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Autore: dorotyLOVE    28/05/2019    0 recensioni
Due ragazzi vengono nominati scrutatori per le elezioni Europee. Non ci saranno solamente timbri, schede e persone impegnate nel voto. Ci saranno sguardi, baci e battute che sfoceranno in un amore... elettorale.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore elettorale

 

Era tremendamente nervosa, non sapeva proprio cosa aspettarsi. Era nervosa anche quando il funzionario del comune le aveva citofonato dicendole di esser stata nominata scrutatrice per le imminenti elezioni Europee. Non aveva mai svolto quella mansione e aveva paura di tutto ciò che fosse nuovo e diverso per lei. Aveva avuto paura al primo esame universitario, all`esame della patente, alla discussione della tesi, al suo primo colloquio lavorativo e al primo giorno di lavoro. Doveva avere tutte le situazioni sotto controllo, anzi lei doveva avere il totale controllo della sua vita altrimenti non sarebbe stata soddisfatta.

Sospirò davanti al comune del suo paesino. I capelli neri lunghi, un po` mossi, le ricadevano elegantemente sulle piccole spalle, sopra la maglietta a righe bianche e rosse. Scrollava ripetutamente la home di Facebook, alternandola a quella di Whatsapp, mordicchiandosi talvolta le labbra ben disegnate.

La dipendente del comune richiamò la sua attenzione nel momento in cui si schiarì la voce per iniziare ad elencare i vari nomi degli scrutatori, divisi per sezione. Si fece spazio tra la folla per udire bene e sbattè alle spalle di un ragazzo.

-Scusa.- mormorò a voce bassa.

Il ragazzo la fulminò con lo sguardo e lei avvampò sia per l`imbarazzo sia per la rabbia definendo, mentalmente, la reazione del ragazzo leggermente esagerata.

-Bartocci Claudia- pronunciò la funzionaria comunale. Al sentire del proprio nome, andò verso la porta indicatale dalla donna e se la chiuse alle spalle.

Il ragazzo di prima, l`aveva appena seguita e quello era un chiaro indizio che si trattasse di un suo collega scrutatore appartenente alla sua stessa sezione.

-Fantasticò- pensò appena vide che il ragazzo raggiunse il gruppo degli scrutatori.

-Bene, queste sono le buste della sezione 12. Ora dovete andare al seggio che vi è stato assegnato e iniziare a preparare per domattina. Buon lavoro.- disse un altro dipendente negli uffici elettorali.

Uscirono dal retro del comune dalle linee razionalistiche. Non avevano ancora avuto il tempo di parlarsi tra di loro, ma certamente ne avrebbero avuto parecchio il giorno seguente durante i momenti morti nel seggio elettorale e durante lo spoglio notturno. Ognuno nelle proprie automobili diretti al proprio seggio.


Entrarono in quella piccola scuola elementare colorata, presentandosi, consci del fatto che avrebbero trascorso infinite ore insieme.

-Piacere Matteo.- porse la mano il ragazzo della spiacevole situazione precedente. Lei lo osservò attentamente, senza farglielo notare. Era molto alto, un fisico longilineo, dei capelli ricci che facevano da contorno ad un viso ben squadrato, gli occhi chiari e un importante accenno di barba. Era carino, ma nel momento in cui fece quel pensiero, si morse il labbro, convinta che il ragazzo potesse ascoltare i suoi pensieri.

-Piacere Claudia.- si presentò lei.

Lui le sorrise flebilmente e lei ricambiò con un timido sorriso.

-Bene. Io sono il vostro presidente, Maria Martucci. Potete chiarmami Maria.- esordì una bella signora sulla sessantina dalla voce squillante. Iniziarono a preparare il seggio. Le cabine elettorali le avevano già fatte trovare lì.
Si divisero i compiti: due persone iniziarono a costruire l`urna in cui sarebbero state inserite le schede il giorno seguente, Matteo e un signore sulla quarantina, molto alto anche lui, fissarono sulle pareti interne ed esterne i vari manifesti elettorali in cui si trovavano scritti i partiti e i candidati, mentre lei e la presidente del seggio iniziarono a siglare e a timbrare le schede.

***

La trovava estremamente bella e raffinata e doveva ammettere che aveva un bel fondoschiena. Era alto e sodo come piaceva a lui. Aveva anche legato i lunghi capelli neri in una distratta coda di cavallo ed era impegnata nel siglare le schede elettorali. Massimo, l`uomo sulla quarantina che lo stava aiutando ad appendere i manifesti elettorali, parlava con foga di qualunque argomento e lui si era stancato di ascoltarlo.

L`aveva già notata qualche ora prima, mentre era attaccata ossessivamente al cellulare e l`aveva trovata davvero attraente. Sarà stato quel jeans aderente che metteva in risalto le sue forme oppure la pelle leggermente olivastra, quei lunghi capelli e le lentiggini sul naso che incorniciavano perfettamente quel viso. Poi gli era andata a sbattere contro e aveva capito quanto fosse maldestra. Non si aspettava di averla al seggio con lui ed era andato fuori controllo, quando lei si morse il labbra colta in flagrante mentre lo osservava.

-Maria, noi qui abbiamo finito- disse Massimo mentre si apprestava a scendere da una piccola sedia.

-Bene. Adesso io e te andiamo un attimo nella sezione qui affianco che devo chiedere alcune cose all`altro presidente. Tu, Matteo, aiuti Claudia, che ne dici?- rispose la presidente del seggio facendo una domanda, ovviamente, retorica.

Annuì e si mise di fianco e la osservò di profilo mentre firmava energicamente le schede.

-Volevo chiederti scusa per prima, non ti avevo proprio visto, scusami.- esordì a bassa voce.

-Tranquilla, non è successo niente. Quante schede mancano?-

-Sono in totale 500 schede, ne abbiamo firmate 300.-

Trascorsero un`altra ora a siglare e vidimare schede elettorali. Non parlano più dopo quel breve scambio di battute.
-Per oggi abbiamo finito. L`appuntamento domani è alle 6:45. Il seggio aprirà ufficialmente agli elettori alle ore 7. Stasera creerò un gruppo Whatsapp con tutti noi per permetterci di organizzarci anche con le auto, se non vi dispiace.- e così la presidente del seggio congedò tutti.

***

Claudia tornò a casa e si buttò sul divano. Non voleva pensare alla stancante giornata che avrebbe dovuto affrontare il giorno successivo. Il cellulare era un continuo vibrare di messaggi, probabilmente da quel nuovo gruppo, che lei avrebbe solamente voluto silenziare. Per non essere scortese, si limitò a leggere gli SMS in cui gli altri si organizzavano con una sola macchina di Massimo. Tutti tranne lei e Matteo.

``Va bene, io verrò con la mia, nessun problema :)``

Rispose così al gruppo liquidandoli frettolosamente per andarsi a fare una doccia.
Entrò in bagno e si spogliò. Guardandosi, pensò istintivamente a quel ragazzo. Era passato un bel po` di tempo da quando era stata con un ragazzo, ma lui, lui era riuscita a farla stare in tensione per tutto il tempo. Come se lei potesse bruciare da un momento all`altro sotto il suo sguardo. Si sentì accaldata e decise di entare in doccia.

Stette sotto l`acqua per un tempo indefinito, ma le dita delle mani le si aggrinzirono e decise di uscire. Si asciugò velocemente e si dedicò all`asciugatura dei suoi lunghi capelli. Indossò la tuta e prenotò un bel box di sushi tramite JustEat.

Quella sera aveva deciso di rimanere a poltrire sul divano mentre guardava la tv. Aveva rifiutato l`uscita con lo storico gruppo delle sue amiche per non fare tardi che il giorno successivo avrebbe dovuto svegliarsi molto presto.

Finì la sua cena, si mise il pigiama e lavò i denti mentre in tv passava Amici. Prese il cellulare e iniziò a messaggiare con le sue amiche mentre le mandavano alcune foto della serata.

Si coricò, era esausta. Aveva alle spalle una durissima settimana lavorativa e di palestra, quella mattina l`aveva passata a pulire il suo modesto appartamento, il pomeriggio lo aveva trascorso al seggio e avrebbe fatto lo stesso l`indomani. Ore 23, chiuse gli occhi per lasciarsi a Morfeo quando il cellulare si illuminò un paio di volte.

Messaggio da +39 345 789 453:

Ciao, sono Matteo. Scusa l`orario ma volevo chiederti un favore enorme.

Stavo uscendo e la macchina non parte, non so come raggiungere il seggio domani. Potresti darmi un passaggio? Ti pago la benzina, sono disperato.

 

Non poteva essere. Mugugnò qualcosa di poco comprensile e lesse più volte quel messaggio. Fece un respiro. Lei era la sua soluzione. Gli altri si erano già organizzati e lei non poteva negargli un passaggio, era davvero disperato.

Ciao, nessun disturbo, non ti preoccupare va bene. Mandami la posizione e domani ti vengo a prendere intorno alle 6:20.

Buonanotte.

Lui rispose alla velocità della luce:

Grazie mille. Sarò puntuale.

Buonanotte, un bacio.

Un bacio. Dopo quel messaggio capì che non avrebbe chiuso occhio quella notte.

 

  
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