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Autore: blinka    24/07/2009    15 recensioni
«Ron» disse Hermione con la voce impastata dal sonno «Ron, per favore»
Suo marito rimase immobile, già sapendo, però, che la causa era persa in principio.
«Ron, lo so che sei sveglio. Per favore puoi andare a controllare Rosie?»
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i seguenti personaggi non li ho inventati io, sono tutto frutto di quella geniale testolina di JK Rowling.



Insomnia;


La leggera pioggia di inizio estate tamburellava tranquilla sui vetri di una piccola casa di campagna. Fuori era tutto calmo, tranne per qualche grillo che cantava felice l’arrivo di un po’ di fresco in quei torridi giorni, e una civetta che tubava nel piccolo boschetto vicino alla casa. La pioggia veniva solo da un paio di nuvole, che lasciavano lo spazio necessario per far spuntare qualche stella sul cielo nero come se qualcuno avesse lanciato della polvere Buiopesto. Quando si erano appena sposati, ed erano tornati dalla Luna di Miele in Egitto, avevano passato molte serate nel loro giardinetto, con una coperta sotto la schiena, ad ammirare quel cielo sempre punteggiato di stelle luminose. Ma quel tempo era passato, ormai. Ormai era già tanto sperare di passare una notte in tranquillità, dormendo sonni pacifici e tranquilli.
Un urlo squarciò il silenzio nella casa. Mentre Hermione sobbalzò svegliandosi di colpo, Ron si limitò ad aprire gli occhi per un secondo, per poi richiuderli e girandosi dall’altro lato.
«Ron» disse Hermione con la voce impastata dal sonno «Ron, per favore»
Suo marito rimase immobile, già sapendo, però, che la causa era persa in principio.
«Ron, lo so che sei sveglio. Per favore puoi andare a controllare Rosie?»
Si alzò di malavoglia togliendosi di dosso il lenzuolo arancione e borbottando un misero ok alla moglie. Nell’oscurità della casa barcollò, stanco, cercando a tentoni la stanza di sua figlia, che continuava ad urlare come una disgraziata. Si chiese per l’ennesima volta come i suoi genitori avessero potuto avere sette figli. Accese la luce della stanza terribilmente rosa – si maledì ancora una volta per aver dato il permesso ad Hermione di decorare da sola la stanza della piccola – e si avvicinò alla culla. Non appena Rose vide il padre smise di piangere e gli sorrise. Ron, anche se erano le tre del mattino, non poteva non resistere a quel visino così dolce. La prese in braccio.
«Ciao scricciolo» la salutò mentre lei aggrappava le sue braccina cicciottele al petto del padre «Che c’è che non va? Ti senti sola?»
Rose lo guardò con gli occhioni castani della madre ed un’espressione da cerbiatto impaurito.
«Piccola mia, non devi aver paura» disse cercando di essere più dolce e rassicurante possibile. «Vedi, io e la mamma siamo nella stanza qui accanto. Se fosse per me ti farei dormire con noi, ma sai, tua madre ha letto tutti quegli stupidi libri Babbani sui neonati e, beh, in pratica devi dormire da sola.» La bimba fece uno sbuffo e a Ron si strinse il cuore vedendo quanto assomigliava alla madre. Il suo sorriso si allargò. «L’ho sempre detto a tua madre che doveva leggere un po’ meno libri, ma senza dare troppo peso: ho ancora delle cicatrici sul braccio dei morsi di canarini che una volta tua madre mi ha aizzato contro.»

Hermione si girò ancora una volta nel letto, cercando di riprendere il sonno che aveva perduto svegliandosi per le grida di sua figlia. Nulla da fare, non riusciva a riaddormentarsi. Si alzò dal letto e andò nel bagno adiacente alla stanza, per rinfrescarsi il viso, ma quando uscì dalla camera da letto in punta di piedi, una voce attirò la sua attenzione.
«… Cosa diavolo potevo fare io, se a Lavanda Brown piaceva baciarmi? Non ho mica scelto io un fascino irresistibile, quando sono nato.»
Hermione sbirciò nella stanza dalla porta socchiusa. Ron, in piedi al centro della stanza dando le spalle alla porta, aveva in braccio Rosie e la cullava leggermente.
«Non torturare i ragazzi quando sarai ad Hogwarts, come faceva tua madre, ok? Anzi, non pensare proprio ai ragazzi: portano solo guai, te lo dico io. Guarda tua zia che disgraziata con Harry: già due figli! Ed è più giovane di me! Se non fosse il mio migliore amico gli avrei già infilato una Pasticca Vomitosa in gola. Se continuano di questo passo finiranno come nonno Arthur e nonna Molly.»

Ron fece un paio di passi e mi avvicinai alla finestra. «A proposito, domani è il compleanno di Ginny, dobbiamo andare tutti dai nonni per festeggiarlo: ecco perché devi dormire.»
Rosie lo guardò di nuovo con gli occhi da cerbiatto ed un sorriso che voleva dire “No, ti prego, resta ancora qui con me”.
«Dici che sarà terribile, eh? Immagino. Quella peste di James ha solo un paio di anni e rompe già come Zia Muriel, anche se in fondo fa delle battute degne di Fred.» Un’ombra scura di dolore avvolse per un attimo il volto di Ron, ma tornò in quel monologo sulla famiglia con sua figlia. «Sì, in fondo James è simpatico. A te non piacerà di certo Victoire, invece, che ti vorrà sempre in braccio e vorrà strapazzarti come un bambolotto. Speriamo che Zia Fleur la tenga buona. Secondo te a Zia Ginny piacerà il libro sul Quiddich che le abbiamo preso – cioè le ho preso io, sai tua madre non capisce un paio di Nargilli sul Quiddich – che dici? Spero che tu abbia acquisito un po’ di talento per le scope dai Weasley. E’ un peccato che Ginny abbiamo smesso di giocare con Holyhead Harpies, ha un gran talento quella ragazza, ma almeno adesso abbiamo i biglietti gratis per tutta la famiglia ogni volta che c’è un Torneo di Quiddich. Appena sarai un po’ più grandicella ci andremo tutti insieme – anche se tua madre si annoierà a morte. Vedrai come ti piacerà: è pieno di gente, di colori di luci.»

Hermione trattenne uno sbadiglio che involontariamente stava salendo alle labbra, e continuò ad ascoltare il marito curiosa.
«Ci sono un sacco di squadre, anche se le migliori sono quasi sempre quelle dell’est. Come la Bulgaria. Ma non dovrai mai tifare la Bulgaria, chiaro? Quell’idiota di Krum gioca ancora lì. Non mi fraintendere, è un gran giocatore, ma, sai, non mi è ancora andata giù la storia che ha avuto con Hermione. Credo che ci sia stato solo un bacio tra loro – almeno, così mi ha raccontato Ginny – però, diavolo, un bacio è sempre un bacio! E sono sicuro che i baci di quello lì sfioravano il sesso sfrenato, altro che Lavanda Brown! Quindi se tiferai per la Bulgaria ti diseredo.»
Hermione sorrise nel buio, guardando suo marito che baciava sulla fronte Rosie, ormai nel mondo dei sogni tra le braccia del padre, e silenziosamente tornò nella loro camera da letto, sfinita.

Ron pose delicatamente la sua bambina nella culla e la coprì con il lenzuolo rosa.
«E, detto tra noi» si avvicinò un po’ di più a Rosie «Krum puzza.»




______________


Scusate, scusate, scusate questa fic idiota. ç_ç
Ma dopo aver riletto i Doni della Morte, una shot del genere era d'obbligo per il mio piccolo cervellino. T_T
Drunk inside. <3
  
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