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Autore: Frulli_    27/05/2019    1 recensioni
3019 T.E. Sauron è sconfitto, e Aragorn è stato incoronato Re di Gondor. I nobili si radunano a Edoras, per i funerali di Theoden e l'incoronazione del nuovo Re di Rohan, Eomer. Tra amici e alleati, Eomer dovrà affrontare i propri demoni e le proprie paure per trovare la pace nel suo cuore e per il suo popolo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Faramir, Imrahil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The Horse and the Swan
 
Rohan, Aprile 3019 T.E.


Non voleva quella Corona. Non l'aveva mai voluta, non era mai stata destinata a lui. E lui non la desiderava.
Eppure eccola lì, brillare d'oro come il tetto del palazzo dove era nato e cresciuto. Adagiata su quel cuscino di velluto, sul sedile del Trono di Rohan. Dove suo zio aveva seduto saggiamente per anni. Dove suo cugino Theodred avrebbe dovuto sedere.
Ma Sauron aveva strappato entrambi alla vita, relegando a lui quel fardello da trascinarsi.
Chiuse gli occhi, cercando un ricordo di suo zio sano, in salute e felice. Ma non lo trovò, se non alla fine della battaglia del Fosso di Helm. Il sorriso di suo zio, alla fine della battaglia, valse più anni di dolore e paura. Lo perdonò, come se ce fosse stato bisogno, e lo abbracciò a lungo, finchè potè.
Come avrebbe voluto abbracciarlo ancora...
«Eomer» la voce di sua sorella lo fece girare di scatto verso il resto della Sala.
Le sorrise, andandole incontro ed abbracciandola dolcemente. Aveva incubi tutte le notti, dalla fine della guerra: Eowyn, nei suoi sogni, non si svegliava mai dal sonno eterno a cui l'avrebbe sottoposta il Re dei Nazgul, se non fosse stato per Re Elessar.
«E' ora» mormorò la fanciulla, baciandogli una guancia «Facciamoci coraggio, fratello mio. La pace ci attende, finalmente...»
«Ma a quale costo...» mormorò Eomer, girandosi lentamente verso il Trono, ai cui piedi giaceva il feretro di Theoden, vestito per il suo funerale.
«Il costo della guerra, fratello caro...solo il costo della guerra...»
«Non volevo regnare. Non sono degno, non sono un erede diretto...» mormorò preoccupato Eomer, stringendola a sè.
«Eomer» la sorella lo chiamò per nome, severa, ponendo le mani sulle sue guance «Eomer figlio di Eomund, Terzo Maresciallo del Mark, nipote di Re Theoden, cugino del Principe Theodred...Eroe della Terra di Mezzo, Salvatore di Rohan e Campione del Pelennor...tu, Eomer, sei tutto questo e molto altro. Sarai un Re saggio, e dovrai rendere onore alla Corona che oggi indosserai. Lo farai per i Re passati e futuri, per la tua famiglia passata e futura...lo farai per il popolo di Rohan, che troppo a lungo ha sofferto e sanguinato»
Eomer sorrise appena e le baciò la fronte. «Saresti un'ottima Regina»
«Tu più di me. Ora andiamo...» mormorò la fanciulla.




Al funerale di Theoden erano presenti tutti i Re, le Regine, e le grandi personalità della Terra di Mezzo. Tutti erano lì per salutare un grande sovrano, guerriero e soprattutto amico. Un umano ed un uomo che aveva messo da parte il potere per la pace e la salvezza della Terra di Mezzo. Che aveva dato la sua vita in cambio della vittoria.
Lothiriel era impressionata dalla folla che occupava tutta la zona circostante i Tumuli dei Re. Non aveva mai visto così tanta gente per un funerale di un uomo. Un silenzio profondo, di dolore e rispetto, aleggiava nell'aria, interrotto solo dal lieve sbuffare dei maestosi cavalli di Rohan, delle bestie dalla bellezza rara. Gli stessi cavalli erano raffigurati ovunque, nelle bandiere del Regno, mostrati con orgoglio mentre il vento le smuoveva fiere e selvaggie.
Si strinse nel mantello, prima di lanciare un lieve sguardo a suo padre, al suo fianco. Gli occhi di Imrahil erano velati di lacrime mentre il feretro del Re passava lentamente tra un mare di gente, che gettava fiori e preghiere prima e dopo il suo passaggio. La voce fiera ma tremante di Dama Eowyn svettò improvvisamente quando il feretro si avvicinò al tumulo preparato per il Re, intonando un canto funereo.
Fu solo in quel momento, quando la folla le fece spazio insieme a suo padre, che potè vedere per la prima volta Eomer, nipote di Theoden e futuro Re di Rohan.
Era molto più alto di un semplice Uomo, arrivando alla stessa altezza di Re Elessar, proprio lì al suo fianco. La sua armatura brillava sotto il cielo di Edoras, la sua spada giaceva al fianco sinistro, dormiente. Biondi capelli lunghi erano appena intrecciati dietro la nuca, come un guerriero, e gli occhi di un intenso azzurro, che risaltavano sulla pelle cotta dal sole di mille campagne, mille battaglie, mille giorni lontano da casa.
Suo padre tesseva lodi di quell'uomo come se fosse uno di loro, e non potè non ammettere che la sua posa statuaria, da antico Re e Guerriero, rendeva onore alla sua famiglia. Il viso severo non dava però adito a sentimenti o emozioni, e mentre Re Theoden veniva tumulato e molti piangevano, Egli era immobile e fermo davanti alla collina, fiero si stagliava davanti a tutti, con accanto la Dama Bianca di Rohan, eroina dei Campi del Pelennor. Suo padre tesseva lodi anche di lei, e di come avesse vinto sui Re dei Nagzul, dove nessun altro uomo o elfo aveva mai osato compiere a termine.
«Viva Re Theoden!» gridò qualcuno, seguito automanticamente da un boato immenso e fragoroso, che le strinse il cuore.
Subito dopo i funerali, tutti si accalcarono sulle gradinate di Edoras per assistere all'incoronazione di Eomer.




Gandalf dava le spalle al portone del Palazzo d'Oro. Reggeva tra le mani la corona di Rohan, appartenuta ai grandi Re del passato, mentre il futuro Re era in piedi davanti a lui. Ai loro lati, i Rohirrim in armatura sostavano in piedi, sollenni. Gandalf sollevò la corona al cielo, prima di adagiarla lentamente sul capo biondo di Eomer.
«Cominciano oggi i giorni del Re! Possano essere benedetti» esclamò Gandalf a gran voce, prima che Eomer si voltasse lentamente verso il suo popolo, che applaudiva e gridava festante.
«Evviva Re Romer!» gridò il suo secondo maresciallo, seguito da un boato, più festivo e felice di quello dedicato al defunto Theoden.
Eomer accettò il calice che gli venne posto, per brindare. Poi, commosso, sorrise al suo popolo. E con grande gioia colse l'occasione per annunciare ufficialmente il fidanzamento tra Faramir e sua sorella Eowyn.
Le urla di gioia e gli applausi aumentarono di volume e intensità. Eomer si volse verso Eowyn e Faramir, che si sorridevano felice. Poi spostò lo sguardo verso Aragorn, che chinò appena il capo mentre applaudiva alla notizia.
«Festeggiamo!» esclamò Eomer, sollevando il calice al cielo.




I festeggiamenti durarono per tre giorni e tre notti, e tutti i nobili delle Terre di Mezzo furono riuniti sotto il palazzo di Edoras, ospiti del Re. Il popolo potè mangiare e bere a sazietà, ebbri di gioia per una nuova linea di Sovrani, saggi uomini che li avrebbero guidati verso la pace e la prosperità.
Dentro le mura del palazzo, risuonavano i canti dei suoi uomini, le grida di festa, le chiacchiere continue. L'odore di birra e carne di cinghiale non scemava mai, e persino Gimli sembrava stremato. Rise, il terzo giorno, quando lo vide gareggiare con due uomini all'ennesima gara di birra. Era abbastanza convinto che persino Legolas fosse leggermente brillo.
Lui aveva declinato molti brindisi, per non sembrare lo zimbello dei nobili. Aveva ansia da prestazione, con Re Elessar lì nei paraggi. Non voleva sfigurare contro nessuno, e per questo si teneva lontano da ogni guaio.
Il terzo giorno di festeggiamenti il clima fu straordinariamente clemente: la pioggia primaverile lasciò spazio ad una bellissima giornata di sole e caldo, e molti abbandonarono abiti di lana e pellicce per tessuti più leggeri e fruscianti. Eowyn brillava come una stella, in un abito bianco come la neve, bella come le principesse e le regine lì presenti. Teneva testa persino alla Regina Arwen, con cui parlava allegramente, ridendo divertite.
«Scommetto che stanno spettegolando su di te, Aragorn» sentì di colpo la voce di Imrahil alle sue spalle, venirgli incontro.
«O magari di quanto sia noioso Re Eomer a questa festa» precisò il Re di Gondor. Risero, i tre amici, prima di scambiarsi abbracci e saluti.
«Devo mantenere un contegno davanti al mio Re»
«Non sono il tuo Re, Eomer. Sei mio amico...mio fratello» precisò Aragorn, circondandogli le spalle.
«Usciamo, qui dentro fa caldo» brontolò Eomer, uscendo sotto il porticato del Palazzo. Nel villaggio i festeggiamenti proseguivano senza interruzioni, e ai piedi delle gradinate avevano inscenato, spontaneamente, persino delle danze e delle musiche festose. Molti nobili erano accorsi a quella novità, curiosi ed entusiasti.
«Non mi va di festeggiare. Theoden...» commentò Eomer, mesto.
«Theoden ha festeggiato per una settimana la sua incoronazione, amico mio. E sono certo che ti picchierebbe, nel vederti così statuario. E' la festa, festeggia!» esclamò Aragorn, dandogli una pacca sulle spalle.
«L'amore ti ha dato alla testa, mi piacevi di più prima...quando eri serio» ribattè ironico Eomer, facendo ridere i due amici.
«E' vero, l'amore mi ha dato alla testa. Perchè, tu non hai mai amato?»
«No» rispose subito Eomer «non ne avevo il tempo. Il mio amore per Eowyn è a malapena bastato per sopravvivere»
«Senza di te Eowyn sarebbe morta»
«No...Eowyn sarebbe morta senza di te, Aragorn» precisò serio Eomer, chiamandolo col suo nome originario, come ai vecchi tempi.
«Io ho curato il suo corpo. Tu e Faramir avete curato il suo spirito»
«Basta parlare di tristi eventi, forza» intervenne Imrahil, circondando le spalle di entrambi. «Perchè non balliamo?»
Aragorn ed Eomer si fermarono di colpo, entrambi restii.
«Forza!» esclamò Imrahil ridendo.
La sua risata echeggiò nello spiazzo sottostante le scalinate, o almeno pensò Eomer per qualche secondo. Poi, focalizzando gli occhi sulle persone danzanti, capì che qualcun altro aveva la risata molto simile al suo amico.
La fanciulla più bella su cui avesse mai posato gli occhi, danzava e rideva con grazia, stringendo le mani alle donne del popolo, muovendosi con delicatezza sul prato, come se stesse fluttuando nell'aria. La veste di seta delicata, blu come il mare, frusciava come un fiume primaverile gonfio d'acqua. Lunghi capelli neri come la notte d'estate, e due occhi verdi e luminosi, che casualmente si posarono su di lui.
La ragazza rise di nuovo, ed Eomer temette che la causa di quelle risa fu proprio la sua faccia, che si immaginava attonita e -per dirla tutta- imbambolata.
La fanciulla, scortata da due damigelle vestite come lei, risalì le scalinate proprio verso di loro.
Solo in quel momento Eomer si accorse che aveva la gola improvvisamente arsa e che Aragorn e Imrahil lo stavano ancora "abbracciando". Si staccò di colpo dagli amici, eretto come un tronco d'albero, in una posa militare che tutto sembrava tranne che rilassata. La fanciulla continuava a salire le scale e sembrava diretta proprio verso di loro, a passo più svelto di prima.
«Padre!» la sua voce era così dolce e quell'unica parola così crudele. Eomer socchiuse appena gli occhi quando vide la giovane correre ad abbracciare Imrahil, suo padre, che la strinse forte a sè. Riaprì gli occhi per poggiarli appena verso Aragorn, mortificato.
Avrebbe dovuto riconoscerla, un buon Re conosce tutti gli ospiti della sua casa, soprattutto i più importanti.
«Re Eomer...posso presentarvi mia figlia, la Principessa Lothiriel? Mia cara, lui è Re Eomer...»
Lothiriel s'inchinò profondamente, insieme alle sue due dame, e marzialmente fece altrettanto anche Eomer.
«Onorata, mio signore. Mio Re...» salutò così Lothiriel di Dol Amroth, sia Eomer che il suo Re, Aragorn.
«L'onore è tutto mio, mia signora. Vi trovate bene qui a Edoras?» chiese Eomer, cercando di darsi un contegno. Sentiva gli sguardi divertiti e insopportabili dei suoi amici.
«Oh molto, mio signore, vi ringrazio! Il vostro popolo è così genuino e sincero...mi trattano come una loro pari, come una del popolo! Sono così generosi e gentili, non mi fanno sentire affatto un ospite»
«Il popolo di Rohan è così, mia signora. Può non piacere, ma da quando esiste questo Regno il Re ed il popolo hanno un legame stretto, di cooperazione, poichè l'uno non esisterebbe senza l'altro. Io sono servo del mio popolo, che vede in me una guida per il presente e il futuro. Spero solo di esserne all'altezza...»
«Lo sarete, amico mio...lo sarete» mormorò commosso Imrahil, stringendogli appena una spalla «e la fierezza e forza del vostro popolo è pari solo a quella dei vostri magnifici cavalli»
«Oh, mio padre ha perfettamente ragione! I vostri cavalli sono...maestosi»
«I migliori di tutta la Terra di Mezzo» commentò Aragorn, dando man forte.
«Voi ne possedete uno?» chiese ingenuamente una delle due damigelle, a Eomer.
Questi sorrise fiero, gonfiandosi come un tacchino. «I cavalli sono tutti miei, signore, ma vengono usati dai cavalieri. Il mio cavallo personale è Zoccofuoco»
«Un tipo vispo» precisò Aragorn, facendo ridacchiare la compagnia.
«Potremmo...visitare le stalle e vedere il vostro cavallo, Re Eomer?» chiese Lothiriel, guardandolo dritto negli occhi.
Eomer non riuscì a reggerne lo sguardo: avrebbe preferito guardare dentro l'occhio di Sauron, che in quelli di Lothiriel di Dol Amroth. Si volse verso Imrahil, che annuì il suo consenso.
«Ma certamente, mia signora...prego» annunciò l'uomo, porgendole il braccio. I due, scortati dalle damigelle della principessa, discesero le scale verso le stalle del palazzo.
Aragorn ed Imrahil rimasero a mirarli da dietro, per svariati secondi.
«Eomer e Lothiriel eh...?» commentò Aragorn dal nulla. Conosceva Imrahil fin troppo bene per affermare che la presenza della figlia all'incoronazione di Eomer non fosse un caso.
«Già...Eomer e Lothiriel» rispose infatti il Principe, sorridente.



Le stalle di Edoras non erano come le stalle del resto del mondo. Esse erano curate, ordinate, e i cavalli che vi dimoravano serviti come delle divinità, con tutte le necessità e comodità a loro congeniali.
«Il nostro popolo, la forza di Rohan, e persino la sua nascita...si basa su questi cavalli e i loro antenati» annunciò Eomer, facendo largo alle tre fanciulle.
«I Mearas» rispose Lothiriel, sorridendo appena «la razza più antica e potente delle Terre di Mezzo. Longevi come un uomo, veloci e potenti, ma soprattutto molto intelligenti»
«Esatto» rispose, sorpreso, Eomer «ma soprattutto difficili da domare. I Mearas sono animali domestici solo per noi Rohirrim. Solo un altro uomo è stato capace di cavalcarne uno: Gandalf il Bianco»
L'ammirazione delle tre giovani traspariva dai loro occhi.
«Qual è il vostro cavallo?» chiese una delle damigelle.
«Eccolo qui...Zoccofuoco» annunciò, fermandosi all'ultimo recinto. Un cavallo imponente e forte si affacciò col muso, con profondi occhi neri. Scalpitò appena, felice di vedere il proprio padrone, che lo accarezzò sul muso. Quello nitrì appena, facendo sobbalzare le tre fanciulle, che risero.
«Torniamo a danzare, mia signora?» chiese una delle due damigelle, interessate ora più alla danza che ai Mearas.
«Voi andate pure, io vi raggiungo fra poco» annunciò Lothiriel. «Andate, su, cosa potrebbe mai accadermi dentro una stalla!» esclamò la giovane, spazientita. Le due chinarono il capo ed uscirono.
Eomer sorrise appena, divertito. «Sembrate mia sorella Eowyn, mia signora. Decisa e testarda»
«Vostra sorella è un'eroina, mio signore...essere paragonata a lei è un onore per me. Io tuttavia non sono nessuno, cerco solo di vivere la vita senza essere controllata ad ogni respiro che faccio» ammise la giovane, sollevando appena le spalle.
Avvicinò la mano al muso di Zoccofuoco, che percepì la sua paura e indecisione e nitrì appena, spazientito.
«No, aspettate...» mormorò Eomer. Dalla sua sinistra, il braccio destro la circondò appena, senza nemmeno toccarla. Ma le prese delicatamente il polso, guidandola con calma verso il muso della bestia. «Non abbiate paura...siate convinta e decisa, Zoccofuoco non ama gli indecisi. Avete paura?» le chiese, guardandola dal basso.
Lothiriel scosse il capo, senza nemmeno guardarlo ma senza spostarsi da lui. Poi alla fine posò la carezza sul muso di Zoccofuoco e sorrise, sollevata e felice. Prese ad accarezzarlo con più calma, poi lentamente sollevò gli occhi verso l'alto, incrociandoli con quelli di Eomer.
L'uomo sentì una morsa, intorno al petto, da mozzargli il fiato in gola: cos'era, quella stretta mortale ed eccitante? Sembrava la stessa che aveva prima di andare in battaglia, ma meno...pericolosa. Non poterono sostenere a lungo lo sguardo uno dell'altro, ed entrambi lo distolsero per tornare su Zoccofuoco.
«Volete cavalcarlo?» chiese Eomer, sollevando solo in quel momento la mano da quella della fanciulla.
«Da sola?» chiese un pò titubante lei.
«Non temete, terrò io le briglie finchè questo testone non si sarà abituato a voi»
«Va bene, allora...non fatemi cadere però» precisò la dama, ironica. Eomer sorrise appena, quindi prese in religioso silenzio a sellare il cavallo, con un'attenzione e una cura che Lothiriel non aveva mai visto fare a nessuno.
«Siete pronta?» chiese Eomer, una volta terminata l'operazione. Lothiriel annuì, quindi si fece aiutare a montare sulla sella, tenendo entrambe la gambe sul lato sinistro del cavallo. Eomer si accertò che stesse in una buona posizione, quindi afferrò le briglie e condusse Zoccofuoco e Lothiriel fuori dalla stalla, verso lo spiazzo adibito ad addestramento, tra il palazzo e le stalle.
Zoccofuoco si comportò bene, consapevole forse di portare una persona poco abile sulla sua groppa. Camminava educato, senza scossoni, e Lothiriel sorrideva raggiante.
«Tutto bene?» chiese Eomer, preoccupato.
«Si, grazie. Padre!» esclamò poi la dama, sventolando appena una mano verso Imrahil, Aragorn, Faramir ed Eowyn che si avvicinavano a loro. Eomer tentò di nascondere il rossore d'imbarazzo, fermando il cavallo e girandosi di spalle ai nuovi arrivati, fingendo di sistemare le cinghie.
«Padre, avete visto?»
«Sei bravissima, cara» rispose Imrahil ridacchiando. Sembrava quasi divertito da quella scena «Eomer, mi meraviglio di te: non mi hai mai fatto cavalcare il tuo cavallo, ma a mia figlia si?»
«Non sono io a scegliere, amico mio, ma lui» rispose secco Eomer.
«Questo perchè sono un'ottima cavallerizza» precisò Lothiriel fiera. Eomer sbuffò una risatina ma quando sollevò gli occhi su Lothiriel, quella lo guardò con aria di sfida.
«Datemi le redini, Re Eomer, e vedrete se riderete dopo»
«Vi farete male, Dama Lothiriel, ve lo assicuro»
«Facciamo così: se riusciò a cavalcare degnamente fino a quell'albero laggiù, e a tornare...domani dovrete portarmi a fare un giro con Zoccofuoco. Se invece cadrò o mi farò male...sarete sollevato da ogni responsabilità»
«Come volete voi..» precisò Eomer, abbastanza sicuro. Quella ragazzina non sapeva con chi aveva a che fare. Le porse le redini, quindi con la gamba destra scavalcò il dorso di Zoccofuoco, infilando il piede nella staffa. Sotto l'abito indossava pantaloni da uomo e stivali da cavaliere. Eowyn gridò fiera mentre Lothiriel colpì l'animale al ventre, facendolo partire ad una veloce cavalcata. Aragorn e Faramir guardavano sorpresi ed ammirati Zoccofuoco domato da una persona che non fosse Eomer, così geloso e orgoglioso di quella "esclusività".
«Eomer, amico mio...» annunciò Aragorn, circondandogli le spalle «mai mettersi contro Dol Amroth. Non sapevi che Imrahil è un ottimo cavallerizzo?»
«E si dia il caso che io abbia imparato la mia arte ai miei figli...Lothiriel compresa»
«La dote non basta» brontolò Eomer, offeso.
«Infatti» aggiunse Eowyn «Zoccofuoco l'ha riconosciuta come tua unica alternativa. Hanno stabilito un contatto...non ti fa pensare?» chiese al fratello, divertito.
«Sciocchezze» brontolò ancora Eomer, mentre Lothiriel tornava indietro, scompigliata e felice. Zoccofuoco nitrì energico, battendo gli zoccoli a terra.
«Avete recitato la parte della fanciulla in pericolo» annunciò Eomer, colpito e affondato.
«Solo perchè mi faceva davvero paura. Non ho mai montato un Mearas» ammise Lothiriel, entusiasta, mentre smontava da cavallo. «Dunque ho vinto?»
«E stravinto, figlia mia» precisò Imrahil, abbracciando la fanciulla sorridente.
«Domattina, tempo permettendo, faremo un passeggiata per il Regno. Chi vuole unirsi?»
«Ah, io sono troppo vecchio per queste cose» ammise ironico Aragorn.
«Io verrò volentieri. Faramir?» chiese Eowyn all'uomo, che sorrise gentile ed annuì.
«Sarà meglio rientrare ora, il tempo è incerto sopra di noi. Io riporto Zoccofuoco in stalla» annunciò serio Eomer, ancora ferito nell'orgoglio. Lasciò il gruppo rientrare e lui sistemò il cavallo nel suo recinto.
E pensava. Pensava a Lothiriel, al suo sorriso, ai suoi sguardi...al tocco delicato della sua mano. A quella miscela di dolcezza e coraggio, di gioia e timidezza insieme. E la sua bellezza, che offuscava persino quella di sua sorella e di ogni donna che avesse conosciuto. Non che ne avesse conosciute molte: la prigionia, l'esilio, le battaglie e le guerre non erano i migliori amici di un corteggiamento, e la sua relazione con l'altro sesso si limitava a sporadiche visite a qualche popolana incontrata qui e lì per Rohan. Null'altro. Non si era mai innamorato, nè tantomeno aveva mai preso in considerazione l'idea di sposarsi. Semplicemente non ne aveva avuto il tempo, e la necessità.
Ma ora? Perchè sentiva già la mancanza di Dama Lothiriel?
  
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