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Autore: Iaiasdream    28/05/2019    0 recensioni
Un Serial Killer si aggira per il Campus Anteros. Le prime vittime sono due studentesse del secondo anno, violentate e uccise a distanza di poco tempo. Tre mesi dopo, lo stesso crudele destino sembra colpire anche Ambra, la quale si salva per un miracolo.
La polizia indaga, ma ciò che non sa è che l'assassino attacca solo ragazze che hanno a che fare con una certa persona. Questo, Astral Dolce lo capirà nel momento in cui il suo cuore inizierà a palpitare per l'oggetto di ossessione del criminale, diventando automaticamente la prossima preda.
Genere: Erotico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Bondage
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4.
Come su una scacchiera dai multicori




Avrei potuto fregarmene, vendicarmi di Yeleen, fare sesso con Castiel per poi sbandierare ai quattro venti che la retina impagliata, a quest’ora si starebbe grattando la fronte a causa delle belle corna. E invece mi sono fermata… 
Forse sono l'unica sulla faccia di questa terra ad avere rimorsi ancor prima di aver compiuto il fatto.
Ma chi voglio prendete in giro? Il motivo per cui non abbiamo completato è dipeso esclusivamente da lui. Si è fermato perché non voleva fare una cosa simile a quella retina impagliata, e naturalmente, mi ha lasciata sola come un’ebete, facendomi sembrare una sciacquetta insignificante; come la terza incomoda. 
Vaffanculo ancora Castiel, Yeleen e quel dannato amministratore del cazzo che non ha accettato di farmi cambiare stanza.
Non avrei dovuto permettere al rosso di toccarmi e di farmi cadere così in basso, e per cosa? Solo per vendicarmi di Yeleen?
Quanto sono stupida. 
L'aria intorno a me è fredda, ma ciò che sento è un assurdo calore che parte dal petto e si dirama in tutto il corpo. Sono furiosa, ecco la spiegazione.
Ho lasciato la caffetteria nelle mani della sua padrona. Oggi è ritornata abbastanza incavolata: si vede che qualche giovane “toro” non ha voluto farla cavalcare.
Sorrido al pensiero, ma allo stesso tempo mi viene da vomitare ad immaginare Clementina a cavalcioni su un ragazzo della mia stessa età.
Però, quanto sono ipocrita! Sto criticando quell’arpia e non mi rendo conto della mia stessa situazione con il mio professore di arte moderna.
Un momento. Andiamo per gradi. Io non l'ho “cavalcato”; almeno non ancora. 
E non intendo farlo, cacchairola!
Ma ne sono davvero sicura?
Oh, ma perché mi sono cacciata in questo guaio?
Forse per distrarmi, ho calciato una pietra che ha rimbalzato per qualche metro ed è andata a colpire la gamba di qualcuno.
Mi sono voltata per far finta di niente, affondando la testa nelle spalle. 
Ci mancherebbe solo una litigata per strada.
<< Astral? >> mi sento chiamare a un tratto e mi fermo incredula nel sentire quella voce così famigliare. 
Mi giro di scatto allargando le labbra in un sorriso raggiante. << Kim! >> esclamo correndo verso di lei per abbracciarla.
La ragazza mi accoglie esclamando tutta la sua contentezza. Sento la sua presa forte e muscolosa. 
Mi avevano detto del suo lavoro come personal trainer, ma in tre mesi che sono qui, non ho ancora avuto il tempo per andare a trovarla.
Ridiamo insieme e ci allontaniamo l'una dall’altra solo per squadrarci dalla testa ai piedi e commentare confidenzialmente il nostro cambiamento.
Sembra più alta. Il suo lavoro le ha regalato un bel paio di spalle larghe. Ha i capelli più lunghi, anche se restano fedeli al suo famoso taglio. 
<< Ti ho riconosciuta dal tuo inconfondibile profumo! >> prorompe pizzicandomi la guancia. << Non sei cambiata affatto. >> aggiunge dandomi un colpetto sulla spalla. 
Già. Non è l'unica che me l'ha detto. Anche Alex mi disse la stessa cosa e anche… Castiel.
No. Non ricomincerò a farmi paranoie su di lui.
<< Come te la passi Kim? >> chiedo scuotendo il capo come a voler scrollarmi dalla mente il pensiero del chitarrista.
Da risposta, la palestrata esordisce con un’alzata di braccia e aggiunge << Hai d'avanti a te la nuova coach del body fitness! E lo devo esclusivamente a Nathaniel. >>
La guardo curiosa.
<< Se non fosse stato per lui, sarei finita a sopportare mia madre dietro il banco della sua macelleria. >>
<< L'ultima volta che ci siamo viste, mi avevi detto che non volevi continuare gli studi e che avevi preso la decisione di partire. >>
<< Questo è un secolo fa! >> ride come un maschiaccio << Le cose cambiano, mia cara Dolcetta. Quando hai diciassette anni, la vita ti sembra più semplice da affrontare e i sogni paiono porte senza serrature dove puoi entrare facilmente. È solo quando ti trovi davanti alla realtà che devi lottare per non frantumare quello che fino ad allora ti eri progettata di fare. Ma la vita se ne sbatte di quello che vuoi. Segue il suo corso e noi non siamo altro che pedine su una scacchiera multicolore. >>
<< Wow… >> esclamo esterrefatta applaudendo lentamente le mani. << Perché non hai seguito la facoltà di filosofia? >> le chiedo schernendola.
<< Nessun’università può renderti ciò che sei. Sì, ti insegna molto, ma se non sei tu ad orientarti, puoi solamente dire “vado al campus” per farti vanto. >>
Saggissime parole. Non credevo che Kim potesse sembrarmi un monaco tibetano. 
<< Ma, bando alle cazzate! >> dice dopo un po' riportandomi alla realtà. << Che cosa ci fai da queste parti? >>
<< Io… >> non so che cosa dirle, anche perché non capisco neppure io che diavolo ci faccia a quest'ora in giro. Mentre il mio raccoglitore piange pagine vuote di tesi ancora da stendere.
<< Sei venuta a trovare Ambra? >> m'interrompe indicando con un leggero movimento del capo l'edificio ospedaliero alle sue spalle.
<< Sai di lei? >> chiedo sorpresa.
<< E chi non lo sa? Ha rischiato davvero grosso. >> 
Rimaniamo in silenzio per qualche istante, poi lei m’informa che, prima di essere colpita dalla pietra lanciata da me, si stava recando in ospedale proprio per far visita alla modella.
<< Non sapevo foste diventate amiche. >> le dico incamminandomi con lei dopo aver accettato l'invito.
<< Lo siamo diventate grazie a Nath. Lui mi ha fatto vedere un lato dolce e simpatico della sorella che non abbiamo mai visto durante i cinque anni al liceo. >>
Non credo proprio che Ambra possieda lati. È un cerchio col raggio pestifero.
<< A proposito di Nath. Come sta? Sono tre mesi che sto qui e non ho avuto nessuna notizia di lui. >> 
<< Beh, ti credo. Le visite al carcere sono limitate. Anch'io non lo sento da parecchio… >>
<< Carcere? >> chiedo scettica, bloccando i miei passi.
Kim mi imita e mi volge uno sguardo curioso.
<< È diventato guardia penitenziaria? >> continuo formulando quella domanda nella speranza che abbia sbagliato a intendere.
La bruna soffoca un sorriso, ma cambia repentinamente sguardo nel momento in cui percepisce la mia inquietudine. << Ma come… >> balbetta indecisa. << Non te l'ha detto nessuno? >>
<< Cosa avrebbero dovuto dirmi? >> la mia voce esce incrinata.
<< Ovvio… >> mormora fra sé scalciando nervosamente una pietra, poi s'infila le mani nelle tasche della sua giacca a vento e mi guarda con fierezza mostrando un sorriso amaro. << Nathaniel è in carcere da ormai quattro mesi. >>
La mia anima sembra voler abbandonare il corpo tanto da farmi sentire debole e in procinto di svenire.
<< Ma, ma… >> le parole mi muoiono in gola.
<< Com'è successo? >> chiede Kim al posto mio. << Nessuno sa con esattezza cosa sia accaduto quella notte, ma sappiamo solo che da quel giorno tutti gli hanno voltato le spalle fino a lasciare che lo arrestassero per rissa aggravata. >>
<< Con tutti intendi… >>
<< Tutti! >> ripete enfatizzando quella parola e serrando la mascella.
<< Ma perché? >>
<< Perché, per loro, Nathaniel era diventato un ragazzo pericoloso, da tenere a debita distanza. Mentre quelli che credevamo essere nostri amici, passavano le loro serate tra festini, cinema e pigiama party. >>
<< Io… non lo sapevo… >> sospiro afflitta guardando l'asfalto come se fossi stata chiamata in causa.
<< Lo vedo. Non hanno neanche avuto la compiacenza di avvisarti. >>
Come hanno potuto, e come ho potuto io fregarmene degli amici per polemizzare sulle scelte di Castiel e sulla nostra storia finita male? 
Nathaniel è stato il mio primo ragazzo e anche se non ho condiviso con lui ciò che ho  condiviso con Castiel, è stato un amico fidato.
Sento il cuore stringermi in una morsa bestiale e rimprovera la mia ragione che mi ha allontanata da tutto questo. 
<< Lui non sa di sua sorella. >> riprende Kim incamminandosi.
La seguo in silenzio.
<< E spero tanto che non lo venga a sapere. >>
<< Perché? >> chiedo.
<< Perché nell'ultima lettera, mi scrisse, raccomandandomi di tenere d'occhio Ambra: secondo le sue intuizioni, c'è qualcuno che vuole farle del male, e c'è riuscito. >>
Alzo di scatto lo sguardo verso di lei e, come un turbine di vento, e senza saperne il motivo, mi ritornano in mente le parole di Chani.
   
 
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