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Autore: cavaz4800    01/06/2019    1 recensioni
Quando alle elementari alla piccola Charlotte posero la classica domanda ‘cosa vuoi fare da grande?’ non rispose subito. (…) I suoi brillavano di felicità mista a fantasia rispondendo finalmente alla domanda.
-Vorrei fare l’esploratrice!-
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     UN DIARIO DI TE
 
23 Dicembre 2005
 
Quando alle elementari alla piccola Charlotte posero la classica domanda ‘cosa vuoi fare da grande?’ non rispose subito. C’erano tante cose che avrebbe voluto fare da grande; la musicista, la veterinaria, la dottoressa, la parrucchiera… ovviamente doveva sceglierne uno solo, non avrebbe potuto fare tutti quei mestieri e ci volle almeno un minuto per scegliere. Guardando a destra dalla maestra – perché guardare in basso chinando la testa non era da buon’educazione – pensò pazientemente. All’improvviso le venne in mente il mestiere ideale, e con stupore guardò la maestra negli occhi. I suoi brillavano di felicità mista a fantasia rispondendo finalmente alla domanda.
-Vorrei fare l’esploratrice!-
 
12 Maggio 2020
 
Tic. Tac. Tic. Tac. Tic. Tac.
Lo scoccare delle lancette dei secondi era l’unica compagnia di quel nuvoloso pomeriggio di primavera. Completamente assorta nello studio non aveva notato che ormai era tardi. Si erano fatte le cinque, e a quell’ora non sarebbe dovuta essere ancora lì. Nonostante tutto nessuno si azzardava a chiamarla per telefono, sapendo quanto la ragazza tenesse all’università ed alla sua media piuttosto alta. Era solo al secondo anno ma molti professori contano su di lei essendosi mostrata all’altezza della facoltà scelta. I suoi genitori erano molto felici ed orgogliosi della loro bambina ormai cresciuta. Vederla studiare così tanto ed impegnarsi fino in fondo degli studi la rendevano estremamente attenta e responsabile, anche se ciò significava mettere da parte il divertimento e le uscite con le amiche. Come disse sempre suo padre ‘prima il dovere poi il piacere’. Prima lo studio, poi le uscite. Inoltre tra poco avrebbe incominciato a piovere, non valeva la pena uscire.
Eppure. Eppure era estremamente triste. Certo le piaceva Giurisprudenza, ma fare l’avvocatessa non era proprio nei suoi piani. Preferiva materie come storia, geografia o storia dell’arte. I manuali di legge, gli articoli della costituzione e l’organizzazione dei vari parlamenti non era proprio in cima ai suoi interessi. Però le avrebbe garantito un futuro ben costruito, un lavoro futuro che le permettesse di vivere in maniera indipendente. È quello che cerca, un qualcosa che la rende indipendente e le dia soddisfazioni. In ambito lavorativo, economico e sociale.
Eppure. Continuava a dirsi che era quello che voleva, che le piaceva quella facoltà, che fare l’avvocatessa era il suo sogno. Ma… c’era sempre un ma, un qualcosa che andava a mettere in discussione tutto. La verità è che le va bene lo stesso. Le va bene fare un lavoro che non la rende pienamente felice, studiare un qualcosa che non l’appassiona per davvero, frequentare corsi che non le piacciono fino in fondo. Voleva fare qualcos’altro, un po’ più rischioso e meno solido, più incerto che avrebbe potuto portarla ad un futuro ignoto e sconosciuto, un qualcosa che potrebbe cambiare da un tic ad un tac di secondo, un’avventura che a parere dei suoi genitori non ne valeva la pena.
Voleva essere un’esploratrice. Avrebbe voluto viaggiare in paesi diversi, studiare ciò che è diverso dalla sua cultura e lingua. Avrebbe voluto studiare tutte quelle tradizioni e lingue diverse dalle proprie, quelle religioni e società sparse in tutto il mondo. Charlotte è un’avventuriera, una ragazza curiosa che non si accontenta di un paio di articoli di una qualche costituzione. Voleva scoprire cose nuove, vedere con i propri occhi ciò che sfugge alle telecamere e alla televisione, vuole vedere una quotidianità che nessuno le ha mai raccontato, vuole ascoltare storie di persone che non hanno potuto dire la loro, vuole conoscere, sapere, sentire ciò che non ha ancora visto ed ascoltato. Vuole essere stupita, vuole sbagliare e correggersi, vuole vivere.
Eppure. Eppure non ha avuto il coraggio di opporsi ai suoi genitori, alla famiglia e agli amici. La consideravano pazza, illusa in una sua fantasia di quando era bambina.
-Voglio viaggiare per il mondo quando sarò grande!-
Il ricordo della sua innocenza e della sua ingenuità la perseguitano ancora a causa di una infelicità dettata dal dovere.
Chiuse il manuale di legge con forza, aveva bisogno di dieci minuti di pausa. Prese in mano il telefono e si diresse in cucina per mangiare qualcosa e prendere un bicchiere di succo all’albicocca. Prese il brick dal frigorifero, le piaceva il dolce succo fresco con delle schiacciatine o una merendina al cioccolato. Dipendeva da cosa trovava in dispensa. Le va bene quel pomeriggio: merendina. Sblocca il suo smart-phone e dà una veloce occhiata ai messaggi; sua mamma le chiede se ha finito di studiare mentre su facebook qualcuno ha condiviso un video sui gattini. Rispose immediatamente alla madre dicendo che le mancava ancora qualche paragrafo mentre ignorò completamente il social network. Guardò attraverso la finestra della cucina il cielo grigio, qualche tuono rimbombò in lontananza, accompagnati da qualche lampo. La luce bianca delle scariche elettriche era lontana e fioca, era questione di minuti prima che il temporale la raggiunse.
Anche non volendo, l’uscita era decisamente rimandata. Almeno sarebbe rimasta al sicuro in casa.
 
18 Aprile 2023
 
Il giorno della Laurea arrivò puntuale come un orologio svizzero. Charlotte per quel giorno si era vestita estremamente elegante; aveva un paio di pantaloni lunghi neri, scarpe con il tacco nere ed una camicia bianca, semplice con i bottoni neri. I capelli scuri come il carbone cadevano lungo la schiena lunghi e mossi, ma non di un mosso naturale; era un mosso da piastra, il trucco non era troppo pesante attorno ai suoi occhi azzurri come il ghiaccio e le labbra sottili avevano un colore naturale. Era felice di aver concluso quel percorso di studio; un bel novantasette scritto la riempì di orgoglio e perché no, gioia. Gioia di aver finito una parte degli studi. Mancava solo la specializzazione; avvocatessa penale. Non sarebbe stato più difficile di quei cinque anni ma sarebbe stata dura lo stesso. Bastava un po’ d’impegno e ce l’avrebbe fatta. Molto impegno e determinazione.
Magari prima o poi un piccolo viaggio in Francia se lo sarebbe potuta concedere. Perché no, a Parigi magari. O a Nizza. Sicuramente con i soldi della Laurea sarebbe andata a Vienna con la sua migliore amica, Federica, compagna d’avventure di sempre e di corso. Hanno fatto quasi tutto insieme, si conoscevano da quando erano all’asilo. Lei voleva davvero intraprendere quegli studi, ma anche lei non era del tutto felice. Come Charlotte nascondeva qualcosa che la rendeva infelice.
Non ci pensò a lungo, quello era un giorno di festa e avrebbero festeggiato la loro Laurea divertendosi, mangiando e bevendo vino.
 
24 Giugno 2023
 
Il sole era troppo luminoso quel giorno, Matilde, la mamma di Charlotte, avrebbe voluto un temporale con un vento gelido ed una serie di lampi e tuoni a non finire. Era arrabbiata, triste, disperata e infelice. Sua figlia aveva realizzato in parte il suo desiderio di viaggiare e conoscere cose nuove ma la sua peggior paura si è avverata. Charlotte aveva appena 25 anni, era troppo presto. Ad essere onesti, qualsiasi età per lei sarebbe stata prematura, ma 25 anni. 25 anni era decisamente troppo presto, lei era troppo giovane. Non sarebbe dovuto toccare a lei, non a sua figlia. Federica invece si è salvata per miracolo qualche giorno prima a Vienna. Quando tornò a casa era ancora in coma e dovette subire parecchi interventi per rimanere in vita. Appena uscita di lì ringraziò tutti medici per il loro lavoro e chiamò Matilde. Voleva sapere di lei, di Charlotte. Voleva sapere come stava, cosa le era successo e se poteva vederla. Quel giorno piansero insieme.
A Vienna andava tutto bene, finalmente erano entrambe felici; Charlotte aveva viaggiato e conosciuto un qualcosa di nuovo, visto ed ascoltato nuove storie. Federica invece, aveva finalmente confessato il suo amore per Charlotte. Certo, all’inizio era un po’ scombussolata e perplessa, ma quel bacio rubato al Luna Park di notte, era stato magico e non poteva negarlo, le era piaciuto. Il pomeriggio seguente decisero di provarci, a vedere cosa sarebbe potuto nascere e gli occhi di Federica brillarono di un verde immenso. Il suo sorriso circondato da due fossette era perfetto, e la baciò. La sera andarono a teatro, alla ‘Wiener Staatsoper’ perché Federica amava il teatro e Charlotte decise di farle una sorpresa. Alle 21 esatte successe la tragedia. Se lo avessero saputo, non ci sarebbero mai andare. Un attacco terroristico la portò via, portò via la sua anima ed i suoi sogni. Portò via una piccola stella che aveva ancora molto da dare, aveva ancora tutta una vita per poter brillare.
Il giorno del suo funerale la chiesa era affollata. In paese la conoscevano tutti, in quella piccola provincia di Padova tutti la conoscevano e tutti le volevano bene. Pochi però hanno avuto il privilegio di conoscerla da vicino, di vederla tutti i giorni e di abbracciarla. Una sola persona ha avuto la possibilità di baciare quelle labbra dolci, una persona che non riusciva a perdonarsi. Quel tocco d’amore però non poteva saperlo nessuno, sarebbe stato uno scandalo ed aveva già un peso sul suo giovane cuore. Sua mamma però conosceva sua figlia e soprattutto conosceva Federica. Non c’era bisogno di parlare, le due donne si caprino con uno sguardo. E non ci fu alcuna colpa.
 
28 Luglio 2030
 
La vita va avanti. Passarono sette anni dall’attentato di Vienna e a Padova, in un piccolo paesino di provincia nessuno era in grado di dimenticarlo. Una signora di nome Matilde, senza figli o nipoti, passava le sue giornate cercando di godersi la pensione accanto a suo marito, frequentando la chiesa e visitando ogni giorno il cimitero. Non passa minuto che non pensi alla sua amatissima figlia, la piccola Charlotte. Il marito non aveva più la forza di andarla a trovare, preferiva pregare di nascosto durante la notte. Non poteva e non voleva dimostrarsi debole davanti a sua moglie, doveva essere la sua roccia.
Federica passava a trovarli di tanto in tanto; era un’avvocatessa penalista di discreto successo, era sposata con un uomo più grande di lei di tre anni con cui ebbe una figlia. La piccola vorrebbe diventare un’esploratrice, le piaceva viaggiare e gli occhi scuri della bambina si illuminarono quando vedeva le fotografie dei suoi genitori in qualche paese straniero. Adorava l’inverno, le piacerebbe visitare le montagne tedesche, Monaco in particolare.
Suo padre, Alessandro era un chirurgo professionista e più di ogni cosa al mondo voleva vedere la sua piccola felice.
 
23 Dicembre 2045
Federica guardò con ammirazione, orgoglio, gioia e felicità sua figlia partire per il Nord Europa. Avrebbe ottenuto un lavoro in Francia, a Parigi presso il museo più prestigioso e famoso di tutto lo stato francese: il Louvre. Aveva viaggiato spesso sua figlia, a partire dalle superiori fino ad allora. Vedere i sogni di sua figlia realizzarsi la portarono indietro alla sua adolescenza, quando una ragazza dagli occhi color ghiaccio voleva diventare un’esploratrice. Quest’altra ragazza aveva gli occhi scuri ma una grande passione per l’ignoto, il viaggio. Federica sperava che la propria figlia potesse continuare a fare ciò che le suggerisce il cuore, e di agire secondo il suo istinto.
La sua bambina era coraggiosa, forte, determinata e niente avrebbe potuto fermarla. Avrebbe viaggiato verso Parigi e lei era estremamente fiera della donna che ha cresciuto. La sua bambina ha realizzato il sogno che portava fin dalla sua infanzia, da quando aveva otto anni.
Quella piccola bambina si chiamava Charlotte.
 
   
 
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