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Autore: MatsuFla    05/06/2019    1 recensioni
E se esprimendo un desiderio ad un stella cadente questo si avverasse catapultandoti in una nuova vita completamente diversa?
È quello che è successo a Mickey, o forse no?!
Ispirato al film "The Family Man" (*)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1/8 - Primo Giorno - parte prima

È passata un'eternità dall'ultima volta in cui mi sono fermato a guardare le stelle.
Ora che ci penso... è stato quando quel ragazzino con la testa rossa mi pregò di guardarle insieme a lui, proprio qui, nel campetto di baseball del liceo.
Da allora non l'ho più fatto... ora le uniche stelle che mi sono familiari sono quelle che vedo prima di svenire ogni volta che mio padre mi pesta a sangue.
Eppure eccomi qui, sdraiato a guardare il cielo nella notte più buia della mia vita, con il culo in una pozza del mio stesso sangue e con un proiettile piantato nel petto... guardo le fottute stelle, cazzo, e mi chiedo se davvero realizzino i desideri dei coglioni che credono in queste cazzate.
In fondo, perché dovrebbero?
Per loro siamo solo degli stronzi che le fissano aspettando di vederle cadere.
All'improvviso, prima che la vista mi si offuschi completamente, la vedo... una sorprendente scia luminosa che bruciando illumina il cielo squarciandolo in due.
Si sa che la paura di lasciare per sempre questo mondo fa diventare le persone delle fighette sentimentali, purtroppo scopro di non essere diverso da tutti i coglioni con cui divido questo schifo di destino, così mi ritrovo a far scorrere liberi nella mia testa tutti quei pensieri che invece ho sempre cercato di tenere nascosti, anche a me stesso.
Poi tutto diventa buio e freddo.
"Hey, Mickey, mi senti?
Svegliati, Mickey!"
Stelle cadenti... che stronzata!

"Hey, Mickey, mi senti?"
La voce arriva ovattata alle mie orecchie, ma abbastanza forte da svegliarmi.
"Svegliati, Mickey!"
"E dai, lasciami dormire, cazzo!" Borbotto del tutto intenzionato a godermi ancora il tepore di questo letto oltremodo comodo. Un corpo caldo mi si avvinghia alle spalle e due mani indisciplinate iniziano ad accarezzarmi un po' dappertutto.
"Farai tardi a lavoro." Sento dire ancora a quella voce che ora sembra quasi familiare.
Ruoto goffamente tra quelle braccia forti che mi avvolgono e quando apro gli occhi, ancora appannati dal sonno, mi trovo davanti il viso di un ragazzo a pochi centimetri dal mio... capelli baciati dal fuoco e due occhi verdi come smeraldi che mi fissano.
"Buongiorno!" Dice sorridendomi e io, in modo del tutto naturale, faccio lo stesso.
Hey, spetta un secondo... ma che cazzo sta succedendo?
"Ma che cazzo?!" Ringhio mentre rotolo fuori dal letto in preda al panico e atterro con il culo sul pavimento, alzo lo sguardo e vedo la testarossa sporgersi e fissarmi dall'alto.
"Mick, stai bene?" Si stropiccia gli occhi assonnati e ridacchia divertito.
"Gallagher?"
Lo riconosco, è uno dei bastardi Gallagher che infestano il mio quartiere. È Ian... il pel di carota, con le lentiggini, la carnagione chiara e quel cazzo di aspetto da alieno!
Che cazzo ci faccio a letto con Ian fottuto Gallagher?!
Probabilmente devo averlo rimorchiato in qualche locale ieri sera dopo aver alzato un po' troppo il gomito, tanto da violare la mia regola numero uno di non scoparmi gente che conosco... non sia mai che si venga a sapere in giro che mi piace il cazzo, sarebbe la volta buona che mio fottuto padre mi ammazza per davvero!
Questo stronzo però abita a soli due isolati da casa mia e per di più non è nemmeno la prima volta che finiamo a letto insieme. Era il ragazzo di mia sorella al liceo... si come no, in realtà era una copertura, perché appena ne aveva l'occasione scopava con me.
Chissà se Mandy lo sapeva...
Mi rimetto in piedi e recupero da una sedia una tuta grigia che chiaramente non mi appartiene visto che è decisamente troppo larga; di sicuro è dello spilungone ma, dato che non riconosco nulla di mio in giro e non voglio rimanere qui un minuto di più, la indosso comunque sotto lo sguardo confuso di Gallagher che sembra aver capito che se prova a protestare si becca un pugno sul naso.
Potrei ritrovare i miei vestiti sparsi per casa o magari lungo il vialetto... non mi stupirei di scoprire di esserci arrivato già nudo qui.
Merda, ma quanto cazzo ero ubriaco?
Trovo un paio di scarpe con dei calzini disordinatamente infilati dentro, le provo e sembrano calzarmi a pennello.
Ho guadagnato un nuovo paio di scarponcini!
Siedo sul letto mentre allaccio le stringhe e sento Gallagher raggiungermi alle spalle.
Ricordo che insieme mettevamo su dei numeri davvero fenomenali in passato, anche se eravamo solo dei ragazzini ci abbiamo dato dentro di brutto. Posso affermare senza ombra di dubbio che palle di fuoco è stato uno tra i migliori con cui abbia mai scopato. Scommetto che crescendo è migliorato molto... peccato che non ricordo un cazzo della notte scorsa.
Merda, dovevo essere proprio ubriaco marcio!
Testarossa mi preme la sua dannata faccia dietro al collo e, Cristo, credo che mi stia annusando i capelli!
Porca puttana, ma che problemi ha questo schizzoide del cazzo?!
D'un tratto mi torna alla mente il motivo per cui non durò a lungo tra di noi... purtroppo molto presto iniziarono a balenargli strane idee in testa, credeva di poter avere qualcosa di più di semplici scopate occasionali, così lo scaricai senza pensarci due volte e da allora l'ho visto solo in giro per il South Side qualche volta, di sfuggita.
Quando mi stringe i fianchi con le mani e lo sento sorridere contro la mia nuca scatto in piedi come una molla. Nonostante io abbia i nervi a fior di pelle mi trattengo dal pestarlo solo perché in questo momento prevale in me il bisogno di nicotina.
"Hey, amico, è stato stupendo, bla bla, ma... ora devo andare."
Mi guardo intorno spasmodicamente in cerca di una sigaretta finché i miei occhi non si posano su quella faccia lentigginosa contratta in una smorfia perplessa e dubbiosa.
"Amico?" Squittisce facendo schizzare le sopracciglia rossicce su per la fronte.
Ci risiamo... una sola notte a scopare e già non mi molla più il culo.
Vedo che è rimasto il solito frocio patentato!
Attraverso la stanza già diretto verso la porta e mi concedo un ultimo sguardo a Gallagher che intanto si è messo a sedere sul bordo del letto. Si sporge leggermente all'indietro reggendosi con le braccia mettendo così in bella mostra il petto muscoloso, ha le gambe divaricate al punto che i fottuti boxer di Flash che indossa sono tiratissimi e lasciano davvero poco spazio all'immaginazione.
Certo che... è cresciuto parecchio dall'ultima volta che l'ho visto, porca troia, era poco più che un ragazzino mentre ora... cazzo se è figo!
"È meglio se tieni la bocca chiusa. Meglio se la tieni chiusa. Mi hai capito?" Il tono minaccioso mentre sto per guadagnare l'uscita. 
"E magari potremo rifarlo qualche volt-" Mi interrompo bruscamente quando, passando davanti allo specchio, ho come la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato nel mio riflesso. Improvvisamente vengo travolto da una scossa che da sotto i piedi risale per tutto il corpo e in un istante mi ritornano alla mente dei flashback della notte scorsa... aspetta un attimo... ricordo tutto in modo confuso ma di qualcosa sono sicuro... sono stato pestato e, porca troia, mi hanno sparato!
Ma ora... non ho neanche un graffio!
Ma che cazzo sta succedendo?!
Continuo a fissare la mia immagine riflessa e a tastarmi dappertutto, ma niente, sono a posto!
"Hai paura che lo venga a sapere tua moglie?" 
Nonostante al momento io sia completamente sconvolto, con quella domanda il rosso riesce a catturare la mia attenzione distraendomi dal mio delirio. Mi giro di scatto verso di lui per rivolgergli uno sguardo truce.
"Di che cazzo stai-" Mi blocco inorridito notando solo ora l'anello luccicante che mi attanaglia il dito.
Ma che cazzo sta succedendo?!
Nel pieno dello stato confusionale in cui mi trovo vedo avvicinarsi Gallagher, faccio appena in tempo a schivare le sue labbra che puntano alle mie.
"Baciami e ti taglio la cazzo di lingua!" Ringhio spingendolo via mentre vedo dipingersi sul suo viso uno sguardo tanto sorpreso quanto amareggiato.
"Piantala, Mickey, non è divertente, cazzo! Che diavolo ti prende?" 
"Credi che siamo fidanzati? Non sei altro che una bocca calda per me!"
Se prima pareva solo stizzito ora invece è fottutamente incazzato!
Mi torna alla memoria solo adesso di avergli già rivolto queste stesse parole tempo fa, quando lo sfanculai perché mi si era attaccato al culo come una piattola!
Forse se lo ricorda anche lui dato che se la prende davvero in modo esagerato per quello che gli ho detto. 
"Vaffanculo, stronzo!" Tuona furiosa la testarossa prima di abbattersi su di me con un pugno che mi colpisce dritto su uno zigomo, facendomi un male cane. Colto completamente di sorpresa accuso in pieno il colpo e finisco per sbattere su un mobiletto pieno di cianfrusaglie. Sono pronto a ricambiare il favore quando all'improvviso, un secondo prima di voltarmi e avventarmi su quella testa di cazzo, mi blocco notando un mucchio di foto fissate disordinatamente con delle puntine su un pezzo di sughero appeso alla parete. Ritraggono tutte Ian e me sorridenti e, Cristo Santo, abbracciati come due fighette del cazzo.
Direi quasi... felici.
Il fatto è che nessuno di quei momenti è mai accaduto! Eppure sembrano così reali!
Ma che cazzo sta succedendo?!
Rimango aggrappato al mobiletto che al momento è l'unica cosa che mi permette di rimanere in piedi, do ancora le spalle a Gallagher e lo sento respirare affannosamente, sicuramente già pronto sulla difensiva, ma io senza neanche voltarmi corro fuori dalla stanza e poi dalla casa, solo una volta arrivato sul portico mi ricordo di respirare.
Cerco di convincermi che si tratti di un sogno, ma il dolore intenso alla faccia mi suggerisce che è impossibile. 
Corro ancora, fino a raggiungere la strada oltre il cancelletto di questa maledetta casa ma una volta fuori mi accorgo di non avere la minima idea di dove mi trovo.
"Merda! Merda! Merda!" Grido frustato mentre prendo a calci la recinzione metallica.
C'è sicuramente una spiegazione a tutto questo... dev'essere uno stupido scherzo di quel coglione di mio fratello Iggy. Anche se è un po' troppo elaborato per un idiota come lui.
"Hey, Mikhailo!"
I miei pensieri vengono interrotti da una voce sconosciuta.
"Vaffanculo!" Ringhio senza nemmeno girarmi a guardarlo.
"Ti sei perso?" Lo sento dire ancora e all'improvviso torno a ragionare.
"Come sai come mi chiamo?"
"Sapere il tuo nome fa parte del mio lavoro, Mikhailo Alezandr Milkovich."
"Chi cazzo sei tu?" Mi avvicino con aria minacciosa ma lui non sembra preoccuparsene, mi risponde con uno stupido sorriso stampato in faccia.
"Io sono la guida che ti è stata assegnata per questo viaggio."
Sembrerebbe un ragazzo all'incirca della mia età, vestito come un fottuto damerino, con i capelli ingellati e pettinati all'indietro... indiscutibilmente fuori luogo qui nel South Side! 
"Di che cazzo stai parlando?"
"Hai espresso un desiderio ad una stella cadente e... eccoci qui!"
"Mi prendi per il culo? Lo trovi divertente?"
"Beh... si, è piuttosto divertente, ma questo non è uno scherzo, non lo faccio affatto per prenderti in giro." Incrocia le braccia e continua a parlarmi tutto impettito.
"Non te ne sei accorto? Hai fatto un salto in avanti in quella che potrebbe essere o non essere la tua futura linea temporale."
"Ma che caz-" Sbuffo irritato, non ne posso più di sentire le sue stronzate senza senso.
"Senti schizzato, sparisci prima che ti prenda a calci in culo. Ho problemi più grandi a cui pensare al momento." Gli volto le spalle e a passo di marcia mi allontano prima che questo insolito autocontrollo mi abbandoni e assecondi il mio desiderio di rompergli il naso. Ma dopo soli pochi passi lo sento sbraitare, così torno a guardarlo.
"No, stammi a sentire tu bulletto del South Side, hai espresso un desiderio e sei stato scelto affinché venga esaudito. Non rendermi la vita difficile!" 
La voce fin troppo acuta, gesticola in un modo scomposto e sgraziato che contrasta con il suo aspetto posato da fighetta. Mi punta il dito contro e mi rivolge uno sguardo che, sono sicuro, secondo lui dovrebbe in qualche modo spaventarmi. Lo stronzetto sta scherzando con il fuoco, so che avrei già dovuto pestarlo a questo punto, invece mi ritrovo a guardarlo beffardo e a sorridere per la sua scenata isterica.
"Incredibile... mi tocca sentire le lamentele anche di chi viene accontento, perché i casi problematici toccano sempre a me?!" Continua lui parlando tra se e stringendosi le tempie con una mano. Dopo un respiro profondo torna a rivolgersi a me e con un tono più calmo e deciso.
"Che tu lo voglia oppure no, credimi, non fa alcuna differenza. Che ti piaccia o no ormai dovrai restare qui." Posa le mani sui fianchi e rimane a fissarmi finché io, con uno scatto fulmineo, lo raggiungo e afferrandolo per il suo fottutissimo doppiopetto lo inchiodo al muro più vicino.
"Ah si? E se invece ti spacco la faccia, figlio di puttana, tutto questo finirà?"
"Whoa! Whoa! Tranquillo, killer. Sarebbe inutile!" Cerca di liberarsi dalla mia presa ma io stringo ancora di più sfoggiando un sorriso sadicamente divertito.
"Ma sarebbe piuttosto divertente!" Lo canzono scimmiottando le sue stesse parole.
"Vuoi davvero colpire l'unico che può rispondere alle tue domande?"
"Allora inizia a parlare, che senso ha tutto questo?"
"Beh dovrai capirlo da solo."
"Risposta sbagliata!" Il tono intimidatorio mentre lo sbatto ancora una volta contro il muro.
"Ok, va bene, va bene, senti... so che questa storia ti sembra un po' strana, che ora sei sotto shock, ma stai calmo e ti spiego tutto quanto, d'accordo?"
"Forza, parla! Cosa mi sta succedendo?" Lo lascio andare e con un ultimo spintone lo esorto a non perdere altro tempo. Il damerino cerca di ricomporsi stirando con le mani il doppiopetto sgualcito e con aria infastidita finalmente inizia a parlare.
"Ogni persona, ogni giorno si trova continuamente davanti a dei bivi ed ognuno di essi spalanca un infinito scenario di linee temporali diverse che si possono imboccare. Esistono infiniti futuri determinati dalle diverse scelte che ogni essere umano fa."
"Che cazzo vuol dire?"
"Tu, Mickey, per esempio, secondo le scelte che farai nella vita potresti ritrovarti a vivere questo futuro... o chissà, la tua radicata inclinazione per il crimine potrebbe portarti verso il futuro che ti vede rinchiuso in prigione per tentato omicidio. C'è anche una linea temporale in cui tu muori dissanguato proprio dopo aver visto la stella cadente. Come ti dicevo... esistono infiniti futuri."
"Cosa cazzo c'entrano queste stronzate con il fatto che ora sono bloccato in una specie di sogno allucinogeno di merda?"
"Cerca di non prendertela tanto, Mick, in fondo sei tu che te la sei voluta."
"Cos'è che mi sono voluto? Io non ho fatto niente!"
"È quello che hai desiderato. 'Avere ciò che mi merito'... ti ricorda qualcosa?"
"Cos- Quello non era un desiderio, coglione! Ero moribondo, credevo di morire e ho farfugliato qualche cazzata sentimentale, tutto qui. Di certo non desideravo questo!"
"Non puoi mentire alle stelle, Mick. Avresti potuto chiedere di vincere un milione di dollari alla lotteria... avresti reso tutto molto più semplice anche a me!"
"Basta con le stronzate! Dimmi che cosa sta succedendo, con parole semplici!"
"Questa... è un'occhiatina, Mickey."
"Un'occhiatina a cosa?"
"Ad uno dei tuoi tanti possibili futuri. Nello specifico... quello che ti meriti."
Tutto questo è assurdo! Non è possibile che stia accadendo davvero!
Cristo... sto diventando pazzo!
"Va bene, senti... senti... io... rinuncio al desiderio, ok? Io rivoglio la mia vita, d'accordo?" Abbandono la mia consueta spavalderia per un tono più accomodante.
"Allora... cos'è che devo fare?"
"Non ci puoi rinunciare! Mi ascolti quando parlo?" 
Mi premo le mani tremanti sulle tempie e poi le lascio scivolare sul viso per nascondere la frustrazione e reprimere l'impulso di fargli sputare via tutti i denti.
"Ascolta, Mickey, sono solo tre giorni... devi solo aspettare che passino, ok?"
"Solo tre giorni, uh?" Ripeto in un sospiro sconsolato.
"Mickey, forse dovresti solo... provare ad essere qui. Prova a vivere questi giorni come una vacanza lontano dal mondo reale."
"Sembra che io non abbia altra scelta." Ormai rassegnato decido di proseguire in questa dannata farsa del cazzo... sperando di non essere già morto ed essere finito all'inferno!
"Magari ti piace."
"Vaffanculo!"
Lui non risponde, si limita a ridacchiare e mi volta le spalle per andarsene.
"Come ti trovo se dovessi avere bisogno di te?"
"Basta farmi un fischio!" Mi dice lui mentre torna a guardarmi.
"Sul serio?"
"Certo che no, idiota! Ti sembro un pastore tedesco per caso? Non sono la tua tata, devi arrangiarti!" Ghigna compiaciuto, poi ridendo continua.
"Scommetto che me la spasserò un sacco."
"Brutto figlio di p-" Sono pronto a colpirlo ma vengo distratto da un'altra voce alle mie spalle che mi chiama.
"Hey, Mickey!" Una sagoma mi saluta dall'interno di una macchina parcheggiata sul ciglio della strada.
"Parli da solo? Sei già ubriaco di prima mattina?"
Da solo?
Torno di scatto a guardare quel coglione ma... cazzo, non c'è più!
Merda... devo essere davvero impazzito!
Mi avvicino all'auto e dopo qualche sforzo di memoria riconosco la ragazza al volante.
Cristo, un'altra Gallagher... sono come i dannati scarafaggi, sono dappertutto!
Anche se mi facevo sbattere per bene da uno di loro mi sono sempre tenuto alla larga dal resto della sua famiglia... quelli sono tutti fuori di testa!
"Vuoi un passaggio a lavoro?"
A quanto pare, in questa fottuta tortura che mi tocca sopportare, la maggiore dei Gallagher mi sta offrendo un passaggio e visto che non ho idea di che cazzo di lavoro sia non mi resta che accettare.
Fiona, o così mi pare che si chiami, durante tutto il tragitto in macchina non tiene il becco chiuso nemmeno per un cazzo di secondo, in questo assomiglia a suo fratello!
Continua a blaterare di roba che non capisco e gente che non conosco mentre a me è venuto un enorme mal di testa per tutte le sue chiacchiere infinite!
Sono sul punto di aprire lo sportello e rotolare al volo giù dall'auto quando la Gallagher mi anticipa accostandosi sulla Franklin e spegnendo il motore. Mi guardo intorno non sapendo bene cosa fare, poi lei mi intima di scendere facendo cenno con la testa verso il lato opposto della strada.

         

Una fottuta lavanderia a gettoni?!
È un cazzo di scherzo forse?!
"Che cazzo..." Borbotto tra me e me.
"Vuoi fare a cambio? Tu servi caffè al Patsy's e io faccio le lavatrici?"
Mi limito a risponderle con un grugnito mentre scendiamo dalla macchina.
"Salutami tua moglie!" Urla prima di scomparire dietro la porta della tavola calda.
Merda, mi ero completamente scordato di avere una fottuta moglie!
In pratica 'quello che mi merito' è un surrogato della vita che avevo in prigione: un lavoro in una lavanderia di merda, proprio come quando ero al gabbio, una donna di copertura per nascondere a tutti di essere frocio e una sfilza di cazzi usa e getta che mi evitino di pensare troppo a quanto la mia vita faccia schifo.
Il messaggio è chiaro... mi merito di vivere in un incubo!
Faccio un respiro profondo ed entro, ma una volta oltrepassata la porta della vetrata mi trovo difronte ad uno spettacolo agghiacciante... una specie di museo degli orrori a tema felino, ci sono gatti ovunque, in ogni fottuto angolo!

         

Decine di occhi, baffi e code immortalati in ogni posa possibile tra i vari quadri e suppellettili che riempiono questo buco di culo che odora di carne in scatola!
Inoltre una piccola colonia di gatti in carne e ossa sembra vivere qui in pianta stabile.
C'è un'unica donna nella stanza, un'anziana signora seduta su una vecchia sedia gialla che concentra tutta la sua attenzione sulla piccola tv davanti a lei. Stringe tra le braccia un gattone bianco che ha l'aria di chi preferirebbe morire piuttosto che vivere in questo inferno... un po' come mi sento io ora.
Quando la vecchia si accorge di me mi si rivolge con un tono di rimprovero.

         

"Wendell, finalmente sei tornato. Dov'eri finito?"
Chi cazzo è Wendell?!
Inizio a pregare un Dio in cui non credo affinché questa mummia non sia mia moglie.
"Non sono Wendell, io m-mi chiamo Mickey."
"Guarda che lo so benissimo... vuoi che non ricordi il nome di mio marito? Non sono mica una vecchia rincoglionita, Wendell!"
Ma che cazzo?! Mi prendono per il culo?!
Cristo... la vecchia a occhio e croce avrà duemila anni, porca troia!
Quel bastardo in doppiopetto si starà divertendo davvero un mondo a giocare con me, ma giuro che appena mi capita a tiro lo prendo a calci in culo così forte che gli voleranno via i denti come fossero fottute stelle cadenti!
"Ah, Wendell, sono venuti di nuovo quegli stronzi di agenti immobiliari del North Side, hanno detto che sono rimasti due giorni di tempo per decidere."
"Per decidere cosa?"
"Se fargli rilevare l'attività."
Perché mai qualcuno del North Side dovrebbe voler comprare questo posto?
"Hai già firmato?"
"No, mi hanno solo dato un contratto preliminare."
"Quanto ti hanno offerto?"
"Centomila dollari."
"C-c-centomila!? Ti darebbero centomila dollari per questa topaia?" Scatto dritto sulla schiena e strabuzzo gli occhi mentre lei se ne sta appollaiata sulla sua sedia con aria indifferente.
"Solo per il locale?"
"No, per la lavanderia e per il nostro appartamento al piano di sopra."
Vengo scosso da un brivido lungo la schiena nel sentirle dire 'il nostro appartamento' e per le innumerevoli e a dir poco raccapriccianti immagini che mi affollano la testa al solo pensiero di una vita matrimoniale insieme a questo fossile vivente!
"Hey, l'asciugatrice mi ha mangiato i soldi. Ci ho messo due dollari e non parte."
Per fortuna vengo distratto da una donnona dai capelli a cespuglio che discute con mia... che mi venga un colpo... moglie.
"Provamelo!" Ringhia lei facendo vibrare la pelle che le pende sotto il mento.
"Provarlo? La macchina non da ricevute!"
"Oh, va' a dirlo a qualcuno a cui frega un cazzo!" Grida ancora la vecchia.
Ok, devo ammettere che il suo stile mi piace!
Forse non è poi così male per essere una moglie di copertura... sia per il suo temperamento ma soprattutto perché, vista l'età, il me stesso di questa linea temporale di sicuro non sarà costretto a scoparsela.
"Tu lavori qui?" Mi chiede un'altra ragazza dai capelli rossi.
"A quanto pare si."
"Quella lavatrice laggiù perde." Ne indica una al centro della stanza circondata da un'enorme pozza di acqua sporca.
"Cazzo!"
"Stavo per scivolare." Continua la rossa prima di allontanarsi per tornare al suo bucato.
"Succede ogni tanto. Devi chiudere le valvole e chiamare Vlad." Dice tranquillamente Etta, senza neanche staccare gli occhi dal suo piccolo televisore e poi continua...
"Sono dietro la lavatrice."
"Chi cazzo è Vlad?" Le chiedo mentre sposto la fottuta lavatrice e chiudo le fottute valvole per impedire che la stanza si allaghi.
"È il tecnico. Il suo numero è sulla bacheca."


Note dell'autrice:
Salve a tutti, ecco l'ennesima fanfic in questo fandom. La storia è ispirata principalmente al film "The Family Man" ma anche ad altri episodi di tre serie tv (*) che menzionerò alla fine per evitare ogni sorta di spoiler.

Preciso che la storia contiene dialoghi presenti nella serie rielaborati e attribuiti a personaggi diversi in diverse situazioni.
Mi scuso per il linguaggio "alla Milkovich" scurrile e a volte un po' razzista.
Spero che vi piaccia!

Colgo l'occasione per lasciarvi il link delle altre due mie storie:
-Gallavich fino alla fine - EFP
-Gallavich fino alla fine - Ao3

-Il fratello della mia ragazza - EFP
-Il fratello della mia ragazza - Ao3


Scusate "l'autopubblicizzazione!"
   
 
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