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Autore: Alixia700    30/05/2019    2 recensioni
Lo psicologo lasciò cadere il capo contro il tavolo, rompendosi in un lamento disperato. Alzò poi un dito nella sua direzione, intimandolo al silenzio, prima di premere un pulsante e parlare nell'interfono presente sulla sua scrivania.
“Juugo?”
“Sì capo?”
“Puoi portarci due caffè per favore? Uno fallo corretto, con la cosa più forte che abbiamo”
Il suo tono lamentoso probabilmente non era nuovo al segretario, perché questo sospirò a sua volta, rispondendo con un ragionevole “Sasuke non teniamo alcolici in ufficio”
L'uomo si raddrizzò sulla sedia girevole, passandosi una mano sugli occhi per riprendere il controllo, maledicendo a mezza voce le severe politiche dello studio.
“Usa la varechina allora, e trovami un modo per sbarazzarmi del corpo senza destare sospetti”
Una risata bassa gracchiò in risposta attraverso la cassa.
“Dammi giusto un paio di minuti per corrompere la donna delle pulizie e sono da voi”
La comunicazione si interruppe con un secco bip, prima che Sasuke rivolgesse nuovamente l'attenzione al suo – purtroppo per lui – migliore amico.
“Hai cinque minuti”
“Di solito me ne bastano tre”
*
[Terza storia della raccolta AU The Wounds of Being “Too Much”][Suigetsu/Karin/Juugo]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Juugo, Karin, Sasuke Uchiha, Suigetsu
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'The Wounds of Being “Too Much”'
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Sasuke impreca come uno scaricatore, ma in sua difesa lo stress lavorativo e l'idiozia di Suigetsu nuociono gravemente alla salute mentale; in ogni caso ho messo l'avviso OOC, più che altro perché non essendo in questa AU un totale psicopatico senza famiglia dedito alla vendetta, oltre il lato acido ha un tratto più morbido, soprattutto nei confronti di Suigetsu quando entra in un certo tipo di umore pericoloso. A suo tempo verrà spiegato tutto, tranquilli ♡

Un piccolo tuffo nel passato, quando il nostro trio era ancora un duo. Oh. Fra stelle e pleniluni, c'é un'aria di magia. È un attimo così romantico, vedrai lo porta viaaaaa

Prima di immergervi nella storia consiglio vivamente la lettura delle due precedenti OS della raccolta, così come quella della serie di Flash Fic ''Acque Chete''.
Come sempre un ringraziamento ad Ambra per i suoi disegni altamente ispiranti <3





Double Clutch



 

 

“Ero a questo after party della squadra con Karin” Suigetsu si lasciò scivolare sul lettino di pelle di fronte al suo interlocutore, rilasciando tutta la tensione accumulata durante la lunga giornata in un lungo sospiro di sollievo.

“Karin?”

“La ragazza di cui ti ho parlato la settimana scorsa, la rossa focosa”

“Quella che ti ha preso a pugni?” l'uomo sorrise divertito da dietro i suoi appunti, scribacchiando una nota a lato della pagina, incitandolo a proseguire con un gesto stanco del capo – rimanevano pochi minuti allo scadere del tempo, e voleva che arrivasse al punto.

“La sola ed unica. Comunque eravamo a questa festa e le cose stavano iniziando a scaldarsi, a livello due quasi sconosciuti ubriachi in un bagno con un sacco di tensione sessuale di mezzo – fissò l'altro con un movimento insinuante di sopracciglia, dando carica ad un sottinteso già di per sé palese – quando all'improvviso ha ricevuto una chiamata di lavoro ed è dovuta andare via, lasciandomi solo soletto con un problema piuttosto evidente nei pantaloni”

“Gesù”

“È quello che ho detto anche io”


Sasuke sospirò esausto, gli occhi a scattare verso l'orologio a parete ad intervalli regolari.

“So che sembrerà scioccante per te sentirlo dire, ma non mi pagano ancora abbastanza per dovermi sorbire gli inquietanti racconti della tua vita sessuale in pausa pranzo”

“Ehi! Voi terapeuti non dovreste essere aperti all'ascolto e solidali con i vostri pazienti?”

“Per prima cosa qui non mi occupo di psicoterapia, sono stato assunto come psicologo del lavoro. E comunque non sarei mai così masochista da accettare di vederti come paziente in sedute settimanali. Come caso umano mi basta già avere Naruto tra i piedi”

“Così mi ferisci. Guarda che c’è un cuore sotto questi pettorali definiti” Suigetsu indossò il suo miglior ghigno di merda, non intenzionato a schiodarsi di un centimetro dal divanetto.

“L’unica cosa definita qui è la tua idiozia”

“Touchè”

Sasuke si passò una mano sul volto, esasperato, mettendo da parte le pratiche che stava cercando di chiudere prima dell'arrivo del seguente candidato per il colloquio di assunzione. Allontanare l'amico avrebbe richiesto il doppio - se non il triplo - delle energie necessarie invece ad assecondarlo, e non era proprio in vena di ulteriori contrattempi.

“Quindi come hai ovviato al tuo autocontrollo da quindicenne? E non dire una parola che sia lontanamente descrittiva perché questa è la volta buona che ti lascio pestare da Sakura”

Suigetsu lo fissò divertito, prima di muovere la mano davanti al bacino in un gesto sciatto ed evocativo.
Sasuke lo incenerì con lo guardo.
Quella conversazione si stava rivelando una delle più esasperanti di tutta la sua vita, compito assai arduo vista la frequentazione quotidiana di Shisui.

“Non mi guardare così, avevi detto non dire una parola, niente in merito ai gesti”

“Fanculo”

“Mi sarebbe piaciuto, ma purtroppo nessuno era disponibile in quel momento”

“Potresti essere la perfetta terapia d'urto per chiunque voglia avere dei figli, basterebbe passare dieci minuti in tua compagnia per farli optare per una vasectomia”

“Mi lasci proseguire o continuerai ad elogiarmi?”

Lo psicologo lasciò cadere il capo contro il tavolo, rompendosi in un lamento disperato. Alzò poi un dito nella sua direzione, intimandolo al silenzio, prima di premere un pulsante e parlare nell'interfono presente sulla sua scrivania.

“Juugo?”

“Sì capo?”

“Puoi portarci due caffè per favore? Uno fallo corretto, con la cosa più forte che abbiamo”

Il suo tono lamentoso probabilmente non era nuovo al segretario, perché questo sospirò a sua volta, rispondendo con un ragionevole “Sasuke non teniamo alcolici in ufficio”

L'uomo si raddrizzò sulla sedia girevole, passandosi una mano sugli occhi per riprendere il controllo, maledicendo a mezza voce le severe politiche dello studio.

“Usa la varechina allora, e trovami un modo per sbarazzarmi del corpo senza destare sospetti”

Una risata bassa gracchiò in risposta attraverso la cassa, mandando un brivido di riconoscimento lungo il collo di Suigetsu; non aveva mai incontrato il segretario dell'amico, più ninja che essere umano data la sua capacità di sparizione, ma quella voce evocava in lui una certa familiarità, come di calore al basso ventre.

“Dammi giusto un paio di minuti per corrompere la donna delle pulizie e sono da voi”

La comunicazione si interruppe con un secco bip, prima che Sasuke rivolgesse nuovamente l'attenzione al suo – purtroppo per lui – migliore amico.

“Hai cinque minuti”

“Di solito me ne bastano tre”

Cadde dal lettino nel tentativo di schivare un fermacarte volante, lanciato con precisione dove poco prima si trovava la sua testa.

“Va bene, va bene non guardarmi così, ho capito. Mi atterrò ai fatti, contento?”


Sapeva di star tirando troppo la corda con Sasuke, soprattutto dopo avergli imposto la sua presenza senza preavviso e in pausa pranzo, in un periodo di forte stress lavorativo visto il recente cambio di ufficio.
Ma sapeva anche che se non ne avesse parlato con qualcuno nell'immediato sarebbe esploso, incapace di reprimere tutte quelle sensazioni negative che gli attanagliavano il petto, dandogli di nuovo la sensazione di annegare; la logorrea incontrollata – almeno più del solito - era solo uno dei primi segni di quanto stesse perdendo il controllo di se stesso.

Ancora una volta.

“Dove ero rimasto? Ah si, dopo aver rimediato al mio enorme problema sono quindi tornato alla festa, più che motivato dal godermela nonostante il cambio di piani per la serata”

Si arrampicò seduto sul lettino, rigirandosi tra le mani lo strambo fermacarte a forma di rospo, accigliandosi, una domanda curiosa a fior di labbra.

“Ancora quattro minuti, fossi in te non li sprecherei in domande idiote”


Suigetsu fece scorrere il polpastrello lungo la liscia consistenza del vetro soffiato, concentrandosi per non cedere al groppo che minacciava di occludergli la gola al pensiero di esporsi di nuovo.
Un conto era pensare di raccontare tutto a qualcuno, un altro paio di maniche era farlo davvero.


“Stavo ballando, con parecchi shot di tequila in corpo – e tu sai quanto posso diventare sciolto in queste situazioni – quando mi sono sentito afferrare da dietro. Un uomo si stava muovendo a tempo con me, in una danza che lasciava ben poco all'immaginazione, tutta tocchi e sfregamenti”

Sasuke notò come lo sguardo dell'altro all'improvviso si fosse fatto schivo, come se stesse cercando a tutti i costi di non incrociare i suoi occhi.
Lo osservò a disagio, allarmato dalla totale assenza di pessime battute o ammiccamenti.

Era da un po' che non percepiva quella chiusura in Suigetsu, da quando Kisame...

Cazzo.

“Sui sai che non devi parlarmene se non te la senti, vero? Solo perché faccio questo lavoro non significa che tu ti debba sentire obbligato ad esporti con me. Se preferisci posso darti il numero di un collega che”

“Sasuke. Va tutto bene - Suigetsu portò una mano a scompigliarsi i capelli, sollevando il mento nella sua direzione – se non volessi parlartene non sarei qui. E lo faccio per avere il tuo supporto di
amico e non professionale. Anche perché diciamocelo nel tuo lavoro fai schifo”

Rise divertito di fronte al suo sguardo offeso, il peso sul petto a farsi un po' più leggero nella sua fiducia ritrovata. Aveva superato quella merda già una volta, non avrebbe lasciato che uno sbaglio del passato lo affondasse di nuovo, non ora che stava ricominciando a sentirsi se stesso.

“Questa persona, questo ragazzo...Ti ha importunato?”

Sasuke pose la domanda con delicatezza, alzandosi per girare intorno alla scrivania e poggiandosi al bordo anteriore a braccia conserte, così da ridurre la distanza tra loro.

“Cosa? Cazzo no! Anzi temo che fosse proprio il contrario visto con quanta insistenza gli ho strusciato il culo addosso. Era estremamente sexy e gli intenti di entrambi erano piuttosto chiari”

“Così te lo sei portato a casa?”

“Così me lo sono portato a casa”

“Cristo Suigetsu senza averlo mai visto prima? Cosa ti dice il cervello?”

“Grazie della lavata di capo mamma, ma è stato davvero un gentiluomo, fin troppo per i miei gusti. Mi ha accompagnato all'appartamento perché ero troppo ubriaco per guidare, e ha gentilmente declinato ogni mio tentativo di portarmelo a letto, adducendo al fatto che il giorno dopo avrei potuto pentirmene; poi se ne è andato, e non l'ho più visto”

Il pallanuotista scrollò la testa al ricordo, sorridendo incredulo.
Non gli era mai capitato che qualcuno lo rifiutasse riuscendo al tempo stesso a piacergli ancora di più.

A parte Karin.

E Sasuke. Ma quella era una cosa diversa, più un ''sarò la tua palla al piede in amicizia per sempre''.

“Allora perché appari così turbato?”

“Perché è un ragazzo? Non mi piacciono i ragazzi”

Sasuke proruppe in un colpo di tosse violenta, rischiando di soffocare nella sua stessa saliva.

“Credo di non aver capito bene, hai appena detto che non sei attratto dagli uomini?”

“Esatto”

Lo psicologo lo fisso a bocca aperta, boccheggiando d'incredulità.

“Devo aiutarti a riportare alla mente la tua più che evidente bisessualità facendoti l'elenco? Perché ti ricordo che solo l'altro ieri sei piombato a casa mia inneggiando al culo di mio fratello come patrimonio mondiale dell'Unesco”

“Non farmi pensare proprio adesso a tutto quel ben di Dio sprecato tra le mani di tuo cugino”

“E allora Suigetsu che cazzo?”

“Non mi piacciono più i ragazzi dopo Kisame, ok? - l'urlo risuonò tra le pareti dello studio, lasciando a Sasuke un gusto amaro nel retro della bocca davanti al tono addolorato dell'amico – Non possono più piacermi, non posso farlo. Non voglio mai più sentirmi così impotente, così debole; e se per stare bene basterà reprimere questa parte di me ben venga, sempre meglio che trovarsi in preda al panico a piangere in un angolo implorando la tua scopata per la notte di non toccarti”


Sasuke lo fissò scioccato, non sapendo cosa dire.

Per quanto fosse più che consapevole di come certe esperienze lasciassero il segno per tutta la vita in un individuo, e pur avendo vissuto da vicino il toccare il fondo dell'amico, aveva pensato che con il tempo quella ferita avesse iniziato a guarire, che piano piano grazie a Karin stesse tornando il ragazzino impulsivo di un tempo.
Ma non aveva fatto i conti con l'immane capacità di dissimulare di Suigetsu, né con le sue insicurezze che lo portavano a colpevolizzarsi.

Se mai avesse incontrato di nuovo Kisame di persona nessuno sarebbe riuscito a fermarlo dal togliersi lo sfizio di spaccargli la faccia a pugni.

“E la cosa più stupida è che mi sento così patetico nell'essere così rotto”

Suigetsu si avvicinò a Sasuke, facendo cadere la fronte contro la sua spalla, sospirando vulnerabile.

Sapeva quanto gli costasse mostrarsi così apertamente fragile, soprattutto ad un altro uomo.
Forzando la sua indole riservata si obbligò a sollevare un braccio lungo la schiena dell'amico, accarezzando le ampie spalle del nuotatore con piccoli tocchi rassicuranti.

“Hai mai pensato che il vero problema non fossero gli uomini, ma il tuo cuore spezzato? Ti fidavi di qualcuno e la tua fiducia è stata tradita, il tuo orgoglio calpestato. Forse la parte più difficile non è lasciarsi tutti i ricordi che rievochino Kisame alle spalle, forse è proprio il ricostruire un'intimità a terrorizzarti. E farlo con Karin è più facile, perché fingi che non ti importi di lei, mentre quello che ti ha fatto provare questo sconosciuto in un momento in cui le tue difese erano abbassate è disarmante – Sasuke strinse la presa, regalandogli un minuscolo sorriso sghembo – ma sappiamo entrambi come il brivido adrenalinico sia un richiamo irresistibile per un'idiota spericolato come te”

Suigetsu sollevò il viso leggermente congestionato, fissando Sasuke da pochi centimetri di distanza.

“Penso che questo sia il discorso più lungo che io ti abbia mai sentito fare, sono commosso”

“Me ne sto già pentendo”

“Ahah molto divertente, ma ormai è scolpito per sempre nella mia memoria”

Suigetsu piantò gli occhi viola nei suoi, facendosi ancora più vicino, in modo che i loro nasi si sfiorassero. Era consapevole di come stesse riducendo le distanze di proposito, conoscendo le sue difficoltà con il contatto fisico, cercando di metterlo alla prova e testare la loro amicizia; voleva assicurarsi che gli stesse parlando con il cuore e non attraverso una fredda analisi psicologica del suo caso. Per questo non fece una piega, per quanto sentisse il bisogno di rifugiarsi nuovamente dall'altro capo della scrivania.

“Mi stai dicendo di rischiare tutto?All-in?”

“Ti sto dicendo di tirare fuori le palle e buttarti, perché ti conosco e so quanto sarai infelice vivendo nella negazione di una parte di te stesso. Fanculo a Kisame!”

“Fanculo a Kisame!”

 

Un colpo di tosse fece allontanare Sasuke di scatto, costandogli un duro colpo contro la superficie della scrivania.

“Scusate ho interrotto qualcosa?”

Suigetsu si girò divertito verso la porta, pronto ad accrescere il disagio momentaneo di Sasuke di fronte al suo segretario con una delle sue peggiori battute, quando rimase di sasso, completamente ammutolito dal perfido scherzo giocatogli dal destino infame.

Il segretario non era niente meno che il ragazzo della festa, se possibile ancora più sexy agli occhi del suo io sobrio grazie all'aderente completo da ufficio e il sorriso di apprezzamento nei suoi confronti.

“No Juugo entra pure, il signor Hozuki se ne stava andando” disse Sasuke inconsapevole della situazione, cercando di mascherare il suo imbarazzo dietro un tono professionale. Ci mancava solo che i suoi nuovi colleghi pensassero che fosse uno di quelli che usava l'ufficio per intrattenere i pazienti in modo diverso dalle sedute.

“Peccato. E io che avevo fatto così tanta fatica per procurarmi un sacco dove nascondere il cadavere”

Sasuke lo guardò confuso, dimentico delle sue precedenti affermazioni mentre cercava un modo per ricomporsi davanti al collega; Suigetsu invece scoppiò in una sonora risata, stupito dalla battuta dell'altro.

“Avrei in mente almeno un altro posto dove mi piacerebbe nascondermi in questo momento”

“Oh davvero? Pensavo non ti saresti ricordato di me dopo l'altra sera” Juugo assecondò il suo flirt senza intoppi, regalandogli uno sguardo interessato dalla testa ai piedi.

“Come potrei non ricordarmi di te ragazzo grosso? Sei piuttosto indimenticabile, soprattutto quando i tuoi fianchi hanno macinato per mezzora contro il mio... ”

“Signore dammi la forza! - Sasuke si massaggiò le tempie esasperato mentre i pezzi del puzzle andavano tutti al loro posto - Sparite dalla mia vista tutti e due prima che mi venga un esaurimento nervoso. E Juugo? Lascia qui i caffè e porta a cena quel decerebrato, ne abbiamo entrambi bisogno”

   
 
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