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Autore: Stella cadente    09/06/2019    3 recensioni
Hogwarts, 2048: dopo la Seconda Guerra Magica e una lunga ricostruzione, la Scuola di Magia e Stregoneria è di nuovo un luogo sicuro, dove gli studenti sono alle prese con incantesimi, duelli con compagni particolarmente odiosi, le loro amicizie e i loro amori – come qualunque giovane mago o strega.
Ma Hogwarts cova ancora dei segreti tra le sue mura; qualcosa di nascosto incombe di nuovo sul mondo magico e sulla scuola, per far tornare un conto in sospeso rimasto sepolto da anni...
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«Che cosa gli è successo?»
Il Preside sospirò.
«Anni fa, Black era Preside, ma... ben presto fu chiaro a tutti quale fosse la sua reale intenzione. Non voleva fortificare Hogwarts, bensì renderla più intollerante. Tutti noi insegnanti abbiamo temuto, finora, che tornasse. Io l’ho sconfitto ed esiliato, ed io l’ho privato di quello che era il suo posto. Un posto ambito, e soprattutto influente.»
[...]
«Ascoltami, Elsa» riprese, con tono cupo. «Fa’ attenzione, soprattutto al tuo potere. C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo.»
Pausa.
«Ricorda», aggiunse, «la paura sarà tua nemica.»
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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37.

 
 
Vaiana guardava la polvere azzurra che si infrangeva contro le pareti della sfera di cristallo, producendo movimenti simili alle onde del mare. Distratta, seguiva il fluttuare quieto di quell’incantesimo, mentre ascoltava la voce di Judy che ragionava lucidamente – come sempre.
«Altre due morti» stava dicendo la sua amica, cupa. «Deve esserci sicuramente dietro qualcosa, anche se non sappiamo cosa. Questi omicidi non possono essere casuali.»
«Sappiamo che Megara era in stretto contatto con quei Grifondoro e il ragazzo di Tassorosso» ragionò Maui, «quindi, per quanto riguarda lei, credo che il motivo sia questo. E per gli altri... non saprei.»
«Ercole Thunder è rimasto ucciso per difendere Megara, mi pare evidente» proseguì Nick. «Sono morti nello stesso momento, eppure solo lei aveva i segni tangibili di una maledizione in corso. Lui non c’entrava niente, probabilmente: si è solo messo nel mezzo» concluse, serio.
«Secondo voi che cosa potrebbe significare quel simbolo, quello che abbiamo trovato in biblioteca?» chiese Judy. «Maui, tu sei un esperto di rune e incantesimi antichi. Hai qualche idea?»
L’espressione del Serpeverde si rabbuiò ulteriormente. «Sì. Ma spero proprio che non sia reale» si limitò a dire, fissando improvvisamente il pavimento.
«Maurice» lo chiamò Nick, usando il suo nome per intero. «Che cosa c’è?»
Gli occhi di Vaiana si posero finalmente su di lui.
Non dirlo. 
«Io... penso che ci sia un rituale oscuro in corso, proprio nella scuola. Alcuni rituali richiedono il sacrificio di un certo numero di vite, prima di essere attuati definitivamente. Di solito» si interruppe per un secondo, poi riprese, «il numero delle vittime è uguale al numero di persone necessarie per portare a termine il rituale. Qualcuno può rimanere comunque ucciso, ma i bersagli significativi sono pochi – per esempio, quattro o cinque al massimo.»
«Bene» fece Judy, prendendo un sospiro. «Anche se questo non ci porta comunque da nessuna parte. Non sappiamo quanti siano i bersagli di Black, quindi continuiamo a vagare nel nulla.»
«Merman, tempo fa, disse che aveva bisogno di quattro studenti» irruppe Nick. «Non ti ricordi? E adesso ne sono morti...»
«... Tre» terminò lei, avvertendo un brivido agitarsi nel suo stomaco.
Vaiana guardava i suoi amici, intanto, senza dire niente. Rigida, inespressiva, si limitava a fissarli, la bocca che voleva parlare, muoversi, articolare pensieri e immagini, invano.
«Vaiana, tutto bene?» le chiese poi Judy, guardandola con apprensione.
«Sì» rispose lei, troppo velocemente, alzandosi poi in piedi e recandosi verso l’uscita della Sala Comune. «Scusatemi, ragazzi, è solo che... devo fare due passi» si limitò a dire, mentre ascoltava la magia dentro di lei agitarsi, pulsare, portarla via come un’impetuosa onda nera.
«Non puoi andare da sola» l’ammonì Maui, con tono quasi protettivo.
«Sì che posso» si irrigidì lei. «Vi prego.»
Disse solo queste parole, poi corse via dalla Sala Comune, lasciandosi dietro l’inquietudine dei suoi amici e il silenzio che aleggiava tra di loro.
«La cosa non mi piace» disse Nick, lo sguardo ancora fisso sulla porta. «È da quella volta in biblioteca che si comporta in modo strano.»
«Lo so» disse Judy, preoccupata. «È rimasta immobile soltanto un momento, quella volta, e poi non ha detto più niente.»
«Ho una teoria» disse Maui. «Ma non vi piacerà. Prima di tutto, devo farvi una confessione: Vaiana non vorrebbe che ve lo dicessi, ma credo che in questo momento non ci sia più tempo per i segreti. E poi, questa è una cosa troppo importante.»
I suoi amici restarono in silenzio, come per incitarlo; Nick lo guardava fisso negli occhi, mentre Judy si era perfino protesa leggermente in avanti.
«Vaiana ha dei poteri particolari, che esistono da quando è nata» fece una pausa, per permettere agli altri due di metabolizzare quella frase, poi proseguì, «esattamente come Elsa Arendelle.»
«Perché non ce lo ha detto?» chiese Judy; appariva ferita da quel segreto che la sua amica continuava a mantenere ostinatamente.
«È sempre stata molto abile nel nasconderlo» disse il Serpeverde. «Lo avrebbe fatto anche con me, se non l’avessi scoperta io stesso. Una volta, al primo anno, l’ho vista vicino al Lago Nero, a gambe incrociate, che osservava distrattamente l’acqua. Guardando con più attenzione, mi sono reso conto che un tentacolo d’acqua le ondeggiava davanti, e che lei sembrava governare i suoi movimenti con le mani.»
«È in grado di controllare l’acqua?» fece Nick, incredulo.
«Sì. Eravamo amici da poco, quando l’ho scoperto, e lei mi ha pregato di non dirlo a nessuno. Temeva che gli altri l’avrebbero vista come un mostro. Comunque, da allora non ha più voluto parlarne, ed io non l’ho più vista usare questa sua capacità... è come se la temesse, soprattutto adesso. E ne capisco benissimo il perché.»
«Potrebbe essere usata da Black» realizzò Nick, con un brivido.
«Potrebbe essere lei il suo prossimo bersaglio» aggiunse Judy, il panico che si agitava nella sua voce dolce.
«Per quale diavolo di motivo siamo qui adesso?» s’infervorò Nick, improvvisamente. «Dobbiamo andare a cercarla.»
Maui lo fissò, poi parlò in tono sommesso, come si fa quando si sta per rivelare qualcosa che spaventa e rende deboli. «Anche se la trovassimo, non ci ascolterebbe. Questi poteri a volte ti chiamano... e nessuno si può intromettere.»
Judy tirò un sospiro breve e deciso. «Allora c’è solo una cosa da fare.»
 
 
 
 
Era uscita di nascosto, come faceva sempre, camminando sull’erba, aggirando la foresta proibita mentre rabbrividiva di freddo. Non aveva paura, anche se aveva solo undici anni; sapeva che avrebbe potuto usare le sue abilità contro qualunque creatura che avrebbe provato a ferirla. 
Vaiana sospirò; aveva conosciuto tre persone fantastiche, in quei primi giorni ad Hogwarts, ma la paura di confessare loro quel suo potere era sempre troppa. In fondo, non era una così buona cosa, avere dei poteri che sfuggissero al controllo della propria bacchetta. La ragazzina prese la sua dalla tasca dell’uniforme, una dieci pollici con il nucleo di corda di cuore di drago, di legno scuro – castagno, aveva detto Olivander. La osservò, quasi con curiosità: avrebbe potuto usarla per controllare la sua abilità? Oppure non le sarebbe servita a niente?
Non aveva neanche senso nascondersi, dopotutto. L’acqua la faceva stare bene; era un richiamo ogni volta, per lei. 
Si sedette vicino al lago e tese una mano: un tentacolo d’acqua si sollevò oscillando, come un serpente che risponde al richiamo della sua incantatrice, e le danzò di fronte agli occhi. La Serpeverde lo osservò, con un sorriso rilassato sulle labbra; si sentiva un tutt’uno con quella magia, come se fosse tornata a respirare dopo ore di apnea. 
«Che diavolo?» sentì alle sue spalle.
L’incantesimo si ruppe. Il tentacolo cadde con un sonoro splash, e il collo della ragazzina scattò all’indietro – anche se quella voce, fin troppo familiare, l’aveva già riconosciuta. «Maui», disse, pietrificata. «Ti giuro, io non...»
«Sai fare questa roba e non mi hai detto niente?» l’amico sembrava esaltato. 
Vaiana era perplessa. «Ti piace?» chiese, timidamente.
«Se mi piace? È fantastico! Potresti affrontare le creature magiche più pericolose già adesso. Se vuoi posso insegnarti io ad usarlo» sollevò un sopracciglio, disegnando sul suo volto un’espressione furbetta. Vaiana sapeva che avrebbe potuto farlo: i genitori di Maui erano esperti in rune antiche e incantesimi sconosciuti – oscuri e non. Non aveva dubbi che avrebbe potuto aiutarla, però...
«Non so se voglio usarlo» ammise. «Insomma, temo di fare del male a qualcuno. È come se stesse cercando di uscire, ma come se al tempo stesso volesse restare solo dentro di me. È strano, non trovi?»
Il ragazzino si fece serio. «Forse sì. Allora... non lo diciamo a nessuno?»
«Per ora no, forse non è il caso. Devo capirne di più. Almeno credo» disse, lo sguardo perso nella distesa d’acqua. 
Maui sembrava un po’ deluso, ma comunque le sorrise e disse: «Non c’è problema. Sarà il nostro segreto.»
 
 


 
*
 
 
Quando si risvegliò, si trovava nell’aula di Pozioni; di fronte a lei c’era Merman, la cui figura riluceva ai colori fluorescenti dei vari distillati che ribollivano nelle fiale lungo gli scaffali.
«Ciao, Vaiana.»
I suoi occhi sfarfallarono, poi si piantarono in quelli del Preside, che la guardavano profondi e seri, come se le volesse scavare dentro.
«Perché mi trovo qui?» chiese, perplessa, mentre sentiva le braccia formicolare.
L’uomo continuò a fissarla senza dire nulla, poi le disse, con pazienza: «I tuoi amici hanno capito che sei stata colpita da un incantesimo, e che hai poteri che prescindono dalla tua bacchetta magica.»
Quella frase fu per la Serpeverde come uno scoppio nel petto. Maui aveva rivelato al Preside del suo segreto? E... quale incantesimo?
La ragazza si ammutolì, sentendosi di botto in colpa per non aver mai detto niente al riguardo a Merman – soprattutto nell’ultimo periodo. La verità era che se ne vergognava; temeva che avrebbe aggravato la situazione, dal momento che già la Casa di Serpeverde non era esente da pregiudizi. Tenne gli occhi bassi, senza sapere che cosa aspettarsi dal Preside.
Merman esitò, scrutandola ancora con i suoi occhi scuri; parve pensieroso, quasi preoccupato, mentre lo faceva, come se in un certo senso sentisse che la fine di Hogwarts era vicina. Come se credesse che proprio lei rappresentasse quella fine. «Hai fatto una scelta molto saggia, quando hai deciso di tentare di nascondere i tuoi poteri. Ci sei riuscita, a quanto pare, per lungo tempo; ma adesso stanno riaffiorando, e c’è il rischio che Black li sfrutti. Se tu rappresenti il quinto elemento dell’Opera, se Black ti scoprisse, Hogwarts sarebbe perduta.»
«Signore» fece la ragazza, apprensiva. «Che cosa posso fare?»
Merman distolse lo sguardo. «Solo restare al sicuro, fino a che questa notte non sarà trascorsa. Dopodiché, sarai l’unica risorsa della nostra scuola.»
Vaiana non capì che cosa quelle parole significavano, ma la sensazione che le diedero fu opprimente.
 
 
«Sapete che facendo saltare l’ispezione di Vaiana ci gettiamo la zappa sui piedi da soli, vero? Le altre Case sospetteranno di noi ancora di più.» La voce di Judy sembrava voler scrollare tutti, decisa e animata, mentre si recavano verso l’ufficio di Merman per l’ispezione degli Auror in tarda mattinata.
«Credi che questo non sia più importante? Seriamente?» la rimbeccò Maui.
«Quando sapremo qualcosa di Vaiana, secondo voi?» chiese Nick, guardando i suoi amici uno ad uno. «Ho un brutto presentimento riguardo a questa storia. Secondo me potrebbero essere sparsi indizi nella nostra Sala Comune. Ci avete mai pensato?» proseguì poi. «Forse sono sempre stati lì – forse Black ha particolari riguardi verso la Casa di Serpeverde – e noi non lo abbiamo mai saputo.»
«Su che base lo dici?» obiettò Judy, scettica.
«Senti, Judy, non lo so» ribatté lui, esasperato, il cuore che pompava adrenalina nel petto. «So che sembra assurdo dire “me lo sento”, okay? Ma è così.»
Silenzio.
«In fin dei conti, se avessi qualcosa da nascondere, farei un incantesimo in un posto molto personale, come i dormitori. E poi, che cosa ci costa andare a vedere?» proseguì, rivolgendosi a Maui. «Potresti fare qualche incantesimo di rivelazione, o qualcosa del genere. Se le cose stanno realmente così, allora abbiamo il dovere di saperlo.»
«Potremmo comunque tornare in tempo per l’ispezione, suppongo» Judy ruppe il silenzio dopo una manciata di secondi, facendo aleggiare la sua voce nel corridoio. «Andiamo» si limitò poi a dire. Nick sorrise: Judy faceva sempre così, quando lui aveva ragione. Non voleva mai ammetterlo apertamente, perché era orgogliosa, ma lui riusciva a capire quando quelle parole premevano sulla sua gola, incapaci di uscire esplicitamente. E questo era uno di quei casi.
Sorrise di nascosto, mentre si metteva avanti ai suoi amici e loro gli si affiancavano.
«In effetti» riprese il discorso Maui, «Se tutto è partito da Eris Goddess, può darsi che Black abbia un qualche legame con la nostra Casa.»
«Esattamente» disse Nick. «E, come diceva Judy, i ragazzi di Serpeverde che sono rimasti uccisi da Black sono già due. Forse non è una coincidenza.»
«Perché non ci abbiamo pensato prima? La Casa di Serpeverde potrebbe essere stato il punto di partenza di Black» fece Judy. «Nick» disse poi, finalmente, «sei un genio.»
«Ed è una novità?» ribatté lui, con un sorrisetto, mentre sollevava un sopracciglio. Erano arrivati, ormai: Nick disse la parola d’ordine di fronte alla porta della Sala Comune, che si spalancò lentamente, e in un attimo si ritrovarono in quella stanza familiare, in cui per anni avevano visto i propri compagni oziare sulle poltrone in pelle, studiare al tavolo rotondo in legno scuro, guardare distratti le acque verdastre del Lago nero e le creature che ci nuotavano dentro. D’un tratto, quella stanza così calda e familiare sembrò solo inquietante, e il silenzio scese come una lastra di ghiaccio sui ragazzi, quando videro una vaga luce verde provenire dal dormitorio delle ragazze.
«Vado io» disse Judy, determinata. «Voi andate nel dormitorio dei ragazzi.»
Nessuno obiettò, e come soldati in avanscoperta – Judy da un lato, Maui e Nick dall’altro – presero due direzioni opposte, il cuore che martellava impazzito nei loro sterni e le bacchette sguainate come fossero armi letali.
Nel dormitorio dei ragazzi c’era il cadavere di Jehan Frollo, mentre in quello delle ragazze un’ombra si stava dissolvendo, e la luce verde con essa.
 
 

 
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Eccoci al dunque :)
Questo capitolo è fondamentale per tutta una serie di cose: si scopre che Vaiana ha una dote particolare, una cosa che ha in comune con le altre ragazze. Scopriamo anche un po’ del suo passato; quel ricordo, badate bene, non è messo lì a caso, ma ha ovviamente uno scopo ben preciso. 
Comunque, mi sto appassionando sempre più a questi quattro: sono molto amici, diversi ma allo stesso tempo uguali. Mi piacciono moltissimo – non so voi – e pagherei per essere lì con loro :( o forse no, vista la situazione. Sono curiosa di sapere che ne pensate di Vaiana: come inciderà nelle vicende a venire, secondo voi?
Questa storia mi sorprende sempre di più: è come una pergamena che si srotola lentamente, pezzo dopo pezzo, svelando i suoi misteri senza fretta. Sono arrivata ad un punto che sembra scriversi da sé, anche perché inizialmente per questo capitolo avevo piani totalmente diversi. Beh, spero comunque che vi sia piaciuto :D
Alla prossima!
Stella cadente
PS Vi avviso del fatto che il prossimo capitolo sarà importante, visto che determinerà la conclusione della seconda parte; quindi, non metterò le note d’autrice in fondo, in modo tale da farvi assorbire meglio ciò che ho scritto. Bonne lecture <3


 

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«Non puoi andare da sola» l’ammonì Maui, con tono quasi protettivo.
«Sì che posso» si irrigidì lei.
  
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