Film > Zootropolis
Segui la storia  |       
Autore: AidenGKHolmes    27/05/2019    4 recensioni
“Ficcare il naso?” Ripeté Judy, fissandolo in un misto di sgomento e incredulità: davvero si trattava dello stesso Nick con cui fino a poco prima aveva riso e scherzato come se nulla fosse?
“Nick, io sto cercando di aiutarti, tutto qui”
“E io ti ringrazio, Carotina... ma magari sono io a non voler essere aiutato. Ci hai mai pensato, a questa eventualità? Oppure, secondo il tuo punto di vista, ogni abitante di questa città deve accettare a prescindere qualunque aiuto non gradito?”
[Tematiche delicate | Violenza]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



WHAT'S LEFT BEHIND


Capitolo 1 - Spears and Shields
 
***


“Tu non hai idea di quanto sia imbarazzante avere questo tipo di conversazioni con te”

Judy, sprofondata nel sedile del passeggero, tentava inutilmente di pulire una delle lenti dei suoi occhiali da sole, non accettando l’idea che si fosse leggermente graffiata durante una colluttazione avvenuta il giorno precedente. Tutto si poteva dire di quella coniglietta, tranne che non fosse una tipa testarda.

“Certo, come no. Solo che sai cosa pensavo, Carotina? Secondo me si tratta di quel tipo di disagio della serie ‘Oh no, sto diventando rossa come i peperoni che i miei genitori coltivano, ma ti prego, dimmi di più’ o cose del genere”
Il falsetto che avrebbe dovuto imitare il tono di voce della sua amica ebbe come unico risultato il far scoppiare a ridere la stessa Judy.  Controllando lo specchietto prima di reimmettersi nel traffico cittadino, sbuffò infine un’ultima risata.
“Sono discorsi strani, ma non puoi farne a meno” Asserì, ingranando la prima e riprendendo il pattugliamento.

Per quanto Judy odiasse ammetterlo, doveva dargli ragione; quel genere di conversazioni erano tanto imbarazzanti quanto ormai parte della sua routine quotidiana e non avrebbe potuto rinunciarvi neppure volendo: a memoria di coniglio, non rammentava un solo giorno degli ultimi cinque mesi in cui le sue guance non avessero raggiunto temperature ai limiti delle leggi fisiche a seguito di battute o affermazioni da parte della volpe in quel momento alla guida dell’auto.

“Ah-ah. Certo, convinto tu” Lo canzonò lei, sorseggiando il caffè ancora bollente acquistato qualche minuto prima.

C’era però qualcosa di strano, nell’aria. E non si trattava del consueto velo di smog che imperversava lungo le grandi vie di Downtown, né del delicato aroma emanato dal cappuccino tra le mani della coniglietta; qualcosa di più invisibile e astratto che solo Nick e Judy erano in grado di percepire
Ma mentre il primo sembrava essersene già dimenticato, convinto di essersi messo in salvo tramite quell’arguto scambio di battute appena conclusosi, la seconda non aveva invece perso di vista il suo “obiettivo”, sempre che così potesse essere definito.

“Comunque non mi hai ancora risposto. E se fai un’altra battuta sui reggiseni, giuro che ti azzanno il collo”

Già quella sola frase, seppur pronunciata in maniera scherzosa, come una comunissima battuta fra colleghi, fu sufficiente ad invertire i ruoli e far sì che fosse Nick a sentirsi profondamente a disagio: ricordargli quel genere di comportamento non era certo d’aiuto alla sua stabilità psicologica e, inoltre, a peggiorare il tutto ci pensarono le successive parole di Judy.

“Non mi ricordo neppure la domanda, quindi non vedo che risposta potrei dare”

Una replica frettolosa e asciutta, che nella mente della volpe risuonò come un chiaro invito a lasciar cadere il discorso nel dimenticatoio, ma che non ebbe altri effetti se non “istigare” Judy a ricominciarlo da zero.

“Oh e va bene signor Wilde, facciamo i duri eh?” Sbuffò, appoggiando la tazza di cartone nel portabicchieri e facendo risuonare le proprie parole come quelle di un investigatore di un vecchio film noir, con tanto di torcia che per l’occasione Judy puntò dritta verso il volto del suo partner.
“Non mi ha mai detto cosa sia successo dopo quella sera al campo degli scout”.

Nick sentiva sudare ogni singolo centimetro del suo corpo mentre l’ansia montava pian piano nel suo petto, per poi diramarsi fino alla punta delle orecchie. Nel corso dei mesi aveva ulteriormente rafforzato i suoi già più che saldi nervi e nonostante la tensione provata riuscì a mantenere il sangue freddo e a cercare un’ultima, disperata scappatoia per togliersi da quella situazione.

“Non è una domanda” Tagliò corto, sperando in cuor suo che la riluttanza dimostrata di fronte al dare una risposta precisa la spingesse a desistere. Così, purtroppo, non fu.

“Nick” Il tono usato da Judy non era più scherzoso o condito da una nota divertita. Quello che prima era solo un dubbio, divenne una certezza chiara e lampante: stava cercando di sviare l’argomento “Perché non me lo vuoi dire?”

Nick alzò gli occhi al cielo, anche se solo per una frazione di secondo, onde evitare di finire col tamponare l’auto di fronte.

“Mi vuoi spiegare perché t’interessa così tanto? Cosa c’è da dire? È roba passata, finita, terminata, kaput. Non capisco questa tua fissazione.”

Quel loro dialogo ormai aveva assunto l’aspetto di una specie di duello e Nick non se la sentiva di rischiare: aveva innalzato un muro di scudi contro quei colpi di lancia che erano le domande di Judy, ma quest’ultima non si sarebbe data per vinta così facilmente.

“Non è mai finita. Una cosa simile non finisce così facilmente e da quanto ho capito non hai mai fatto niente per affrontarla davvero.”

Mai parole più sbagliate erano state pronunciate tra le pareti di quell’abitacolo.

“Prego?!” Sibilò Nick, allentando la pressione sul pedale dell’acceleratore e voltandosi verso la collega, sul cui volto era già visibile la consapevolezza di aver esagerato. I suoi occhi color glicine incontrarono a metà strada lo sguardo furibondo della volpe.

“Oh dai, intendevo che-“ Le sue parole vennero interrotte da quelle di Nick, che non le diede il tempo di aggiungere alcunché. Non era la prima volta che capitava e sapeva perfettamente dove la sua amica sarebbe andata a parare, così decise di giocare d’anticipo.
“So benissimo cosa intendessi dire. Non ne ho mai parlato con nessuno, nemmeno con mia madre. E sì, è vero, tu sei stata la prima a sapere di questo episodio. Ma questo non ti dà il diritto di ficcare il naso nel mio passato, è chiaro?”

Nella sua voce vi era una punta di veleno malcelato, dovuta sia all’insistenza di Judy – che già in altre occasioni aveva tentato di estorcergli qualche ulteriore retroscena della sua vita prima del loro incontro, con risultati pressoché inesistenti – che allo stress accumulato negli ultimi giorni, dopo che una strana ondata criminale aveva scosso sia Downtown che Tundratown.

“Ficcare il naso?” Ripeté Judy, fissandolo in un misto di sgomento e incredulità: davvero si trattava dello stesso Nick con cui fino a poco prima aveva riso e scherzato come se nulla fosse?
“Nick, io sto cercando di aiutarti, tutto qui”

“E io ti ringrazio, Carotina... ma magari sono io a non voler essere aiutato. Ci hai mai pensato, a questa eventualità? Oppure, secondo il tuo punto di vista, ogni abitante di questa città deve accettare a prescindere qualunque aiuto non gradito?”

Un vero e proprio muro di ghiaccio piombò tra i due: nessuno proferì più alcuna parola e per qualche istante gli unici suoni udibili furono quelli sommessi ed ovattati delle auto attorno alla loro. 
Il sentimento di rifiuto che Judy percepiva nei propri confronti cominciò ad ardere in lei come la legna essiccata in un camino e la conseguenza più immediata fu il lasciarla paralizzata e con le orecchie basse per una manciata di secondi, a fissare il suo amico.
Nick, dal canto suo, preferì invece rimanere impassibile e concentrarsi sul percorso da seguire nonostante sentisse lo sguardo ferito della coniglietta puntato su di sé come un fucile.

Lo stallo tra i due venne meno dopo una quindicina di secondi dalla radio di bordo, dalla voce gracchiante di uno degli agenti di pattuglia quel giorno... e dai rumori di sottofondo che infransero il silenzio come un mattone scagliato contro un vetro.

“Dieci-settantuno, colpi d’arma da fuoco sulla Statale 28, codice 3” 

Allungandosi verso l’alto, Nick mise rapidamente in funzione le sirene dell’auto, per poi dare il via ad uno slalom furibondo nel traffico cittadino di metà mattina. Di solito, l’addetto alla radio avrebbe dovuto essere il copilota, ma Judy era ancora immobile e intenta a squadrarlo e se il suo collega non l’avesse “gentilmente” spronata, forse il suo atteggiamento non sarebbe cambiato di una virgola.

“Judy, cazzo! Dì loro che stiamo arrivando, sei qui per lavorare o per perdere tempo?”

Qualcosa, dentro di lei, si era appena spezzato, e nel momento in cui aprì la comunicazione tramite la ricetrasmittente, la sua voce era vuota e priva di qualsiasi emozione. Non vi era né l’adrenalina né il desiderio di aiutare qualcuno in difficoltà: in quel momento, avrebbe voluto concentrare tutta la sua attenzione sul suo migliore amico... ma non le era concesso.

Per Nick, invece, fu ben diverso: per la prima volta da quando aveva intrapreso quella difficile carriera, si ritrovò a provare un qualche senso di gratitudine verso un criminale, il cui unico “merito” era avergli salvato la giornata.


 
***


Note dell'autore: salute a tutti! 

Dunque dunque dunque, non domandatemi da dove venga l'ispirazione per questa Fan Fiction, perchè la sola risposta esistente è un gigantesco "non ne ho idea". La settimana scorsa, nel rivedermi il film in maniera del tutto casuale, mi sono imbattuto nella malsana idea della serie "Ehi, hai scritto fan fiction su ogni opera che segui, ma non ti sembra che manchi qualcosa?"
E visto che sono una persona che ama raccontare i momenti perduti di personaggi che adoro... perchè non chiamare in causa proprio il sior Nick?  
Che altro dire, spero che possa piacere o quantomeno suscitare l'interesse di qualcuno, ma se necessario vi fornirò gli estremi della mia cassetta di sicurezza in banca, in modo da potermi recapitare buste contenenti antrace o SARS ^^"

A presto!

GK

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: AidenGKHolmes