Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Emanuela84    31/05/2019    1 recensioni
Ryo e Kaori si separano, è lui che prende l'ennesima decisione per lei. Ma il destino e qualche canzone li faranno riavvicinare presto.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Nota: ciao a tutti! Ritorno con una fanfic che non ho mai pubblicato perchè l'avevo iniziata anni fa e non l'avevo finita. Finalmente ho scritto i capitoli finali e così eccomi qua! Ci saranno un po' di canzoni che sottolineeranno delle fasi importanti della storia, spero che riescano a coinvolgervi! Buona lettura, Ema.


Capitolo I: Fine

 
La stanza era in penombra, solo una piccola lampada era accesa sulla mensola dietro il divano. Sul tavolino c’erano due tazze di caffè, una rovesciata e l’altra ancora intatta. Il liquido nero era colato del tutto sul pavimento e soltanto qualche goccia continuava a cadere dal bordo di porcellana rosa della tazza.
Kaori era seduta sul divano, proprio di fronte al tavolino. Ryo era in piedi davanti alla finestra, sigaretta in bocca e mani in tasca. Aveva appena finito di parlare ed a metà del suo discorso aveva sentito la tazza scivolare dalle mani di Kaori. Lei era rimasta in silenzio, non il minimo suono era uscito dalla sua bocca. Osservava la pozza di caffè sul pavimento ma non sembrava vederla realmente. Nella sua testa risuonavano ancora le parole dure pronunciate dal suo socio. Poi, in un impeto di folle rabbia, afferrò la tazza e la scagliò con forza sul pavimento mandandola in mille pezzi. Ryo si voltò di scatto, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Era la prima volta che lei si comportava così ed era stato preso alla sprovvista.
 
– Allora è così, è questo che vuoi? – domandò lei con tono gelido.
 
– Mi sembra di essere stato chiaro –
 
– Si, come sempre. Bene, visto che hai già deciso non mi resta che fare le valigie ed andarmene –
 
– Puoi anche aspettare domattina. Non è necessario che tu te ne vada subito –
 
– No, dopo quello che hai detto non voglio rimanere qui un minuto di più. Mi dispiace per la tazza ma dovrai pensarci tu, da cinque minuti ormai non sono più la tua socia e meno che meno la tua serva –
 
– Non sei mai stata la mia serva –
 
– Strano perché io ne ho sempre avuta l’impressione, forse tu non te ne sarai mai accorto –
 
– Smettila di dire sciocchezze –
 
– Ah, adesso sono io quella che racconta balle, vero? Non sei mai stato capace di riconoscere i tuoi errori e credo che non ne sarai mai in grado, caro il mio sweeper –
 
“Ma cosa le prende? Non avrei mai pensato ad una reazione simile da parte sua” pensò Ryo.
 
– Comunque, adesso devo telefonare a Miki per chiederle se può ospitarmi – concluse Kaori e si diresse verso il telefono.
 
– Aspetta. Non ho ancora finito – la bloccò Ryo.
 
– Ah si? E cos’altro avresti da dirmi? –
 
– Non è come pensi, non è vero che non ci tengo a te. E’ proprio per questo che ho preso questa decisione –
 
– Ma cosa ne sai di quello che provo io? Cosa ne sai dei miei sentimenti? Non hai il diritto di decidere della mia vita, Ryo, solo io posso farlo! – gridò Kaori scoppiando in lacrime.
 
Si portò le mani al volto e cadde in ginocchio singhiozzando.
 
Ryo non poteva vederla ridotta in quello stato. E sapere che era lui stesso la causa non lo aiutava.
 
– Kaori, se solo tu potessi immaginare i sensi di colpa che mi hanno attanagliato in tutti questi anni allora capiresti –
 
Lei non rispose, non aveva più fiato per parlare.
 
– Se tu provassi solo un millesimo della paura che io ho provato e continuo a provare saresti felice di andartene – 
 
– Ma anch’io ho paura Ryo, ogni giorno ho paura per te, ho paura di non vederti più tornare a casa, di non poterti più vedere, di non poter più sentire la tua voce… prova ad immaginare come vivrei se tu mi mandassi via – ribatté Kaori con un filo di voce.
 
Già, e lui? Lui come vivrebbe? Questa domanda se l’era posta spesso e la risposta era sempre stata la stessa. Senza di lei sarebbe tornato ad essere l’uomo di molti anni prima, l’uomo che andava in cerca della morte, l’uomo che non aveva alcuna ragione di vita. Ci aveva pensato a questo? Sì, ci aveva pensato e quello che aveva provato in cuor suo era stato solo un senso di vuoto e di tristezza. Ma ormai era tempo di porre fine a quel circolo vizioso, piuttosto che assistere alla morte della sua Kaori preferiva separarsene e saperla al sicuro, anche se avrebbero sofferto entrambi.
 
– Mi dispiace Kaori ma l’unico modo per smettere di avere paura è allontanarti da me. Devi scordarti di me, devi vivere come tutte le altre ragazze della tua età, devi essere felice… –
 
– Ma io non sarò mai felice lontano da qui… lontano da te… io non voglio una vita come le altre, se l’avessi desiderata non avrei mai fatto la scelta di rimanere con te, non ci hai mai pensato? Otto anni fa, quando decisi di diventare la tua partner non fu una cosa provvisoria, io sapevo già di voler stare con te e mai in otto anni mi è mai passato per la testa di lasciarti…. –
 
– Per me invece è stato diverso, non volevo che tu rimanessi con me, non fino a questo punto… volevo solo che tu ti riprendessi dalla morte di tuo fratello e poi…–
 
– E poi cosa? Mi avresti scaricata? Non ti sembra troppo tardi adesso? Sono passati otto anni Ryo, lo sai cosa significa? –
 
– Lo so, ho sbagliato, avrei dovuto essere più chiaro e farti capire che per me non era una cosa definitiva ma non ne ho avuto il coraggio… –
 
– Quando si tratta di me ti comporti sempre da vigliacco… e non lo capisco… perché non sei mai sincero con me? Perché non fai altro che fingere? Io sono sempre stata onesta e non ti ho mai nascosto nulla –
 
Lo sapeva benissimo che lei era sempre stata sincera ….
 
– Lo so Kaori, lo so. Ma ormai ho preso la mia decisione e non ho intenzione di fare marcia indietro, mi spiace – il tono della sua voce si era indurito.
 
Kaori si era rialzata in piedi e si era asciugata le lacrime. Quelle parole le avevano tolto le ultime forze che le erano rimaste per combattere. Si era arresa, lottare non le sarebbe servito più a niente.
 
– Se il signore ha deciso a me non resta che obbedire. Però ricordati una cosa, quando me ne sarò andata e questa casa sarà di nuovo vuota, quando ti sentirai così solo da non riuscire neanche a respirare, beh, non venire a cercarmi… –
 
Dopo aver pronunciato quelle parole, Kaori salì in camera sua. Si sentiva totalmente vuota, come se le avessero strappato l’anima. Guardò la stanza rischiarata dalla luce della luna. Tentò di ricacciare indietro le lacrime e di reprimere i singhiozzi ma non ci riuscì, il dolore era troppo forte, troppo lacerante.
   
 
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