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Autore: Seventh_Wave    05/06/2019    0 recensioni
Kim è una ragazza dai capelli rossi e con la testa sempre piena di pensieri. Ha passato un anno difficile a fare i conti con la fine di una storia d'amore e mentre rimetteva insieme i pezzi, si è accorta che in fondo, quella non era la vita che voleva. Che aveva immaginato per lei. E che nonostante l'orgoglio ferito e la tristezza, lui non è mai stato davvero l'uomo per lei. Per ritrovarsi e ricominciare non c'è niente come una vacanza in un'isola greca con le due amiche di sempre. Ma...c'è sempre un ma. In questo caso, in carne ed ossa. E se te lo trovi davanti ogni giorno, in un'isola grossa poco più di una moneta sulla cartina, significa proprio che ci devi fare i conti. E lui li deve fare con te. La vita sbaglia spesso modo e tempi,cara Kim. Spesso, ma non sempre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Le ragazze visitano la casa, e si vede lontano un miglio che sono soddisfatte. Frigo deserto a parte. Cosi’ decidono di uscire tutte insieme, ad esplorare i dintorni e comprare qualcosa di commestibile. E poi il mare. Quel mare che lei adora, distesa vasta e sconfinata di colori, profumi, sapori. Cariche di sole e di buste, tornano a casa. Kim dalla cucina chiama l’adunata per sapere che cosa fare a cena. 
“Possiamo mangiare qui - propone - oppure andare in quel ristorante di pesce carino che abbiamo visto, o dove volete voi”. 
Le due ragazze si guardano negli occhi. 
“Perche’ non vuoi andare nel locale di Chris?”
Kim si ferma un momento. Perche’ non vuoi andare da Chris? Veramente non ci vuoi andare? 
“Non ho mai detto questo, era solo per esplorare tutte le possibilita’ che abbiamo”. 
“E una possibilita’ da esplorare si chiama Kyros?” Elisa e la tua cazzo di bocca. 
“Eli… non credo che Kim sia pronta a parlarne” la ferma Andrea. 
“Ma parlare di cosa? Non c’e’ niente di cui parlare. Anzi si, fa i frappe’ buoni e mi detesta. Se ci sono io non c’e’ lui. Detto questo, se volete andare nel locale di Chris andiamo, io non ho nessun problema, ci mancherebbe”. E con un’alzata di spalle prende la borsetta ed esce. 
Sorride. “Io sono pronta, vado fuori a fumare. Quando avete deciso mi raggiungete e mi fate sapere”. E chiude la porta di casa ed esce a fumare. 
Ma le mani le tremano. Mi sei venuto vicino per un attimo e poi sei andato via. E mi sono sentita la persona piu’ sola del mondo, che nemmeno in questi quattro mesi. Qualunque cosa tu sia, qualunque cosa tu rappresenti per me, io non posso e non voglio. E nemmeno tu vuoi. Quindi basta mani che tremano, basta trepidazioni, basta frappe’. E spegne la sigaretta. 
Elisa esce dalla porta, la raggiunge sul terrazzino. 
“Ehi - le dice . Scusami, lo sai come sono. Andiamo dove vuoi tesoro, per noi e’ uguale. Non volevamo importi niente e non c’e’ bisogno di dire altro, sai che capisco tutto. Al diavolo quel locale, se non ti va. Domani ci noleggiamo una bella macchina e andiamo in giro per tutta l’isola, spiaggia dopo spiaggia”. Kim abbraccia la sua Eli. Tanto lei non lo sa che il dado e’ tratto. 
“Non preoccuparti Eli, andiamo da Chris. Quel locale e’ un carnaio la sera, e’ divertente. Vedrete”. 
Nel frattempo esce anche Andrea, bellissima, fasciata in un vestito semplice bianco e sembra un angelo sceso dal cielo. Le due la guardano con gli occhi sgranati. 
Lei si prende gioco delle loro facce e insieme si incamminano per la solita strada. 
Sentono il rumore e la musica da in fondo alla via, c’e’ persino la fila all’ingresso. Stasera ci sono proprio tutti, e anche i rinforzi, nota. 
“Wow - dice Andrea - questo si che significa lavorare”.
Lefteris le vede e le saluta, corre da loro prima di andare a un tavolo. 
“Ragazze ciao! - e sorride. Persino lui che di solito e’ calmo, ha la fronte imperlata di sudore “Stasera e’ dura trovarvi un posto, datemi una mezz’ora, vi dispiace?”
“No, va bene” gli sorride Kim, lo sguardo fisso su di lui. Non lo muove in nessun’altra direzione. 
“Perche’ non andiamo a fare un giro e a prendere qualcosa e poi torniamo tra un po’?” e si rivolge alle ragazze. Si allontanano di qualche centinaio di metri verso il mare e trovano un posto coi tavoli che si affacciano sul bagnasciuga. Ordinano da bere e guardano la luna riflettersi sulle onde nere color petrolio. 
Tutto e’ perfetto e immobile, dipinto per loro tre. Anche il locale semi deserto, le luci soffuse sulla spiaggia.
“Che posto da coppiette - commenta Kim ridendo - E’ talmente bello che non sembra nemmeno reale”.
Andrea ed Elisa la guardano, le vedono quella luce strana negli occhi ma lei la soffoca con un sorriso. 

Kyros le vede dal bancone. La vede. Con lo sguardo sgranato e i capelli rossi svolazzanti, le labbra carnose e umide, e quelle mani che non riescono a stare ferme. Vede Andrea bellissima ed eterea, vede Elisa cosi’ viva che sembra un cartone animato. Vede Lefteris andare tra di loro, e poi le vede allontanarsi. Abbassa lo sguardo sulle ordinazioni e decide di non badarci piu’. Poi pero’ la tentazione e’ troppo forte e la cerca di nuovo, tra la gente. Nulla. Cosa stai facendo, Kyros. Cosa cazzo stai facendo. 
Stringe di nuovo la mano a pugno. Poi abbassa lo sguardo e continua a lavorare sulle comande. 


Kim guarda il mare che si infrange sulla spiaggia, il rumore dei ciottoli rovesciati nel movimento delle onde e poi il buio dell’acqua, le luci della citta’ sulla punta dell’isola. Sente le chiacchiere delle sue amiche ma non comprende fino in fondo le parole, persa nei suoi pensieri. Persa in quelle onde che tentano testarde di raggiungere sempre la stessa cosa, lo stesso punto, e non si stancano mai. Si sente un po’ come quel mare, dentro, che cerca di raggiungere la sua spiaggia. C’e’ vento fresco, quella sera, si sistema il coprispalle. La sua pelle oramai ha imparato ad assorbire i raggi del sole, e’ ambrata e lucida, e’ felice. 
Guarda il bicchiere di vino bianco che ha davanti, e sorride. E’ quello che ho ordinato, pensa. Non capita molto spesso ultimamente. Sente il silenzio e quando alza lo sguardo, Andrea ed Elisa la guardano sospette. 
“Si?”
“E’ un’ora che fissi quel bicchiere. Leggi i fondi dei bicchieri di vino ora?” le chiede scettica Elisa.
Kim ride. Almeno potessi. 
“Pensavo al mare e alla spiaggia e a questo rumore rilassante”
“Dici che possiamo provare a tornare da Chris e gli altri e vedere se ci trovano un tavolo?”. Sente un vuoto nello stomaco come se ci fosse stato un dislivello improvviso del piano in cui si trova. Tornare da te, ancora una volta, per essere respinta. Con questo mare, con questa spiaggia e questa luna, non ho voglia di mentirmi. Fa male. Se solo potessi vedere il male che mi fai, sarebbe tutto diverso, pensa triste dentro di se.
“Certo” e sorride ad Andrea. Raccoglie le sue forze in un profondo respiro e si alza dalla sedia, un’ultima occhiata al mare nero. Sara’ una lunga serata, pensa dentro di se. 

Camminano piano e senza fretta, verso la strada trafficata di bar e ristoranti e locali. Vedono un platano immenso che fa da tetto ad un ristorante affollato, tutto di legno. Vedono giostrine per bambini e piccoli supermarket ancora aperti. Vanno verso il locale tutto bianco aperto sul davanti, ancora una volta. E cercano di farsi largo tra il vociare, la musica, le macchine parcheggiate e i piatti che escono ed entrano dalla cucina. 
Kim si guarda le scarpe, Andrea ed Elisa cercano Chris, Lefteris, Kyros, qualcuno che conoscono. Finalmente la moglie di Chris le accoglie con un sorriso dolce ed un abbraccio, e trova loro un tavolo. E’ raccolto in un angolo, tra la strada e la sala, si vede un pezzo di cielo e un pezzo di luna, si vede il bancone, si vedono le facce di sempre indaffarate e sudate che vanno avanti e indietro. Kim si sforza, non lo cerca. Si focalizza sulle macchine parcheggiate e su un tavolo che ha di fronte a se. In realta’ non e’ che stia proprio guardando, ma cerca solo un posto in cui appoggiare gli occhi, per non fare come le onde con la spiaggia. Osserva distratta la scena. Sono un gruppo di giovani uomini, abbronzati e con le camicie aperte sulle spalle larghe. Ridono e si raccontano aneddoti in una lingua sconosciuta. Hanno tutti gli occhi scuri tranne uno, che li ha straordinariamente chiari, tipo color del ghiaccio. Mettono allegria, e non volendo, sorride. Come se al cinema sorridesse ad una scena divertente. 
Qualcuno arriva a prendere le ordinazioni e lei sceglie un altro bicchiere di vino bianco, con del pesce alla griglia. Uno dei ragazzi seduti al tavolo deve aver intercettato il suo sorriso, perche’ ora guarda nella sua direzione attento. Lo vede passare dal suo viso, a quello di Elisa, e lasciare Andrea per ultima come un dolce. Ma lei e’ girata di spalle e vede il suo disappunto. Kim sospira. Sara’ una lunga, lunga serata. Si impone di guardare in un’altra direzione. Quante imposizioni. Rimane solo una direzione libera, dato che a sinistra c’e’ il bancone e davanti a se il tavolo coi giovani uomini che dopo un breve consulto ora stanno tutti rivolti da quella parte. Oh my. 
C’e’ sempre la strada. Buia e coi negozi che scintillano. Come e’ diversa, anche lei, dal giorno. Si chiede quante volte anche i suoi occhi si siano posati sulle stesse vetrine, e cosa pensino. Cerca di intercettare quel negozio bianco che aveva colorato i suoi occhi poche ore prima. E pensa che se si concentra bene puo’ ancora sentire il suo sguardo li da qualche parte. Le ordinazioni arrivano e non e’ sorpresa quando nota che il suo vino bianco non e’ cambiato. Che  il pesce e’ lo stesso pesce e le patatine sono sempre le patatine. Sono una cliente in fondo, pensa. Come tutti quelli che ci sono qui. 
“Siete tornate, non mi avete tradito allora” Chris col suo sorriso bianco le viene a salutare. 
Kim mangia e lo guarda con riconoscenza, un sorriso mezzo triste. Lui si ferma qualche secondo a guardarla negli occhi sempre sorridendo, anche se capisce che c’e’ qualcosa che non sta funzionando. 
“Certo che no - gli dice Elisa -. Voi le vacanze ve le sudate eh?” e accenna a tutta la gente che ancora non diminuisce. 
“Come tutti del resto” le risponde, ma si vede che e’ orgoglioso di come vanno le cose. E anche di tutto il lavoro e degli sforzi che fanno ogni giorno. 
“Hai perso la lingua tu?” lo chiede voltandosi verso Kim. 
Macche’, pensa lei. Ho solo perso la speranza. 
“E’ solo un po’ stanca - spiega Andrea -. E’ stata una lunga giornata per tutti”. 
Chris le rivolge un altro sguardo scettico. 
“Sara’.. Comunque ci vediamo domani mattina, vi accompagno a noleggiare la macchina”, e se ne va dopo un breve occhiolino. 
Il cuore annodato le si allarga un pochino. E sorride fissando il piatto. Chris. Che farei io senza di te. Come faro’ io senza di voi, quando dovro’ tornare in un posto che non e’ piu’ casa mia e nessuno mi accompagnera’ quando saro’ stanca o avro’ bisogno di fare una cosa. 
Come sara’, quando tornero’. 
“Non pensarci, adesso - le sussurra Elisa, come se le leggesse nel pensiero -. Pensa solo che siamo qui, a goderci questi giorni, e a non farteli rovinare da niente e nessuno. Soprattutto da nessuno”. 
Hai ragione, Eli. Su tutti i fronti. Lei la abbraccia e le nasconde il viso nella spalla. 
“Mi siete mancate cosi’ tanto”. Elisa ha gli occhi umidi e sente qualcosa di umido anche lei sulla spalla scoperta. Andrea fa il giro del tavolo, e anche lei abbraccia le sue due amiche. Kim pensa che vorrebbe stare cosi sempre, protetta e tra due persone vere, di cui potersi fidare. E vorrebbe tornare indietro nel tempo, a quando hanno varcato aule e istituti assieme, a quando c’erano a piangere con lei nel suo letto, a ridere in ogni momento, a salutarla al settore partenze dell’areoporto. 

Kyros guarda la scena dal bancone e un bicchiere gli scappa tra le mani, mentre lo strofina. Finisce a terra e si rompe. Le sue mani hanno tremato di nuovo, quando hanno visto Kim cosi’ piccola da dover essere difesa da altre due paia di braccia. I suoi occhi obliqui si fanno ancora piu’ obliqui quando aggrotta le sopracciglia e si china a raccogliere i cocci di quel bicchiere. Si volta di spalle per resistere ancora alla tentazione di guardare nella sua direzione. Vede solo con la coda dell’occhio Elisa che le passa la mano tra i capelli, e come quei capelli sembrino davvero rossi sotto la luce. E morbidi. 
Non ha potuto cambiare le ordinazioni, nemmeno controllarle. Troppo da fare. Ma avrebbe voluto. Avrebbe voluto assicurarsi ancora una volta che lei avesse avuto il meglio da quella sera. Avrebbe dovuto portarla all’areoporto invece che farci andare Lefteris, gli sarebbe piaciuto parlare un po’ con lei. Ma per qualche ragione, una ragione nascosta dentro di lui, nel profondo, una ragione con un nome e un grande vuoto intorno, ha lasciato che Lefteris guidasse il furgone, che Chris si offrisse di aiutarla con la macchina, che non ci fosse un momento per parlare. 
I suoi occhi sono come delle specie di magneti, pensa sorpreso. E anche al tavolo di fronte a lei, il ragazzo seduto in mezzo agli altri lo ha notato. Lo conosce di vista, lo ha visto spesso in giro. 
La mascella gli si irrigidisce. 
Non posso fare niente, pensa. Non ho il diritto di fare niente, visto come mi sono comportato in questi giorni. Ma la mascella rimane serrata, mentre a fatica continua ad occuparsi delle comande.
   
 
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