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Autore: _thantophobia    09/06/2019    3 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’uccello del malaugurio

[o di trappole invisibili e imminenti pericoli]

 

 

 

 

 

22 giugno [One For All: 2%]

Katsuki non ci aveva visto nulla di male, nel permettere a Ryu di invitare a casa una compagna di scuola per studiare – aveva scoperto, in quei pochi mesi dall’inizio del suo terzo anno di scuola media, che Ryu ha un vero talento per le materie scientifiche e che è subito diventato uno dei migliori della sua classe, quindi non lo stupisce sapere che qualcuno gli abbia chiesto di aiutarlo.

-Ci sono dei problemi se sabato pomeriggio viene una mia compagna di classe a studiare qui?- aveva domandato qualche giorno prima, mentre apparecchiava la tavola per la cena, occhieggiando titubante verso Katsuki che si era limitato a sollevare le spalle.

-Non vedo perché no.- aveva ribattuto, senza nemmeno distogliere lo sguardo dalla padella ancora sul fuoco. Ryu gli aveva sorriso felice. –Ma domenica ci alleniamo, sono stato chiaro?-

Il ragazzo annuisce, deciso. –Certo, abbiamo un obbiettivo da raggiungere.-

Quel sabato sia lui che Mina sono di pattuglia, ma Uraraka si è resa subito disponibile per stare con Ryu: li ha rassicurati che non avrebbe mai perso di vista né lui e neanche la ragazza, mentre loro avrebbero dovuto fare attenzione.

Katsuki non ha bisogno che qualcuno gli dica di fare attenzione, sa benissimo che deve essere più attento che mai – soprattutto ora che qualcuno sta dando la caccia a Ryu. Le ultime informazioni che Todoroki gli ha fatto avere non lo rassicurano per niente - sono avvenuti alcuni rapimenti nella zona tra Osaka e Kōbe, con le stesse modalità di quello del filmato che gli era stato mostrato: due fratelli, un maschio e una femmina, rapiti nell’arco di una manciata di secondi alla stazione della metro, e un ragazzo delle superiori sparito nel nulla sulla strada verso casa.

-Sembra non ci sia un criterio, dietro i rapimenti.- aveva detto Mezzo e Mezzo qualche sera prima, al telefono. –La Collezionista, o chi per lei, sceglie chi rapire praticamente a caso. Mi dispiace, Bakugou: se seguisse uno schema potremmo provare a fermare la sua rete prima che arrivi a Ryu, ma più di così non credo di poterti aiutare.-

Katsuki può solo continuare a restare in allerta e sperare di essere pronto, quando quella troia si avvicinerà a Ryu.

Mina si è fermata poco più indietro, circondata da un gruppo di ragazzine che le chiedono un autografo o una foto insieme, mentre Katsuki continua a guardarsi intorno – all’improvviso, un bagliore attira il suo sguardo verso l’alto, sul tetto di uno dei palazzi che si affacciano sulla strada: con il sole dritto in faccia, Katsuki vede praticamente un cazzo, ma i suoi nervi si infiammano e scatta sull’attenti, pronto a difendersi.

-Mina.- la chiama, cercando di attirare la sua attenzione.

-Sì, un attimo e ci sono.- risponde lei, raggiante, firmando gli autografi con una penna rosa.

-No, Mina, ora.- la riprende. –Spero di sbagliarmi, ma siamo sotto tiro.-

Lo scribacchiare e la risatina felice di Mina si fermano, come un disco inceppato, mentre lei cerca le iridi rosse di Katsuki come se volesse chiedergli cosa fare. Poi torna a guardare le ragazze. –Okay, tesori, adesso però è meglio se vi allontanate… -

-Va tutto bene?-

-È successo qualcosa?-

-Ragazze, ho bisogno che vi allontaniate da qui e cerchiate un posto sicuro.- mormora ancora Mina. –Cercate di non mostrarvi agitate o rischierete di scatenare il panico.-

-Mina, si è mosso.- sussurra ancora Katsuki, che non ha perso di vista il bagliore per un solo momento. –No, non si è mosso. Sono due.-

Le ragazze si allontanano in fretta, spaventate ma ostentando la tranquillità che Mina aveva richiesto mentre l’Eroina fa un paio di passi verso di lui.

-Credi che si siano accorti che li abbiamo visti?-

-Sono stato abbastanza attento a non guardarli direttamente, anche se il sole non aiuta.-

-Chiamiamo i rinforzi?-

-Vediamo cosa fanno.- con un movimento quasi impercettibile della testa dice a Mina di riprendere a camminare come se nulla fosse.

Ma, forse, chiunque ci fosse su quei tetti voleva soltanto essere un diversivo, perché il vero pericolo è proprio di fronte a loro: Katsuki ringrazia i propri riflessi, o sia lui che Mina sarebbero stati schiacciati da quel furgone che il Villain ha scagliato loro contro. Villain che, porca troia, è una montagna di muscoli, ancora più grande di All Might, e potrebbe spiaccicarli sull’asfalto con un solo dito.

-…cazzo.- mormora, mentre Mina cerca nelle tasche del suo costume il cercapersone per chiedere rinforzi. Ne avranno veramente bisogno. –Okay, siamo nel centro della città, all’ora di punta, percentuale di vittime potenziali altissima… E siamo pure sotto tiro.-

-Siamo in un bel casino, Bakugou.- commenta Mina, inviando la richiesta di rinforzi. –Che facciamo?-

-Cerchiamo di evitare le vittime, prima di tutto.- cerca di fare un passo avanti, quando Mina gli domanda cosa abbia davvero intenzione di fare. –Tu pensa ai civili, alla montagna di muscoli ci penso io.-

-…vuoi fare da esca?- mormora, allibita. –Sei impazzito? Se non finisci all’ospedale schiacciato da quel Villain, ti ci spediranno quei due con qualche proiettile!-

-Sì, nel migliore dei casi… - commenta, controllando i guantoni intorno agli avambracci.

-Tu sei completamente fuori di testa.-

–E l’hai capito solo ora?- Katsuki ghigna, sarcastico. Poi sfila le braccia dalle protezioni e gliele lancia. –Sono cariche, sai usarle in caso servisse.-

Mina sbuffa, appoggiando il mento su una delle protezioni. –Promettimi solo una cosa, okay?-

-Non sono il tipo da fare promesse, lo sai… - l’ultima volta che ne ha fatta una gli ha portato Ryu e solo un sacco di grane.

-Promettimi che non ti farai ammazzare, Bakugou.- mormora. –Non solo adesso. Promettimi che non ti farai mai uccidere.-

–Non devi nemmeno chiedermelo, Mina.- Katsuki la guarda negli occhi, impassibile. –Ho ancora troppe cose da fare prima di poter tirare le cuoia.-

Non le lascia il tempo di ribattere, perché si scaglia contro il Villain con tutta la forza delle sue esplosioni, cercando di portarlo via dalla strada, lontano da centinaia di indifesi che si sono riversati fuori dai negozi e dalle case per assistere allo scontro.

Sente Mina gridare ai civili di tornare dentro le abitazioni e di allontanarsi dalle finestre, mentre con un colpo di reni riesce a sfuggire alla presa ferrea del Villain – non riesce a evitare, però, il proiettile che gli sfiora la coscia e che lo distrae quel tanto che basta per ritrovarsi scaraventato contro il muro di uno dei palazzi che si affaccia sulla strada. Scivola a terra, dolorante e stordito, pensando che deve prima occuparsi di quei due stronzi sui tetti se vuole liberarsi del coglione palestrato.

Per fortuna sono arrivati i primi rinforzi, quindi Katsuki può concentrarsi su un unico compito: punta i palmi a terra e concentra delle esplosioni abbastanza potenti da fargli raggiungere in fretta il tetto del palazzo, così in fretta che il cecchino che lo teneva sotto tiro non ha il tempo di reagire. Lo stordisce con una ginocchiata, prima di dedicarsi anche all’altro che inizia subito a sparare a raffica nella sua direzione. Avvicinarsi risulta chiaramente impossibile, tuttavia con un’esplosione precisa e non troppo potente riesce a ferirlo – e anche il Villain riesce a colpirlo alla spalla, seppur di striscio, ma è qualcosa di cui Katsuki potrà occuparsi dopo. La ferita del Villain, invece, è una bruciatura parecchio profonda ed estesa che gli copre quasi tutto il lato sinistro del volto, il braccio e il busto.

Ma lui non sembra rendersene pienamente conto, quando alza la testa e tira le labbra in un sorriso beffardo.

-Ricordati una cosa, Eroe.- sibila, dolorante. –Nessuno sfugge alla Collezionista, nemmeno tu.-

-…cosa?- mormora, mentre il Villain spalanca le braccia e si lascia cadere nel vuoto. –No, no, no!-

Si lancia a sua volta di sotto, il braccio allungato in avanti per afferrarlo, ma qualcuno arresta all’improvviso la sua caduta e Katsuki non fa in tempo: il Villain precipita, come un sasso lasciato cadere nell’acqua di uno stagno, fino a impattare con l’asfalto della strada. Sente Mina urlare il suo nome, ma non capisce dove sia.

-Ti tiro su, Bakugou.- esclama Sero, iniziando a tirare il nastro che gli ha arrotolato intorno alla vita. –Non ti agitare, okay? O rischiamo di cadere in due.-

Katsuki non gli risponde, gli occhi ancora fissi sul corpo esanime del Villain. Quando finalmente scende dal tetto – il corpo del Villain è già stato portato via, mentre gli altri due sono già in custodia della polizia – Mina corre verso di lui con il viso paonazzo e gli occhi terrorizzati.

Katsuki non capisce perché gli abbia appena tirato uno schiaffo. -Ma che cazzo ti prende?!-

-Che mi prende?- sbotta Mina, colpendolo più volte sul petto. –Ti ho visto lanciarti di sotto, ecco cosa mi prende! Perché non la smetti una volta tanto di fare così?!-

 

Katsuki può contare sulle dita di una mano sola le volte in cui si è davvero incazzato con Deku. Le volte in cui ha minacciato di spedirlo all’Inferno a calci non contano, quelle in cui avrebbe davvero voluto spaccargli la faccia ed è andato molto vicino a farlo sono veramente poche.

-…Kacchan, non per dire, anzi sto davvero apprezzando il passaggio, ma potresti mettermi giù? Sai, le ossa della tua spalla contro le mie costole non sono molto piacevoli.- si era caricato Deku in spalla come un sacco di patate per evitare che facesse una cazzata come affrontare da solo quei Villain quando ormai era allo stremo delle forze e aveva iniziato a correre, fermandosi solo quando ha ritenuto di essersi allontanato abbastanza.

A Deku non ha nemmeno rivolto una parola.

-Kacchan?- Deku ci prova, a farsi ascoltare, ma Katsuki continua a ignorarlo. –Kacchan, Kacchan, Kacchan, Kacchan, Kacc… -

-Se non la smetti ti spedisco nella stratosfera a calci in culo, nerd!- sbotta il biondo. Deku si limita a ridacchiare.

-Nah, non lo faresti. Ti mancherei troppo.-

Alla fine Katsuki lo mette giù e lo osserva controllarsi le varie ferite che si è procurato durante lo scontro con le braccia incrociate al petto. –Cosa cazzo ti è saltato in mente di saltare davanti alla mia esplosione? Vuoi ucciderti?-

-Ti giuro che non ho intenzione di passare a miglior vita a breve, Kacchan. –Deku solleva le braccia in segno di resa. –E mi dispiace, davvero: è stato un incidente, ho calcolato male le tempistiche tra il mio atterraggio e la tua esplosione… -

Katsuki sbuffa, esausto e troppo incazzato per ascoltare i suoi vaneggi da nerd. –Finirai per farti veramente del male, se continui ad essere così spericolato, Deku.-

-Ma senti da che pulpito.- Deku solleva un sopracciglio, puntando un dito verso di lui. –Ti sei guardato allo specchio, Kacchan? Perché, sai, non so chi ha più cicatrici tra me e te.-

-Dico sul serio, coglione.- Katsuki invece rotea esasperato gli occhi, mentre Deku inizia ad allontanarsi. –Finirai per farti ammazzare, se continui così.-

Deku gli sorride, raggiante. –Forse, ma non è un rischio che abbiamo deciso di correre quando abbiamo scelto questa vita?-

Katsuki non ha il tempo di rispondergli, perché Deku ha preso la rincorsa ed è balzato via in un turbine di fulmini verdi.

 

-Katsuki!- quando torna a casa, Ryu gli corre incontro, arrestando la sua corsa a qualche passo da lui. Si tortura le mani e muove la testa in piccoli scatti veloci, come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa. –Non farlo mai più, okay? Non farlo mai più.-

Katsuki gli passa lentamente una mano trai capelli, cercando di tranquillizzarlo. Gli occhi di Ryu si riempiono improvvisamente di lacrime mentre lo abbraccia più forte che riesce, nascondendo il viso contro il suo petto.

-…non posso perdere anche te.- sussurra il ragazzino, e Katsuki sente una morsa dolorosa stringergli il cuore.

-Ricordati una cosa, Eroe. Nessuno sfugge alla Collezionista, nemmeno tu.-

 

 

 

30 giugno [One For All: 2%]

-Buonasera, paparino. Come te la cavi con pannolini e biberon?- è il saluto che Katsuki rifila a Todoroki appena lo vede. Questi si limita a sbuffare e sollevare gli occhi al cielo, ormai abituato alle sue stronzate. La bambina, la piccola principessa Todoroki, è nata da ormai trenta giorni, e Mina era così felice quando l’ha saputo che ha quasi tagliato le dita a Ryu con il coltello che teneva in mano.

-Dove stiamo andando, Bakugou?- gli domanda, scorgendo trai palazzi alcune insegne per nulla rassicuranti. –Perché stiamo andando verso Kabuki-cho1?-

-Tranquillo, non ho intenzione di farti tradire la cara mogliettina.- lo rassicura, ma dal sopracciglio chiaro che Mezzo e Mezzo ha appena inarcato capisce di aver fallito miseramente. Fa un cenno con la testa verso destra, nella direzione opposta a Kabuki-cho. –Noi andiamo di là.-

-…è un bar quello?- domanda ancora Todoroki, che sembra proprio non aver capito un cazzo.

Katsuki emette un verso gutturale, nervoso, mentre attraversa la strada appena il semaforo diventa verde. –Ti ricordi il Villain dei love hotel? Quello di cui ci siamo occupati io, te e Kirishima?-

-Sì, è successo due o tre anni fa… -

-Sette.- era stato… un battesimo del fuoco piuttosto interessante, sotto certi aspetti.

-Già sette anni fa? Wow.-

-Comunque, non è questo il punto.- lo aspetta sul marciapiede, facendo un ultimo tiro alla sigaretta prima di spegnerla contra la suola dello stivale e buttarla via. –Avevamo bisogno di un informatore che conoscesse abbastanza bene la zona e avesse occhi e orecchie un po’ ovunque, no?-

Shouto annuisce. –Sì, e avevi detto che te ne saresti occupato tu… -

Katsuki entra nel bar senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. –Ti ci ho appena portato.-

E, finalmente, Todoroki ci arriva. -…oh.-

-Buongiorno, Mezzo e Mezzo.- a grandi falcate raggiunge il bancone, dove un uomo alto e magrissimo lo saluta calorosamente.

-Signor Eroe! Che piacere rivederti!- l’uomo, Daisuke, come è scritto sulla piccola targhetta attaccata alla camicia, li fa accomodare sugli sgabelli di fronte al bancone di legno nero e lucido. –Immagino tu sia qui per quello che mi hai chiesto… Che cosa vi posso portare, signori? Offre la casa.-

-Whiskey, liscio. Ho fatto il prima che ho potuto, ma avevo bisogno ci fosse anche lui qui.- indica Mezzo e Mezzo con il pollice. –È stato un casino trovare un giorno in cui fossimo entrambi liberi.-

Daisuke annuisce, comprensivo. –Nessun problema, questo ci ha dato un po’ più tempo.-

-Gli hai chiesto di cercare informazioni sulla Collezionista?- domanda Todoroki, senza neanche toccare il bicchiere di whiskey che il barista gli ha poggiato davanti.

Katsuki annuisce. –È un informatore che lavora per la polizia, quindi ho pensato che avrebbe potuto scoprire qualcosa. Quello lo bevi?-

-Domattina sono di servizio.- borbotta. –Quindi, cosa ha scoperto?-

Daisuke appoggia i gomiti sul bacone. –Le ragazze mi hanno riferito di un gruppo di uomini, sei o sette, che confabulavano tra loro qualche sera fa. Parlavano di una collezionista che stava diventando impaziente, perché non era ancora riuscita ad avere quello che voleva.-

-Sembra proprio lei… - sussurra Mezzo e Mezzo. –Non hanno detto nient’altro?-

–Parlavano di opere d’arte, signori, e di un carico che avrebbe tardato a partire.- l’uomo solleva le spalle. -Più di questo non so dirvi.-

-Usano il mercato dell’arte come copertura?- domanda Todoroki. Katsuki scuote la testa.

–Penso sia più una specie di linguaggio in codice.- appoggia anche il secondo bicchiere sul bancone. –Sei stato più che d’aiuto, Daisuke. Grazie.-

-Sempre a disposizione, signori.-

-Di’ alle tue ragazze di tenere gli occhi e le orecchie ben aperti, se vedono di nuovo quei tipi.- si raccomanda. –E se hai qualcosa di nuovo, sai come contattarmi.-

Daisuke annuisce, salutandoli mentre escono dal locale e attraversano di nuovo la strada.

Todoroki sospira. –Non è molto, ma almeno adesso abbiamo la certezza che la sua rete è arrivata fino qui.-

Katsuki annuisce, le mani affondate nelle tasche dei jeans. Ha finito le sigarette.

-Bene, adesso che si fa?- chiede ancora Todoroki, sbadigliando. –Abbiamo ancora qualche posto dove andare o posso tornarmene a casa e dormire?-

-Tu vai pure, io credo farò ancora un giro… - Katsuki ciondola, spostando il peso da un piede all’altro, mentre si incammina verso le strade affollate di Shinjuku. –Tanto domani è il mio giorno libero.-

-Bakugou, stai attento.-

-Andiamo, Mezzo e Mezzo.- cammina all’indietro mentre sogghigna in direzione di Todoroki. –Non avrebbero nemmeno un briciolo di speranza, con me.-

-Non era questo che intendevo… - ma Katsuki ormai si è già allontanato, scomparendo nella folla.

-Ricordati una cosa, Eroe. Nessuno sfugge alla Collezionista, nemmeno tu.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1.       Kabuki-cho è una zona di Tokyo, nel quartiere di Shinjuku, piena di love hotel e night club - vi lascio il link a un articolo molto interessante qui: https://www.marcotogni.it/kabukicho/

 

 

 

 

 

 

 

B.S.T.P.P.T.T.: Breve Storia Triste Post Partum [ovvero di come la Maki arrivò a inserire il riferimento a Kabuki-cho in questo capitolo] Totalmente Trascurabile

Quando qualche giorno fa annunciai che – salute e soldi permettendo – nell’inverno mi piacerebbe fare un viaggio in Giappone o almeno visitare Tokyo, le reazioni delle persone a me più vicine sono state le più disparate. Due dei miei più cari amici mi hanno chiesto come penso di sopravvivere a dodici ore di volo se ho faticato a resistere quattro ore per arrivare in Egitto, mia madre ha blindato la porta d’ingresso per non farmi più uscire di casa e mio padre si è limitato a salutarmi dicendo di portargli un souvenir.

Ma la reazione migliore rimane quella della mia migliore amica e della sua ragazza, che è stata nell’ordine: risate, No aspetta ripeti, altre risate, Portaci l’action figure di, ancora risate, Devi assolutamente andare a Kabuki-cho!

Ora, per quanto io conosca abbastanza Tokyo e mi sia informata a sufficienza su cosa visitare e perché, non avevo mai sentito parlare di questo posto. Così sono andata a informarmi.

Non l’avessi mai fatto.

 

Detto questo, come potete vedere sono tornata. La mia salute continua a essere altalenante e molto incerta, insieme al mio futuro lavorativo. Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, come sempre fatemelo sapere con un commento.

Alla prossima!

Maki

  
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