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Autore: fefi97    07/06/2019    9 recensioni
[sterek; sai tenere un segreto AU; altamente demenziale; tutti umani]
Derek ha dei segreti. Ma sono segreti piccoli, che non fanno male a nessuno. E se non dice al suo fidanzato che certi aspetti della loro relazione proprio non vanno, è solo perché non vuole ferirlo. Per questo ha dei segreti, per non ferire le persone, ed è più che legittimo.
Ma quando conosce Stiles Stilinski, improvvisamente non sembra esserci più spazio per i segreti.
Quando poi scopre che Stiles non è esattamente chi si aspettava che fosse, le cose non faranno altro che complicarsi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deputy Parrish, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo

 

 

 

Va bene.

Può darsi che io abbia qualche segreto.

Ma sono segreti piccoli, di quelli che abbiamo tutti.

Non devo sentirmi in colpa per questo, vero?

Voglio dire, sono segreti che non fanno male a nessuno.

Ad esempio, potrei effettivamente aver preso il romanzo preferito di Isaac e la cravatta prediletta di Jackson, quando mi sono trasferito con Stiles.

E, okay, potrei aver fatto finta di niente quando si sono lamentati della scomparsa degli oggetti. E, okay, magari ho lasciato che si incolpassero a vicenda e litigassero.

Ma non volevo ammettere che avessi preso quelle cose durante il trasloco per avere qualcosa di loro sempre con me, adesso che non abitiamo più insieme.

Un altro piccolo segreto potrebbe essere che, mentre ero sull'aereo diretto in Europa con le mie sorelle e i miei genitori, ho detto a Laura e Cora che volessi tenergli la mano perché mi erano mancate tanto.

In realtà volevo soltanto del contatto umano prima che l'aereo precipitasse, cadesse nell'oceano e noi morissimo tutti in stile Titanic.

Anche se alla fine non è morto nessuno e siamo arrivati sani e salvi a Parigi, proprio come Stiles mi aveva detto al telefono almeno venti volte.

A proposito di Stiles.

So di avergli promesso che avrei trattato in maniera professionale e distaccata Clark, il mio nuovo autista personale (Theo purtroppo è tornato in California da Liam e viene a New York solo saltuariamente, altrimenti so che avrebbe amato continuare il nostro rapporto lavorativo e di amicizia).

Gli ho promesso che non avrei più cercato di invitarlo a cena o di farmi mostrare le foto di sua moglie e delle sue figlie.

Ma non è colpa mia se Clark e io abbiamo gli stessi gusti teatrali! Il prossimo venerdì danno Billy Elliot e Clark aveva casualmente un biglietto in più. E poi il prossimo venerdì Stiles è a Chicago per lavoro, quello che non sa, non può ferirlo!

E comunque, ci tengo a precisare che non sono l'unico con segreti scabrosi. Alla festa di Natale dell'azienda dell'anno scorso, ho incontrato questo ragazzo super carino e simpatico e visto che Chris aveva praticamente rapito Stiles, mi sono messo a chiacchierare con lui. Era un ragazzo anche più giovane di me, con gli occhi chiari e i capelli castani e si è messo a parlarmi a raffica di suo marito, di quanto fosse dolce, perfetto, paziente e spiritoso. Di quanto lo assecondasse su tutto e fosse sempre sorridente e disponibile. E poi è spuntato Theo alle sue spalle e io stavo per dire al mio nuovo amico di scappare perché Theo era tipo l'incarnazione del malumore, dell'antipatia e del fatto che i robot presto avrebbero sostituito l'umanità, ma il mio nuovo amico ha strillato “amore” e si è gettato su Theo e lo ha baciato.

Ed è così che ho scoperto che Theo, mr. Robot, in realtà è il marito più melenso del mondo.

E' stato bellissimo passare la serata con loro e vedere la disperazione di Theo, diviso tra la voglia di uccidermi e la necessità di essere dolce e carino come al solito, davanti a Liam. Stiles mi ha rimproverato dicendo che è stato sadico da parte mia proporre a Theo di giocare a Pictionary quando non poteva rifiutare davanti a Liam, ma si vedeva lontano un miglio che stesse anche lui cercando di non ridere.

Ma torniamo a me e ai miei piccoli e assolutamente non importanti segreti.

Ad esempio, mi viene in mente che, anche se sono stato promosso e adesso sono responsabile marketing, tengo ancora la tazza del miglior migliore amico del mondo sulla mia scrivania. E ogni tanto uso il computer per controllare il mio oroscopo. Ma non spesso. E una volta o due è capitato che fingessi di leggere una pratica, ma in realtà stessi leggendo People.

Ma a parte questo, sono totalmente professionale.

A parte quando Lydia e io fingiamo di dover cercare qualcosa in archivio per poter andare da Starbucks.

Ho promesso a Lydia che le avrei pagato il caffè da qui all'eternità se mi avesse perdonato e lei ha accettato. E' un prezzo che pagherei mille volte per la nostra amicizia.

Non deve per forza sapere che i nostri caffè sono sempre offerti dalla casa, visto che sono il fidanzato di Stiles e sembra che il gestore di Starbucks sia un grandissimo fan di Amazzonia.

Non è colpa mia!

Un altro piccolo segreto potrebbe essere che, anche se Erica pensa di avere il pollice verde, in realtà io stia giornalmente concimando la sua piantina con un fertilizzante speciale che mi ha consigliato Jordan.

Su questo mi rifiuto di sentirmi in colpa! Sto facendo del bene, solo non voglio che Erica lo sappia e si illuda che non siamo più nemici mortali solo perché sto cercando di rimediare a anni e anni in cui ho avvelenato la sua piantina.

So che ho promesso a me stesso che non avrei mentito a Jordan mai più, ma forse non ero proprio sincero sincero sincero quando mi ha fatto vedere la casa dove lui e Eric si sono trasferiti e ho strillato che fosse incantevole.

Penso che quei cavalli imbizzarriti dipinti su ogni parete siano un po' troppo, okay?

E' legittimo avere opinioni diverse. Solo che ho preferito non dirglielo per non ferirlo, che male c'è?

Stiles ha provato a fare un commento sul poster di Balla coi Lupi a grandezza naturale in salotto, ma gli ho stretto il braccio abbastanza forte da fargli dire con un sorriso sarcastico quanto fosse “elegante e raffinato” il loro arredamento.

Per fortuna né Jordan né Eric colgono con facilità il sarcasmo.

E, okay, magari l'ultima volta che siamo stati in Scozia a trovare Dalia, forse non avevo davvero gli occhi rossi perché stavo sbucciando una cipolla, ma perché Dalia mi aveva chiamato per la prima volta zio Derek mentre giocavamo ai dinosauri.

A giudicare da come Kira ha alzato gli occhi al cielo e Stiles ha ghignato con tenerezza, direi che non sono stato molto convincente.

Stiles è abbastanza tollerante quando dico le mie non proprio verità alle persone. Anche se ogni tanto mi pugnala alle spalle, come è successo quando mi ha portato a Beacon Hills a conoscere suo padre.

Okay, potrei aver detto che penso che lo sceriffo sia una professione straordinaria e potrei aver buttato lì che sono un grande appassionato di film western, quelli con lo sceriffo che va in giro a cavallo eccetera. Ma l'ho detto solo perché ero nervoso e volevo fare colpo sul padre del mio fidanzato!

Stiles non ha detto niente, limitandosi a sorridermi con un angolo della bocca, le sopracciglia sollevate.

Poi si è girato verso suo padre e gli ha detto che sono un grande appassionato di pistole.

E così il padre di Stiles mi ha parlato per tre ore e mezza di tutti i tipi di pistole in circolazione, di come si spara, cos'è il contraccolpo e come si smonta e carica una calibro nove.

Volevo morire.

E in tutto questo Stiles mi stava accanto, cercando di non ridere mentre io facevo del mio meglio per apparire interessato ed entusiasta. Che stronzo.

Uno stronzo che amo.

Non gli mentirei mai, davvero.

Okay, forse non ero proprio sincero quando gli ho detto che con Clark stessi mantenendo un rapporto puramente professionale, come mi aveva raccomandato.

Ma è tutto qui.

Oh, okay.

Forse c'è un'altra cosa. Una cosa piccola, successa proprio ieri notte.

Forse ho frugato nelle tasche del giaccone di Stiles, mentre Stiles era sotto la doccia dopo che avevamo fatto l'amore.

Ma l'ho fatto solo perché lui ha passato una settimana a tastarsele con aria nervosa e io sono una persona curiosa!

Non è colpa mia se dentro una delle tasche c'era una scatolina.

E se dentro la scatolina c'era un anello.

Io comunque ho dato solo una sbirciata! Ho appena fatto in tempo a notare che fosse una fede d'argento e che all'interno ci fosse inciso il mio nome in corsivo, insieme alla data in cui ci siamo conosciuti.

Quindi le cose stanno così.

Stasera, alla nostra cena di anniversario alla Petite Paris, mentre siederemo al tavolo che Miles ci ha appositamente riservato, mangiando cheesecake e spezzatino al curry, Stiles mi chiederà di sposarlo.

Non sto uscendo di testa, davvero.

Non ho chiamato Isaac e Jackson alle tre di notte per urlarglielo, – dirglielo.

Non ho mandato mail a praticamente tutti quelli che conosco.

Sono stato composto e discreto, ripetendomi ossessivamente che io in teoria non avrei dovuto saperlo.

A mia difesa, Stiles mi aveva già dato alcuni segnali.

Il mese scorso, durante quella cena con un suo socio di Boston, quando Walt si è riferito a me come “suo marito”, Stiles non lo ha corretto.

E poi aveva quello sguardo strano, quando gli ho detto che Jackson avesse chiesto a Isaac di sposarlo.

Ma non c'è problema!

Sono bravissimo a fingermi sorpreso, non si accorgerà di nulla!

Sto provando da tre ore allo specchio la mia migliore espressione sconvolta alla oh-mio-dio-non-me-lo-sarei-mai-mai-mai-aspettato, e anche la migliore inclinazione del tono di voce per quando dirò “sì”.

Ho deciso che dirò a Stiles che ho intenzione sposarlo in maniera dolce, pacata, quasi come se gli stessi facendo un favore donandogli me stesso per l'eternità.

Non voglio assolutamente apparire disperato, come se morissi dalla voglia di sposarlo! E non è così. Assolutamente no.

Insomma, ho segreti di questo tipo.

Niente di speciale.

So che non dovrei mentire al mio futuro marito, ma è solo per non farlo rimanere male e rovinargli tutta la sorpresa!

Che c'è di male?

 

 

 

 

 

Scendo di corsa le scale d'ingresso dell'azienda, precipitandomi verso la jeep di Stiles.

Stiles è appoggiato alla fiancata dell'auto, ha le braccia incrociate su una semplice camicia blu e sorride a non finire, luminoso e bello come il sole.

Ha pure messo la giacca elegante, ed è ancora più bello del solito.

Adoro Clark, davvero, ma amo quando Stiles riesce a venirmi a prendere al lavoro con la sua stupida jeep scassata.

E poi oggi è il nostro secondo anniversario, dobbiamo andare al ristorante con la jeep.

Stiles e io faremo esattamente le stesse cose dell'anno scorso. Ceneremo alla Petite Paris, ordineremo la cheescake da portar via e la andremo a mangiare sulla nostra panchina in riva al mare, dove vedremo il documentario sul Titanic e poi torneremo a casa e faremo l'amore per ore.

Solo che, stasera, c'è qualcosa di diverso.

Stiles mi chiederà di sposarlo.

Non sto più nella pelle.

Cioè.

Sono abbastanza contento.

Voglio dire, gli posso concedere l'onore di diventare mio marito, presumo.

Oh mio Dio, non vedo l'ora di dirgli di sì, porca puzzola!

Corro tra le braccia di Stiles, praticamente buttandomi addosso a lui.

Stiles ride con calore, mentre mi prende tra le braccia e mi bacia a lungo.

I suoi occhi brillano nei miei, mentre mi tiene ancora stretto.

-Buon anniversario, piccolo. -

-Buon anniversario. - mormoro di rimando, estasiato.

Non ce lo eravamo ancora detti di persona.

Stiles è dovuto uscire di casa prestissimo stamattina per andare a una riunione fuori città, così quando mi sono svegliato ho trovato solo il letto vuoto e un mazzo di dalie bianche sul mio comodino, con un bigliettino verde e la scrittura disordinata di Stiles che mi diceva ti amo.

E ovviamente c'era anche la colazione più disgustosa mai vista ad attendermi in cucina.

Di solito abbiamo una cuoca che si assicura che non moriamo di fame, ma Stiles e io ci sforziamo di cucinare da soli per le occasioni speciali. Il risultato è sempre terrificante, ma a noi piace così.

Da parte mia, ho messo ieri sera il fascicolo Harris nella valigetta di Stiles, con attaccato un post- it con scritto “per ricordarti che ti amo”. Ci ho anche disegnato un piccolo dinosauro. E una magnifica ricostruzione del Titanic in miniatura.

Jackson ha detto che faceva schifo, ma lo sanno tutti che le foto non rendono.

Comunque a Stiles è piaciuto, ha capito il simbolismo che sta dietro il fascicolo Harris, e questo è l'importante.

-Fame? - chiede Stiles, lasciandomi andare ed aprendomi la portiera.

-Da morire. - dico sincero e Stiles ridacchia, mentre chiude con delicatezza la mia portiera e fa il giro dell'auto.

In macchina ci raccontiamo come siano state le nostre giornate, mentre io tengo una mano di Stiles tra le mie, in grembo.

Quando siamo quasi arrivati al ristorante, Stiles ferma la macchina sul ciglio della strada, mi guarda e io capisco immediatamente.

Senza dire nulla, scendo dall'auto con un sorriso.

Salgo sul retro, mettendomi dietro il sedile di Stiles.

Stiles sorride, mentre i suoi occhi incrociano i miei dallo specchietto.

-Dove la porto, signorino? -

So che dovrei mantenere il personaggio e dire la battuta, ma scoppio a ridere, sporgendomi felicemente verso Stiles e tirandolo finché quasi non lo trascino con me sui sedili dietro.

Lo bacio e Stiles ride sulle mia labbra, accarezzandomi i capelli con una mano.

Isaac dice che Stiles e io siamo la coppia più monotona e chiusa che conosca, con le nostre tradizioni, tutti i nostri sguardi in codice e le cose che sappiamo solo noi, come il fascicolo Harris.

Ma a me non importa.

Non penso di essere mai stato così felice.

 

 

 

 

 

-Spezzatino al curry per il signorino, filetto con patate glassate per il signore. -

Miles ci deposita i piatti davanti, sorridendomi con calore. Lo ricambio e mi trattengo a malapena da attaccare un discorso su come stiano sua moglie e i ragazzi, solo perché non voglio che Stiles ricominci con la storia che do troppa confidenza alle persone.

E' assurdo!

Quando Miles si allontana, Stiles sta già tagliando il suo filetto perfettamente a metà. Me ne mette una parte nel piatto, insieme a un po' delle sue patate. Io faccio lo stesso con il mio spezzatino, facendone scivolare un po' nel piatto di Stiles.

Anche questa è una nostra tradizione. Ed è anche un'ottima precauzione per non litigare mai più sulle portate.

-Mercoledì prossimo ho una cena di lavoro, a casa di Nancy – dice Stiles dopo un po', alzando gli occhi al cielo come per sottolineare quanto consideri la cosa noiosa, facendomi sorridere leggermente – So che queste cose sono tediose da morire, ma ti va di accompagnarmi? Puoi raggiungermi dopo il lavoro. -

Annuisco, bevendo un sorso di vino (che Stiles si è premurato di versarmi prima di posizionare la bottiglia il più lontano possibile da me).

-Certo, sai che non ti abbandonerei mai. E poi mi piace quando sparliamo dei tuoi colleghi –Stiles ride, mentre io mi faccio pensieroso – Devo solo chiedere a Clark se può accompagnarmi. -

Stiles ritorna serio, guardandomi con un filo di esasperazione.

-Per l'ennesima volta, Derek. Non devi chiedere a Clark se può accompagnarti. E' letteralmente il suo lavoro accompagnarti ovunque tu voglia. Lo paghiamo per questo, non per farvi andare insieme a vedere Billy Elliot a teatro. -

Assumo di colpo un'espressione colpevole.

-Lo sapevi? -

Stiles inarca un sopracciglio, ma sta sorridendo con un angolo della bocca.

-Tesoro, hai moltissime qualità che io amo, ma temo che la discrezione non faccia parte di queste. -

Metto su il broncio.

-Va bene, devo comunque chiedere a Clark se non ha altri impegni. - insisto, piccato.

-Gentile da parte tua chiedergli se ha tempo di fare il suo lavoro. -replica Stiles, con un sorriso sarcastico.

Lo fisso, mordendomi un labbro.

-Non voglio parlare di queste cose! - esclamo, lamentoso – Finiamo sempre per litigare quando discutiamo del mio modo di approcciarmi ai dipendenti e stasera non voglio. -

Stiles ride morbido, sporgendosi ad afferrarmi una mano, in maniera rassicurante.

-Il problema è proprio il tuo non considerarli dipendenti, ma come vuoi piccolo – mi strizza l'occhio, strappandomi un grosso sorriso – Vorrà dire che litigheremo domani. -

La serata procede benissimo, Stiles e io chiacchieriamo e ridiamo come al solito, parlando di quanto sia assurdo il nuovo quadro che Eric e Jordan hanno comprato o quanto sia insopportabile Isaac in modalità “organizzazione matrimonio”.

Solo che io sono sempre più nervoso man mano che il tempo passa.

Okay.

Quand'è che Stiles mi chiederà di sposarlo?

Sicuramente dopo cena. Sì, sicuramente.

Appena i nostri piatti saranno vuoti e il vino sarà quasi finito, Stiles tirerà fuori quell'anello meraviglioso e mi chiederà di sposarlo.

E io dirò di sì, ovviamente.

Dio, muoviti Stiles.

Ormai fremo sulla sedia, devo stringere con le dita i bordi della mia sedia per impedirmi di balzargli addosso, tramortirlo e prendere dalla tasca della sua giacca ciò che è mio.

-Derek. -

Raddrizzo di scatto la testa, smettendo di fissare la sua giacca e guardando Stiles.

Oh mio Dio.

Mi sa che ci siamo.

Sguardo serio...

Lingua nervosa sulle labbra...

Occhi che brillano...

Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio.

Ricorda Derek, qualsiasi cosa accada, dimostrati superiore. Dì di sì, ma con distacco.

Stiles si porta lentamente una mano alla tasca della giacca e io mi sento svenire.

Ci siamo!

-So che ci eravamo detti di non farci regali... -

Derek, respira. Inspira ed espira, inspira ed espira.

-...ma spero che vorrai accettare un piccolo pensiero da parte mia. -

-Sì, mille volte sì! - quasi urlo e vorrei strozzarmi con le mie stesse mani.

Cazzo, avrei dovuto aspettare almeno che tirasse fuori l'anello.

Ma Stiles mi guarda un po' perplesso, mentre tira fuori dalla tasca un... cosa?

Due biglietti aerei?

Che ne è stato del mio anello?

Che ne è stata di tutta la mia vita da passare accanto a Stiles?

Io odio prendere l'aereo!

A che gioco sta giocando?

Cerco di calmarmi, mentre lentamente prendo i biglietti che Stiles mi sta porgendo.

Immediatamente il cuore mi si scioglie.

Sono due biglietti aerei per la Scozia, per il mese prossimo.

Andiamo da Dalia.

-Non sei felice? -

Alzo gli occhi sull'espressione incerta e dispiaciuta di Stiles e mi sento subito in colpa.

-Certo che sono felice. - dico con forza, ed è la verità.

Io adoro Dalia. Vorrei che potessimo vederla più spesso, vorrei che Kira accettasse di trasferirsi a New York come Stiles le ha proposto mille volte. Amo andare a trovarla, affronto volentieri un viaggio infinito in aereo, se so che poi il premio sarà il suo sorriso.

Però...

Dov'è il mio anello.

Dov'è la nostra vita da passare insieme.

Dov'è la mia proposta di matrimonio a cui rispondere sì con aria di sufficienza!

Stiles mi studia con occhi acuti e io distolgo in fretta lo sguardo perché so che leggerà la verità sul mio viso come sempre.

-Sei arrabbiato perché ho rotto la promessa di non fare regali? - insiste Stiles, e in qualsiasi altro momento troverei la sua ansia immotivata tenera.

Ora voglio solo scuoterlo urlando “dammi il mio anello!”.

-Non sono arrabbiato – lo sguardo di Stiles è ancora scettico, allora mi stringo i biglietti al cuore e cerco di formare un sorriso sincero – Grazie mille. Sono molto felice. -

-Mh. -

Stiles mi fissa ancora come se non credesse a una sola parola di quel che ho detto e improvvisamente mi sento a disagio. Poso i biglietti sul tavolo e mi alzo in piedi.

-Devo andare in bagno. - annuncio con decisione.

Lo sguardo di Stiles è sempre più confuso.

-Okay... -

Prima che possa dire altro, sto marciando in bagno.

Non appena entro, mi chiudo la porta alle spalle ed estraggo il mio cellulare (un regalo di Stiles. Ha detto che era colpa sua se avevo gettato il mio dalla finestra e si sentiva in dovere di rimediare).

Avvio la chiamata, fremente.

Con mio disappunto, il telefono squilla per un minuto buono.

Isaac un tempo era molto più efficiente a rispondere al telefono. Jackson lo ha rovinato.

Finalmente risponde.

-Mh... - risatina, rumori strani, molle del letto che scricchiolano e Jackson che sbuffa – Derek? Tutto bene? -

-Stiles non mi ha ancora chiesto di sposarlo! - esclamo indignato, rifiutandomi categoricamente di preoccuparmi del momento che ho interrotto.

-Cosa? Stiles non ha ancora... Jackson, fermo! -

Sento il bip del viva voce e faccio appena in tempo ad alzare gli occhi al cielo, che una seconda voce si unisce ad Isaac.

-Porca puttana, Derek! Devi smetterla di chiamarci ogni volta che ti spezzi un'unghia! - sbraita Jackson, con un po' di fiatone – Stavamo scopando qui! Che cazzo vuoi? -

-Jackson! -

-Non capisco! - mi lamento, ignorandoli – C'era l'anello ieri sera, io l'ho visto! Perché ancora non mi ha chiesto di sposarlo? Era tutto perfetto, avevamo appena finito di cenare, era il momento giusto! -

-Sei sicuro che l'anello fosse per te? - chiede Isaac, un po' distratto e con la voce pesante.

E' ovvio che Jackson gli stia facendo cose indicibili, per fare domande così sceme.

-C'era il mio nome sull'anello! - esclamo, furioso e indignato.

-Magari te lo darà dopo... - cerca di calmarmi Isaac, con tono conciliante. Sento Jackson sbuffare di nuovo, quindi credo gli abbia fatto smettere di fare qualsiasi cosa stesse facendo.

-Magari dovresti semplicemente rilassarti e ricordarti che non avresti dovuto nemmeno sapere di questa cosa! Se tu ti facessi gli affari tuoi, queste cose non succederebbero. - mi rimbecca Jackson.

-Non l'ho fatto di proposito! - mi difendo, arrossendo appena – Mi è capitata tra le mani la scatolina e ci ho dato uno sguardo, chiunque lo avrebbe fatto! -

-Derek, ascolta. Ora torni di là, cerchi di goderti la tua cena di anniversario con l'uomo che ami e smetti di fare il pazzo, okay? - interviene Isaac, con tono autoritario.

Metto il broncio.

-Va bene! - esclamo alla fine, con rabbia – Siete inutili, per la cronaca! -

-Sì, sì, lo sappiamo! Chiamaci domani, non prima! - taglia corto Jackson e le ultime cose che sento prima che riattacchi sono la risata di Isaac e il suono di un bacio.

Non ci posso credere che siano così egoisti da abbandonarmi solo per scopare! L'amore li ha rovinati.

Se non li amassi, boicotterei il loro matrimonio a giugno, davvero.

Con l'umore sotto i piedi, torno in sala.

Stiles è seduto al nostro tavolo, sta guardando il cellulare, come al solito.

Però gli devo dare il merito di non averlo guardato nemmeno una volta mentre era con me. Faccio un sospiro lieve, mentre lo osservo con occhi innamorati.

Quanto è bello, con la sua barba di due giorni e i capelli scombinati.

Io lo amo.

Lo amo e non importa se non mi chiederà di sposarlo proprio stasera, non c'è fretta.

Sono davvero convinto di questo pensiero, ma poi Miles mi passa accanto, con una serie di piatti vuoti tra le braccia.

Immediatamente, gli sono accanto.

Miles mi lancia subito un'occhiata allarmata e impaurita, ma io lo ignoro.

-Miles, tu sai qualcosa dell'anello? -chiedo a bruciapelo.

-L'anello, signorino? - domanda Miles, con un tono lamentoso che implica un tacito “ma perché”.

Inarco le sopracciglia con aria cospiratoria.

-Sì. L'anello. Stiles lo ha per caso fatto mettere in una delle due cheesecake da portar via? -

-No, signorino – Miles mi guarda ad occhi spalancati, sinceramente perplesso – Penso che violerebbe almeno venti norme igienico-sanitarie. -

Sento il cuore sprofondare.

Okay, so che l'anello nella torta è una delle cose più pacchiane del mondo, ma Stiles sa che mi piacciono queste cose da commedia romantica, quindi avevo pensato che forse...

Ma no!

Cosa dico!

E' ovvio che Stiles mi chiederà di sposarlo mentre guardiamo il finto Titanic in riva al mare!

Saremo sotto la luna e le stelle, con il mare a pochi passi... è super romantico!

Produco un sorriso enorme mentre abbandono il povero e confuso Miles e mi dirigo con passo allegro verso Stiles.

Ora sono molto più tranquillo.

Andrà tutto benissimo, ne sono sicuro!

 

 

 

 

Quando torniamo a casa, sono a un passo da un disastroso e inevitabile crollo emotivo.

Stiles non mi ha chiesto di sposarlo.

Nemmeno quando ha stoppato il documentario e messo il vero Titanic e si era creata la giusta atmosfera romantica.

Okay, le cose sono due.

Potrebbe aver perso l'anello.

Sarebbe una cosa tipica di Stiles, è persino più disordinato di me.

Oppure...

Potrebbe aver cambiato idea.

Oh mio Dio, magari adesso il mio anello è stato fuso ed è destinato a diventare un qualche scaldabagno perché Stiles non vuole più sposarmi.

Sono a pezzi.

Mi sono buttato sul divano con aria depressa non appena siamo entrati a casa, e non ho nessuna intenzione di muovermi da qui tanto presto.

Perché Stiles non vuole sposarmi?

Okay, so di non essere perfetto.

E l'altro giorno ho pure rotto non so che bicchiere di cristallo da centinaia di dollari (la cameriera era disperata, io continuo a pensare che volessi solo rendermi utile aiutandola. A Stiles comunque non sembrava importare molto, non si ricordava nemmeno di quel servizio di bicchieri. Non credo che sia per questo che non voglia sposarmi).

Ma Stiles mi ama. Stiamo insieme da due anni. Il fatto che lasci che i suoi soci si riferiscano a me come suo marito, lo sguardo che mi ha rivolto quando gli ho detto del matrimonio di Jackson e Isaac... deve significare pur qualcosa.

Forse mi ama, ma non è pronto a sposarmi.

Va bene, rispetterò questa sua scelta.

Certo, io gli chiederei di sposarmi anche domani, ma visto che aveva comprato lui l'anello e fatto il primo passo, mi sembra un po' brutto prendere in mano la situazione.

No, devo solo aspettare con pazienza che Stiles sia di nuovo pronto a farmi la proposta.

D'altronde io sono una persona molto paziente.

Sarà più facile di quel che credo.

-Sei contrariato, piccolo? - chiede Stiles in tono leggero, mentre appende la propria giacca all'ingresso.

Emetto un grugnito sconfortato, affondando ancor di più nella pelle del divano.

-Tutto bene. - mugugno, rifiutandomi di guardarlo.

Stupido quasi marito.

No, Derek! Avevi promesso a te stesso che saresti stato paziente, ricordi?

-Sei sicuro? Sembri incredibilmente triste per uno che sta bene. - commenta Stiles in tono bonario, con un pizzico di presa in giro.

Ovviamente, ciò non fa che aumentare la mia irritazione.

-Ho detto che sto bene! - sbotto, anche se sento gli occhi lucidi.

Stiles mi prende in giro. Mi prende in giro quando io ho passato le ultime ventiquattrore a pensare quanto sarebbe stato meraviglioso sposarlo.

Stiles non si scompone, si limita a un verso pensieroso mentre si posiziona dietro il divano e mi mette le mani sulle spalle.

Devo lottare veramente tanto contro me stesso per non scrollarmelo di dosso.

-Non c'è niente che possa fare per farti sorridere? -

Mi imbroncio ancora di più, anche se Stiles non può vedermi in faccia.

-No, tranquillo. Va tutto bene. - ripeto, meccanicamente, tirando su con il naso.

-Mh – Stiles toglie una mano dalla mia spalla e sento che si sta frugando nella tasca dei jeans. Mi passo una mano sugli occhi lucidi, dicendomi che un fazzoletto è proprio quello di cui ho bisogno – Vediamo se così, forse... -

E poi mi fa ondeggiare qualcosa davanti alla faccia.

Non è un fazzoletto.

Oh mio Dio...

E' la scatolina.

E' aperta.

E dentro c'è il mio anello, il mio bellissimo anello, semplice, lucente, perfetto.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, mentre boccheggio senza riuscire ad articolare nessuna parola.

Sento Stiles ridere in maniera soffice alle mie spalle e nel giro di pochi secondi ha fatto il giro del divano ed è inginocchiato davanti a me, con la scatolina in mano.

Sorride più luminoso che mai, gli occhi che brillano.

-Pensavi davvero che non avessi capito che lo sapevi? - sussurra, in un tono tra il tenero e il divertito.

Sbatto velocemente le palpebre, guardandolo con un piccolo sorriso incredulo e lacrimoso.

-Lo sapevi?!-

Stiles ride, guardandomi con assoluto amore.

-Avevo intuito qualcosa ieri notte, quando sono tornato a letto e hai esclamato totalmente a caso “oh mio Dio, ti amo tantissimo!”. -

Arrossisco al ricordo.

Okay, effettivamente avrei potuto essere più discreto.

-Poi stasera ho avuto la conferma man mano che il tempo passava e tu ti imbronciavi sempre di più – Stiles si morde un labbro, guardandomi con aria colpevole – Non ho resistito a prenderti un po' in giro, perdonami piccolo. -

Assottiglio gli occhi, ma sorrido.

-Sei crudele. Meschino. Stupido. Stronzo e... -

-Vuoi sposarmi, Derek? - mi interrompe Stiles, con un sorriso enorme, sollevando un po' la scatolina.

Non posso fare a meno di notare che anche i suoi occhi siano un po' lucidi adesso.

Allungo una mano e gli accarezzo una guancia, pungendomi con la barba. Stiles inclina il capo, appoggiandosi al mio tocco, senza smettere di fissarmi trepidante.

Okay Derek.

E' il tuo momento.

Dimostrati superiore.

Discreto.

Sobrio.

-Certo. Oh mio Dio. Certo! Certo, sì! - a questo punto Stiles sta ridendo, mentre io gli sono saltato addosso, facendoci cadere sul tappeto, noi e il mio anello – Mille volte sì! - strillo ancora, riempiendogli il volto di baci.

Stiles ride e ride, ricambiando ogni bacio e stringendomi forte a lui.

Alla fine, ansimante, riesce a recuperare l'anello e a infilarmelo all'anulare, continuando a tenermi abbracciato a lui.

Stiles fissa il mio dito, ma io fisso lui, il suo viso rosso per le risate e la nostra mezza lotta, gli occhi luminosi, il sorriso felice.

E improvvisamente lo realizzo.

Sarei stato felice di passare tutta la vita accanto a lui anche senza matrimonio.

Stiles alza di scatto il volto verso di me e i suoi occhi si fanno subito dolci nei miei. Mi abbraccia forte, premendomi il volto contro il suo collo mentre affonda il suo tra i miei capelli.

-Lo terresti un segreto per me? - sussurra contro il mio orecchio, lasciandoci un piccolo bacio.

Annuisco, stringendo forte le dita sul tessuto della sua camicia.

Il mio anello brilla come non mai anche nella penombra.

Stiles esala un sospiro tenero contro il mio orecchio.

-Ti amo, come non ho mai amato nessun altro. Sarà sempre così. -

Sorrido, commosso.

La cosa strana, è che per una volta il suo segreto coincide perfettamente con uno dei miei.

Eppure, mentre Stiles mi stringe a sé, mi bacia e mi spoglia con tenerezza, arrivo alla conclusione che non potrò mai più avere segreti con quest'uomo. Non posso e non voglio.

Sarò sempre un libro aperto con lui, lo giuro.

Per quanto riguarda gli altri...

Beh.

I miei sono segreti piccoli, che non fanno male a nessuno.

Che male c'è?

 

 

 

 

ANGOLINO

 

Eccoci qui <3

La storia è finalmente finita! Spero che sia riuscita a farvi ridere o a strapparvi un sorriso, perché l'ho scritta con l'intento preciso di far ridere ( se qualche volta sfociava nell'angst è perché non ne posso proprio fare a meno, scusate).

Grazie mille a chiunque abbia commentato o anche solo letto questa trashatina, davvero <3

Un grazie speciale alle mie cicce, vi amo <3

Un grazie speciale a Giuls, che ha letto ogni capitolo sclerando tantissimo, facendomi ridere e rallegrandomi per molti venerdì. Avevo in mente questo epilogo da tempo, ma le aggiunte sulla vita di Eric e Jordan sono tutte a suo beneficio. Spero che non mi odierai troppo per la fine di questa storia, ricordati che io ti amo <3 (ora sgancia la preferita, sai di cosa sto parlando).

Per chi mi ha chiesto di Odi et Amo, spero di riuscire ad aggiornare prima o poi, ora che questa storia è finita, ma non prometto niente perché sono in piena sessione, sorry.

Che dire, ancora mille volte grazie e un bacione grande a tutti <3

Fede <3

  
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