Hopeless
wanderers
L’uccello del malaugurio
[o di trappole invisibili
e imminenti pericoli]
22
giugno [One For All: 2%]
Katsuki
non ci aveva visto nulla di male, nel permettere a Ryu
di invitare a casa una compagna di scuola per studiare – aveva scoperto, in
quei pochi mesi dall’inizio del suo terzo anno di scuola media, che Ryu ha un vero talento per le materie scientifiche e che è
subito diventato uno dei migliori della sua classe, quindi non lo stupisce
sapere che qualcuno gli abbia chiesto di aiutarlo.
-Ci sono dei problemi se sabato
pomeriggio viene una mia compagna di classe a studiare qui?-
aveva domandato qualche giorno prima, mentre apparecchiava la tavola per la
cena, occhieggiando titubante verso Katsuki che si era
limitato a sollevare le spalle.
-Non vedo perché no.-
aveva ribattuto, senza nemmeno distogliere lo sguardo dalla padella ancora sul
fuoco. Ryu gli aveva sorriso felice. –Ma domenica ci
alleniamo, sono stato chiaro?-
Il ragazzo annuisce, deciso.
–Certo, abbiamo un obbiettivo da raggiungere.-
Quel sabato sia lui che Mina sono
di pattuglia, ma Uraraka si è resa subito disponibile
per stare con Ryu: li ha rassicurati che non avrebbe
mai perso di vista né lui e neanche la ragazza, mentre loro avrebbero dovuto
fare attenzione.
Katsuki
non ha bisogno che qualcuno gli dica di fare attenzione, sa benissimo che deve
essere più attento che mai – soprattutto ora che qualcuno sta dando la caccia a
Ryu. Le ultime informazioni che Todoroki
gli ha fatto avere non lo rassicurano per niente - sono avvenuti alcuni
rapimenti nella zona tra Osaka e Kōbe, con le
stesse modalità di quello del filmato che gli era stato mostrato: due fratelli,
un maschio e una femmina, rapiti nell’arco di una manciata di secondi alla
stazione della metro, e un ragazzo delle superiori sparito nel nulla sulla
strada verso casa.
-Sembra non ci sia un criterio,
dietro i rapimenti.- aveva detto Mezzo e Mezzo qualche
sera prima, al telefono. –La Collezionista, o chi per lei, sceglie chi rapire
praticamente a caso. Mi dispiace, Bakugou: se
seguisse uno schema potremmo provare a fermare la sua rete prima che arrivi a Ryu, ma più di così non credo di poterti aiutare.-
Katsuki
può solo continuare a restare in allerta e sperare di essere pronto, quando
quella troia si avvicinerà a Ryu.
Mina si è fermata poco più
indietro, circondata da un gruppo di ragazzine che le chiedono un autografo o
una foto insieme, mentre Katsuki continua a guardarsi
intorno – all’improvviso, un bagliore attira il suo sguardo verso l’alto, sul
tetto di uno dei palazzi che si affacciano sulla strada: con il sole dritto in
faccia, Katsuki vede praticamente un cazzo, ma i suoi
nervi si infiammano e scatta sull’attenti, pronto a difendersi.
-Mina.- la
chiama, cercando di attirare la sua attenzione.
-Sì, un attimo e ci sono.- risponde lei, raggiante, firmando gli autografi con
una penna rosa.
-No, Mina, ora.-
la riprende. –Spero di sbagliarmi, ma siamo sotto tiro.-
Lo scribacchiare e la risatina
felice di Mina si fermano, come un disco inceppato, mentre lei cerca le iridi
rosse di Katsuki come se volesse chiedergli cosa
fare. Poi torna a guardare le ragazze. –Okay, tesori, adesso però è meglio se
vi allontanate… -
-Va tutto bene?-
-È successo qualcosa?-
-Ragazze, ho bisogno che vi
allontaniate da qui e cerchiate un posto sicuro.-
mormora ancora Mina. –Cercate di non mostrarvi agitate o rischierete di
scatenare il panico.-
-Mina, si è mosso.-
sussurra ancora Katsuki, che non ha perso di vista il
bagliore per un solo momento. –No, non si è mosso. Sono due.-
Le ragazze si allontanano in
fretta, spaventate ma ostentando la tranquillità che Mina aveva richiesto
mentre l’Eroina fa un paio di passi verso di lui.
-Credi che si siano accorti che li
abbiamo visti?-
-Sono stato abbastanza attento a
non guardarli direttamente, anche se il sole non aiuta.-
-Chiamiamo i rinforzi?-
-Vediamo cosa fanno.-
con un movimento quasi impercettibile della testa dice a Mina di riprendere a
camminare come se nulla fosse.
Ma, forse, chiunque ci fosse su
quei tetti voleva soltanto essere un diversivo, perché il vero pericolo è
proprio di fronte a loro: Katsuki ringrazia i propri
riflessi, o sia lui che Mina sarebbero stati schiacciati da quel furgone che il
Villain ha scagliato loro contro. Villain
che, porca troia, è una montagna di muscoli, ancora più grande di All Might, e potrebbe
spiaccicarli sull’asfalto con un solo dito.
-…cazzo.-
mormora, mentre Mina cerca nelle tasche del suo costume il cercapersone per
chiedere rinforzi. Ne avranno veramente bisogno. –Okay, siamo nel centro della
città, all’ora di punta, percentuale di vittime potenziali altissima… E siamo
pure sotto tiro.-
-Siamo in un bel casino, Bakugou.-
commenta Mina, inviando la richiesta di rinforzi. –Che facciamo?-
-Cerchiamo di evitare le vittime,
prima di tutto.- cerca di fare un passo avanti, quando
Mina gli domanda cosa abbia davvero intenzione di fare. –Tu pensa ai civili,
alla montagna di muscoli ci penso io.-
-…vuoi fare da esca?-
mormora, allibita. –Sei impazzito? Se non finisci all’ospedale schiacciato da
quel Villain, ti ci spediranno quei due con qualche proiettile!-
-Sì, nel migliore dei casi… -
commenta, controllando i guantoni intorno agli avambracci.
-Tu sei completamente fuori di testa.-
–E l’hai capito solo ora?- Katsuki ghigna, sarcastico.
Poi sfila le braccia dalle protezioni e gliele lancia. –Sono cariche, sai
usarle in caso servisse.-
Mina sbuffa, appoggiando il mento
su una delle protezioni. –Promettimi solo una cosa, okay?-
-Non sono il tipo da fare promesse,
lo sai… - l’ultima volta che ne ha fatta una gli ha portato Ryu
e solo un sacco di grane.
-Promettimi che non ti farai ammazzare,
Bakugou.- mormora. –Non solo adesso. Promettimi che
non ti farai mai uccidere.-
–Non devi nemmeno chiedermelo, Mina.- Katsuki la guarda negli
occhi, impassibile. –Ho ancora troppe cose da fare prima di poter tirare le cuoia.-
Non le lascia il tempo di
ribattere, perché si scaglia contro il Villain con
tutta la forza delle sue esplosioni, cercando di portarlo via dalla strada,
lontano da centinaia di indifesi che si sono riversati fuori dai negozi e dalle
case per assistere allo scontro.
Sente Mina gridare ai civili di
tornare dentro le abitazioni e di allontanarsi dalle finestre, mentre con un
colpo di reni riesce a sfuggire alla presa ferrea del Villain
– non riesce a evitare, però, il proiettile che gli sfiora la coscia e che lo
distrae quel tanto che basta per ritrovarsi scaraventato contro il muro di uno
dei palazzi che si affaccia sulla strada. Scivola a terra, dolorante e
stordito, pensando che deve prima occuparsi di quei due stronzi sui tetti se
vuole liberarsi del coglione palestrato.
Per fortuna sono arrivati i primi
rinforzi, quindi Katsuki può concentrarsi su un unico
compito: punta i palmi a terra e concentra delle esplosioni abbastanza potenti
da fargli raggiungere in fretta il tetto del palazzo, così in fretta che il
cecchino che lo teneva sotto tiro non ha il tempo di reagire. Lo stordisce con
una ginocchiata, prima di dedicarsi anche all’altro che inizia subito a sparare
a raffica nella sua direzione. Avvicinarsi risulta chiaramente impossibile, tuttavia
con un’esplosione precisa e non troppo potente riesce a ferirlo – e anche il Villain riesce a colpirlo alla spalla, seppur di striscio,
ma è qualcosa di cui Katsuki potrà occuparsi dopo. La
ferita del Villain, invece, è una bruciatura
parecchio profonda ed estesa che gli copre quasi tutto il lato sinistro del
volto, il braccio e il busto.
Ma lui non sembra rendersene
pienamente conto, quando alza la testa e tira le labbra in un sorriso beffardo.
-Ricordati una cosa, Eroe.- sibila, dolorante. –Nessuno sfugge alla
Collezionista, nemmeno tu.-
-…cosa?-
mormora, mentre il Villain spalanca le braccia e si
lascia cadere nel vuoto. –No, no, no!-
Si lancia a sua volta di sotto, il
braccio allungato in avanti per afferrarlo, ma qualcuno arresta all’improvviso
la sua caduta e Katsuki non fa in tempo: il Villain precipita, come un sasso lasciato cadere nell’acqua
di uno stagno, fino a impattare con l’asfalto della strada. Sente Mina urlare
il suo nome, ma non capisce dove sia.
-Ti tiro su, Bakugou.- esclama Sero, iniziando a tirare il nastro che gli ha arrotolato
intorno alla vita. –Non ti agitare, okay? O rischiamo di cadere in due.-
Katsuki
non gli risponde, gli occhi ancora fissi sul corpo esanime del Villain. Quando finalmente scende dal tetto – il corpo del Villain è già stato portato via, mentre gli altri due sono
già in custodia della polizia – Mina corre verso di lui con il viso paonazzo e
gli occhi terrorizzati.
Katsuki
non capisce perché gli abbia appena tirato uno schiaffo. -Ma che cazzo ti
prende?!-
-Che mi prende?-
sbotta Mina, colpendolo più volte sul petto. –Ti ho visto lanciarti di sotto,
ecco cosa mi prende! Perché non la smetti una volta tanto di fare così?!-
Katsuki può contare sulle dita di una mano sola le volte in
cui si è davvero incazzato con Deku. Le volte in cui
ha minacciato di spedirlo all’Inferno a calci non contano, quelle in cui
avrebbe davvero voluto spaccargli la faccia ed è andato molto vicino a farlo sono
veramente poche.
-…Kacchan, non per dire, anzi sto davvero apprezzando il
passaggio, ma potresti mettermi giù? Sai, le ossa della tua spalla contro le
mie costole non sono molto piacevoli.- si era caricato
Deku in spalla come un sacco di patate per evitare
che facesse una cazzata come affrontare da solo quei Villain
quando ormai era allo stremo delle forze e aveva iniziato a correre, fermandosi
solo quando ha ritenuto di essersi allontanato abbastanza.
A
Deku non ha nemmeno rivolto una parola.
-Kacchan?-
Deku ci prova, a farsi ascoltare, ma Katsuki continua a ignorarlo. –Kacchan,
Kacchan, Kacchan, Kacchan, Kacc… -
-Se
non la smetti ti spedisco nella stratosfera a calci in culo, nerd!-
sbotta il biondo. Deku si limita a ridacchiare.
-Nah, non lo faresti. Ti mancherei troppo.-
Alla
fine Katsuki lo mette giù e lo osserva controllarsi
le varie ferite che si è procurato durante lo scontro con le braccia incrociate
al petto. –Cosa cazzo ti è saltato in mente di saltare davanti alla mia
esplosione? Vuoi ucciderti?-
-Ti
giuro che non ho intenzione di passare a miglior vita a breve, Kacchan. –Deku solleva le braccia
in segno di resa. –E mi dispiace, davvero: è stato un incidente, ho calcolato
male le tempistiche tra il mio atterraggio e la tua esplosione… -
Katsuki sbuffa, esausto e troppo incazzato per ascoltare i
suoi vaneggi da nerd. –Finirai per farti veramente del male, se continui ad
essere così spericolato, Deku.-
-Ma
senti da che pulpito.- Deku
solleva un sopracciglio, puntando un dito verso di lui. –Ti sei guardato allo
specchio, Kacchan? Perché, sai, non so chi ha più
cicatrici tra me e te.-
-Dico
sul serio, coglione.- Katsuki
invece rotea esasperato gli occhi, mentre Deku inizia
ad allontanarsi. –Finirai per farti ammazzare, se continui così.-
Deku gli sorride, raggiante. –Forse, ma non è un rischio
che abbiamo deciso di correre quando abbiamo scelto questa vita?-
Katsuki non ha il tempo di rispondergli, perché Deku ha preso la rincorsa ed è balzato via in un turbine di
fulmini verdi.
-Katsuki!- quando torna a
casa, Ryu gli corre incontro, arrestando la sua corsa
a qualche passo da lui. Si tortura le mani e muove la testa in piccoli scatti
veloci, come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa. –Non farlo mai più,
okay? Non farlo mai più.-
Katsuki
gli passa lentamente una mano trai capelli, cercando di tranquillizzarlo. Gli
occhi di Ryu si riempiono improvvisamente di lacrime
mentre lo abbraccia più forte che riesce, nascondendo il viso contro il suo
petto.
-…non posso perdere anche te.- sussurra il ragazzino, e Katsuki
sente una morsa dolorosa stringergli il cuore.
-Ricordati
una cosa, Eroe. Nessuno sfugge alla Collezionista, nemmeno tu.-
30
giugno [One For All: 2%]
-Buonasera, paparino. Come te la cavi con pannolini e biberon?-
è il saluto che Katsuki rifila a Todoroki
appena lo vede. Questi si limita a sbuffare e sollevare gli occhi al cielo,
ormai abituato alle sue stronzate. La bambina, la piccola principessa Todoroki, è nata da ormai trenta giorni, e Mina era così
felice quando l’ha saputo che ha quasi tagliato le dita a Ryu
con il coltello che teneva in mano.
-Dove stiamo andando, Bakugou?-
gli domanda, scorgendo trai palazzi alcune insegne per nulla rassicuranti.
–Perché stiamo andando verso Kabuki-cho1?-
-Tranquillo, non ho intenzione di
farti tradire la cara mogliettina.- lo rassicura, ma
dal sopracciglio chiaro che Mezzo e Mezzo ha appena inarcato capisce di aver
fallito miseramente. Fa un cenno con la testa verso destra, nella direzione
opposta a Kabuki-cho. –Noi andiamo di là.-
-…è un bar quello?-
domanda ancora Todoroki, che sembra proprio non aver
capito un cazzo.
Katsuki
emette un verso gutturale, nervoso, mentre attraversa la strada appena il
semaforo diventa verde. –Ti ricordi il Villain dei
love hotel? Quello di cui ci siamo occupati io, te e Kirishima?-
-Sì, è successo due o tre anni fa…
-
-Sette.- era
stato… un battesimo del fuoco piuttosto interessante, sotto certi aspetti.
-Già sette anni fa? Wow.-
-Comunque, non è questo il punto.- lo aspetta sul marciapiede, facendo un ultimo tiro
alla sigaretta prima di spegnerla contra la suola dello stivale e buttarla via.
–Avevamo bisogno di un informatore che conoscesse abbastanza bene la zona e
avesse occhi e orecchie un po’ ovunque, no?-
Shouto
annuisce. –Sì, e avevi detto che te ne saresti occupato tu… -
Katsuki
entra nel bar senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. –Ti ci ho appena portato.-
E, finalmente, Todoroki
ci arriva. -…oh.-
-Buongiorno, Mezzo e Mezzo.- a grandi falcate raggiunge il bancone, dove un uomo
alto e magrissimo lo saluta calorosamente.
-Signor Eroe! Che piacere rivederti!- l’uomo, Daisuke, come
è scritto sulla piccola targhetta attaccata alla camicia, li fa accomodare
sugli sgabelli di fronte al bancone di legno nero e lucido. –Immagino tu sia
qui per quello che mi hai chiesto… Che cosa vi posso portare, signori? Offre la
casa.-
-Whiskey, liscio. Ho fatto il prima
che ho potuto, ma avevo bisogno ci fosse anche lui qui.-
indica Mezzo e Mezzo con il pollice. –È stato un casino trovare un giorno in
cui fossimo entrambi liberi.-
Daisuke
annuisce, comprensivo. –Nessun problema, questo ci ha dato un po’ più tempo.-
-Gli hai chiesto di cercare
informazioni sulla Collezionista?- domanda Todoroki, senza neanche toccare il bicchiere di whiskey che
il barista gli ha poggiato davanti.
Katsuki
annuisce. –È un informatore che lavora per la polizia, quindi ho pensato che
avrebbe potuto scoprire qualcosa. Quello lo bevi?-
-Domattina sono di servizio.- borbotta. –Quindi, cosa ha scoperto?-
Daisuke
appoggia i gomiti sul bacone. –Le ragazze mi hanno riferito di un gruppo di
uomini, sei o sette, che confabulavano tra loro qualche sera fa. Parlavano di
una collezionista che stava diventando impaziente, perché non era ancora
riuscita ad avere quello che voleva.-
-Sembra proprio lei… - sussurra
Mezzo e Mezzo. –Non hanno detto nient’altro?-
–Parlavano di opere d’arte,
signori, e di un carico che avrebbe tardato a partire.-
l’uomo solleva le spalle. -Più di questo non so dirvi.-
-Usano il mercato dell’arte come copertura?- domanda Todoroki. Katsuki scuote la testa.
–Penso sia più una specie di
linguaggio in codice.- appoggia anche il secondo
bicchiere sul bancone. –Sei stato più che d’aiuto, Daisuke.
Grazie.-
-Sempre a disposizione, signori.-
-Di’ alle tue ragazze di tenere gli
occhi e le orecchie ben aperti, se vedono di nuovo quei tipi.-
si raccomanda. –E se hai qualcosa di nuovo, sai come contattarmi.-
Daisuke
annuisce, salutandoli mentre escono dal locale e attraversano di nuovo la
strada.
Todoroki
sospira. –Non è molto, ma almeno adesso abbiamo la certezza che la sua rete è
arrivata fino qui.-
Katsuki
annuisce, le mani affondate nelle tasche dei jeans. Ha finito le sigarette.
-Bene, adesso che si fa?- chiede ancora Todoroki,
sbadigliando. –Abbiamo ancora qualche posto dove andare o posso tornarmene a
casa e dormire?-
-Tu vai pure, io credo farò ancora
un giro… - Katsuki ciondola, spostando il peso da un
piede all’altro, mentre si incammina verso le strade affollate di Shinjuku.
–Tanto domani è il mio giorno libero.-
-Bakugou,
stai attento.-
-Andiamo, Mezzo e Mezzo.- cammina all’indietro mentre sogghigna in direzione
di Todoroki. –Non avrebbero nemmeno un briciolo di
speranza, con me.-
-Non era questo che intendevo… - ma
Katsuki ormai si è già allontanato, scomparendo nella
folla.
-Ricordati
una cosa, Eroe. Nessuno sfugge alla Collezionista, nemmeno tu.-
1. Kabuki-cho è una zona di Tokyo, nel quartiere di Shinjuku, piena
di love hotel e night club - vi lascio il link a un articolo molto interessante
qui: https://www.marcotogni.it/kabukicho/
B.S.T.P.P.T.T.:
Breve Storia Triste Post Partum [ovvero di come la
Maki arrivò a inserire il riferimento a Kabuki-cho in
questo capitolo] Totalmente Trascurabile
Quando qualche giorno fa annunciai che –
salute e soldi permettendo – nell’inverno mi piacerebbe fare un viaggio in
Giappone o almeno visitare Tokyo, le reazioni delle persone a me più vicine
sono state le più disparate. Due dei miei più cari amici mi hanno chiesto come
penso di sopravvivere a dodici ore di volo se ho faticato a resistere quattro
ore per arrivare in Egitto, mia madre ha blindato la porta d’ingresso per non
farmi più uscire di casa e mio padre si è limitato a salutarmi dicendo di
portargli un souvenir.
Ma la reazione migliore rimane quella della
mia migliore amica e della sua ragazza, che è stata nell’ordine: risate, No aspetta ripeti, altre risate, Portaci l’action
figure di, ancora risate, Devi
assolutamente andare a Kabuki-cho!
Ora, per quanto io conosca abbastanza Tokyo e
mi sia informata a sufficienza su cosa visitare e perché, non avevo mai sentito
parlare di questo posto. Così sono andata a informarmi.
Non l’avessi mai fatto.
Detto questo, come potete vedere sono tornata.
La mia salute continua a essere altalenante e molto incerta, insieme al mio
futuro lavorativo. Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, come
sempre fatemelo sapere con un commento.
Alla prossima!
Maki