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Autore: soliloquia    28/05/2019    1 recensioni
C'è una canzone che fa "Battiamo i lividi per mantenerli sempre viola"
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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C'è una canzone che fa "battiamo i lividi per mantenerli sempre viola" e io non sono mai riuscita a capire cosa volesse significare.
È da stupidi farsi male sempre allo stesso posto, prendere botte su botte sempre sullo stesso lato, sanguinare sempre dallo stesso taglio.



Avevo undici anni quando ci siamo baciati la prima volta.
Sentivo il caldo d'agosto farmi evaporare la pelle e i capelli, mi scioglievo e davo la colpa ai trenta gradi e invece eri solo tu che mi stavi portando a diventare una massa informe di carne e sangue (e sentimenti).
Avevo quattordici anni quando ho pianto per te. 
Mia madre continuava a ripetermi che non dovevo, che non te lo meritavi e io invece continuavo a perdere acqua solo per colpa tua.
Avevo sedici anni quando sono scappata per venire da te, e se mi guardo indietro penso che rifarei tutto da capo.
La corsa con le vans che mi spaccavano il tallone, i biglietti che ho quasi perso, l'interrogazione che ho saltato, il rischio di essere rimandata solo per vederti un paio d'ore e Torino.
Tu, che mi aspettavi sulla soglia della porta a piedi scalzi e il sorriso di chi sapeva già che sarei arrivata.
A diciotto anni ti ho detto che ti amavo e che non sarei mai stata in grado di amare nessun altro.
Ancora una volta, mia madre mi avrebbe rimproverata, perché queste sono promesse di carta, frasi banali che solo una ragazzina può fare.
La verità però la conosco solo io.
(E in parte tu)
Perché vedi, ce ne sono stati altri, sì. 
Ce ne saranno ancora e ancora e ancora, ma mai nessuno come te.
E allora non mi vergogno di quel "Ti amo" sussurrato a fior di labbra, quegli occhi bassi e le gote rosse, no.
Perché so, a vent'anni, che sei ancora tu.

C'è una canzone che fa "battiamo i lividi per mantenerli sempre viola" ed io l'ho cantata a squarciagola, fino a sentire le corde vocali in fiamme e il fiato corto come quando mi guardi.
E non lo fai nemmeno più.
È un vizio che hai saputo mitigare con il tempo, come le sigarette e il caffè, come le cattive abitudini.
E a quattordici anni non sapevo cosa significasse, cosa volesse dire quel verso, urlato così forte da rimbombarmi dentro.
A venti sì.
Io con te vado sempre a sbattere sullo stesso punto e il livido che si forma non mi basta mai.

 
   
 
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