Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe
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Autore: Miss Halfway    28/05/2019    0 recensioni
REVISIONATA FINO AL CAPITOLO 5
«All'improvviso sentii un soffio gelido spirarmi sul collo, mentre una mano, altrettanto gelida, mi accarezzava i capelli e coi polpastrelli mi sfiorava la pelle. O forse no: quella mano dal tocco glaciale in realtà non mi stava affatto accarezzando i capelli ma me li stava semplicemente spostando delicatamente dal collo per scoprirmi la carotide, sfiorandomi appena. Continuavo a percepire un venticello fresco, nonostante ricordassi chiaramente di aver chiuso la finestra quella notte per via dei lupi che ululavano alla luna e gli spifferi di corrente andavano diffondendo nell'aria un profumo che avevo già sentito e che ormai conoscevo bene.» (cap. 11)
Streghe, vampiri, licantropi... Saranno solo vecchie leggende e sciocche superstizioni? O la realtà, in fondo, cela qualcosa di sovrannaturale? Cosa nasconde la biblioteca scolastica? Chi è il ragazzo misterioso e qual è il suo segreto?
In seguito alla morte della nonna materna, la quale lascia in eredità l'antica Villa dei Morgan, Meredith insieme alla sua famiglia allargata farà ritorno a Salem, sua città natale. Lì comincerà per lei una nuova vita alle prese con un potere sovrannaturale, sogni premonitori, bizzarre amicizie e il coinvolgimento in uno strano triangolo amoroso...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo
Capitoli:
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19) Charles.


      Ci affrettammo a salire in macchina e Heric la mise in moto stringendo nervosamente il volante.
    «Cosa sta succedendo? Chi mi cerca?» gli domandai scrutandolo con attenzione per assicurarmi che non mi rifilasse qualche sciocchezza per evitare di farmi agitare ulteriormente. Ma esitava.
    «Heric?!»
    «Ti avevo accennato al fatto che un altro vampiro, di cui io e Madeline abbiamo perso le tracce tanti anni fa, ha un ciondolo come il nostro?»
    Sbiancai.
    «Dalla tua reazione immagino di sì, e credo tu abbia intuito cosa stia per dirti. Beh ecco lui è qui, a Salem.»
    «Oh no! È lui il vampiro che ha attaccato Brianna ieri e che sta uccidendo tutte queste donne! Non è così? Mi vuole far del male?» ma quale male! Uccidermi probabilmente era la sua vera intenzione.
    «Devi stare tranquilla, io non glielo permetterò.»
    Mi guardò in modo strano, deciso a non darmi molte spiegazioni e tornò a fissare la strada.
    Ero così spaventata che persi la cognizione del tempo e in un quarto d’ora eravamo già di fronte a casa mia, purtroppo. Si scusò amorevolmente dicendo che non aveva alcuna intenzione di spaventarmi ma che voleva soltanto di mettermi in guardia. Annuii e mi voltai a destra per aprire lo sportello ma mi bloccò prima che potessi uscire dall'auto afferrandomi il polso.
    «Stai attenta, Mer» mi intimò con tono preoccupato. Sentivo il cuore battere fortissimo.
    «Lo farò. Ciao Heric, ci vediamo a scuola domani.»
    «A domani» sorrise, e chiusi la portiera avviandomi verso casa.
    Forse avrei dovuto dare ascolto a Jeremy quando mi diceva di stare fuori da tutta questa faccenda, ma l'attrazione e la curiosità avevano avuto il sopravvento su di me per lasciar perdere. Mi stavo scavando la fossa da sola ogni giorno di più.
    «Era ora che tornassi!- mi rimproverò mia madre vedendomi salire le scale di nascosto -La cena è quasi pronta.»
    Annuii e andai a lavarmi le mani. Non capitava quasi mai che ci fossimo tutti e cinque a cena: Joseph raccontava alla mamma quanto fosse stata pesante la sua giornata all’ospedale, Ashley mangiava tranquilla e spensierata mentre Jeremy fissava il piatto tenendo nervosamente la forchetta.
    «Un altro assassinio ha colpito nuovamente la contea di Essex, Massachusetts, con le stesse modalità dei precedenti omicidi avvenuti a Salem. Il medico legale non riesce a definire l’arma del delitto mentre la causa del decesso è un’emorragia provocata da una ferita mortale alla gola. Da gennaio ad oggi, 1 maggio, le vittime sono state in tutto 27. Da Salem è tutto.»
    Io e Jeremy alzammo lo sguardo contemporaneamente per seguire il telegiornale. Ogni tanto distoglieva lo sguardo dal televisore e mi lanciava strane occhiate: pensava che Heric c'entrasse qualcosa. Ma io sapevo che non era così, ne ero più che certa.
    «Io non ho più fame» disse alzandosi dalla sedia e sbattendo la forchetta sul tavolo.
    «Ma, tesoro non hai mangiato nulla» gli fece notare mia madre, preoccupata. Non rispose, si girò verso di noi guardandoci con la sua solita aria corrucciata e poi continuò a camminare verso le scale. Poco dopo anche io mi alzai dal tavolo per andare da lui. Dovevo spiegargli la situazione, dovevo difendere la reputazione di Heric. Non volevo che pensasse male di lui.
    «Non ho voglia di parlare Mer!» mi urlò da dentro la sua stanza. Aveva riconosciuto i miei passi.
    «Invece dobbiamo parlare!» spalancai la porta, decisa a farlo ragionare.
    «Sono stanco di questa situazione.»
    «Lo so che hai paura, anche io ne avrei al tuo posto.»
    «Ma io non ho paura. Sono stanco. Stufo. E poi sei tu quella che dovrebbe avere paura.»
    «Ti sbagli. Heric non c'entra nulla. C’è un altro vampiro in città!»
    «Bene. Questo dovrebbe rassicurarmi?»
    «No, ma smetti di avere questo odio verso Heric perché io non smetterò di vederlo! Buonanotte.»
    Sbattei la porta e andai in camera mia per mettermi a letto.
    Non riuscivo a dormire: avevo troppi pensieri per la testa e non riuscivo proprio prendere sonno. Continuavo a fissare il soffitto, a rigirarmi nel letto e a cambiare lato del cuscino. Continuavo a pensarci e mentalmente feci il punto della situazione. Innanzitutto mi preoccupava Jeremy: faceva il duro ma io sapevo che in realtà era debole, questa situazione lo stava stressando più del dovuto. Fra il trasferimento a Salem, la nuova scuola, i vampiri in città e la sua trasformazione in licantropo non so cosa potesse turbarlo di più. Poi, questo nuovo vampiro che ogni giorno uccideva delle donne iniziava a preoccuparmi: potevo essere io la prossima visto che mi stava cercando come mi disse Heric? Ero davvero sicura che questo serial killer
 fosse un vampiro e che fosse proprio Charles? E poi Heric, cosa eravamo io e lui? Per quanto dovesse farmi paura stare con un vampiro, come diceva Jeremy, non volevo immaginare com’era stare senza ormai. Mi sentivo ormai legata indissolubilmente a lui per via delle stranezze che ci accumunavano ed ormai ne ero attratta in maniera ossessiva. Come mi aveva detto lui stesso, vampiri e umani non durano per sempre. Sapevo che prima o poi se ne sarebbe andato e io mi stavo soltanto illudendo.
    Era mezzanotte passata.
    Stavo stesa sul letto a riflettere quando all’improvviso sentii un rumore provenire dal giardino; così corsi alla finestra ad affacciarmi.
    Non feci in tempo a raggiungerla che Heric si era catapultato nella mia stanza!
    «Cosa ci fai qui?» gli domandai con tono un po’ scortese ma in realtà ero felicissima che fosse qui da me.
    «Sono venuto a vedere come stavi e a parlarti» rispose serio.
    «Parlarmi di cosa?»
    Si avvicinò a me, facendomi cenno di sedermi sul letto, accanto a lui.
    Mi raccontò del nuovo vampiro: Charles.
    «Charles, all'epoca che lo incontrai, era già un vampiro di circa 50 anni. Era originario proprio di Salem e la sua famiglia infatti fu tra quelle che fondarono la nostra città nel lontano 1623, anno in cui anche Charles, 
il primo di cinque fratelli tutti maschi, nacque. Venne trasformato quando aveva circa vent'anni e fu ripudiato dalla sua stessa famiglia che lo colse i flagrante mentre uccideva e si nutriva di una delle cameriere. La sua famiglia dunque lo considerava un abominio, un mostro, una bestia da sopprimere. Sua madre però insistette nel lasciarlo libero piuttosto che ucciderlo perché in fin dei conti era sempre suo figlio. Dopo aver vagato per mezzo secolo nell'oscurità, tornò a Salem poiché era venuto a conoscenza che qui vi fossero giunte numerose streghe convinto che avrebbero potuto aiutarlo in quanto era stanco di vivere condannato ad un'esistenza nell’oscurità.
    «I vampiri possiedono una sorta di sesto senso che permette loro di avvertire la presenza dei loro simili così trovò me e Madeline che ancora abitavamo qua a Salem, rintanati nella nostra villa di famiglia e vivendo gli anni della nostra trasformazione avvolti nell'ombra. Charles ci introdusse ad una congrega di streghe ed insieme facemmo un patto nel 1690: la nostra protezione dall'imminente caccia alle streghe in cambio della possibilità di poter uscire alla luce del sole. Neanche un anno dopo in città arrivò un'ondata di vampiri, all'epoca considerati dei demoni al pari delle streghe. La città fu invasa da creature sovrannaturali, scorrevano fiumi di sangue poiché ogni giorno morivano decine e decine di persone: regnava un'isteria generale e così cominciò la famigerata caccia alle streghe. Il nonno di Charles, capofamiglia e fondatore di Salem, che lo voleva uccidere, era già morto da tempo, ma suo padre quasi alla soglia degli 80 anni era ancora in vita e volle consegnarlo alle autorità. Charles lo uccise così come uccise tutti i suoi fratelli e familiari che lo avevano ripudiato, ad eccezione di sua madre che, sebbene ormai anziana, continuò ad amarlo e a volerlo proteggere. La donna fu poi accusata di stregoneria in quanto continuava a proteggere il proprio figlio demoniaco e fu arsa al rogo.
     «Nel frattempo, durante uno dei processi, una delle streghe confessò
 in tribunale, davanti a tutti i rappresentanti delle famiglie fondatrici e al cospetto dei delegati inviati dalla Madre Patria, la presenza dei vampiri a Salem. Alcuni riuscirono a scappare mentre altri furono catturati ed uccisi. Dietro tutte queste uccisioni vi era poi il fatto che altre streghe per garantirsi protezione avevano preso le parti di alcune potenti famiglie di licantropi, nemici naturali dei vampiri, fornendo loro aiuto nell'uccidere questi ultimi. Ma in seguito, le stesse streghe che aiutarono gli umani nella ricerca furono condannate al rogo per stregoneria, ad eccezione di alcune incluso il piccolo gruppo che io e Madeline riuscimmo a salvare come stabilito nel nostro patto: la congrega delle quattro streghe bianche di Salem a cui avevamo promesso protezione in cambio delle collane. Ma a Charles non andò giù quel tradimento ed anche se la strega che aveva confessato e aiutato i licantropi non aveva niente a che fare con il patto, in preda alla furia, uccise egli stesso diverse streghe e licantropi giurando vendetta e maledicendo così le generazioni future. Alle soglie del 1693, la città di Salem era ormai quasi libera dalle creature sovranaturali tant'è che, per un breve periodo, seguì la caccia al lupo. 
    
«La vendetta di Charles, invece, non è ancora terminata e prosegue ormai da trecento vent’anni, uccidendo le discendenti delle streghe, comprese le eredi di coloro che crearono per noi questi ciondoli.»
    «Quindi la leggenda che ci aveva raccontato George è vera!- esclamai stupita -E la prossima vittima quindi...sarei io?» la semplice idea di essere la sua prossima preda mi terrorizzava. Heric annuì, promettendo nuovamente di proteggermi.
    Ora avevo capivo tutto. Avevo capito perché la nonna mi scrisse quella lettera tre giorni prima di morire. Sapeva che Charles era nei paraggi e voleva ucciderla.
    «Hai detto che i vampiri percepiscono la vicinanza dei loro simili. Tu sapevi che lui fosse qui, a Salem quando mia nonna è morta?» gli domandai. Ma sapevo già la risposta.
    «Sì. Ma non ero sicuro fosse lui. Ne avevo perso le tracce ormai da anni e solo da qualche settimana ho avuto il presentimento che fosse tornato. Non dovevo dirti una bugia né nasconderti la verità. Ma non volevo nemmeno che tu ti allontanassi da me, sapendo che un mostro come lo sono io aveva ucciso tua nonna. Non posso permettermi di perderti.»
    Non riuscivo a descrivere le emozioni che provai sentendo quella frase, quel «non posso permettermi di perderti».
    Dovevo essere arrabbiata con lui per avermi nascosto una cosa simile ma in quel momento non ci riuscivo.
    Tentai di dire qualcosa, qualcosa per non farlo sentire in colpa perché in fondo lui aveva solo cercato di non farmi soffrire e di non farsi detestare, ma mi zittì prima che potessi dire mezza parola. Mi prese il viso tra le mani e guardandomi intensamente si avvicinò sempre di più baciandomi di nuovo, stavolta con più voracità.
    Si staccò all’improvviso: i suoi occhi erano neri e opachi e percepivo la sua sete, sete di me. In un batter d'occhio raggiunse la finestra e voltandosi mi ripetè nuovamente di stare attenta.
    Rimasi seduta sul letto a guardarlo uscire dalla finestra e sparire nell’oscurità.





    L'anno scolastico era ormai agli sgoccioli. Tra una preoccupazione e l'altra cercavo di studiare e ultimare i vari compiti da consegnare prima che finisse la scuola in modo da potermi dedicare sia alla caccia del famigerato vampiro Charles sia ad aiutare Jeremy a tornare umano. 
    Ero convinta che l'incantesimo per la reversione dalla licantropia (e dal vampirismo) fosse contenuto nella Bibbia delle Streghe e che questa fosse nascosta in qualche passaggio segreto della biblioteca. Dovevo soo trovare il modo di intrufolarmi a scuola senza venir disturbata dalla Signorina Smith e soprattutto da George.
    Heric non si fece vivo per tutta la domenica e non venne a scuola nemmeno il giorno dopo. Ormai mi ero abituata a queste sue assenze e sparizioni, più o meno. Madeline invece veniva più regolarmente a scuola ma non avevo il coraggio di rivolgerle la parola, mi metteva un'ansia terribile. Lei era un anno avanti a noi, nel senso che venne trasformata in vampiro quando aveva già diciotto anni quindi in base alla sua età umana frequentava il quarto anno e seguiva diversi corsi insieme alla mia sorellastra Ashley. Come lei, faceva parte della squadra delle cheerleader. Se non fosse stato per il fatto che Madeline fosse una vampira centenaria, le avrei viste bene come migliori amiche, erano praticamente identiche nell'atteggiamento e nell'apparenza, ma temevo che Madeline avesse intenzioni pericolose nel volersi avvicinare ad Ashley. Era pur sempre la mia sorellastra e forse per indispettirmi avrebbe potuto farle del male cosa che non avrebbe potuto fare con Jeremy in quanto licantropo, suo nemico giurato.
    Il primo lunedì mattina che seguì la Notte di Valpurga, decisi che dovevo parlare con i fratelli Nkhangweleni. Se Heric aveva visto bene, Brianna, la quale portava al collo un ciondolo dalla pietra acquamarina come il mio, era una strega, l'unica che fino ad allora si era salvata da quell'ondata di sangue che Charles stava provocando nella città di Salem.

    «Pensi sia una buona idea fermare quella ragazza che è stata di recente attaccata da un vampiro e accusarla di essere una strega?» mi sussurrò Jeremy durante l'ora di matematica.
    
«Non voglio accusarla di essere una strega. Voglio chiederle se lo sia e soprattutto se ha visto in faccia in suo aggressore.»
    «Sei sicura che il tuo fidanzato vampiro abbia visto bene?»
    «Jeremy, tu non c'eri. Non hai visto quanto fosse straordinario ciò a cui ho assistito. E se Heric mi ha confermato che lei portava un ciondolo al collo come il mio e che suo fratello Nigel non può essere soggiogato dal suo potere mentale, io gli credo» gli risposi entusiasta. L'idea che ci fossero altre streghe a Salem mi dava un senso di sollievo e di felicità.
    
«Potere mentale? E cosa ti assicura che non lo usi anche con te, o meglio, contro di te?» disse con tono provocatorio.
    «Perché non pensi alla tua ragazza a cui fai da cagnolino? Al mio ci penso io!»
    «Signor Stanley e Signorina Spencer. Cosa avete di così interessante da confabulare? Avete già risolto questa equazione?» ci riprese il Professor Richardson di matematica. Gli scusammo e il professore riprese con la spiegazione senza più esser disturbato dal nostro chiacchiericcio fino alla fine della lezione.
    Al suono della campanella, seguii Brianna fino al suo armadietto. Non essendo io una persona particolarmente socievole ed essendo pure estremamente timida, mi vergognavo tantissimo ad approcciarla e non sapevo da dove iniziare. 
    «Ciao Brianna.»
    La ragazza si voltò di scatto spaventata. Dal modo in cui mi guardò, non si aspettava di vedermi sbucare alle sue spalle. 
    «Ciao, Meredith?»
    «Sai chi sono dunque?» le domandai curiosa. Lei rispose che sì, certo che sapeva chi fossi. Le chiesi come si sentisse e se stesse bene, ma tagliò corto la conversazione come se non volesse avere nulla a che fare con me e come se non volesse parlare di ciò che era successo al parco venerdì. 
    
«Ti ringrazio dal profondo del cuore per ciò che tu e il tuo ragazzo avete fatto per me, sia da parte mia sia in nome della mia famiglia. Mi ha veramente salvato la vita ma è meglio che noi stiamo fuori da queste questioni. Non voglio rischiare nuovamente.»         
    «Aspetta. Non sai tutta la storia» insistetti per poterle spiegare meglio la situazione ed avere altri indizi.
    
«Conosco bene tutta la storia, invece. Nella nostra famiglia ce la tramandiamo da secoli ormai.» 
    «Quindi sei una strega anche tu? Ho visto che alla festa a Willows Park portavi un ciondolo come questo» le dissi mostrandole il mio sfilando la catenina fuori dalla maglia.
    
«Sei matta?!- esclamò sgranando gli occhi -Non dovresti mostrarlo a tutti così!»
    
«Hey, c'è qualche problema?» sentenziò un ragazzo alle mie spalle. Era Nigel, suo fratello. 
    
«Voglio solo chiederti una cosa e poi non ti disturberò più. Hai visto in faccia chi ti ha aggredita? Sai chi è?»
    Brianna guardò prima Nigel che stava alla mia sinistra come se aspettasse il suo consenso e poi sussurrò:
«Charles Michael Cavendish III» e se ne andarono.
    Cavendish?
 
    Non era possibile.

    Ora era tutto più chiaro, ora tutto aveva un senso logico. Ecco chi era la famiglia cui nome Cavendish era inciso nella cripta del mio sogno mesi fa: era la famiglia di Charles il vampiro. Una volta venuto allo scoperto e terminata la caccia alle streghe con lo sterminio della sua stessa famiglia per mano sua e culminato con la messa al rogo di sua madre, la cripta dei Cavendish, una delle famiglie fondatrici di Salem, venne usurpata per questo nel Cimitero Monumentale di Salem al suo posto della famiglia Cavendish:«Dal 1692, qui giace in eterno riposo la famiglia Thompson, cacciatori, guerrieri, difensori della patria e della pace»*. Dovevo assolutamente scoprire chi fossero i Thompson e se qualcuno dei loro discendenti fosse ancora in vita.





Angolo autrice.
*«Dal 1578 al 1692, qui giace in eterno riposo la famiglia Cavendish» ma «Dal 1692, qui giace in eterno riposo la famiglia Thompson, cacciatori, guerrieri, difensori della patria e della pace»: cap.7.
   
 
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