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Autore: _Atlas_    10/06/2019    4 recensioni
Dal quinto capitolo: Una distesa di stelle illuminava il cielo notturno di fine agosto, in un gioco di luci che accese di gioia lo sguardo di Morgan.
«Vorrei tanto volare fin lassù...» mormorò con innocenza, facendo sorridere Tony.
Per un momento riuscì a immaginarsela, su una slitta supersonica o su qualche altra diavoleria che aveva promesso di costruirle, mentre sfrecciava veloce verso una stella lontana.
«Chissà, magari un giorno ci riuscirai.»

Breve raccolta incentrata sul rapporto tra Tony e Morgan.
[Post-Avengers:Endgame / What if?]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Morgan Stark, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autumn
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Il sentiero nel bosco







Un tappeto di foglie variopinte ricopriva il sentiero tra gli aceri a due passi dal lago, tinteggiando con colori autunnali quel primo pomeriggio di metà ottobre.
In quelle ore il cinguettìo dei merli era così intenso da spezzare la quiete del bosco e accompagnava le ultime corse vivaci di qualche scoiattolo temerario prima dell'arrivo dell'inverno.
Gli occhi attenti di Morgan catturavano con meraviglia tutte quelle istantanee, mentre camminava per interi minuti col naso all'insù per inseguire il volo di qualche pettirosso o i salti degli scoiattoli.
«Sta' attenta a dove metti i piedi,» fu costretto più volte a richiamarla Tony, evitando che andasse a sbattere contro gli alberi o che inciampasse su qualche pigna.
Dopo una mattinata passata al telefono per aggiornare Peter sulle modifiche che intendeva compiere al suo nuovo costume, si era infine lasciato trascinare in quella scampagnata nel bosco a cui Morgan aspirava da almeno una settimana e che, a sua detta, era indispensabile per fare rifornimento di pigne e bacche “squisiliziose”.
«A che ti servono le bacche “squisiliziose”?» le aveva chiesto Tony con perplessità, decidendo di sorvolare su ciò che intendesse con quel termine.
«Devo preparare la cena, papà» le aveva risposto lei con la massima serietà e quasi risentita per quella domanda irrisoria.
Così si erano addentrati nel bosco vicino casa, armati di buste e cestini, iniziando a fare incetta di tutti gli ingredienti indispensabili per una cena, dalle bacche alle foglie secche.
«Perchè alcune foglie sono gialle e altre rosse?» chiese a un certo punto Morgan, raccogliendone una da terra e scrutandola con attenzione.
Tony aggrottò le sopracciglia e iniziò a grattarsi la base del collo, evidentemente colto alla sprovvista da quella domanda.
«Uhm, dipende dai pigmenti chimici che hanno all'interno» butto lì, non del tutto sicuro di cosa stesse dicendo e sperando che qualcos'altro attirasse presto la sua attenzione.
«Cosa sono i ...menti chimici?» chiese invece la bambina, mettendo da parte la foglia dentro l'apposito cestino.
«Sono...uh, te lo spiego quando sarai più grande» sviò Tony con una frase che sapeva avrebbe funzionato. Aveva perso il conto di quante volte era stato costretto a pronunciarla, permettendogli di cavarsela anche in situazioni decisamente più insidiose di quella. Per esempio quella volta che gli aveva chiesto come si fosse procurato la cicatrice circolare sul petto, o quando, dopo aver origliato qualche parola di troppo al Complesso, aveva chiesto informazioni sull'esistenza di un certo Loki, causandogli un principio di attacco di panico.
«Dici sempre così» borbottò però la bambina, facendo spallucce e decidendo alla fine di non dare peso alla cosa. Si chinò quindi per raccogliere una pigna, porgendola al padre perchè la mettesse nel cestino.
«E sentiamo, chi sarebbero gli invitati alla tua cena? Se posso chiedere» indagò l'uomo, scommettendo contro se stesso sui nomi che avrebbe pronunciato.
«La mamma, tu ed io» iniziò quindi ad elencare lei, «E poi Peter, Happy e forse zio Rhodey» concluse.
«Perchè "forse" zio Rhodey?»
«Perchè l'altra volta ha detto che la mia torta non era buona» spiegò lei, sistemandosi i capelli che le erano scivolati sul viso, ancora vagamente indispettita per quel fatto.
Tony si finse inorridito e aggrottò le sopracciglia, tornando col pensiero alla torta che sua figlia aveva accuratamente preparato in quell'occasione, con ghiande e petali di margherite, servendola ai suoi ospiti con immensa soddisfazione.
«Non posso crederci, è stato davvero molto scortese da parte sua.»
«Lo so.»
«Vorrà dire che la prossima volta gli daremo una punizione esemplare» valutò Tony, già architettando un metodo durissimo per far scontare la pena all'amico.
«Gli farò bere una tazza di tè avvelenato» sghignazzò Morgan, e Tony si chiese perplesso da quale cartone animato avesse estrapolato quella soluzione.
«Uh, affare fatto» l'appoggiò infine, «Così si trasformerà in un orrendo pidocchio peloso.»
La risata di Morgan risuonò cristallina lungo il sentiero, producendo un'eco che fece svolazzare qua e là qualche pettirosso.
Avanzarono poi di qualche passo, in un tratto coperto dalle chiome degli abeti che oscuravano il paesaggio; all'inizio Morgan non ci diede troppo peso, occupata a osservare il gioco di colori delle foglie e a sorprendere qualche scoiattolo intento ad arrampicarsi sugli alberi, solo dopo alcuni minuti si rese conto dell'atmosfera diversa intorno a lei e si aggrappò alla mano del padre, guardandosi intorno con aria circospetta.
«Papà?» lo chiamò quindi con voce debole.
«Dimmi.»
«Nel bosco ci sono le tigri?» chiese a un tratto dubbiosa e rallentando notevolmente il passo, tanto che poi Tony fu costretto a fermarsi.
«Le tigri? Certo che no» la rassicurò con un sorriso.
Lei parve tranquillizzarsi, ma si ostinò a rimanere ferma sul posto guardandolo preoccupata.
«E gli elefanti?» chiese ancora.
«Neanche gli elefanti.»
«E allora le scimmie?»
«Negativo,» scosse la testa Tony, scompigliandole i capelli, «Qualcuno qui ha visto di recente Il libro della giungla, o mi sbaglio?» le domandò infine abbassandosi alla sua altezza, intuendo cosa le stesse passando per la testa.
Morgan gli rivolse uno sguardo colpevole, ma rimase zitta.
«Immaginavo. Bene, ti posso dare ben due buone notizie: uno, non siamo nella giungla e due, siamo a seicento metri da casa. Fidati, l'unica cosa da temere da queste parti è che la mamma si arrabbi, quello sarebbe proprio da evitare. Per il resto puoi stare tranquilla» le spiegò con un sorriso, sporgendosi per darle un bacio sulla guancia.
Pronunciò quelle parole con inaspettata serenità, ricordandosi che solo qualche mese prima lo avrebbe fatto con amarezza, soffocando timori e sensi di colpa pur di poterle garantire una vita spensierata. Tuttavia, quelle preoccupazioni appartenevano ormai al passato e le cicatrici che aveva intorno al braccio erano un ottimo pretesto per ricordarselo.
D'altra parte, la bambina parve convicersi di quella spiegazione, ma rimase comunque vicina al suo fianco quando ripresero a camminare.
«Forse era meglio continuare a guardare La Sirenetta» pensò Tony a voce alta, prima che Morgan lo trattenesse per il braccio, obbligandolo a fermarsi un'altra volta.
«Che succede, adesso?»
«C'è buio» spiegò lei, indicandogli il sentiero su cui avrebbero dovuto continuare la passeggiata.
Tony sospirò, incrociando il suo sguardo intimorito che rivolse poi verso la direzione opposta. La loro villetta era appena visibile tra le fronde degli alberi, immersa in un cono di luce molto più rassicurante e accogliente.
«Possiamo tornare a casa?» chiese quindi Morgan, stropicciandosi le mani con fare nervoso.
«Ma come,» iniziò a dire Tony inginocchiandosi di nuovo di fronte a lei, deciso a farle superare quel timore, «e le tue bacche squisiliziose? Non ne hai raccolte molte» le fece notare, porgendole il cestino.
«Non mi servono più» rispose incerta lei, continuando a lanciare occhiate alle sue spalle.
«Non ti servono? Sei sicura?» le chiese guardandola di sbieco, «Io credevo che avessi una cena importante da preparare.»
«Lo so, ma...è buio» sottolineò con enfasi, non capendo proprio perchè suo padre si ostinasse a ignorare il problema.
«Non ti sembra di esagerare? C'è solo un po' di ombra, è normale con tutti questi alberi» cercò di farla ragionare lui, prendendole la mano e avanzando con lei di qualche passo.
«E poi sono sicuro che le bacche migliori si trovano proprio da queste parti.»
Lei lo seguì titubante, ancora intimorita da tutta quell'oscurità ma sentendosi in parte rassicurata dal suo atteggiamento tranquillo.
Proseguirono quindi sul sentiero, imbattendosi nelle prime castagne della stagione e – come Tony aveva previsto - nelle bacche di qualche biancospino, che Morgan aggiunse con gioia a quelle già raccolte, contenta di non dover infine rinunciare alla sua cena.
«Che ti avevo detto? Mai mettere in dubbio la parola di tuo padre» sostenne Tony con una certa soddisfazione. Fu lieto che la bambina avesse fatto presto a lasciarsi alle spalle i suoi timori, l'idea che vivesse con qualche strana paura alimentata dalla sua immaginazione lo metteva in ansia, un tipo di ansia decisamente meno gestibile di quella che avrebbe potuto cogliere qualsiasi altro genitore.
La aiutò poi a raccogliere altre bacche, irrigidendosi appena per le fitte che ogni tanto gli colpivano ancora il braccio destro, adesso molto più in forma e funzionante rispetto ai mesi precedenti.
Poco più tardi un fruscìo di foglie alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, mentre Morgan si alzò di scattò trattenendo il fiato.
«Cos'è stato?» domandò a voce bassa, già temendo che suo padre si fosse sbagliato circa la totale assenza di tigri nel bosco.
«Uh, non lo so,» ammise sincero, guardando con attenzione il cespuglio davanti ai loro occhi, «forse qualche scoiattolo.»
«Ma gli scoiattoli non fanno questo rumore» obiettò Morgan, che adesso distingueva perfettamente il rumore dei passi felpati che facevano scricchiolare qualche foglia.
Suo malgrado, Tony fu costretto a darle ragione e per un solo, singolo istante e sicuramente a causa di ricordi ancora freschi, quasi rimpianse di non avere l'armatura a portata di mano. Anche se di certo non si aspettava di ritrovarsi davanti a una tigre.
«Ce ne andiamo, papà?» iniziò a tirarlo per la manica la bambina, allo stesso tempo però incuriosita da tutto quel mistero.
Tony aspettò una manciata di secondi, esattamente il tempo che servì a una piccola volpe di sbucare da dietro il cespuglio e di guardarli con aria incuriosita e appena timorosa.
«Ma tu guarda...» commentò Tony, osservando gli occhi sgranati di sua figlia mentre guardava meravigliata l'animale, sorridendo sovrappensiero.
«Wow» mormorò Morgan avvicinandosi lentamente, «Posso accarezzarla?» chiese guardando il padre con aria sognante, ormai dimentica della paura.
«Mmh, forse è meglio se prima le diamo qualcosa da mangiare, altrimenti si spaventerà» propose Tony, porgendole un ramoscello di bacche.
La bambina lo tese alla volpe che piano piano le si avvicinò, prima annusandolo e poi afferrandolo con i denti, iniziando a mangiarlo.
«Le piace!» esclamò Morgan, facendo però spaventare l'animale che indietreggiò di qualche passo, per poi intrufolarsi di nuovo nel cespuglio.
«Oh, no» mormorò delusa, ma riuscendo comunque a intravedere le sue zampe tra i ciuffi d'erba alta.
«Uh, credo sia meglio lasciarla sola» valutò Tony, rimettendosi in piedi.
«Aspetta, voglio lasciare qui altre bacche, così se ha fame può mangiarle» si affrettò Morgan, prendendone una dose generosa dal cestino e ammucchiandole per terra accanto al cespuglio.
«Ecco fatto» mormorò soddisfatta.
Tony le arruffò i capelli giocosamente, guardandola arricciare le labbra in un'espressione familiare.
«Che ne dici di tornare a casa, signorina?» chiese poi, «Non vorrei che la mamma ci desse per dispersi.»
«Va bene» concordò lei, ripulendosi le mani dalla terra e aggrappandosi poi a quella del padre.
Percorsero insieme il tragitto del ritorno fino a quando la luce del sole non iniziò a filtrare di nuovo intensamente tra le chiome degli alberi, illuminando il sentiero ricoperto di foglie. Poi, quando furono vicini a casa, Morgan lasciò la presa di Tony e iniziò a saltellare qua e là tra le foglie, raccogliendole a mucchi e lanciandole in aria come coriandoli.
«Tua madre mi ucciderà» mormorò Tony tra sè e sè, quando poi la vide iniziare a rotolarsi per terra. Sorrise, segretamente compiaciuto, trasportando tra le braccia il bottino della giornata e proseguendo con serenità lungo il sentiero, mentre la brezza autunnale gli accarezzava la pelle e il canto dei pettirossi riecheggiava allegro tra gli alberi.



 
*




NdA
Buonsalve :D
Come vi avevo anticipato tempo fa, eccovi la raccolta che segue la scia di Questo è progresso, Pepper!
La storia infatti, che originariamente avrebbe dovuto essere di quaranta capitoli, è stata accorciata in vista di questa mini-long che va in qualche modo a completarla: si tratta di quattro capitoli (uno per ogni stagione) più un intermezzo, che ha come protagonisti assoluti Tony e Morgan – più un piccolo "intruso".

La storia rappresenta per me l'occasione di approfondire questo rapporto, tenendo conto dell'headcanon che ho deciso di seguire dopo la visione diEndgame, ovvero con Tony che riesce a sopravvivere allo schiocco fnale, con annessi due mesi di coma e tre di riabilitazione. Tanto per essere ripetitiva, quitrovate il collegamento alla mia one-shot Il risveglio di Atlante.
In ultimo, confesso di tenere molto alla caratterizzazione di Morgan – che per forza di cose non potrà essere IC al 100% - e per descrivere gestualità e comportamenti mi sono ispirata alle tante ore di "babysitteraggio" compulsivo, oltre che all'esercito di cugini piccoli che mi ritrovo; perciò, se vi fa piacere, ci terrei molto a una vostra opinione a riguardo, soprattutto per capire dove posso correggermi :)

Ne approfitto a questo punto per citare la mia cara _Lightning_, che ha sopportato non poco le mie turbe mentali su questo progetto, appoggiandomi e spronandomi a continuarlo. Grazie di cuore <3

Sperando vogliate seguirmi in questo piccolo esperimento, vi ricordo che il punto di vista che privilegerà sarà quello di una bambina di quattro/cinque anni e che, visto l'argomento, il fluff vi sommergerà da capo a piedi, siete avvisati :')
Detto ciò, ho finito, GIURO.

Come sempre, ringrazio chi leggerà e chi deciderà di seguirmi <3

_Atlas_
   
 
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