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Autore: hellotomyhopeworld    27/05/2019    0 recensioni
Ora devo solo aspettare.
Guardo l'orario: 17:00
L'aereo dovrebbe partire alle 17:17.
Genere: Angst, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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17/04/2017

«Buonasera a tutti. Per il volo delle 17:17 per Seoul si prega di seguire la fila per il gate A5. Grazie per l'attenzione.»
Queste sono le prime parole che sento non appena metto piede in aeroporto.
Non è un posto che amo, ma mi fa sentire rinata; come se da un momento all'altro potesse succedere qualcosa talmente grande da cambiarmi la vita.
Come un volo, per esempio.

Trascino la valigia dietro di me, mettendomi in fila al gate.
Siamo stati abbastanza svelti.

Ora devo solo aspettare.
Guardo l'orario: 17:00
L'aereo dovrebbe arrivare alle 17:17.

Mi siedo a peso morto su una delle tante sedie presenti nella grande sala prima dell'imbarco.
«Chi si rivede,» sento una voce femminile, fin troppo fastidiosa e profonda. «Aspetti un altro aereo, Blue?»
Si siede nel posto a fianco a mio.
Continuo a guardare avanti, mentre sento il suo sguardo puntato su di me.

«Credo di non aver mai incontrato qualcuna più cocciuta di te. Non riuscirai a liberarti di tutto questo così facilmente. Non ci riuscirai mai.»
Sento un blocco alla gola, capendo subito a cosa si stesse riferendo.
Le mani tremano.
La vista è offuscata, e insieme a questa anche i pensieri.
«Questa è la volta buona.» sussurro con voce tremante.


«Sappiamo entrambe che non è così,» nel dire questa frase, poggia una mano sulla mia spalla. «Senza me non sei nessuno.»
Scosto velocemente la sua mano. «Non toccarmi, hai già fatto abbastanza.»
In risposta ricevo una risata silenziosa.
«Io non ho fatto niente, hai fatto tutto da sola.»
Il mio sguardo è sempre puntato in avanti.
 
«Io sono solo una parte della tua mente che ti dice cosa è sbagliato e cosa no. Tu lo eri. Lo sei tutt’oggi.»
Il suo tono si fa più severo, come se questa fosse una ramanzina.
«Ho investito tanto tempo su di te e ho aspettato lo stesso da parte tua. In passato i tuoi insegnanti e i tuoi genitori ti hanno definita “così matura”, ”così intelligente “ e “con così tanto potenziale”. Domanda: questo ti basta? Non penso proprio, visto le tue condizioni.» Ridacchia, per poi riprendere il suo discorso.
«Non sei perfetta, non fai abbastanza fatica. I tuoi amici non ti capiscono. Non sono imparziali. In passato, quando l’insicurezza ha rosicchiato tranquillamente la tua mente e tu hai chiesto loro: ” Ti sembro grassa?”, loro ti hanno sempre risposto: ”Oh no, certo che no! ”. Tu sapevi benissimo ti stavano mentendo. Solo io dico la verità. Non parliamo dei tuoi genitori! Sai che ti vogliono bene e che a loro importi, ma questo è il loro ruolo e sono obbligati a svolgerlo, a costo di mentirti. Ora ti rivelerò un segreto: sono delusi da te.»
 
Sento una lacrima scendere, ma l’asciugo prima che lei possa notarla.
Non è il momento di piangere.
In effetti, sta dicendo solo la verità.
 
«La loro figlia, quella con tante potenzialità, si è trasformata in una ragazza grassa, pigra e immeritevole. Sono entrata nella tua vita per cambiare tutto questo. Mi sono occupata di far diminuire il tuo apporto calorico e farti aumentare l’esercizio fisico. Ti ho spronata sino al limite. Hai dovuto accettarlo, non potevi sfidarmi. Non puoi metterti contro qualcosa più grande di te. Sono con te quando ti svegli al mattino e quando ti corichi la notte. Ti ordino di guardarti con sgomento allo specchio. Sollecita il grasso e sorridi quando sporgeranno le ossa. Sono con te quando formuli il tuo piano quotidiano: 400 calorie e 2 ore di esercizio fisico. Sono io che ti aiuto a fare questo. Da quel momento i miei pensieri e i tuoi sono fusi come fossero un tutt’uno. Ti seguo durante il giorno. A scuola. Al conservatorio. Ad allenamento. Riconta le calorie della giornata: sono troppe. Riempio la tua mente con pensieri sul cibo, sul peso, sulle calorie e cose che a pensarle ti riempiono di sicurezza. Perché ora, sono già dentro di te. Sono nella tua testa, nel tuo cuore e nella tua anima. Ti dico cosa fare, non solo col cibo, ma anche con tutto il tuo tempo. Sorridi e annuisci. Presentati in buono stato. Risucchia quel grasso che hai nello stomaco, maledizione! Fai davvero ribrezzo!» Sta ormai urlando.
 
Sento il cuore spezzarsi, gli occhi gonfi e i pensieri totalmente oscurati.
Oscurati da quella dannata voce che per troppo tempo ha avuto prevalenza sulla mia.
Mi volto verso di lei.
 
«Rifiuta il cibo. Fai credere di aver mangiato qualcosa. Nessun pezzo di qualsiasi cosa: se mangi, tutto il controllo verrà spezzato. È questo che vuoi? Ritornare di nuovo ad essere “l’amica grassa” che eri una volta? Ti costringo a fissarti sulle modelle delle riviste. La magrezza, i denti bianchissimi, la perfezione che ti fissa da quelle pagine lucide. Vedi tutto questo? Ecco, non sarai mai così. Sarai sempre grassa e non sarai mai bella come loro. Quando ti guarderai allo specchio, distorcerò l’immagine del tuo riflesso. Ti mostrerò obesa e ripugnante. Ti mostrerò sovrappeso dove in realtà c’è una bambina affamata. Ma tu non lo devi sapere, perché se venissi a sapere la verità, potresti ricominciare a mangiare e il nostro rapporto finirebbe per schiantarsi.» Mi accarezza la testa dolcemente.
«Non vuoi che questo accada, vero Blue?»
 
Sono paralizzata.
Non riesco a respingere il suo tocco, nonostante sia leggero come un soffio di vento.
Non riesco a parlare, a rispondere alle sue provocazioni.
Non riesco a reagire.
L’unica cosa che riesco a fare è ascoltare ciò che ha da dire. Ascoltare tutte le parole che vagano per la mia testa da anni.
 
Scuoto la testa.
«Perfetto. Sai, talvolta ti ribellerai. Andrai in cucina. La porta di credenza si aprirà lentamente, cigolando. I tuoi occhi si sposteranno sopra il cibo che ho tenuto a una distanza sicura da te. Ritroverai le tue mani ad allungarsi, come in un incubo, verso il pacco di biscotti. Li butterai giù, meccanicamente. In realtà non vuoi gustarli, vuoi semplicemente farmi un torto. Vuoi dimostrare che, in fondo, puoi essere più forte di me. Illusa. Il tuo stomaco diventerà  gonfio e grottesco, ma ancora non ti fermerai. Tutto il tempo ti grido di fermarti, ma non mi ascolterai. Sei davvero un essere indegno. Tu realmente non hai nessun tipo di autocontrollo. Tu ingrasserai. Quando i sensi di colpa ti divoreranno, ti riaggrapperai a me e mi chiederai consiglio. Hai infranto una regola cardinale e hai mangiato, ma ora mi vuoi. Ti farò correre su e giù per le scale. Ti farò fare addominali fino allo sfinimento. Quando ti rialzerai, avrai una sensazione di vertigini. Non svenire. Alzati immediatamente. Questo dolore te lo meriti.»
Quella che prima era una carezza si è trasformata in una forte presa sui miei capelli, tirandoli leggermente.
 
La sua presa si fa subito più leggera.
«Tu mi stai solo creando dolore. Il mio problema sei tu. Prima del tuo arrivo riuscivo a stringere amicizia abbastanza facilmente, senza la paura di essere giudicata. Prima del tuo arrivo mi confidavo molto di più con quelli che credevo i miei amici; poi, per colpa tua, se ne sono andati. Prima del tuo arrivo dormivo. Prima del tuo arrivo avevo la mente libera per studiare e realizzare i progetti che avevo in mente per il futuro. Prima del tuo arrivo avevo voglia di correre, senza guardare né avanti né indietro. Avevo voglia di pensare a me e ai miei sogni. Prima del tuo arrivo, avevo davvero voglia di vivere la mia vita al massimo ogni giorno. Con questo volo, riprenderò ad essere quella di sempre. Vivrò al meglio ogni singolo giorno che mi rimane da vivere. Ne sono sicura.» Dico l’ultima frase sussurrando, come se dovessi convincere me stessa. Cerco di spostare la sua mano dalla mia testa, invano.
 
Non ho neanche la forza di piangere.
E anche se l’avessi, risolverei qualcosa?
Non credo.
 
«Sei triste, ossessionata, dolorante, ferita. Hai voglia di gridare, ma stai in silenzio. Un po’ per non far capire alle persone che ti circondano il tuo stato e un po’ perché non ne hai le forze. Sei così debole, manipolabile e infantile. Se un giorno dovessi trovare la forza per gridare,  pensi che qualcuno ti ascolterà? Seriamente?»
Per quanto possa darmi fastidio, ha ragione.
Sono io ad aver combinato questo guaio, non posso dare la colpa a chi non esiste.
La colpa, infondo, sono io.
 
«Oh, credi che tutto ciò sia troppo rigido? Non vuoi che questo ti succeda? Sono ingiusta? Faccio tutto questo per aiutarti. Porto tutti i pensieri negativi fuori dalla tua mente. Le emozioni contrastanti vengono eliminate e sostituite dalla mania di contare le calorie. Qualcuno ti ha mai dato un aiuto del genere? Non penso,» proferisce. Si alza e si mette davanti a me, in ginocchio. Poggia le mani sulle mie ginocchia, accarezzandole di tanto in tanto con i pollici. «Ora, sono la tua unica amica e sono l’unica di cui hai realmente bisogno.»
 
 «Non è vero.»
 
«Non c’è niente di più vero. Sei mia e solo mia. Se decidi di contrastarmi, tutto l’inferno si libererà. Nessuno deve scoprire come ti rendo viva, nessuno può togliere questo rivestimento con cui ti ho coperta. Nessuno può spezzare questo incantesimo. Sei il mio riflesso e nessuno può rompere questo specchio.» Si mette in piedi. «Questo aereo che tanto aspetti, non arriverà.»
Sparisce.
Ritorno alla realtà.
Alzo lo sguardo, trovando una donna e un bambino poco lontani da me. La donna mi guarda stranita, per poi passare avanti tappando le orecchie al figlio.

Capisco solo ora di aver parlato da sola per tutto questo tempo.

Guardo l’orario: 17:18
L’aereo sarebbe dovuto arrivare alle 17:17.

Subito dopo un annuncio.
«Buonasera, si comunica che il volo per Seoul è stato cancellato a causa di problemi tecnici. Ogni passeggero verrà rimborsato del proprio biglietto. Vi preghiamo di non esitare a contattarci per qualsiasi ulteriore chiarimento. Cordiali scuse, lo staff.»
   
 
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