Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    28/05/2019    0 recensioni
L'Arcadia, un luogo idilliaco dove chiunque vive in tranquillità ed armonia, la nazione con meno criminalità e la qualità di vita migliore fra tutte...
Fino a quando rimani all'interno delle mura della sua capitale.
Dietro la facciata di "Nazione perfetta", si cela un lugubre teatro dove chi non è considerato utile alla nazione viene rapidamente allontanato, un mondo dove coloro che sviluppano abilità speciali sono considerati demoni e prontamente eliminati.
Si dice che la luce della speranza possa nascere anche nei luoghi più bui... Sarà veramente così?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6-3: Bugie



Rimasi del tutto scioccato quando vidi il Generale tornare insieme a Blake, accompagnati da una ragazza che mai vidi prima d'allora.
Il suo sguardo era spento, cupo, ed evitò di guardare chiunque in faccia.

Eravamo da poco tornati dalla missione che Levyathan ci diede, e mandai Mirajane a scrivere un rapporto. Non accadde nulla, fortunatamente, e fui in grado di sfruttare il tempo trascorso con lei per provare ad avvicinarmi un po' di più a lei.
Nonostante fosse ancora palesemente confusa a poco agio con me, a causa di quella mia strana aura, fui comunque in grado di riuscire a farle capire che non fossi una minaccia, per loro.


Guardai il trio in silenzio, mentre Levyathan fece cenno a quella ragazza di camminare per quel corridoio.
Ammanettata, più volte la notai intenta a lanciare sguardi furiosi verso il Generale.

A quel tempo, ancora non sapevo chi fosse.


<< Chi sarebbe questa ragazza? >>
Domandai al Generale, non appena mi passò a fianco.

Levyathan fissò la ragazza in silenzio per qualche istante, con la coda dell'occhio, quasi come se stesse aspettando fosse lei a rispondermi.
Quella ragazza ricambiò il suo sguardo con uno frustrato e minaccioso.

<< E' la figlia di un membro dei Ribelli che abbiamo localizzato durante la missione. >>
Fu Blake a rispondermi.
Sapevo che ci fossero stati avvistamenti di alcuni ribelli, in quella zona, eppure la cosa mi fece comunque preoccupare.

<< Quindi i rapporti dei ricognitori erano corretti? La Fazione Azzurra si sta davvero espandendo così vicina alla capitale? >>
Domandai al generale.

<< Sembrerebbe di si. >>
Confermò il generale, con una espressione cupa stampata in volto.
Non riuscii a comprendere il motivo, in quel momento: non sembrava fosse la presenza dei Ribelli in quella zona a infastidirlo, ma qualcos'altro che ancora non sapevo...

<< Ma fatemi il piacere, non fatemi ridere! Mio padre non aveva più nulla a che fare con quei bastardi, hai preso un fottutissimo granchio, bastardo! >>
Ringhiò quella ragazza.

<< Ne dubito fortemente. >>
Le rispose Levyathan, senza scomporsi più di tanto.

<< Non mi interessa un cazzo di quello che pensi. >>
Controbatté lei, rispondendogli con un tono furioso.


Per la prima volta in vita mia, vidi una espressione comparire nel volto di Levyathan che mai vidi prima.
Una espressione frustrata che, con il tempo, avrei visto altre volte.

Nonostante avesse provato a nasconderla, fui perfettamente in grado di vedere quella smorfia furiosa apparire per una frazione di secondo nel suo volto, i suoi occhi spalancati.

<< Sai... >>
Mormorò, dopo aver fatto un profondo sospiro.

<< ... Se fossi in te, considerando la tua attuale situazione e dove ti trovi, sceglierei le mie prossime parole molto attentamente. 
Quella ragazza non sembrò preoccupata dalle sue parole.
Lo fissò in silenzio per qualche istante, poi le parole che disse mi fecero congelare il sangue.

<< Stai pianificando di farmi fuori come hai fatto con mio padre? >>
Gli rispose.

Non riuscii a credere a quelle parole.
Istintivamente posai il mio sguardo sul generale, il quale notò rapidamente il modo in cui lo stessi guardando.
Ero sorpreso, più che spaventato: dopotutto, Levyathan mi disse, qualche giorno prima, che avrebbe catturato i Ribelli apparsi in quell'area per interrogarli.


<< Generale...! >>
Esclamai, attirando la sua attenzione.

<< Aveva detto che li avrebbe catturati, non uccisi! Cosa è successo, esattamente? >>
Gli domandai.

<< Non c'è molto da spiegare, in verità. Quell'uomo mi aveva attaccato, obbligandomi a rispondere al fuoco. Invece di, però, arrendersi, quell'idiota ha provato ad afferrare il suo coltello. Non potevo semplicemente ignorare quel suo comportamento. >>
Mi rispose il Generale.


Prima che potessi chiedergli qualsiasi cosa mi fosse passata per la testa, sentì quella ragazza alle mie spalle ruggire come una bestia in gabbia.
Mi voltai di scatto verso di lei: i suoi occhi rossi, spalancati, e digrignava i denti con così tanto ardore che, per un attimo, pensai che sarebbero andati in frantumi come delle vetrate.

<< Non dire cazzate! >>
Esclamò, facendo un passo furioso in avanti.

<< Hai davvero il fegato di mentire così spudoratamente!? >>
Continuò, agitandosi con forza, quasi come se stesse cercando di spezzare le manette che la tenevano imprigionata.

<< Come, scusa?! TU hai il coraggio di dire A ME che io stia mentendo?! Da che pulpito viene la predica...! >>
Le rispose Levyathan, infastidito sicuramente dal suo tono e da quelle sue parole.


Rimasi in silenzio ad ascoltare cosa avesse da dire.


<< Hai sparato mio padre nella gamba, maledetto! Anche se avesse impugnato un coltello non avrebbe potuto neanche alzarsi! L'hai ammazzato senza alcuna ragione! >>
Ringhiò la ragazza.

<< Non gli ho sparato alla gamba. Il primo sparo era d'avvertimento, in aria. Quell'idiota ha ignorato il mio avvertimento, e mi ha caricato con la sua arma. Poi l'ho disarmato, e lui è caduto sul suo stesso coltello. Ironico, non trovi? >>
Non appena Levyathan disse quelle parole, quella ragazza si bloccò di scatto a fissarlo per secondi che sembrarono infiniti.
Spalancò occhi e bocca, con fare incredulo, poi improvvisamente cominciò a ringhiare come una bestia furiosa.

<< Fottuto bugiardo! >>
Strillò, con un tono acuto e instabile.

<< Stai mentendo e lo sai perfettamente, pezzo di merda! >>
Continuò.

<< Devo ricordarti, per caso, che stai insultando un militare? >>
Le domandò.

La ragazza non gli rispose nulla: rimase in silenzio a fissarlo con una smorfia stampata in volto, per poi sputare nella sua direzione.

In quell'istante notai la mano di Levyathan scendere lentamente sull'elsa della sua Gioiosa.

<< Ne ho avuto abbastanza del tuo atteggiamento! >>
Ringhiò il Generale, estraendo la sua arma.

<< Generale, aspett-! >>
Prima che potessi intromettermi, la ragazza venne colpita in pieno volto con forza dall'elsa della spada di Levyathan, poi cadde al suolo con un forte tonfo.

Non fui in grado di fare altro se non rimanere immobile a fissare quella ragazza mugolare dal dolore, portandosi le mani, ancora legate, davanti al volto.
Potei vedere del sangue gocciolare nel pavimento.


<< Diana, va tutto bene?! >>
Esclamò Blake, inchinandosi davanti a lei e dandole una mano.

Quella ragazza, di cui finalmente scoprii il nome, non accettò l'aiuto di Blake e provò a rialzarsi da sola, fallendo.
Cominciò a tossire con forza, sputando saliva mista a sangue e mormorando dal dolore.

<< Lasciala stare, Blake. >>
Sentii dire da Levyathan. 
Non mi voltai verso di lui.

<< Che questo le serva da lezione: la prossima volta non sarò così clemente...! I ragazzini indisciplinati come lei devono essere messi in riga con il bastone, non con la carota. >>
Aggiunse subito dopo.

<< Orion. >>
Non appena pronunciò il mio nome, però, mi voltai di scatto verso di lui.
Il suo sguardo era furioso, ma aveva fortunatamente già rinfoderato la sua arma.

<< Si... Signore? >>
Gli risposi, ancora sorpreso da ciò a cui avevo appena assistito.
Dopotutto, quella fu la prima volta che vidi Levyathan ferire qualcuno in quel modo davanti ai miei occhi.

<< Portatela nelle segrete e chiudetela in una cella. Voglio che sia controllata ventiquattr'ore su ventiquattro. Verifica se abbia o meno il marchio della Fazione Azzurra. >>
Continuò.
Il suo tono era cupo e autoritario: era passato tanto tempo dall'ultima volta che lo vidi in quello stato.

<< Qualunque sarà il risultato, voglio tu venga nel mio ufficio a farmi rapporto non appena avrai finito. Sono stato chiaro? >>
Aggiunse subito dopo.

<< Sissignore, cristallino. >>
Fu la mia risposta.

In quel preciso istante Levyathan mi diede le spalle, dirigendosi con passo pesante e infastidito verso i suoi uffici.

<< Se dovesse avere quel marchio... >>
Lo sentii borbottare.

<< ... Sarò io stesso a giustiziarla. >>
Concluse.


____________________________________________________________________________________________________________

Fine del capitolo 6-3, grazie di avermi seguito e alla prossima!



   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI