per lui. Non fate gesti inconsulti e aspettate che arrivino.”

 

§§

 

Quando l’ambulanza svoltò l’angolo e s’infilò nella strada dove avevano segnalato la presenza di Mac, Jack era pronto.

Seppur pallido, stava appoggiato al portellone del mezzo per essere il più rapido possibile ad intervenire e non attese neppure che il veicolo si fosse fermato per aprirlo dall’interno e gettarsi fuori; abbagliato per un attimo dalla luce del sole, rotolò sull’asfalto e scattò subito in piedi.

Il legame con il lupo e con Mac lo fece voltare con sicurezza verso il punto dove percepiva la loro presenza: non si curò di Bozer e Cage che erano saltati dietro di lui ma si precipitò subito presso il capannello di persone ammassato accanto al marciapiede: “Lasciatemi passare!” sgomitò tra la gente, concentrato unicamente sulla voce di Bruce dentro di lui che lo chiamava e la sensazione di completa paralisi che emanava il legame con Mac.

Quando infine riuscì a raggiungere la sua Sentinella, la scena che si trovò davanti gli strinse il cuore: Bruce aveva il muso posato in grembo a Mac e alternava lappate sulle sue mani a leccate delicate sul capo di Talon, abbandonato come un pulcino tra le gambe di Angus.

Il suo sguardo era del tutto assente, sgranato, aveva la fronte imperlata di sudore e un rivoletto di sangue che gli scivolava lungo il braccio coperto dai brandelli della camicia.

Ignorando tutti quelli che lo circondavano e concentrato unicamente sulle condizioni della sua Sentinella, Jack si inginocchiò accanto a Mac e ne prese la mano tra le proprie, sorridendo al contempo a Bruce a mo’ di ringraziamento; nel breve sguardo che i due si erano scambiati, Dalton si era raccomandato perché si occupasse di Talon.

Il lupo lanciò un ululato soddisfatto e, preso con delicatezza Talon in bocca, lo spostò di qualche centimetro prima di riprendere quello che stava facendo in precedenza, permettendo al proprio partner di prendersi cura della Sentinella bisognosa.

Con lenti e misurati gesti, Jack massaggiava il polso di Mac: “Ehi, piccolo. Mi senti? So che sei confuso, ma è tutto a posto, ci sono io ora. Focalizza l’udito sulla mia voce e abbassa piano i livelli, senza fretta. Probabilmente senti ancora il tocco di Murdoc, ma queste mani sono le mie, non appartengono a quello psicopatico. Ti ricordi?”

A Mac sfuggì di bocca un rantolo e, per un istante brevissimo, ricambiò la stretta di Jack.

“Bravissimo, piccolo. Scommetto che il problema è l’udito, giusto? È lui che ti ha mandato in zone. Senza fretta, abbassalo poco per volta.”

Senza interrompere il contatto con la sua mano, la Guida si tirò addosso la Sentinella, facendogli posare il capo sul proprio petto: “Concentrati sul battito del mio cuore, ogni tre, abbassa di un livello, sì, così… Ancora un po’…”

Dopo parecchi minuti, finalmente, Mac inspirò profondamente e diede cenni di vita, aggrappandosi alla maglietta di Jack e beandosi del suo profumo; così facendo, lasciò scorrere via lo stress di quello che era accaduto, riducendolo a una sensazione ronzante nelle sue orecchie mentre il resto dei suoi sensi era del tutto concentrato su Jack che lo stringeva tra le braccia con cura infinita.

“T-Talon…?”

“Shh, sta bene. Bruce è con lui.”

Sam e Wilt, che avevano allontanato la folla di modo da lasciare loro lo spazio di respirare, si avvicinarono ai compagni: “Lo portiamo alla Fondazione.” dichiarò deciso Jack nel vederli, “È ancora fragile e non voglio portarlo in un pronto soccorso quando ha i sensi così a puttane, rischia un’altra zone.”.

“Matty ha fatto preparare la stanza insonorizzata al quarto piano.” rispose Bozer mentre agitava il proprio cellulare: “Ci aspetta lì.”

“P-posso camminare.”

“Finché non sappiamo cosa ti abbia dato quel bastardo, tu non ti muovi da solo.”

Concordando con lui, Bruce ululò di nuovo mentre Talon, con espressione di disappunto verso il suo partner fisico, fece schioccare il becco irritato: “Visto, anche lui è contrario. E con tre voti contrari, vinciamo noi.” decretò Dalton prima di sollevarlo.

Mentre la Guida trasportava la Sentinella verso il mezzo in attesa, Bruce aveva preso in bocca Talon con delicatezza e li aveva seguiti, balzando a bordo un istante dopo di loro; reclamò per sé un angolo tranquillo e continuò a occuparsi dell’aquila come aveva fatto fino a quel momento, e come faceva sempre da quando i loro testardi partner terreni si erano uniti in quel legame platonico, frustrati tuttavia per la mancanza di un legame fisico e per la creazione di un bonding completo: se quei due avessero deciso prima di crearlo, senza girarci intorno come avvoltoi su una carcassa, probabilmente sarebbero riusciti a trovarli prima che Murdoc usasse la Sentinella come puntaspilli.

Una volta saliti tutti a bordo, l’ambulanza si mise in moto e, in pochi minuti, erano di nuovo per strada, a sirene spiegate verso la Fondazione.

 

§§

Jack non poteva crederci.

Mac lo stava baciando. E no, non come un amico bacia un altro amico sulle guance, ma con l’urgenza e il bisogno di una Sentinella che bramava un legame fisico con una Guida.

Chiaro come il Sole.

Con la feralità che raramente Mac mostrava ma che mandava Jack fuori di testa ogni volta che metteva il naso fuori, Angus gli era saltato addosso nella semi-oscurità della stanza insonorizzata che, alla Fondazione, era loro territorio; seppur debole e con le orecchie che ronzavano ancora, la Sentinella aveva aggredito le labbra della Guida e ne aveva cinto il collo con le braccia mentre il loro legame platonico bruciava sotto la febbre del desiderio.

Incapace di reagire, e anche poco invogliato a farlo, Jack lo aveva lasciato fare; quando però Mac interruppe il tutto, gli sfuggì un lamento di protesta; con gli occhi aperti e puntati in quelli azzurri della Sentinella, la Guida ebbe un fremito: “Ora basta.” aveva mormorato il più giovane, “Ci giriamo intorno da anni, ti ho lasciato spazio ma da adesso in poi decido io.”

“Prepotente…”

“Jack…”

Il tono di voce di Mac era diverso dal solito, più autoritario, più – Dalton sentì il sangue fluire verso i genitali – da Sentinella, quel tono che lui non poteva ignorare e che, se non avesse avuto ancora un briciolo di dignità, l’avrebbe portato a strapparsi di dosso le mutande per donargliele.

Ma si trattenne mentre Angus, con mano leggera, tracciava i suoi pettorali sotto la maglietta: “Questa cosa fa male a entrambi. So che pensi che sei troppo vecchio per me, che sei troppo stupido per me – so tutto, è inutile che fai quella faccia – ma non è importante per me.” riuscì a dire lui, nonostante la stanchezza solo di poco mitigata dalla presenza di Jack al suo fianco, con gli scudi della Guida alzati al massimo per schermarlo dalle emozioni esterne.

Era stata una lunga giornata, Murdoc l’aveva pompato di vari tranquillanti e sostanze psicotrope e l’unica cosa che l’aveva tenuto sano era stato il pensiero di Jack e di potergli infine strappare di dosso quell’assurda convinzione per poter portare avanti il bonding ed essere finalmente quello che erano destinati ad essere: una cosa sola.

Con una mano sul fianco di Dalton, Mac si appoggiò a lui e infilò il viso nell’incavo del suo collo prima di passarci sopra la lingua con delicatezza: “Non sono più un bambino e non ho intenzione di far scappare la mia Guida, non se posso impedirlo.”

Il tono della Sentinella, quel misto di supplica e comando che era riuscito a mettere insieme in un amalgama irresistibile, buttò giù gli ultimi, fragili muri che ancora circondavano il cuore di Jack, quegli ultimi muri che non ricordava neppure di aver tirato su per impedirsi di fare gesti inconsulti; con le braccia avvolte attorno al corpo di Angus, lo strinse con forza e lo obbligò a tenere l’orecchio posato sul suo petto: “Dovrei essere felice, e lo sono, ma sono anche terrorizzato a morte.” ridacchiò con un filo di voce, “Non è solo sesso come con gli altri, è… diverso. Tu sei diverso.”

“Jack, sono andato in guerra a 19 anni, pensi mi spaventi legarmi fisicamente a una persona di almeno vent’anni più vecchia di me ma che so che mi ama?”

Nel cuore della Guida si ruppe qualcosa, tutte le sue pare mentali, e si gettò sulle labbra della Sentinella per baciarlo fino a lasciarlo senza fiato; sempre tenendolo tra le braccia, lo fece sdraiare sul materassino e lo coprì con il proprio corpo: “Se ne sei sicuro…” mormorò sulle sue labbra prima di riprendere a baciarlo senza pause.

Mac annuì e chiuse gli occhi, lasciando che la sensazione del legame lo avvolgesse come le braccia di Jack: “Mai stato così sicuro in vita mia.” ribatté lui.

“Però lascia fare a me, ok? Ti chiedo solo questo, so che è irregolare ma non voglio che tu svenga nel bel mezzo del processo per tutta la merda che ti ha dato Murdoc.” Il tono di Dalton era serio e carico di energia, quel particolare tipo di forza spirituale che mandava Mac fuori di testa e che risvegliava in lui tutti gli istinti primordiali della Sentinella.

Quel tipo di forza spirituale che gridava Guida in ogni lingua conosciuta.

“Se me lo chiedi così, come posso dirti di no?”

“Sfacciato.”

“D’accordo, fai quello che vuoi… Ma questo bonding… s’ha da fare.”

Per tutta risposta, Jack si chinò su di lui e lo baciò sulle labbra con dolcezza, prima di tracciare una linea di baci e leccate lungo il collo del più giovane: “Non controllare i sensi, lasciali liberi di riconoscere la mia impronta spirituale.”

Nella mente di Mac si alternavano sensazioni del tutto diverse, dalla stanchezza per la giornata al sangue che ribolliva nelle sue vene per l’imprinting che i suoi sensi stavano avendo su Jack: il suono del battito del suo cuore, il sapore delle sue labbra, la sensazione della sua pelle sotto le sue dita, l’odore dei feromoni della Guida, il colore intenso dei suoi occhi… Anche se, in misura minore, quell’imprinting c’era già stato durante il bonding platonico, l’intensità era aumentata di almeno cento volte in quel frangente.

In un attimo, Angus si ritrovò spogliato di tutti i vestiti che aveva indosso e l’unica cosa che sentiva sulla sua pelle era il familiare calore che veniva irradiato dal corpo di Jack, quel calore che non solo sapeva di casa ma che sapeva anche di possessione, amore, protezione: quel calore che definiva la persona del suo partner, della sua Guida, della persona più importante al mondo per lui.

Mentre le sue mani tracciavano complicati disegni sulla schiena di Dalton, quest’ultimo era arrivato a baciarlo sulle anche prima di occuparsi della parte inferiore del corpo, che venne letteralmente avvolta da una miriade di sensazioni, sensazioni religiosamente catalogate da Mac tanto più diventavano vivide e palpabili.

Ebbe un fremito quando Jack iniziò a prepararlo mentre un frammento di paura gelida gli scivolava nello stomaco, ma si impose di controllarlo: non era solo sesso, era amore, e non doveva averne paura; certo, era più semplice abbandonarsi al puro istinto e alla lussuria di un rapporto fisico senza alcuna implicazione sentimentale ma lui bramava quel tipo di rapporto permeato di fiducia, rispetto, completa e totalizzante adorazione e lo desiderava con ogni fibra del suo essere.

All’improvviso, sentì le mani di Jack abbandonare la sua pelle e si lamentò, venendo tuttavia azzittito da un bacio sulle labbra e dalla sensazione di un cuscino imbottito di grano sotto la propria testa: “Shh.” mormorò la Guida, “Volevo solo farti stare comodo.”

“Sono sopravvissuto a mesi in Afghanistan su una brandina militare, non sarà un materassino a fermarmi.”

“D’accordo, ma il cuscino te lo tieni lo stesso. I soldi del budget sono comunque stati spesi, perché non sfruttarli?”

I minuti che precedettero il momento che tanto agognava, Mac li avrebbe ricordati per tutta la vita: le dita di Jack dentro di lui, le labbra sui suoi genitali e la sensazione di calore che partiva dal basso ventre e si propagava per tutto il corpo, il tutto mischiato e amalgamato con una musica lontana che sentiva solo lui, una canzone che eruttava dal profondo del loro legame che, come loro, stava mutando.

“No I won't be afraid, no I won't be afraid, just as long as you stand, stand by me…” la voce di Jack che cantava all’orecchio di Mac, perso nelle sensazioni che il corpo della sua Guida gli dava, era carezzevole e gentile, parlava dritta al cuore ed era una promessa forgiata nel più profondo recesso della loro anima, in quel momento condivisa come una sola.

“Whenever you're in trouble won't you stand by me…” rispose la Sentinella sorridendo mentre Jack premeva contro di lui ed entrava con facilità estrema nel suo corpo, come se fosse una cosa, non osava dirlo a voce alta, normale.

Normalità.

Non l’avrebbe mai più data per scontata: la presenza dell’ex Delta riscriveva qualunque definizione di normalità che poteva aver avuto nella sua vita fino a quel momento.

“Tutto bene, piccolo?” chiese Dalton con il viso nell’incavo del collo di Mac; questi sorrise ma non disse nulla, incapace di farlo e del tutto travolto dal mix di amore e possesso che provava nei confronti del più anziano.

“Se non ti sbrighi e la smetti di parlare, ti appendo al soffitto e ti lascio lì.”

“Devo nascondere tutte le corde che ci sono in giro, allora.”

“Mi basta una graffetta per farlo, e lo sai.”

Senza preoccuparsi di trattenere la propria risata, Jack si chinò su di lui e lo baciò sulle labbra – la frizione dei loro corpi strappò un gemito a Mac -: “Goditi il viaggio.”

Quando il legame esplose, completando la propria trasformazione in quel qualcosa di più profondo e radicato che era il bonding completo, accadde in contemporanea con il rilascio della Guida dentro la Sentinella ed era quanto di più “giusto” entrambi avessero mai provato nella loro vita; senza accorgersene, Mac aveva anche versato alcune lacrime, prontamente asciugate da Jack, e fu sempre lui a ripulirlo, con delicatezza, alternando alle passate dell’asciugamano umido piccoli baci sugli occhi.

Con la mente ancora ottenebrata dalla foschia post-orgasmo, si lasciò prendere tra le braccia dalla Guida e lasciò che i sensi entrassero in risonanza con la presenza della stessa: non fosse stato così esausto, probabilmente avrebbe ricambiato il favore di Jack e gli avrebbe dato un assaggio di quello che era capace ma in quel momento voleva soltanto rannicchiarsi tra le braccia di Dalton e restare lì fino alla prossima glaciazione

E magari oltre.

Doveva essersi appisolato perché, quando riaprì gli occhi, trovò Jack già vestito e lui avvolto in una coperta: “Appena ti senti pronto, dovremmo uscire. Matty ha mandato un messaggio. Dobbiamo trovare quel bastardo di Murdoc e fargliela pagare.”

Con uno sbadiglio, Angus tirò fuori una mano dalla coperta e strinse il polso di Dalton prima di portarselo alle labbra e baciarlo: “Se ti tocca, è morto.”

“Possessivo, eh? Mi piace questo nuovo Mac.”

“Non è nuovo, c’è sempre stato. Ma era tenuto sotto controllo, Guida.”

“Sentinella, se Murdoc si avvicina a te un’altra volta, lo riduco a brandelli.”

E mentre si baciavano di nuovo, il legame dentro di loro risuonò ancora, suggellando una volta per tutte l’appartenenza l’uno all’altro.

   
 
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