Fumetti/Cartoni americani > I Guardiani della Galassia
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Autore: MeliaMalia    31/05/2019    2 recensioni
Ambientata dopo Endgame. CONTIENE SPOILER.
SPOILER DI ENDGAME!
Però Gamora si sente ugualmente disallineata da se stessa. Per lei i cambiamenti sono tanti. Sono troppi.
Ha trovato una sorella. Nonostante la stesse cercando nello sguardo di Nebula da anni, ritrovarsene all’improvviso una al proprio fianco l’ha destabilizzata.

Dopo la battaglia con Thanos, Gamora sparisce dai radar dei guardiani. Peter desidera ritrovarla, ma scandagliare una Galassia non è semplice neppure quando sei l'uomo più disperato e determinato al suo interno.
Genere: Avventura, Commedia, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO QUARTO



But now I've changed
And it feels so strange
I come alive when she does
All those things to me

Go all the way – The Raspberries


Due dei suoi carcerieri giunsero qualche ora dopo la comunicazione avvenuta con l’equipaggio della Milano. Gamora scoccò loro un’occhiata furibonda e pure un po’ disgustata.
Le creature che abitavano quel pianeta erano una sorta di aracnidi alti più o meno un metro e mezzo; avevano il corpo ricoperto da una membrana giallastra, lucida e viscida e cinque paia d’occhi il cui colore variava dal verde al nero. Non li usavano mai tutti per guardare nella stessa direzione, il che creava un po’ di confusione nei loro interlocutori alieni.
“Buona giornata” salutò uno dei due, pronunciando quelle parole con l’accento strascicato tipico della sua razza. Li conosceva da poco, eppure Gamora aveva già intuite che quelle creature comunicavano con i loro simili senza emettere un suono, sbattendo le zampe in un codice che sembrava straordinariamente complicato e strutturato. Per i visitatori, invece, tiravano fuori la voce. Ma era evidente lo sforzo con il quale articolavano i suoni. “Siamo qui per farle qualche domanda.”
“Ve l’ho già spiegato. Non c’entro nulla con quella banda di pagliacci.”
I due sbatterono le zampette tra loro. Per due minuti buoni. Poi quello che le aveva già parlato domandò: “Durante la vostra ultima visita, ci è parso di capire che vi fosse una relazione tra lei e l'essere umano a capo del vostro equipaggio.”
Gamora non era umana e non poteva arrossire. Eppure il suo corpo ci provò lo stesso, facendole provare la sensazione delle gote che andavano a fuoco. Non tanto per imbarazzo, quanto per la rabbia cieca che quella domanda le provocò.
“Non è il mio equipaggio. Viaggio da sola.” abbaiò, con non poca veemenza.
Le due creature sbatterono un altro po’ le zampette. Poi quello che non aveva pronunciato una sola sillaba uscì, rientrando poco dopo con un carrello metallico. Gamora notò, sopra di esso, un macchinario quadrangolare dalla funzione misteriosa. L’alieno premette un tasto, mettendolo in funzione. Emise un suono basso e melodico, per poi restare in silenzio, come in stand by. Forse era un avanzato strumento di tortura.
Beh, avevano di fronte la figlia di Thanos. La tortura era già stata crescere. Non l’avrebbero piegata, mai.
“La sua relazione con il signor Starlord è, dunque, finita?” domandò ancora il primo alieno, strascicando le parole. “Me lo conferma? Questo è un dato molto importante, anzi vitale.”
Gamora non poteva credere alle proprie orecchie. “Siete pazzi.” Commentò, scuotendo il capo. “Sono prigioniera di alieni pazzi in attesa di un gruppo di cretini. Meraviglioso.”
Il ragno che stava occupandosi del macchinario puntò tutti e cinque gli occhi su di esso. Agitò le zampe in modo assai più rapido del solito, comunicando qualcosa al proprio collega.
“Lei prova confusione, paura e rabbia” commentò quest’ultimo, piattamente. “Il vostro rapporto è finito in modo burrascoso, forse. Siamo molto dispiaciuti.”
“Perché non mi togliete le manette, così vi faccio dispiacere per qualcosa di serio?”
“Ci occuperemo di questa problematica immediatamente.” tacque, per poi aggiungere: “Portatela al Dolce Fornello. Subito.”
La camera venne invasa da un gas grigio scuro, lo stesso con il quale erano riusciti ad addormentarla e catturarla. Gamora tentò di ribellarsi, di resistere, ma crollò nel giro di pochi secondi.

“Credevo non volessi venire.”
Rocket si sistemò la cartucciera che gli attraversava traversalmente la schiena, arricciando il nasino peloso in un’espressione di puro fastidio. “Io non voglio venire.” Replicò, voltandosi e lanciando un’occhiata in tralice al capitano della Milano, seduto al posto di guida accanto a lui. “Ma non c’è verso di convincere Groot.”
“Io sono Groot”
“Ho capito, vuoi andare a salvare Gamora! Ci stiamo andando!” gli berciò addosso il procione, per poi scuotere il capo con esasperazione. “Sai che dovremmo fare? Facciamo esplodere il pianeta. Problema risolto.”
Peter strabuzzò gli occhi. “Così esploderebbe anche Gamora!”
“Tanto a quella Gamora lì non frega niente di noi.”
“Io sono Groot”
“Okay, okay” borbottò Rocket. “Niente esplosioni.”
“Forse, quando ci vedrà, Gamora si ricorderà di noi” intervenne Mantis, con voce speranzosa. Rocket la fissò in silenzio per un lungo istante, poi borbottò una parolaccia adattata all’orecchio giovane di Groot.
“Rimaniamo sul mio piano. Se hanno Gamora, è probabile che... sappiano. Quindi ora mirano a me. Io farò da diversivo e voi formerete due squadre di salvataggio.”
“Non voglio restare su quel pianeta un minuto in più del necessario. Lasciamo perdere il diversivo, spacchiamo tutto e portiamola via.” commentò Drax, cupo. “Sono pazzi e disgustosi.”
“Potrebbero farle del male.” Petere scosse il capo. “Farò in modo di averli concentrati su di me. Dovete cercare di irrompere nel Dolce Fornello e portarci via. Prima… beh, prima che ci restiamo secchi.” Stalord piegò la bocca in una smorfia preoccupata. “Rocket e Groot formeranno una squadra. Drax e Mantis l’altra.”
“Hai dimenticato Nebula.” intervenne il procione. “L’ho convinta ad aiutarci.”
Il gruppo si girò a fissare il membro blu dell’equipaggio, imbavagliato, legato come un salame e buttato a terra dietro i sedili dei suoi compagni. Lei ricambiò il loro sguardo con rabbia, agitandosi come una trota salmonata nella rete.
“Mmmmh!” fece, iraconda.
“Ho capito male o è stata molto offensiva?” balbettò Mantis, ferita.
“Mmmmmmh!”
“Sì” confermò Drax. “Sta dicendo cose poco carine.”
“Non mi sembra propensa a rendersi utile” obiettò il capitano, incerto.
“Lo sarà di più una volta a terra” fu il borbottio di Rocket. “Quando vorrà tornare viva sulla navetta e l’unico modo per riuscirci sarà aiutarci.”
“Molto bene.” Peter prese un profondo respiro, fissando il pianeta apparso sul loro schermo. Una serie di pensieri parve balenare nel suo sguardo. Forse paura, forse speranza o forse solo semplice dolore. Ma li tenne tutti per sé. Rilasciò il fiato, lentamente. “Atterrerò con una scialuppa e mi offrirò spontaneamente come pagamento del debito. A quel punto, la mia vita dipenderà da voi.”
“Mmmmh!”
“Nebula, quello che hai detto sulla mia mamma non è per niente gentile. Lo sai che è morta.”

Che razza strana era quella.
L’avevano lasciata andare? A quanto pareva sì.
Si era svegliata completamente sola, piacevolmente solleticata da una brezza primaverile. Aveva aperto gli occhi, trovandosi distesa su un soffice manto erboso.
Gamora si alzò in piedi, guardandosi attorno con circospezione. Si trovava in una radura circondata da arbusti piccoli ma dai tronchi massicci. Tutt’attorno a lei vi era il suono di una natura incontaminata, versi di animali misti a foglie smosse dal vento. In lontananza, lo scrosciare di quello che sembrava un corso d’acqua.
Sembrava un paesaggio idilliaco.
Si massaggiò i polsi, trovandoli liberi. Le avevano tolto le manette. Non vide nessun essere giallognolo nelle vicinanze, né le parve di udire il suono delle loro zampette. Era sola. Libera.
In un posto sconosciuto, senza una nave e… cercò disperatamente la fondina della propria arma. Non la trovò. Le avevano lasciato unicamente l’elsa della spada retraibile. Nient’altro.
Fu a quel punto che Peter Quill le cadde addosso dal cielo.



Allora, spendo due parole veloci sulla fic. Come credo di aver già detto... se conoscete i Guardiani e conoscete me, non aspettatevi niente di serio. Sono carina e coccolosa e mi piace ridere, quindi sarà una cosa allegra.
Magari qualche cattiveria ai personaggi qua e là, ma è solo sport! Nulla di più!
Ho due minuti liberi per salutare i... miei due recensori!
Without the E grazie mille per i tuoi commenti, chi non vorrebbe un Erdel? Cmq sì condividiamo lo stesso amore. Nebula è tipo la decima meraviglia dell'MCU e viene costantemente sottovalutata. Poi io adoro Karen, hai mai visto Selfie? Serie tv mortalmente interrotta ma lei è splendida.
Instabilmente: chiedo scusa per l'attesa, me nel contempo lavoro ai miei libri. O meglio, ne inizio cinque o sei, mi fermo, cancello tutto. Tempo perso con stile! XD
Cmq la scena del gioco con Tony sì, ha fatto male persino a me, ma volevo dargli un tributo. Sono Team Stark da sempre e mi ha fatto così male la sua dipartita che non credo scriverò mai su di lui. O su Morgan. Pezzo di cuore!
Cmq brava che mi assecondi, o meglio, mi gestisci, vah! XD
Alla prossima!
   
 
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