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Autore: apeirmon    31/05/2019    1 recensioni
Tutto ebbe inizio con la comparsa di un Digiuovo in un appartamento di Hikarigaoka. Ma cos'ha portato Omeostasi a scegliere Sora Takenouchi per il suo Amore quella notte?
Storia partecipante al contest 'Ave Atque Vale' indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jyou Kido/Joe, Sora Takenouchi, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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È la prima volta che lo vedo sporgersi dalla finestra.
Tutti e due abbiamo notato la marea di bolle che fluttuano per Hikarigaoka da non si sa dove.
L’ho visto a scuola, raramente, e in strada con il fratellino, ma avevo notato solo i suoi capelli dorati, diversi da come li hanno gli altri di solito; proprio come i miei.
Solo adesso posso osservare i suoi occhi azzurro chiaro. Non avevo mai incontrato nessuno che li avesse di questo colore e mi sembrano molto strani. Poi sono grandi, i più grandi che abbia mai visto.
Voglio guardarli da vicino, ma c’è in mezzo la strada.
Vicini ma separati.
Solleva una mano, senza un sorriso. Sorride già con lo sguardo.
Rispondo al saluto.
 
È la prima volta che busso a questa porta, due piani sopra la nostra.
Mi apre un bambino con gli occhiali, circa dei miei anni.
“Ciao. Mamma mi ha mandata a chiedere ai tuoi genitori se ci prestate le alghe nori.” gli dico.
“Mio padre e mia madre sono sempre al lavoro, ma posso chiedere a mio fratello, se vi servono.” mi dice in tono pratico, quasi freddo.
Ma lo capisco: avere un genitore sempre assente è insopportabile, figuriamoci due! Deve sentirsi molto triste.
Scoppio a piangere e piego le gambe.
“No, dai… Shuu-nii lo sa dove sono. Non c’è bisogno di fare così…”
Una sua mano prende la mia e l’altra mi tira su dalla spalla.
Tra i singhiozzi, riesco a guardarlo; mi sorride.
“Non è per le alghe. Anche mio papà sta molto fuori. Non torna quasi mai.”
La sua espressione diventa molto più tenera rispetto a prima.
“Oh. Mi dispiace.”
“Adesso è tornato, ma domani deve riandarsene. Ogni volta che succede sto sempre male. Puoi darmi un consiglio, per favore?”
Non l’ho mai incontrato prima, ma ho bisogno di parlarne con lui. Ho bisogno del suo aiuto.
“Ecco… Non lo so… Hai provato a dirglielo? No, aspetta! Così si infurierebbe soltanto: il mio lo fa sempre.”
Lo dice come se fosse normale, con una mano sul mento. Come fa?
“Mio papà non si arrabbia mai. Davvero il tuo sì?”
Smette di riflettere e mi guarda.
“Sì. Ma quindi ti vuole bene?”
Rimango spiazzata. Ho sempre pensato di sì, ma se fosse davvero così starebbe di più con me e mamma.
“Non lo so…” rispondo senza neanche accorgermene. “Forse ha bisogno di sentire il nostro amore. Deve sentirsi solo.”
Guardo il bambino con gli occhiali.
“Grazie per avermi aiutata. Ora so che è tutto nelle mie mani.”
Torno alle scale con un balzo e le scendo di corsa. Sento il bambino gridare che ho dimenticato qualcosa, ma non ha importanza: l’unica cosa che devo ricordarmi è che gli devo un favore!
 
È la prima volta che organizzo la cena ai miei genitori.
Ho messo le candele, la tovaglia speciale e i loro piatti preferiti.
“Sora-chan… Perché hai fatto tutto questo?” mi chiede mamma.
“Voglio che papà stia bene con te.”
Si guardano: funziona!
“Tesoro, io sto bene con voi due, è solo che le mie ricerche mi tengono impegnato.”
“Ma perché preferisci fare le tue ricerche anziché passare il tempo con noi? Senza di te sono triste, ho bisogno che tu mi stia vicino.”
I suoi occhi luccicano.
“Vieni qui.”
Mi prende in braccio e mi poggia la testa sulla spalla. Mi sento protetta.
“Ora voglio dirti un segreto: io e mamma ci amiamo tanto che siamo ognuno la casa dell’altro. Mi capisci?”
“Separati ma vicini?”
“Esatto. Anche se rimango lontano, sono sempre nella vostra casa.”
“E puoi portarmi nella tua casa, anche se rimango qui?” gli chiedo.
“No, perché puoi essere tu la mia casa. Ti basta sentire adesso tutto l’amore che provo per te e tenerlo nel tuo cuore.”
Sento il suo. Mi accorgo di quanto lievemente mi abbraccia.
Lascio che questa sensazione mi riposi dentro.
Poi mi mette giù e guarda mamma.
“Ti penso ogni giorno. Lo sai?”
Mamma sorride e lo bacia: sto bene.
Tornata in camera mia, guardo i miei capelli lunghi riflessi nello specchio. Devo assolutamente coprirli.
È la prima volta che decido di portare mio padre dentro di me, d’ora in poi!
 
Molte ore più tardi mi sveglio di soprassalto, sentendo varie esplosioni, e corro alla vetrata del balcone.
È la prima volta che vedo una creatura simile: un enorme uccello verde che scende dal cielo.
 
Note dell’autore:
Per rendere comprensibile la lettura a una delle giudicesse spiego qui alcuni riferimenti alla trama canonica.
Le bolle per Hikarigaoka sono quelle che produce un Botamon dalla stanza di Taichi e Hikari durante il primo “film” (più breve di un episodio), nel 1995, in cui compare anche Parrotmon, l’uccello verde. Allora abitano tutti a Hikarigaoka e gli Ishida davanti ai Takenouchi e ai Kido.
Il padre di Jyou è medico (e severo), mentre il lavoro di sua madre non è specificato, ma visto che Jyou è molto in confidenza con i fratelli Shuu e Shin, ho immaginato che anche lei sia molto assente. Il favore che Sora vorrà ricambiare a Jyou è dargli fiducia in se stesso nell’episodio 11 di Adventure.
Il padre di Sora è antropologo e lavora quasi sempre a Kyoto. Lei prende il ruolo di “maschio di casa”, iniziando a indossare un casco e a giocare a calcio.
Le frasi “Prenderesti il volante se perdessi il controllo?” e “Potresti prenderti cura di un’anima in pena?” le ho unite in “Ogni volta che succede sto sempre male. Puoi darmi un consiglio, per favore?”, mentre “Dimmi che sono al sicuro, che mi tieni adesso.” e “Se me ne stessi sdraiata qui, mi porteresti a casa?” le ho parafrasate in “Senza di te sono triste, ho bisogno che tu mi stia vicino.” e “E puoi portarmi nella tua casa, anche se rimango qui?”
Avrei voluto inserire anche accenni a Mimi e Koushirou, ma sarebbero stati troppo forzati.
   
 
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