Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Umile_Bardo    10/06/2019    0 recensioni
Lupin e Jigen sono di nuovo in Spagna e per il pistolero non è esattamente un posto piacevole, dato che gli ricorda una delle sue avventure amorose finite in modo pessimo. Questa volta però, invece di esserlo da una rosa, verrà colpito da uno strano violino argentato e dalla sua proprietaria, alla quale più criminali stanno dando la caccia per impossessarsi di un incredibile tesoro.
Davanti ad una avventura così Lupin III e i suoi compagni non posso certo tirarsi indietro
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Ecco, ora imbocca quella strada e siamo arrivati. >

Indico a Lupin il percorso che deve prendere per arrivare a casa mia. Avevo già deciso di andare a chiedere spiegazioni ai miei genitori, ma dopo i sogni e tutto il resto sono ancora più decisa ad avere risposte sul violino!

 

L'auto si ferma davanti al cancello di una villetta a tre piani, circondata da un grande giardino recintato.

Lupin lancia un fischio < Non male la tua piccola reggia. >

Faccio per scendere dall'auto per aprire il cancello, ma una figura si avvicina, anticipandomi.

 

Senza guardarci direttamente spalanca il cancello e ci fa segno di entrare, per poi richiudere subito dietro di noi.

< Ciao, ci hai messo una vita! >

Scendo dall'auto e mi avvicino alla figura: un ragazzo , coi capelli ricci e un pallone da basket sotto braccio.

< é un piacere anche per me rivederti. Jigen, Lupin, permettetemi di presentarvi mio fratello Joaquin. >

< Ehi piacere! > Lupin gli tende una mano sorridente, ma Joaquin non alza lo sguardo e si allontana

 

< Scusatemi per il suo comportamento. > dico ai miei due amici < Ma è in piena fase di ribellione e gli estranei non gli sono mai piaciuti. >

< Nessun problema, nemmeno a me. > mi risponde Jigen con un sorrisetto.

 

Non faccio in tempo a rispondere che la porta di casa si spalanca e ne esce...mio padre!

< Estrella! > esclama venendomi in contro e abbracciandomi.

Guardo il suo viso sbarbato, con qualche ruga attorno agli occhi sempre ridenti e cordiali. Sono così contenta di essere a casa.

< Estrella siamo così felice di averti qui insieme ai tuoi ospiti! > dice mio padre salutando i due ladri < Mi chiamo Miguel, grazie per aver accompagnato mia figlia nel suo viaggio! >

Ammetto di sentirmi un filino imbarazzata mentre stringe vigorosamente la mano a Jigen.

< Entrate, entrate. Tua madre ci aspetta in cucina. >

 

Le fresche e chiare pareti ci accolgono, decorate con foto di famiglia e quadri musicali. I mobili in legno e le tende leggere mi suscitano grande nostalgia, che aumenta considerevolmente nell'entrare in cucina e vedere... < Signori lasciate che vi presenti Petra, mia moglie. >

 

 

----____-----

 

La donna che si volta verso di noi assomiglia molto a Estrella, il viso forse meno paffuto e i capelli mossi.

La sua espressione si illumina quando vede sua figlia e quasi le corre in contro, abbracciandola.

< Oh Estrella, grazie a Dio sei arrivata. >

< Si mamma, ora puoi stare tranquilla. > la musicista ricambia l'abbraccio e non posso non sorridere nel vedere la sua espressione felice. Poi si volta verso di noi < Lascia che ti presenti i miei amici: Jigen e Lupin. >

Mi tolgo il capello quando lei mi stringe la mano, per un secondo mi scruta con un paio di occhi così chiari da ferire lo sguardo. Ma poi mi sorride e si mette a ridere quando Lupin le fà il baciamano.

 

< Prego, accomodatevi, ho appena tirato fuori dal frigo la limonata, con questo caldo non c'è nulla di meglio. >

Ci accomodiamo attorno al tavolo dell'ampia cucina, con una porta finestra che dà sul retro della casa, mostrando il prato su cui un rettangolo di cemento è stata la base per un piccolo campo da basket, dove vedo il ragazzo di prima che tira a canestro.

 

Dopo aver bevuto qualche sorso ed esserci scambiati i soliti convenevoli il silenzio cala sulla cucina.

Io e Lupin ci scambiamo un'occhiata, non ci pare il caso di far partire un interrogatorio ma in qualche modo bisogna cominciare.

Guardo Estrella, ma lei ha lo sguardo perso nell'orizzonte, l'aria tiepida che arriva da fuori le scompiglia i capelli, facendoli finire sugli occhi. Gonfiando le guance sbuffa, spostandoli di lato.

 

Mi sento come se mi avessero sparato al cuore. Le mie budella si attorcigliano e sento il gran bisogno di avvicinarmi e..e......digrigno i denti. Porca miseria devo darmi una regolata!

 

Fortunatamente è la madre a rompere il ghiaccio: < Sappiamo perchè siete qui, era chiaro dal tono della tua telefonata. Portalo qui. >

Estrella scatta in piedi e corre all'ingresso, dove ha lasciato il violino.

Una volta rientrata appoggia la custodia sul tavolo con deferenza, posizionandola davanti ai genitori.

< Mmmm certo che questa custodia ne ha viste delle belle eh! > il padre la prende bonariamente in giro, battendo con il dito sulle ammaccature.

 

Estrella arrossisce un po'.

< Visto quello che ha passato > dico io improvvisamente < é una fortuna che sia SOLO in quello condizioni. >

Lei mi rivolge un sorrisetto di ringraziamento.

 

Intanto la madre ha aperto la custodia e sta scrutando l'interno.

< So che le cose da dire sono molte..ma direi che prima vi meritate una cena e una bella notte di sonno. Cosa ne pensi? > Petra si volta verso il marito.

< Hai ragione, anche perchè per darti tutte le risposte che cerchi dobbiamo prepararci. Vi farebbe piacere essere nostri ospiti? >

 

< Oh, non vorremmo disturbare! > esclama Lupin.

< Nessun disturbo, abbiamo dei letti in mansarda, potrete dormire lì. >

< Direi che è il caso di far decidere Estrella se vuole fermarsi o meno! > Estrella sussulta sentendosi chiamata in causa.

< Oh! Io..ecco...mi piacerebbe rimanere qui per una notte...> borbotta.

< Allora è deciso! > esclama Miguel < Sali pure in camera tua a rinfrescarti, io vado a preparare la... stanza degli ospiti" >

 

< Grazie mille, ci vediamo dopo. > con un cenno della mano esce dalla cucina, per raggiungere camera sua. Stanza che, devo essere onesto, non ho una così gran voglia di visitare.

Anche il padre si congeda e io e Lupin rimaniamo in compagnia di Petra, che ancora scruta il violino.

 

< So bene chi siete voi due... > dice infine. Noi due facciamo un salto. Certo non ci aspettavamo una affermazione del genere.

< C-come scusi? > ridacchia il mio collega.

< Il ladro più ricercato e il miglior pistolero del mondo...certo mai avrei pensato di ospitarvi in casa mia. > la donna alza lo sguardo e sento un brivido corrermi lungo la spina dorsale < Cosa vi ha raccontato Estrella del San Domenico? >

 

Le spieghiamo brevemente tutta la storia, che ovviamente lei conosce già.

Non appena finiamo lei lancia un sospiro e si alza in piedi, guardando fuori < Estrella si fida di voi, quindi anche io farò lo stesso. Ha sempre avuto un'ottima capacità di giudizio. >

< Ne siamo onorati signora. > la provoca Lupin.

Lei si volta a guardarci < Ciò che vi dirò rimarrà tra di noi, non so come mia figlia potrebbe reagire a questa notizia...Il nonno di Estrella, Julian, era mio padre. Nato con l'orecchio assoluto e uno dei grandi mastri liutai. Ha sempre custodito il San Domenico come se fosse la cosa più prezzo del mondo. Nemmeno quando io mia e di mia sorella divenimmo adulte non ha mai voluto passarci la sua eredità. >

< Entrambe avevate l'orecchio assoluto? > chiedo, cercando di trovare il punto di tutto quel discorso.

< Si. Nella nostra famiglia c'è sempre stata una persona per generazione con l'orecchio assoluto, ogni generazione equivale a 10 anni di differenza. Comunque, mio padre credeva che la leggenda del violino Stradivari fosse vera e dopo che nacque Joaquin cominciò ad insegnare tutto ciò che sapeva sui violini ad Estrella. Lei rimase subito affascinata dalla storia e nonostante sapessi che mio padre non avrebbe mai messo in pericolo la sua famiglia, temevo che avesse visto in Estrella l'erede della sua caccia al tesoro, >

< Mettere in pericolo? Cosa intende? >

< Mio padre, Julian Navarro, è stato ucciso. >

 

Il gelo piomba nella stanza a quell'affermazione. Ora tutto comincia a farsi più chiaro.

< Mi lasci indovinare. > dice Lupin < Qualcuno voleva costringere suo padre a rivelare l'ubicazione del luogo dove sono custodite le istruzioni di Stradivari, lui ha rifiutato e per questo è stato ucciso. >

Petra annuisce, tornando a guardare fuori.

< E ora teme che gli stessi tipi che lo hanno ucciso siano quelli che danno la caccia a Estrella. > concludo io asciutto.

< Esatto. Mai avrei immaginato che la cosa che la nostra famiglia ama di più ci portasse anche così tanta rovina. > la donna sospira < Io sono un'insegnante di solfeggio, mio marito compone musica e quando anche i nostri figli si sono avvicinati a quel mondo eravamo così felici, del resto la leggenda dice che la nostra famiglia sa far parlare gli strumenti...so di non avere la forza o il diritto di bloccare Estrella e la sua ricerca, per questo vi chiedo di aiutarla e proteggerla. Ve lo chiedo come madre. >

 

< Lo avremmo fatto in ogni caso. > dice Lupin, serio < Non per i soldi o per la gloria, ma perchè ormai sua figlia nostra amica. Giusto Jigen? >

< Certo. E poi non è detto che la ricerca non vada a buon fine. > alle mie parole noto un impercettibile fremito nella donna.

< Vi ringrazio. Se lo desiderate potete prendere una boccata d'aria in giardino, mentre io controllo a che punto è mio marito. >

 

Ci fa segno di passare per la porta della cucina. Io ho una gran voglia di fumare, ma non appena tiro fuori la sigaretta vengo quasi colpito da un pallone da basket.

< Ach! > impreco cadendo sull'erba < Ehi ragazzino, sta attento! > ringhio.

Joaquin si avvicina, recuperando il pallone e fissandoci con sguardo di ghiaccio.

< Non capisco perchè tu le piaccia. >

< Cosa? > esclamo, mentre Lupin tende le orecchie.

< Tu piaci a mia sorella, ma sei così tonto da non rendertene conto. >

< Ehi ragazzino, vedo che hai l'occhio lungo. > sogghigna Lupin.

Lui gli lancia un'occhiata indecifrabile < La vostra ricerca sarà un disastro, e i miei genitori sono degli sprovveduti! >

< Oh! Non mi sembra il caso di parlare così dei tuoi, sono brave persone e si fidano di tua sorella..>

< Estrella non riuscirà mai a completare la missione del nonno! > urla il ragazzo.

< Perchè dici così? Cosa sai??? > gli chiedo sospettoso e ormai spazientito, odio i fratelli minori, di qualunque età.

< Perchè la chiave è saper far parlare gli strumenti! Ma io ho 17 anni e mia sorella 26! >

 

Sgraniamo gli occhi per un attimo. Vuoi dire che....solo 9 anni di differenza...

< Esatto. > dice tristemente Joaquin < Sono io ad avere l'orecchio assoluto! >

 

 

  
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