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Autore: soliloquia    11/06/2019    0 recensioni
E io vorrei tanto ingrassare.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non so come si fa piú, a stare dico.

Forse non mi era mai sembrato così difficile eppure non sono piú (qua).






 

L'altra notte ti ho cercato, tra le lenzuola disordinate e il groviglio di capelli, ed indovina un po', tu non c'eri (non piú).

So che il lavoro ti sta stressando, abbiamo il mutuo da pagare ed io continuo a non prendere la pillola ed il mio corpo non cambia.

Ed io vorrei tanto ingrassare, svegliarti alle due di notte per chiederti di cucinarmi qualcosa di buono (perché io sono capace anche di far bruciare il latte) e tu magari mi diresti di dormire ed io farei finta, perché so che non riuscire a dormire, non con una vita che mi stringe il ventre e gonfia i seni.

Ma il mio peso non aumenta (diminuisce magari) e penso che forse non merito una gioia così grande, che forse Dio vuole solo mettermi alla prova, perché ho sbagliato, ma tu che centri? Perché punire anche te? Tu che rispetti sempre la fila al supermercato, che ti fai il culo per un capo che nemmeno ti piace e, sempre tu che mi rendi felice e questo ti rende davvero speciale. 

Ed anche io (per quel che posso) voglio renderti felice, e voglio essere speciale.

Voglio regalati ciò che di piú bello c'è al mondo, una cosa nostra (tua, solo tua). Ti dico che dovrai aspettare alcuni mesi (nove) ma mia mamma dice che ne varrà la pena ed io le credo. 


 

Solo che poi i nove mesi si dilatano, diventano dodici, venti, tre anni ed io invecchio e tu nemmeno vuoi provarci più.

Vedo le miei amiche con forme morbide e sempre in disordine, ed io che sono sempre stretta in vestiti che mi graffiano la pelle.

Non riesco ad ospitare nulla, tutto muore in me. Anzi, nemmeno ci prova, nemmeno nasce: è già arrendevole e non sa nemmeno quanto sarebbe difficile (ma bella e quindi speciale) la sua vita.

Semplicemente non ci prova e se ci prova arriva alla quarta settimana e poi sparisce com'è arrivato: senza avvisare.

Tu mi dici che va bene così, che stiamo bene, che sei felice, che non dobbiamo per forza.
 

Io so che menti, perché tu vuoi, perché non va bene (non così) so che sei triste, perché tu puoi, io no. 

Perché ci sono altre donne, altri modi, altri metodi. 

Ma sono io quella senza frutti, quella spoglia che non puó, che non ci riesce. Allora, forse andare avanti sarebbe la scelta piú felice, andare avanti con qualcun altro. Che sia vivo, che ingrassi e che ti stringa forte, che faccia vivere quel secondo battito.

Ma tu mi ami, e dici che non fa niente, che si vive anche così. Ma dillo alla parte malsana di me, quella arida, quella che si odia, che lo odia e che ti ama. Dillo alla parte altruista, che mette te prima di se e si annulla e che prende nuove pillole inutili.


 

Il fatto è che io sarei disposta a tutto, ma tu no, non tu che sei più giovane, sempre verde e meriti di essere felice e lo sai, che ti amo, e allora il bimbo che non nascerà mi dice di lasciarti scivolare via, tra nuovo sangue e visite sterili (come me)



 

A volte me lo immagino e spero che abbia solo tutto da te, forse solo i gusti musicali miei, ma che poi sia più tuo che mio. 

Perché tu lo meriti, io no.









 

Il mirto è un arbusto sempre verde.

 
   
 
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