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Autore: Sammer    06/06/2019    0 recensioni
Questa one-shot, che vede come protagonisti Lysandro e Violet, è ambientata diversi anni dopo la fine del liceo, i due sono ormai adulti, si sono rincontrati per caso al parco e da quel giorno non si sono mai più lasciati.
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L'ho scritta per un contest sul forum, spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fattoria era un luogo tranquillo e pacifico, anche in giorni come quello, nei quali il temporale batteva contro i vetri della casa, si poteva respirare sempre un’aria di serenità.
Violet adorava quei giorni; lo scrosciare della pioggia, il profumo di erba appena tagliata e il venticello freddo che le accarezzava la nuca facendole venire i brividi la facevano sentire in pace con il mondo.
“Vieni sempre qui fuori quando piove…” osservò Lysandro portandole uno scialle, Violet arrossì leggermente, nonostante gli anni non riusciva ancora ad abituarsi alle attenzioni di suo marito. “S-si… Il mondo sembra quasi tacere visto da qui, non trovi?” gli rispose lei lanciando rapide occhiate nei suoi occhi eterocromi, Lys annuì e le sorrise mentre lei gli prese la mano e appoggiò la testa sulla sua spalla.
Restarono così per un po' contemplando ora la pioggia, ora il grado di intimità che si era creata tra di loro, quell’intimità tacita, ma quasi tangibile.
Lysandro non era più il ragazzo di una volta, ora portava i capelli lunghi raccolti in un largo codino ed il suo sguardo era più maturo e leggermente più cupo, aveva passato momenti difficili a causa dei quali era stato costretto ad accantonare i propri sogni, la morte dei suoi genitori e l’occuparsi della fattoria l’avevano catapultato nel mondo degli adulti dall’oggi al domani e spesso si perdeva nei suoi pensieri ricordando i concerti e le note della chitarra di Castiel. In quei momenti cupi, solo Violet riusciva ad alleggerirgli la vita con la sua ingenuità ed infinita dolcezza, lei che gli sorrideva e prendeva la mano, gli diceva che avrebbe sempre potuto scrivere canzoni e che sarebbe rimasta lì ad ascoltarle tutte le volte che lui avrebbe voluto.
Si erano rincontrati un giorno al parco, Violet era seduta sotto un albero intenta a dipingere chissà cosa e d'improvviso un ragazzo dai lunghi capelli bianchi le passò accanto con aria sognante. "Lysandro" chiamò lei in uno di quegli slanci di coraggio che raramente le capitava di vivere "Sei proprio tu?".
Il ragazzo si voltò alla ricerca della voce che lo aveva chiamato e così la vide, probabilmente per la prima vera volta. Lunghi capelli lilla legati in uno chignon disordinato le incorniciavano il volto, gli occhi grigi lo osservano curiosi ed un leggero sorriso le affiorò sul viso, ma poi, come se si fosse appena resa conto di ciò che aveva fatto, arrossì e abbassò lo sguardo.
"Scusami!" disse "Io… ti avevo riconosciuto e... volevo solo dirti 'Ciao' " concluse mentre rifuggiva lo sguardo del ragazzo di fronte a lei.
"Ciao!" rispose Lysandro con leggerezza e subito dopo cadde un silenzio imbarazzante dal quale nessuno dei due sapeva come scappare.
"Disegni?" chiese lui "Forse è meglio che va-" disse lei all'unisono per poi bloccarsi "Si…Oggi c'è qualcosa nell'aria o forse la luce, i colori… mi era venuta voglia di rappresentare tutto questo!" rispose esplodendo in un fiume di parole come spesso le capitava quando parlava di arte.
"Ti capisco…" ammise lui "Quando scrivevo prendevo ispirazione da tutto ciò che mi circondava… questa sarebbe stata un'ottima giornata per comporre…" osservò poi perdendosi nei ricordi.
In quel momento Violet notò tristezza nella sua voce ed una malinconia nel suo sguardo, "Ti andrebbe di vedere i miei disegni?" chiese timidamente sperando di poterlo distrarre da qualsiasi cosa lo incupisse e per fortuna ci riuscì non solo in quella, ma in molte occasioni a venire.
Ripensare ai giorni passati in quei momenti di silenzio, pace e amore risultava spontaneo ad entrambi.
“Ho voglia di disegnare…” ammise d’improvviso Violet continuando ad ammirare la pioggia che cadeva.
“Posso guardarti?” chiese lui quasi retoricamente.
“Me lo chiedi ogni volta...” osservò lei arrossendo e portandogli la braccia al collo in un tenero abbraccio.
“E tu ogni volta me lo permetti.” continuò Lysandro cingendole la vita e baciando sua moglie con dolcezza mentre la tempesta imperversava e il mondo taceva.
   
 
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