Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Mr Lavottino    02/06/2019    5 recensioni
*STORIA AD OC*
Blaineley O'Halloran è una famosa psicologa canadese alla ricerca di una cura per le malattie mentali. Per raggiungere il suo obiettivo, decide di fare un esperimento che vede coinvolti dei ragazzi afflitti da disturbi psichici per poterne studiare il comportamento e cercare di trovare un modo per curarli.
I ragazzi verranno quindi chiusi dentro un edificio sotto il controllo di un gruppo di psicologhi.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Josh, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Linda aveva passato l'intera giornata chiusa dentro l'infermeria. Per calmarsi ci aveva messo più di un'ora, poi lentamente aveva ripreso a  comportarsi normalmente. Non se la sentiva di uscire, ancora spaventata dalla possibile reazione del biondo.
Era sicura che, per il suo bene, avrebbe dovuto ucciderlo. Non sapeva come, ma in qualche modo doveva sbarazzarsi di lui. Ormai i rapporti fra loro erano irrecuperabili e, visti anche gli sbalzi d'umore che entrambi erano soliti avere, non aveva nemmeno troppa voglia di provarci. Era certa solo di una cosa: da quel momento in poi avrebbe dovuto tenere il bisturi sempre in tasca.
Ad interrompere i suoi pensieri fu un rumore proveniente dal suo stomaco. Erano notte e, in tutto il giorno, non aveva mangiato. Quando l'altoparlante aveva annunciato il pranzo e la cena, lei si era rifiutata di andare e quindi moriva di fame.
Lentamente si alzò dal lettino e si diresse verso la cucina, sperando di non incontrare nessuno nel tragitto. Aprì con lentezza la porta ed entrò dentro, ma ciò che vide le fece gelare il sangue: c'era Wren davanti al frigorifero che stava prendendo del cibo.
Capì subito che il biondo si era comportato esattamente alla sua stessa maniera. Inizialmente pensò di scappare via, però cambiò idea quando vide che il ragazzo, invece di dirle qualcosa, si limitò a guardarla per un istante e poi tornare a fare quello che stava facendo.
Linda gli andò vicino ed iniziò a scegliere qualcosa a casaccio. Prese un pacco di merendine, un succo e qualche altro cibo confezionato. Appoggiò il tutto sul tavolo, alla ricerca di una busta con cui trasportarli.
- Avete scoperto chi è stato?- domandò poi al biondo, cercando di capire quale fosse il suo umore.
- No. - le dette una risposta secca e continuò a prepararsi un panino senza nemmeno guardarla. La rossa esitò per un po', ma alla fine decise di riprendere il discorso.
- Io... non intendevo accusarti, volevo solo...- venne prontamente fermata dal ragazzo, che già aveva pensato a quella evenienza.
- Però, alla fine, lo hai... fatto.- disse, con un tono di voce leggermente alterato. Linda boccheggiò per qualche secondo, lasciandogli quindi il tempo di continuare - Poi, come se... se non bastasse, mi hai...- dette un pugno ad un'anta con violenza facendola sussultare - mi hai spaccato il naso con una testata.- la guardò con un sorriso ironico in volto.
- Hai ragione, scusami. Mi sono fatta prendere dal panico e...- provò a concludere il discorso, ma le parole le si bloccarono in gola.
- E allora mi hai... mi hai... spaccato il setto nasale.- Wren portò una mano vicino alla testa e fece finta di darsi un colpo, per rendere ancora più chiaro il concetto.
- Mi dispiace. Io... so che ho fatto qualcosa di brutto, però... vorrei che tu capissi.- la rossa abbassò la testa, conscia di non poter dire altro.
- Mi... mi hai... fatto male, ecco.- il biondo trasse un grosso respiro, per poi indicare il suo naso, su cui aveva adoperato del cerotti.
- Chi è stato a medicarti?- domandò lei, notando la precisione con cui quel lavoro era stato effettuato.
- Aya dice di... di intendersi di queste cose. - rispose lui, con un mezzo sorriso in volto.
- Capisco. Quindi adesso stai bene?- lo guardò tenendo gli occhi grigi fissi su di lui, quasi per paura che potesse aggredirla da un momento all'altro.
- Sì, mi fa solo un po' male.- si accarezzò il naso e si lasciò andare ad una risatina liberatoria, quasi come se si sentisse al sicuro.
La rossa, invece, non riusciva a calmarsi. Era completamente nel panico, perché non sapeva a quale parte di lei dare retta. Quella più pacifica le suggeriva di chiarire la situazione e di evitare scontri inutili, mentre l'altra le sussurrava nell'orecchio di prendere la bisturi dalla tasca e ferirlo a morte.
- Tu... stai meglio?- le disse Wren, distraendola dai suoi conflitti interiori.
- Sì, adesso sì. Mi ero solo spaventata.- disse seccamente, evitando di guardarlo negli occhi.
- Beh, per quello... mi dispiace, io... dormo poco quindi ogni tanto ho questi attacchi di... di rabbia perché sono... nervoso.- abbozzò un sorriso pentito, aspettandosi lo stesso dalla rossa, che però rimase impassibile.
- Deve essere brutto.- sussurrò con un filo di voce, ricevendo un cenno di assenso con la testa come risposta.
Farlo o non farlo? Sporcarsi le mani ed essere sicura o rischiare la vita? Una miriade di domande le stavano facendo esplodere la testa. Una parte di se voleva la certezza di non dover più avere a che fare con il biondo, l'altra non voleva arrivare a tanto. Sentiva l'ansia salirle al punto che iniziò a sudare e a respirare affannosamente, come se stesse percorrendo delle scalinate infinite.
- Ti devi solo... solo abituare.- Wren le sorrise genuinamente, mettendola ancora più in difficoltà - È per questo che... parlo così, sai?- la rossa non capì dove voleva andare a parare.
- Che intendi dire?- gli chiese, spaesata perché persa nei suoi pensieri.
- Non riesco a... pensare lucidamente, quindi... parlo sempre in... in questo modo così... strano.- in effetti aveva notato che il biondo era solito prendere tempo fra una parola e l'altra e poi finire la frase parlando più rapidamente, però pensava che si trattasse solo di un suo modo di fare.
- Ah. - non riuscì ad aggiungere altro. Aveva iniziato a tremare e più i secondi passavano, più sentiva di non riuscire più a controllarsi.
- Ehi, va tutto bene?- Wren le andò incontro, cercando di capire cosa le stesse succedendo, e riuscì giusto in tempo ad afferrarla al volo prima che cadesse per terra - Attenta!- le disse, reggendola per le spalle.
- G-Grazie, ho solo perso l'equilibrio.- Linda si resse alle sue braccia e si tirò su. Rimasero in quella posizione per qualche secondo, con la rossa completamente tremante.
- Vuoi che ti aiuti a sederti?- le domandò, indicando una delle sedie presenti vicino al tavolino. La ragazza portò lo sguardo verso di essa e poi scosse la testa.
- No, non c'è bisogno. Mi serve solo un attimo.- approfittò di quell'attimo di distrazione del biondo, ancora occupato nel controllare la sedia, ed estrasse il bisturi che poi, con forza, affondò nello suo stomaco incidendogli un taglio piuttosto lungo sulla carne.
Wren si tirò indietro e represse le grida mordendosi le labbra con violenza. Portò gli occhi verso la ragazza, ancora con l'arnese in mano. Stava tremando, aveva il fiatone e non sembrava propriamente lucida. Il biondo ebbe un attimo di esitazione e la rossa provò ad approfittarne per colpirlo ancora.
- Fermati!- le disse, cercando di bloccarle il braccio. In circostanza normali Wren non avrebbe fatto fatica a disarmarla, però la ferita aveva iniziato subito a sanguinare e sentiva le forze iniziare a mancargli.
- Stai zitto.- Linda si dimenò e provò ad affondare un altro colpo, che però lo prese di striscio sul braccio. Il biondo cercò un arnese con cui difendersi, ma l'angolo della cucina in cui si trovava era il più lontano dai coltelli e dagli altri oggetti che gli sarebbero potuti essere utili.
La rossa tornò alla carica di nuovo e lo colpì sul costato, provocandogli un altro grosso taglio. Il biondo a quel punto, completamente preso dal panico, la colpì con un pugno in faccia e la fece indietreggiare. Non le lasciò nemmeno il tempo di riprendersi, la afferrò per i capelli e, con tutta la forza che gli era rimasta, le sbatté la testa contro il muro.
Linda cacciò un urlo e cercò di colpirlo ancora con il bisturi, mentre Wren continuava a farle dare colpi contro la parete, ma l'arnese le cadde di mano. La rossa in gesto disperato, provò a chiedere pietà.
- Ti prego, ti prego, smettila! Ti giuro che non mi avvicinerò più a te!- il biondo nemmeno la ascoltò, era talmente spaventato che continuò con forza a farle colpire il muro, senza preoccuparsi della quantità di sangue che entrambi stavano perdendo. La rossa soffrì tantissimo, fino a quando non perse coscienza, già consapevole che non si sarebbe più svegliata. Tentò di aggrapparsi alla maglia del biondo, in un ultimo tentativo, ma ciò non servì a nulla. Si maledisse da sola per aver provato ad ucciderlo, ma d'altronde sapeva che, per colpa del suo bipolarismo, prima o poi una qualche stupidaggine del genere l'avrebbe fatta.
La droga, i tatuaggi, le continua urla contro la madre adottiva. Fu proprio a lei che dedicò il suo ultimo pensiero: forse se l'avesse trattata con garbo, invece che offenderla ed essere aggressiva con lei, non se ne sarebbe andata nel momento del bisogno e, a conti fatti, lei non sarebbe morta in quella situazione.
Ma quelle erano solo supposizioni e Linda lo sapeva bene.
- Muori. Muori. Muori. Muori.- ormai Wren era in preda alla follia pura e, nonostante Linda avesse smesso di dimenarsi da un pezzo, continuò a farle sbattere il cranio con violenza. Le lasciò i capelli solo quando iniziò a sentirsi troppo debole.
Stava per svenire, ne era perfettamente cosciente. Lasciò il corpo di Linda in cucina e, camminando, si avviò verso la camera per cercare aiuto. Fece tutta la strada appoggiandosi al muro, sul quale si andò a creare una striscia rossa, fino a che giunse davanti al letto di Kevin.
- Kevin....- lo chiamò, strattonandolo per un braccio. Il moro si tirò su senza accorgersi di nulla.
- Wren, che c'è?- gli chiese, stropicciandosi gli occhi.
- Aiuto...- sussurrò, per poi cadergli addosso. Solo in quel momento Kevin si rese conto della quantità immane di sangue che aveva sulle coperte.
 
Kevin aveva svegliato tutti quanti urlando una richiesta di aiuto. Aveva steso Wren sul suo letto, macchiandolo inevitabilmente da cima a fondo con il sangue, per poi correre ad avvisare Aya.
Passò per la cucina e ciò che si trovò davanti per poco non lo fece vomitare. Il pavimento era completamente sporco di sangue e per terra c'era il corpo di Linda, la cui faccia era completamente sfigurata.
Ricacciò giù  il coniato e si diresse nella camera della ragazza, trovandola sdraiata sul letto accanto a Jake.
- Aya, veloce, mi serve il tuo aiuto!- le disse, scuotendola con forza. La mora si tirò su, seguita dal castano, cercando di capire il perché di tutta quella fretta. Con la coda dell'occhio si rese conto del rosso presente  sulla sua maglietta e sul pavimento della cucina, visibile dalla porta lasciata spalancata, e comprese immediatamente cosa fosse accaduto.
- Arrivo subito, dammi un secondo.- si tirò su, per poi seguire il moro. Si fermò a guardare il cadavere di Linda, assumendo una faccia schifata, fino a quando Kevin non la chiamò a se - Per lei non c'è niente da fare.- disse, venendo però ignorata.
- Non è quello il problema.- la mora sollevò le sopracciglia, stranita. Aveva dato per scontato che il moro volesse farle salvare la ragazza, ma ben presto realizzò cosa era effettivamente successo.
- Oh, Cristo!- nel frattempo Jake, uscito dalla camera, si trovò davanti a quell'agghiacciante spettacolo e per poco non perse i sensi - Ma che cazzo avete fatto?- chiese, per poi indietreggiare lentamente fino al muro che, essendo sporco di sangue, macchiò inevitabilmente la sua maglietta. Accortosi della cosa, il castano cacciò un urlo fortissimo.
Kevin prese Aya per la mano e, quasi correndo, la trascinò dentro alla sua stanza. Steso sul letto c'era Wren, in condizioni pietose. Aveva la maglietta completamente rossa ed il letto stesso si stava tingendo pian piano di quel colore.
- Devi salvarlo!- le disse, mentre lei era occupata ad osservare superficialmente le ferite.
- Dobbiamo portarlo in infermeria. Vai a prendere il lettino.- Kevin prese a corsa e si diresse verso il luogo indicatole dalla mora senza fare domande. Aya intanto provò a sentire il battito, che era ancora presente  ma molto debole. Necessitava di un intervento immediato per richiudere le ferite.
- Si può sapere che sta succedendo?- Charlene, allertata dalle grida, entrò nella stanza, seguita da James e Nikita. Quando videro il biondo ridotto in quello stato si spaventarono.
- Oh, Gesù...- sussurrò James, osservando la quantità di sangue presente sul letto e sul pavimento.
- Spostatevi!- Kevin si presentò dentro la stanza assieme al lettino con le ruote richiesto da Aya. Fece spostare i tre, poi cercò di sollevare Wren per permettergli di stendersi là sopra.
- È troppo pesante, in due non ce la facciamo.- gli fece notare la mora, mentre tentavano inutilmente di tirarlo su. Il lettino era di circa trenta centimetri più alto del letto e ciò impediva ai due di riuscire a spostarlo.
- Dateci una mano. - Kevin guardò i tre, che però rimasero immobili - Che diavolo avete? Venite ad aiutarci!- urlò con foga.
- Come è successo?- domandò Charlene, con voce esitante.
- Ma che ti importa?- ribatté il moro, con un tono quasi incredulo. Nessuno di loro tre sembrava voler aiutarli.
- Se è ridotto in questo stato vuol dire che è stato aggredito.- rispose Aya, osservando bene i tagli presenti sul suo stomaco.
- O che ha aggredito qualcuno ma gli è andata male.- fece notare la bionda, per poi deglutire con forza. Kevin spalancò gli occhi, spaventato dal suo ragionamento.
- Stai scherzando, vero?- si prese un attimo di pausa in attesa di una risposta - Ditemi che state scherzando!- il moro cacciò un urlo fortissimo, al punto che i tre ebbero quasi paura ad avvicinarsi - Andate tutti e tre all'Inferno.- disse infine, guardandoli con espressione arrabbiata.
Kevin prese Wren per la schiena e, con tutta la forza che aveva in corpo, lo sdraiò sopra il lettino, anche grazie al contributo di Aya. Fatto ciò, i due lo trasportarono in infermeria il più velocemente possibile.
- Io vado a controllare la situazione di là. - Charlene andò, piuttosto velocemente, verso la sala e James provò ad andarle dietro, venendo però fermato da Nikita. La ragazza gli afferrò un braccio e lo tirò a se.
- Voi non c'entrate niente con questa storia, vero?- lo guardò fisso negli occhi, riuscendo quasi a scrutargli l'anima.
- No, questa volta no. - detto ciò le fece lasciare la presa e andò dietro la sorella, trovandosi davanti all'orrore presente in cucina.
 
- Che cosa dobbiamo fare?- Kevin, completamente preda del panico, prese degli oggetti a caso dalle mensole e lì portò lì vicino, nella speranza che potessero servire ad Aya per salvare Wren.
- Per prima cosa calmati. Adesso ricucirò le sue ferite.- gli spiegò, ottenendo un cenno con la testa da parte sua. La mora tolse la maglietta al biondo, aiutata dall'altro, per poi iniziare a disinfettare la ferita. Tornare nuovamente ad operare qualcuno dopo tanto tempo le stava mettendo addosso una soddisfazione immane.
Grazie a suo padre, chirurgo di professione, aveva appreso i "segreti del mestiere" e si era resa conto di provare divertimento nel dissezionare le persone. Inizialmente era partito tutto con un gioco, fatto con i piccoli conigli che trovava nel bosco vicino casa sua, poi era passata ai cani, per finire con l'aiutare il padre con le sue operazioni chirurgiche.
Aveva studiato al livello teorico, ma sul livello pratico poteva dirsi un'esperta e tutto ciò era merito del padre. Lui l'aveva addestrata e l'aveva indirizzata al mestiere. Quando poi morì Aya ebbe ulteriori occasioni di dissezionare corpi umani, ma continuò comunque col farlo anche con gli animali. Perciò, in quella situazione, l'adrenalina che aveva in corpo la stava mandando in estasi.
Aveva una voglia disumana di aprire ancora di più il taglio sullo stomaco del biondo per poter controllare tutti i suoi organi, ma era ben conscia di non poterlo fare per più motivi. Il principale era Kevin, che non glielo avrebbe fatto fare, gli altri erano per lo più legati alle possibili reazioni che gli altri avrebbero potuto avere se ne fossero venuti a conoscenza .
Poi le venne in mente un'idea che, molto probabilmente, sarebbe piaciuta anche alla squadra di psicologi che stava seguendo l'esperimento. Guardò il moro e, dopo avergli sorriso, lo chiamò a se.
- Tu vuoi che io lo salvi, giusto?- gli domandò, mantenendo la bocca piegata in un'espressione tutt'altro che rassicurante.
- Certo, mi pare ovvio.- rispose lui, conscio che stesse per accadere qualcosa che avrebbe poco gradito.
- Allora devi fare qualcosa per me in cambio.- la mora lo guardò con un sorriso genuino in volto e ciò non fece altro che alimentare ancora di più le sue paure.
- Cosa?- non aggiunse altro.
- Chi è la persona che ti ispira meno fiducia in questo posto?- chiese, indicando la stanza dove gli altri erano raggruppati. Kevin ci pensò su per un bel po'.
- Probabilmente... Nikita.- disse con un filo di voce.
- Bene, allora uccidila e io salverò il tuo amico.- Aya scrollò le spalle, mentre il volto del moro si tingeva di rabbia.
- Ma che cazzo stai dicendo?- la sua voce uscì fuori sporca, perché completamente preso dal panico.
- Uccidi lei e io salverò lui. Per adesso mi limiterò a tenerlo in vita. - l'istinto primario di Kevin fu quello di darle un pugno, ma Aya era l'unica in grado di aiutarlo in quella situazione.
- Ci... ci devo pensare.- sussurrò, facendola ridere.
- Va bene. Hai circa...- si prese un attimo di pausa per verificare le condizioni di Wren - sei o sette ore. - detto ciò si lasciò andare ad una lunga risata, decisamente poco opportuna. Il moro deglutì rumorosamente, per poi dirigersi fuori dalla stanza.
 
- Che avete fatto poi con il cadavere di Linda?- Nikita interruppe il silenzio che si era generato all'interno della camera fra lei e James.
- Se ne stanno occupando Kevin e Charlene.- rispose il biondo, senza distogliere lo sguardo dal soffitto. Lo stava osservando da un bel pezzo, perso nei suoi pensieri.
- Quella ragazza ha uno stomaco di ferro, immagino.- la castana stava cercando in tutti i modi di iniziare un discorso, ma lui ne era ben restio. Non sapeva bene nemmeno il perché, però in quel momento sentiva di dover stare da solo.
- Sì. - tagliò corto, sussurrando a malapena.
Sin da quando era piccolo, Charlene aveva sempre avuto una forte influenza su di lui. James era timido e riservato, quindi soltanto la sorella poteva aiutarlo a socializzare con gli altri bambini. Ciò sviluppò in lui una dipendenza quasi ossessiva nei suoi confronti.
Per ogni problema, di qualunque genere, si rivolgeva a lei e, di rimando, obbediva ad ogni suo comando. Charlene se ne era accorta subito ed aveva approfittato della cosa.
Lo aveva convinto a lavare i piatti al posto suo, poi a farle compiti, fino ad arrivare a bruciare la loro casa. James non si poneva nemmeno troppo domande o dubbi, si limitava ad agire per poter rendere felice la sorella.
E ciò andò avanti facendolo arrivare a compiere crimini sempre più gravi: dal furto al tentato omicidio.
La morte dei loro genitori, avvenuta quando avevano circa otto anni, fece peggiorare ancora di più le cose. Charlene lo convinse che l'unica di cui potesse fidarsi era lei e, proprio per colpa di questa convinzione, i due erano finiti ben presto dentro quella specie di manicomio.
Erano stati i loro genitori adottivi a costringerli ad andare poiché, in più casi, si erano posti diversi dubbi sulla loro sanità mentale. Loro erano sicuri che i loro complessi fossero scaturiti dal trauma dell'aver perso i genitori, ma nemmeno immaginavano che il settanta per cento della colpa di tutto ciò era la tenera biondina che accudivano da quasi dieci anni.
- È per questo motivo che tua sorella ti mette i piedi in testa, perché ti chiudi in te stesso in questa maniera.- disse Nikita, cercando di essere la più acida possibile.
- Semplicemente non ho voglia di parlare.- buttò lì la prima scusa che riuscì ad ideare, senza però sortire alcun effetto.
- Quando hai intenzione di tirare fuori le palle, eh?- la castana lo guardò dritto negli occhi, facendolo innervosire.
- Ti sei sempre fatta i fatti tuoi, quindi perché adesso rompi in questa maniera?- il biondo si tirò su di colpo.
- Io faccio quello che voglio. Perché riesco a farlo. Non come te, che sei schiavo di un'adolescente bionda e dei suoi capricci.- la ragazza andò dritta al punto, affondando il coltello nella piaga con violenza. Per James quelle parole furono un colpo al cuore.
- Io non...- provò a controbattere, ma non trovò modo di farlo.
- Visto? Non sai nemmeno cosa dire.- Nikita chiuse il libro che stava leggendo e lo lanciò sul comodino. Si tirò poi su e gli andò a qualche centimetro dal volto - Smettila di essere il suo cagnolino, oppure farai una brutta fine.- disse quelle parole con un filo di voce e ciò lo mise ancora di più in difficoltà.
- Tu... puoi aiutarmi?- le domandò, balbettando. Gli occhi azzurri di James, tremanti, puntavano quelli color ambra della ragazza, che invece aveva un'espressione decise in volto.
- Vuoi che lo faccia?- si avvicinò ancora di più e ciò mise il biondo ancora di più in soggezione. Stava crollando emotivamente e ciò l'avrebbe aiutata a tenere d'occhio Charlene.
- Sì, ti prego.- le prese la maglietta con una mano e la strinse forte. La castana fece una smorfia divertita, per poi accarezzargli i capelli. La sua apatia l'aveva portata a non sentire minimamente l'ansia e, nonostante fosse a pochi millimetri da un ragazzo, non provava emozioni alcun tipo. Si limitò ad accennare un sorriso, per poi allontanarsi e tornare nel letto.
- Che ne dici di raccontarmi un po' di te?- Nikita si mise comoda ed attese che il biondo iniziasse a parlare.
- Beh, che dire... mi piacciono gli hamburger e la musica classica.- disse, palesemente in imbarazzo.
- Noioso. Ci credo che riesce sempre a tenerti testa, sei veramente triste.- non si contené, anche perché era sempre stata abituata ad andare dritta al punto nei discorsi.
- Charlene invece dice che mi distinguo.- ribatté lui. Nikita fu costretta a sopprimere la risata che stava per fare, giusto per essere sicura che il biondo non si arrabbiasse.
- Sicuramente, sicuramente.- ironizzò lei, facendogli mettere il broncio - Non prendertela subito a male.- la castana scrollò le spalle mentre James sospirò con fare sconfitto.
- Non mi piace stare sotto i riflettori, preferisco starmene in disparte ed osservare gli altri.- pian piano Nikita stava iniziando a delineare il carattere del biondo, che risultò essere molto simile al suo. Anche lei era solita stare in disparte, ma sentiva sempre la necessità di mettersi al centro dell'attenzione, cosa testimoniata da tutte le battutine che faceva anche nei momenti meno opportuni.
- Se vuoi darti una scrollata ti conviene iniziare ad abituarti alle luci. - James, sentendo quella battuta, scoppiò a ridere, mette a leggero disagio la castana. Non era solita avere conversazioni del genere e quindi anche lei stava avendo delle difficoltà.
- Wow, ridi mentre ti prendo in giro? Geniale.- alzò le sopracciglia ed approfittò di quel momento per osservarlo meglio. Aveva dei capelli biondi corti piuttosto lucidi, degli occhi azzurro cielo e non era nemmeno male fisicamente. Come era possibile che non riuscisse ad essere al centro dell'attenzione.
- Vedo che vi state divertendo.- Charlene entrò nella stanza, con un sorriso vispo in volto. Passò lo sguardo prima su Nikita, che si limitò a ricambiare senza aggiungere nulla, poi su James, il cui volto si rabbuiò non appena la vide.
- Sì, stavamo...- il biondo provò a tirare lì per lì una scusa, ma non ci riuscì.
- Stavamo solo parlando. Piuttosto, com'è la situazione di là?- cercò subito di sviare la conversazione, così da non mettere James ancora più in difficoltà.
- Abbiamo messo il corpo di Linda nell'armadio in infermeria, dove c'è anche quello di Ginevra. Il problema grosso è in cucina, l'abbiamo pulita il meglio possibile, ma non siamo stati in grado di fare un bel lavoro.- spiegò, mantenendo un'espressione poco amichevole nei confronti della castana.
- Capisco.- detto ciò, Nikita tornò a leggere il suo libro.
 
- Puoi salvarlo?- Jake stava assistendo Aya mentre lei ricuciva i tagli presenti sul corpo di Wren. La mora, con precisione, stava passando il filo nella pelle e richiudeva pian piano le ferite, con lo scopo di bloccare l'uscita di sangue.
- Non lo so, non dipende da me. - accompagnò quelle parole con un sorrisetto, facendo insospettire il castano.
- Kevin ci tiene particolarmente. È da più di un'ora che è fermo sul divano.- sentire quelle parole le fece salire l'euforia alle stelle. Jake nemmeno immaginava il vero motivo per cui il moro stava immobile su quel divano, che era ben più drammatico del semplice tenerci per l'amico.
- Farò tutto ciò che è possibile per salvarlo, ma ho bisogno del tuo aiuto.- lo guardò con uno sguardo compassionevole, facendolo sentire realizzato.
- Non preoccuparti, io ti darò una mano in qualsiasi circostanza, devi solo chiedere.- le rivolse un sorriso, che lei ricambiò con gioia.
Jake non era nemmeno a conoscenza di essere solo una marionetta di Aya. Stava venendo manipolato con destrezza dalla ragazza, la quale aveva ormai intuito come far leva su di lui nel miglior modo possibile.
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Capitolo 5! Linda ci lascia. Ahimè, sono arrivato a quell'età in cui uccidere gli OC mi fa male al cuore. Togliere la vita a questi poveri ragazzi diventa di giorno in giorno più difficile per me.
Per la prossima storia ad OC credo di dover fare qualcosa di meno pesante, come un reality show oppure un qualcosa che non comporti l'uccidere poveri innocenti.
Nah, sto scherzando. Mi dispiace per i cuccioli, ma non rinuncerei mai a questo genere. La prossima storia la voglio ambientare in una foresta, con un gruppo di amici che vanno lì per fare campeggio e poi si perdono. Se inserire assassini o entità sovrannaturali è una cosa che verificherò in futuro.
Aveva anche pensato di fare un "All Stars" con tutti i migliori OC che ho avuto a disposizione, nella quale si scannano fra di loro, però lo vedo troppo alla Smash Bros, non mi attira fino in fondo.
Comunque sia, vi avevo promesso una lista delle morti generali di ogni mia storia, ma ho deciso di farla nell'ultimo capitolo, così da poter aggiungere anche gli OC di Care Project.
Bando alle ciance, spero che il capitolo vi sia piaciuto e, soprattutto, vi ringrazio per la splendida partecipazione attiva che stava avendo. Leggero le vostre recensioni è una cosa bellissima ;-)
Ci vediamo domenica prossima!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Mr Lavottino