Mr.
Bad Guy, yes I'm everybody's Mr Bad Guy
Can't
you see this is my destiny
Oh,
spread your wings and fly away with me
Mr. Bad Guy, Freddie Mercury, 1985
Crowley
scese con classe dalla Bentley del tutto incurante del fatto che le
sue quattro ruote poggiassero con sfacciata nonchalance su un'area
vistosamente segnalata come zona di divieto di sosta.
Con
le mani affondate nelle tasche della giacca si diresse a passo
tranquillo verso l'ingresso della libreria di Aziraphale
canticchiando tra sé il ritornello del brano che gli aveva tenuto
compagnia durante il tragitto in auto. Certo, le sue intenzioni
originarie erano di rilassarsi un po' al volante grazie alle sinfonie
di Bach, ma evidentemente doveva essersi dimenticato la cassetta nel
vano del cruscotto per più di due settimane e questa era andata
incontro alla stessa sorte delle sue sventurate compagne, ovvero
tramutarsi in una raccolta dei migliori pezzi dei Queen.
E
così il povero Johann Sebastian Bach era stato spodestato da sua
maestà Freddie Mercury che, in quell'occasione, aveva regalato a
Crowley la prima metà della sua Mr. Bad Guy.
Appropriato. Giusto la colonna sonora che gli occorreva quel giorno.
Quasi un messaggio subliminale, neanche troppo velato.
Negli ultimi tempi aveva infatti un po' trascurato le sue mansioni
demoniache di inviato speciale dell'Inferno tra gli uomini e i suoi
superiori non avevano tardato ad accorgersene e a mandargli un
ultimatum piuttosto inequivocabile e perentorio che gli era stato
recapitato da Ligur e Hastur, i quali erano parsi fin troppo
compiaciuti del loro incarico.
Il messaggio era il seguente: “Crowley, razza di sfaticato,
rimettiti immediatamente al lavoro oppure verremo a prenderti per
riportarti giù all'Inferno per sempre così avrai tutta l'eternità
per rimpiangere la tua cara Terra con tutte le sue comodità e i suoi
piaceri.”
Con un sospiro, Crowley aveva liquidato i due sgradevoli e gongolanti
messaggeri infernali promettendo che si sarebbe impegnato al massimo
per seminare discordia e caos tra gli umani, come era cosa buona e
giusta per un demone del suo rango.
Non che si stesse facendo venire una coscienza; non era accaduto in
seimila anni e la sua bussola morale non si sarebbe di certo riparata
adesso. Tutt'altro! Provava sempre un discreto piacere nel provocare
il male, nell'attizzare nei cuori degli umani quella piccola
fiammella che, grazie al loro temperamento e a una buona dose di
orgoglio, arroganza ed egoismo (doti nelle quali essi eccellevano)
faceva poi scoppiare un vero e proprio incendio che lui si godeva da
spettatore soddisfatto, come un piromane che ammirava il risultato
della sua opera.
Il fatto era che non gli piaceva ricevere ordini o forzature: Crowley
apprezzava molto la libertà che il suo ruolo di “inviato sul
campo” gli garantiva e quando, da laggiù, il suo
principale, il Big Boss con la S, tornava a ricordargli che lavorava
pur sempre alle sue dipendenze, il demone provava un moto di
fastidio.
In tutti quei secoli aveva sempre svolto il suo diabolico dovere, ma
con i tempi e le modalità che gli erano più congeniali e sì, forse
aveva un po' rallentato per adagiarsi sugli allori delle invenzioni
umane del ventesimo secolo asservite all'accidia, ma questo non
significava che avesse dimenticato la propria missione di portatore
di guai.
Tuttavia, la minaccia di ricondurlo in quel vespaio di fuoco e fiamme
che pullulava di anime lamentose e puzzava di zolfo aveva sortito
l'effetto desiderato, ovvero riscuoterlo da quel pigro torpore nel
quale si era crogiolato ultimamente.
Quel giorno, si era ripromesso, avrebbe svolto il suo lavoro con
impegno ed efficienza. Sì, sarebbe tornato ad essere il buon vecchio
Mr. Bad Guy.
Ma, del tutto casualmente, si era ritrovato ad imboccare la strada
che passava proprio dalla libreria di Aziraphale e, assecondando
un'abitudine che ormai si era radicata in lui come un'erba
infestante, aveva deciso di fermarsi per un saluto veloce. Una
deviazione non avrebbe di certo scatenato l'Apocalisse, no?
Il demone varcò la soglia e si ritrovò, come di consueto, immerso
in un labirinto di tomi polverosi, volumi antichi, manuali,
almanacchi e perfino qualche pergamena. L'odore penetrante di legno,
carta e cuoio centenari lo investì come a volergli dare il benvenuto
nel piccolo regno letterario del suo vecchio amico dalle ali piumate.
Col tempo, Crowley si era abituato ad associare quel particolarissimo
miscuglio di aromi ad Aziraphale e, in qualche modo, anche ad una
vaga idea di casa, a un senso di appartenenza e calore che mai prima
di allora aveva provato nei confronti di altri luoghi.
Ultimamente, lo sapeva, si era recato anche troppo spesso in
quell'eremo da topo di biblioteca. Chissà come, aveva finito per
sorprendersi sempre più di frequente a desiderare la compagnia di
Aziraphale, fosse anche solo per stuzzicarlo un po' e ricevere, in
risposta alle sue frecciatine, il sorriso gentile e paziente
dell'angelo.
- Ehi! Aziraphale? Ci sei? -
Una voce soffocata si levò da un angolo indistinto della libreria. -
Crowley? Sei tu? -
- No, sono Shirley Temple. Certo che sono io, tonto di un cherubino!
-
Ci fu un tonfo e un gemito, dopodiché, da dietro uno scaffale
ingombro di libri, emerse Aziraphale, impolverato dalla testa ai
piedi, gli occhiali di traverso e le mani grassottelle strette
intorno a un volumone rilegato in pelle dall'aria decisamente
pesante, almeno in senso letterale.
- Che stavi combinando là dietro? - domandò il demone, cercando di
trattenere le risate alla vista dell'amico conciato in quel modo.
Aziraphale si portò una mano ai capelli d'oro, ora ingrigiti dalla
polvere, e prese a massaggiarsi il capo con una smorfia sofferente. -
Stavo cercando di prendere questo libro da una mensola e mi è caduto
dritto sulla testa. -
- Be', è un vero peccato che tu non abbia un paio di ali che ti
aiutino a raggiungere le mensole troppo in alto. -
Aziraphale gli scoccò uno sguardo di lieve rimprovero. - Abbiamo
accettato di vivere sulla Terra in forma umana, Crowley. Non sarebbe
giusto sfruttare i nostri privilegi sovrannaturali per risolvere
problemi terrestri. Sarebbe come... barare al gioco, in un certo
senso. -
Il demone alzò le spalle. - Le regole esistono per essere infrante,
angelo. E poi non eri forse tu quello che ha usato i suoi doni per
convincere quell'antiquario di Canterbury a vederti il libro che
volevi tanto e che ti ha provvidenzialmente appena colpito sulla
testa? -
- Si tratta di una prima edizione dei Racconti di Chaucer. -
ribatté Aziraphale sulla difensiva. - Aveva troppo valore per
rimanere chiuso in quella cantina umida. Si sarebbe rovinato! Ho
svolto il mio dovere verso l'umanità salvandolo da quel posto
orribile. -
- Ma ceeeerto. - fece Crowley con un sogghigno. - E, dimmi un po':
perché mai un angelo dovrebbe avere nella sua preziosa collezione un
libro che narra storie tanto sconce? Non rischi un colpo di folgore
dal tuo capo? -
Aziraphale divenne paonazzo e distolse lo sguardo.
- Suvvia, amico.- cominciò Crowley, la voce addolcita da una nota
quasi di tenerezza, - Non c'è bisogno di vergognarsi. In fondo, chi
non apprezza un pizzico di pepe in una storia? Tutti amano i dettagli
scandalosi. -
- Forse da dove vieni tu, - ribatté l'angelo in tono pacato, - ma
dalle mie parti le cose funzionano diversamente. -
- Oh, lo so bene. - ridacchiò l'altro. - Dalle tue parti è tutto un
suonare l'arpa in tunica bianca e guardare all'infinito Tutti
insieme appassionatamente. -
- Non c'è niente di male in quel film, sai. -
- Già, è proprio questo il problema. A proposito di male, temo che
oggi non potremo pranzare insieme in quel nuovo ristorante in centro.
-
Sul viso dell'angelo si dipinse un'espressione delusa. - Come mai? -
Crowley alzò le spalle. - A quanto pare il mio capo non è
soddisfatto della mia media di cattive azioni qui sulla terra e ha
minacciato di rispedirmi all'Inferno se non correggo subito il tiro e
non mi rimetto in riga per riabilitare il mio buon nome di emissario
di Satana. Ragion per cui oggi mi dedicherò allo sporco lavoro di
corrompere i cuori degli uomini e creare un po' di scompiglio. -
- Mi dispiace che tu abbia avuto dei problemi con i tuoi, Crowley. -
Di nuovo, il demone fece spallucce. - Non posso farci niente. Questi
sono ordini dall'alto, o meglio, dal basso... molto in basso.
Bassissimo in effetti. -
- Mmm. -
Aziraphale osservò intensamente Crowley e, abbandonato il librone su
un tavolo, si portò una mano al mento con piglio assorto e pensoso.
Il demone poteva quasi vedere il cervello dell'amico freneticamente
all'opera sotto i suoi riccioli biondi.
- A che stai pensando, si può sapere? -
- Mmm. -
- Aziraphale? -
- Mmm. -
- Oh, per tutte le corna e i forconi dell'inferno! Smettila di
muggire! Vuoi dirmi che ti frulla nella testa?! -
- Stavo pensando... - cominciò l'angelo, - che in qualità di
inviato del Cielo, non posso certo lasciarti vagare in giro per la
città libero di portare a termine i tuoi misfatti. -
- E allora? -
Aziraphale fece un sorrisetto furbo. - Allora, mio caro, ecco come
riusciremo a non rinunciare al nostro pranzo e a fare entrambi una
bella figura con i nostri rispettivi superiori: tu farai il tuo
lavoro e io farò il mio e nessuno potrà accusarci di aver battuto
la fiacca. Tu combinerai i guai e io rimedierò. I tuoi capi non
potranno biasimare te se un angelo si mette in mezzo per sistemare i
tuoi disastri e io avrò il merito di aver vanificato i diabolici
piani di un demone... tra un boccone e l'altro. -
- Cavolo, angelo! - esclamò Crowley, un po' ammirato e un po'
sconcertato. - Stai passando al lato oscuro! Sono fiero di te! -
Aziraphale arrossì nuovamente ma non poté impedirsi di sorridere a
Crowley. Il loro programma per pranzo era salvo.
Angelo e demone uscirono dalla libreria e salirono sulla Bentley, che
un diligente ma sfortunato ausiliario del traffico aveva inutilmente
cercato di multare per divieto di sosta.
Crowley mise in moto e accese l'autoradio che tornò immancabilmente
alla sua ode ai Queen, riprendendo da dove il brano si era interrotto
poco prima.
Mr.
Bad Guy, yes I'm everybody's Mr Bad Guy
Can't
you see this is my destiny
Oh,
spread your wings and fly away with me
Crowley e Aziraphale si scambiarono uno sguardo d'intesa che presto
si tramutò in una risata a due voci.
- Fammi indovinare: tu saresti Mr. Bad Guy? -
- Ci puoi giurare, angelo! - rispose Crowley con un ghigno, premendo
il piede sull'acceleratore e facendo ruggire la Bentley. - E ora
andiamo a pranzo, sono affamato! Spread your wings and fly away with
me! -
*In realtà Mr. Bad Guy è un pezzo che Freddie Mercury compose da solista e dunque non fa parte del repertorio vero e proprio dei Queen, ma passatemi questa piccola licenza a beneficio della storia. ;)